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Autore: silverhind    28/10/2012    2 recensioni
E se il protagonista di Harry Potter non fosse più il famoso Harry ma una semplice altra ragazza di Hogwarts? Se il prescelto fosse una prescelta ignara fino all'ultimo del suo destino? Bene questa è la storia del destino di una ragazza. La storia di un amore difficile, ostacolato, combattuto, ricercato, rinato, tormentato, dimenticato, maturo, dolce, di sacrifici, vissuto, impulsivo, prorompente, vivace, segreto, esagerato, tenero. La storia d'amore tra un professore all'apparenza severo, insensibile, arrogante e prepotente ma in realtà anche lui capace di provare ammirevoli sentimeti, e una studentessa, all'apparenza normale ma in realtà l'essere più speciale per lui. E se è vero che il fiore nato nella tempesta è il fiore più bello e duraturo, i problemi e le difficoltà che i due protagonisti dovranno affrontare li uniranno in un legame indissolubile... o almeno lo spero!
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Quella sera, come stabilito, Georgy si diresse verso l’ala ovest di Hogwarts. Dovette percorrere numerosi corridoi poco illuminati, scansare ragnatele, e vedere quadri raccapriccianti. Pochissime volte aveva fatto quella strada, per lo più per andare nel vecchio magazzino per conto di qualche professore.
“Chissà se Sev ci sarà veramente. Ma perché ha scelto una stanza così lontana? Forse per l’enorme finestra che dà sul retro del castello, magari si vedono le stelle… che romantico!” pensava la ragazza, camminando sempre più velocemente verso il luogo dell’incontro.
A metà del corridoio, nascosta da una pianta rampicante dalle splendide sfumature verdi, si trovava una porta di color marrone chiaro, con una maniglia appena visibile d’ottone. La pianta sembrava un po’ spezzata, come se qualcuno l’avesse scostata. “Piton è già qui” pensò la ragazza. il cuore le iniziò a battere più forte, divenne rossa in volto e le gambe iniziarono a tremarle. Appoggiò la mano sulla maniglia e tirò verso il basso. La porta si aprì cigolando. La ragazza vide stagliarsi di fronte a lei una stanza grande e quadrata, con un finestrone sulla destra da cui si vedeva il cielo stellato proprio come si era immaginata, e accanto a esso una figura scura e inquietante che le dava le spalle. Il cuore continuava a batterle sempre più vigoroso nel petto.
L’uomo avvolto nello scuro mantello si voltò, lo sguardo annoiato e infastidito si tramutò in un’espressione di pura sorpresa. Rimase senza parole, perciò fu la ragazza a rompere il ghiaccio dopo qualche istante di silenzio.
<< Ciao Severus. Ho ricevuto la tua lettera e… bè eccomi qui. Sono pronta a chiarire. E sappi, prima di dire qualsiasi cosa, che sono in ogni caso contenta che tu mi abbia voluto parlare. >>
Lo sguardo del professore si faceva sempre più interrogativo. Non un accenno di sorriso né segni di ira o di timidezza. Solo stupore e incredulità misti a curiosità.
<< Perché… che ci fai tu qui? >> chiese Piton avanzando verso la ragazza.
<< La tua lettera, ho ricevuto il tuo biglietto. Mi hai dato appuntamento qui. >>
<< No. No no. Io non ti ho detto né scritto niente. Ti sbagli. >> replicò Piton con tono freddo e duro.
<< Cosa? Mi prendi per pazza? C’era anche Linda con me, l’ha visto pure lei. Qui alle 11 e mezza per chiarire. Hai usato delle parole bellissime, io capisco che magari non vuoi tornare con me, ma per ora mi posso accontentare di essere solo amici. Anche tu sei ancora importante per me. O ti stai già rimangiando quello che hai scritto? >>
<< Ma cosa stai dicendo? Non mi rimangio nulla perché non ho detto nulla! Io stasera non sono qui per te. Io dovevo passare la serata nel mio magazzino a cercare gli ingredienti per una nuova pozione ma Annie mi ha detto di vederci qui, alle 11 e mezza. Io non so chi abbia scritto la lettera, ma di certo non sono stato io. Ti hanno fatto un bello scherzo e a quanto pare ci sei cascata in pieno. >>
Georgy sentì come mancarle il pavimento sotto i piedi. Di nuovo si ritrovava in una situazione imbarazzante con Piton. Di nuovo Annie l’aveva imbrogliata e umiliata.
