Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Jane Ale    28/10/2012    2 recensioni
[Prima storia della serie "Il ciclo di Caterina", ma può essere letta indipendentemente dalle altre storie.]
Caterina e Alessandro sono migliori amici, eppure non riescono ad andare d'accordo per più di qualche minuto. Ma poi Caterina capisce di essere innamorata di Alessandro e tutto si complica. Perché lui è stronzo, ma non ne è consapevole; lei, invece, è isterica, ma non sa come smettere.
Il solito vecchio cliché? Probabilmente (no).
Dalla storia:
-L'avevo capito. Di piacerti, intendo.-
Annuii. -Era piuttosto evidente.-
Si passò le mani sul viso, poi mi fissò di nuovo. -Cate, io mi sento molto attratto da te, non posso negarlo..-
A quelle parole avvampai, ma cercai di restare distaccata. -Ma?- gli chiesi.
-Ma al tempo stesso non riesco a provare quei sentimenti che vorrei. Ti voglio un mondo di bene, ma..-
Ma non sei innamorato di me, conlusi per lui nella mia mente.
Raccolsi tutto il coraggio che avevo e sorrisi. -Non preoccuparti, Ale, non importa. Non è successo niente.-
-Cate, ascoltami.-
-No, va bene così, nessuno si è fatto male.- Sorrisi ancora.
-Tu sì.- disse con semplicità. Ed era vero, io mi ero fatta molto male, più di quello che credevo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il ciclo di Caterina'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 8
Quelle cose non dette



Image and video hosting by TinyPic



(Secondo aggiornamento in 24 ore, controllate di aver letto anche il capitolo precedente.)



E così Marica aveva fatto la sua ricomparsa nella mia vita. Non le era bastato rovinarmi i due anni precedenti, portandomi ad un passo dal baratro? Non si era accontentata di vedermi disperare, sperando di svegliarmi un giorno e non essere più me stessa? Sapevo che prima o poi avrei dovuto avere contatti con lei di nuovo, in fondo eravamo nella stessa classe, ma da quando anche Alessandro aveva smesso di parlarle, mi ero sentita al sicuro, come se non potesse più ferirmi.
Poi, quella mattina, lui aveva fatto il suo nome: si erano riavvicinati, avevano avuto modo di parlare, anche di me, ed io mi sentivo una cretina. Non potevo certo impedirgli di parlare, di uscire, di tornare ad essere amici, ma non potevo negare che la cosa mi desse fastidio. Ale sapeva quanto ero stata male quando Marica era mia amica, più volte mi aveva consolata, aveva cercato di farmi sorridere dicendo che "avrebbe spaccato la faccia a quella troia che mi faceva piangere", persino lui aveva discusso con lei, arrivando a non parlarle più. Eppure adesso si comportava come se non fosse successo niente.
Non pretendevo che lui prendesse una posizione e mi difendesse, non l'aveva mai fatto, né volevo che iniziasse in quel momento, ma non riuscivo a capacitarmi del fatto che lui avesse davvero parlato di me con lei. Perché? Con tutte le persone che c'erano, perché proprio lei?

Quando tornai a casa, non trovai nessuno, ma non ne fui sorpresa. Mia madre lavorava fino a tardi quasi tutti i giorni, mio padre, invece, si trovava dall'altra parte del mondo per affari, ma ormai ci ero abituata. Andai in cucina ed aprii il frigorifero, tirai fuori la scatola di un'insalata già pronta, presi una bottiglia d'acqua e me ne andai in camera. Accesi il computer ed iniziai a mangiare seduta alla scrivania. Aprii facebook e mi misi in linea, sperando di trovare la persona che cercavo. Non era in linea, così decisi di lasciargli un messaggio, sperando che entrasse il prima possibile.
"Ciao Giovanni. Lo so che potrebbe sembrarti una domanda stupida, ma non saprei a chi altro rivolgermi: cosa è successo mentre ero assente? Alessandro ha per caso parlato di me con qualcuno di voi? Non dovrei nemmeno fare questo genere di domande, ma ho bisogno di saperlo. Grazie  e scusa."
Era sbagliato, profondamente sbagliato, quello che stavo facendo: evitavo il chiarimento con Alessandro e ponevo tra di noi terze persone che mi dessero le informazioni che volevo. Probabilmente una telenovela sarebbe stata meno pietosa di me in quel momento.
Mi buttai sul letto, cercando di rilassarmi, ma sentii il suono di facebook annunciarmi che avevo ricevuto un messaggio. Sperai che fosse Giovanni, ma quasi mi prese un colpo quando vidi il nome di Marica.
"Ciao bella!" Mi stava forse prendendo per il culo? Da quando mi cercava?
"Ciao"
"Come va? Sai, è tanto che non parliamo un po' noi due."
Sai com'è, l'ultima volta mi hai dato dell'obesa asessuata.
"Eh già.." Fin troppo razionale.
"Allora, come ti vanno le cose?"
"Bene, a te?"
"Benissimo. Io e Edo siamo così felici adesso, è tutto passato."
Edoardo era il suo ragazzo dall'inizio dei tempi. Nessuno ricordava che fosse stata con altri da quando frequentavamo quella scuola, eppure era riuscita a ritrovarsi bollata come ragazza facile e cornuta allo stesso tempo. Avevo sempre sostenuto che fosse umanamente impossibile che una persona potesse raggiungere tali livelli, ma lei non finiva mai di sorprendermi!
"Bene."
Passarono alcuni minuti senza che scrivesse niente. Sperai che avesse lasciato cadere la conversazione, ma mi sbagliavo.
"Allora cara, come va con Ale?"
Sì, ne ero certa, mi stava decisamente prendendo per il culo!
"Tutto bene." mentii.
"Sì, davvero? L'altro giorno abbiamo parlato e mi ha detto che avevate discusso. Quindi avete già chiarito?"
Interessante, molto interessante. Non solo avevano parlato di me, ma lui le aveva anche raccontato del litigio. La conversazione iniziava a prendermi: quanto sapeva?
"Mah, senti, non mi pare il caso che ne parli con te."
"Scusa, non volevo forzarti. Sai, lui si è confidato con me perché siamo amici da sempre e sa che io ci sono quando ha bisogno, ma se tu ancora non sei pronta non fa niente."
"Grazie Marica, ma non credo che avrò mai bisogno di te. In fin dei conti sono troppo infantile, no?"
E adesso cosa mi dici, stronza?
"Chi l'ha detta questa cavolata?"
"Non far finta di niente! So che l'altro giorno hai colto al volo l'occasione per parlare male di me con Alessandro!"
"È questo che ti ha detto? Io non ho detto niente, è stato lui a dire che sei una bambina che gioca a fare la grande, ma finisci per essere ridicola. Ti ho persino difesa!"
"Ci dovrei credere?"
"Non è un problema mio. Scusa, ma devo andare, c'è Edo. A domani."
Chiusi la conversazione.
Non sapevo se credere alle parole di Marica: quando le era sembrato opportuno offendermi, lo aveva sempre fatto direttamente, senza troppi giri di parole, non avrebbe avuto senso parlare male di me con Alessandro; eppure non riuscivo a fidarmi di lei e a non vederla come una subdola doppiogiochista. Aveva qualcosa in mente, ne ero certa, e non avrei mai potuto fidarmi di lei. Dovevo recuperare Ale prima che lei me lo portasse via definitivamente, ma per fare ciò avrei dovuto chiarire la situazione con lui. Sarebbe stato difficile, avrei dovuto sacrificare parte del mio orgoglio, ma per lui l'avrei fatto, in fondo era una delle persone più importanti della mia vita.

Stavo cercando di far tornare un esercizio di matematica quasi impossibile, quando sentii che avevo ricevuto un messaggio su facebook. Alzai lo schermo del mio portatile e guardai il mittente: Giovanni, finalmente!
"Ciao Cate. So cosa vuoi sapere: Marica ha cominciato a seguire Alessandro ovunque durante la tua assenza e, dopo un po', anche lui ha iniziato a cercarla. Li ho visti parlare spesso, ma non saprei dirti di cosa, sai come sono fatti, non ci si può avvicinare. So che non sono affari miei, ma spero che non ti arrabbierai se te lo dico comunque: smettila, ti stai facendo solo del male. Non ha senso che tu continui a perdere tempo dietro questa storia facendoti problemi assurdi. O glielo dici, o lasci che le cose continuino ad andare come sempre, ma non puoi controllarlo. Sai cosa intendo!"
Lessi il messaggio di Giovanni almeno tre volte prima di rendermi conto che lui sapeva. Non c'erano altre spiegazioni alle sue parole, ma quello che mi spaventava di più era il come l'avesse scoperto.
"No, non capisco.. Cosa dovrei dirgli?" gli risposi, facendo finta di non aver capito.
"A te piace Alessandro, ma non glielo vuoi dire. Credo, invece, che dovresti farlo. Sempre se vuoi smuovere qualcosa."
"Chi ti ha detto che a me piace Alessandro? Siamo soltanto amici ed abbiamo litigato, niente di più."
Da quando Giovanni era così sveglio? Ed io che avevo sempre creduto che fossero Emanuele ed Alessandro i cervelli della classe.
"Sono distratto, non scemo. Le vostre litigate per delle cavolate, scene degne delle migliori coppie di fidanzati gelosi, lui che chiede di te da ubriaco, tu che sei gelosa di Marica..piuttosto ovvio. Te l'ho detto, dovresti dirglielo."
Quanto avevo sottovalutato quel ragazzo? Oppure ero io che avevo lasciato che i miei sentimenti corressero senza freni, facendo in modo che tutti li vedessero? Probabilmente entrambe le cose.
"Senti Giovanni, ti ringrazio, ma la situazione non è così semplice. Grazie davvero, ma non mi va di parlarne. Scusami."
"Non preoccuparti, il mio era solo un consiglio. Adesso scappo, ciao."
Ringraziai mentalmente quel ragazzo per non aver continuato. Ero veramente confusa: aveva detto che io ed Alessandro ci comportavamo come fidanzati gelosi, o avevo capito male? Rilessi la conversazione. No, avevo capito perfettamente.
Ero stata così stupida da lasciare che ciò che provavo per Alessandro trapelasse, facendo la figura della ragazzina innamorata che tende a monopolizzare l'oggetto dei suoi desideri, anche quando suo non è. Si poteva cadere più in basso?
Giovanni aveva ragione: non potevo andare avanti così, ma non avrei mai commesso lo stesso errore due volte. Così presi la mia decisione e, senza ripensamenti, inviai un sms ad Ale.
"Alle sei e mezzo sotto casa mia. Dobbiamo chiarire."
Mi rispose con un semplice "Ok".

Lo stavo aspettando da dieci minuti sulla panchina sotto casa mia, ma ancora non era arrivato. Se mi avesse dato buca, non avrei più risposto delle mie azioni e lo avrei picchiato il giorno successivo.
Mentre pensavo ai metodi di tortura più efficaci da attuare, vidi la sua macchina in fondo alla strada. Respirai profondamente, notando che il mio cuore aveva accelerato i battiti alla vista dell'auto. Parcheggiò di fronte a me e, con lentezza estrema, scese dalla macchina. Lo guardai sistemarsi i capelli nello specchietto laterale e dirigersi verso da me: non avevo dubbi, era bello come il sole, anche con quell'espressione arrabbiata sul volto.
-Allora?- mi chiese senza neppure salutarmi.
-Penso che sia stupido continuare a comportarci così.-
Alzò gli occhi al cielo. -A cosa devo questa illuminazione?- mi chiese in tono derisorio.
-Smettila di fare il cretino!- sibilai. -Sto cercando di essere gentile e porre fine a questa situazione. Non è possibile continuare in questo modo, offendendoci e non rivolgendoci la parola. Almeno io non ce la faccio più.-
-Lo so.- fu tutto quello che rispose.
-Sai cosa?- gli chiesi.
-Che è una cosa ridicola.-
-Ale, posso farti una domanda?- Sapevo che non avrei risolto niente facendogli quella domanda, ma volevo sapere.
-Dimmi..-
-Hai davvero detto a Marica che mi comporto da bambina e sono ridicola?-
Per un attimo fui certa che mi avrebbe risposto che non era vero, che Marica si era inventata tutto, che lui non aveva mai detto una sola parola contro di me, ma che lei aveva fatto tutto da sola. Poi, però, lo vidi abbassare lo sguardo e capii.
-Ah.- fu l'unico suono che pronunciai.
-Ero arrabbiato.- si giustificò lui.
-Non è un motivo valido. Da lei potevo aspettarmi qualsiasi cosa, ma da te.. Cavolo Alessandro, eravamo amici!-
-Che vuol dire "eravamo"?- mi chiese alzando repentinamente la testa.
-Che non lo so più.- ammisi.
-Che non sai più cosa? Se siamo amici? Cavolo Cate è una discussione, ma passerà. Vorresti dirmi che vuoi chiudere qui?-
-Sì, se pensi quelle cose di me!-
-Come potrei pensarle? Ero semplicemente arrabbiato, te l'ho già detto. Vuoi davvero buttare via la nostra amicizia per questo? Va bene, ho fatto una cazzata, ma chi non fa errori?- mi domandò retorico.
Non risposi, così lui continuò. -Possiamo chiudere questa storia, Cate? Ti prego, chiudiamo questa discussione e non ne parliamo più.-
Annuii, anche se non ero d'accordo, anche se non era la cosa giusta da fare, anche se l'elenco delle cose non dette sarebbe aumentato a dismisura. Annuii e decisi di lasciar perdere, non avevndo la forza di fare altro.
-Quindi tutto come prima?- mi chiese, cercando il mio sguardo.
-Sì, Ale, tutto come prima.- gli risposi, senza però riuscire a sorridere.
-Bene. Adesso scappo, ho l'allenamento. Ci vediamo domani a scuola.-
-Okay.- gli risposi, guardandomi le scarpe.
-Ciao Cate.-
-Ciao Ale.-
Restai immobile su quella panchina finché non sentii il rumore dell'auto allontanarsi, fino a scomparire.
Dovevo essere felice, avevamo chiarito ed eravamo di nuovo amici. Avevo ottenuto quello che volevo.
Allora perché non riuscivo a sorridere?



Note dell'autrice:

Buonasera (di nuovo)!

Il secondo aggiornamento in una sera, mi sembra quasi un miraggio. :)
In questo capitolo si comincia a delineare la figura di Marica, la quale copre un ruolo essenziale all'interno della storia.
Caterina ed Alessandro hanno finalmente chiarito, o meglio, hanno deciso di non tornare più sul discorso che ha provocato il loro litigio. Sarà la scelta giusta?

Ringrazio Areis e myllyje per aver inserito la storia tra le seguite, _Flowers_ per averla inserita nelle ricordate e Rosshalde per averla inserita sia tra le seguite che tra le preferite. Grazie davvero! :)

Spero che continuerete a leggere e, con pazienza, aspetterò che qualcuno recensisca.

Un bacio,
Jane Ale
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Jane Ale