<< A quanto pare “la tua Annie” non si fa scrupoli a calpestare me e i miei sentimenti… >>
<< Non ricominciare a offenderla, non ne hai il diritto. >>
<< Che cosa? >> urlò Georgy. << Ma possibile che tu non veda che ti sta solo usando per essere più popolare? Che ti ha detto di venire qui facendoti incontrare me solo per farmi soffrire? >>
<< Basta! >> sbottò il professore e fece per andarsene, ma il pianto della ragazza lo fermò. Si voltò e la guardò. L’aveva già vista in lacrime, ma quella sera gli parve che fosse un pianto diverso, più amaro e nostalgico, un pianto che lo toccava.
<< Severus… professore, io la imploro, si sforzi di ricordare… >> disse Georgy tra i singhiozzi. << Mi ha abbandonato, così, da un giorno all’altro. Io non riesco più a vivere come prima, non riesco più a comportarmi normalmente… non posso andare avanti e far finta che tra me e lei non ci sia stato niente… la prego, la scongiuro, cerchi di ricordarsi di noi… >>
Il professore sentì dentro un moto di compassione verso quella ragazza che nonostante i litigi, le offese e le mazzate sui denti da lui inferte continuava a combattere per ciò che voleva, per l’amore che tanto cercava. Voleva dirle che gli dispiaceva molto, che ammirava la sua perseveranza, rispettava le sue lacrime, ma che oltre alla compassione non provava null’altro per lei. Gli dispiaceva veramente causarle tutto quel dolore ma purtroppo non poteva farci niente: Severus Piton non poteva illudere quella ragazza e dire falsamente di amarla solo per farla contenta.
Si avvicinò alla ragazza che si stava coprendo il volto con le mani e le mise una mano amichevole sulla spalla.
<< Mi dispiace davvero molto, ma non posso aiutarti. Non ricordo e non sento nulla per te. Ti voglio però ringraziare perché ci tieni così tanto a me, ma non posso garantirti che d’ora in avanti le cose andranno meglio. >>
Detto questo l’uomo lasciò la ragazza con la sua tristezza, posò la mano sulla maniglia della porta, e prima di aprirla e uscire si voltò un attimo per guardare nuovamente Georgy, forse per dirle qualcosa, ma, non trovate altre parole, uscì.
Non passarono molti secondi che il professore rientrò nella grande stanza di pietra, spinto da Annie. Georgy guardava stupita la scena, non capiva cosa volesse fare la studentessa, se offenderla nuovamente o spingere Piton tra le sue braccia. Fantasia inutile, di certo non voleva sprecare l’occasione di umiliarla.
<< Ma che fai Annie, io ti ho aspettato, non sapevo che ci fosse anche lei… ma che ti prende? >> chiese Piton, visibilmente infastidito dal comportamento della Serpeverde.
Annie non si curava delle lamentele di Piton, lo teneva fermo per il braccio e guardava il cielo dalla grande finestra, in attesa.
Un forte bagliore illuminò la notte e il volto dei tre occupanti della stanza. Un rumore di vetri che si rompono, urla che gelano l’anima, uomini che ridacchiano e mani che ti stringono.
<< Buonasera a tutti >> disse ridendo Lucius Malfoy.
Georgy si sentì afferrare forte da un Mangiamorte, non riusciva a liberarsene seppur si dimenasse con tutta la forza che aveva. Piton provò a proteggere la studentessa che gli stava dietro, ma presto anche lui fu immobilizzato prima con un incantesimo e poi, più mansueto, con le possenti braccia del Mangiamorte più alto e ben messo.
<< Ancora qui, Malfoy? Come hai fatto ad arrivare senza farti vedere? E come sapevi che eravamo qui? >> chiese Georgy in preda al panico.
Piton non ricordava nulla e non capiva come mai quelle persone li stessero tenendo come prigionieri.
<< Vorrei dire che è merito totalmente del mio fine ingegno, ma non posso non sottolineare il merito di una persona che è stata davvero importante per questa nostra visita, che sarà anche l’ultima >> rispose Malfoy, sogghignando e guardando tutti i presenti. << Suvvia, fai un passo avanti e mostrati, tu che ci hai aiutati in questa missione! >>
Georgy lo sapeva, dal principio. Piton, al contrario, rimase sconcertato. Annie aveva fatto un passo avanti e un inchino, e si era avvicinata a Malfoy e gli altri Mangiamorte.
<< Grazie per l’opportunità che mi hai dato >> disse la studentessa al capo dei Mangiamorte.
<< Grazie per il tuo importante contributo, sei stata una spia eccellente. >>
<< Annie… ma… che cosa significa? >> chiese Piton allucinato e ferito.
<< Caro Severus, forse meriti alcune spiegazioni. Vedi, Annie è la figlia di Origus, uno dei Mangiamorte che voi e il vostro branco di maghetti inesperti avete gravemente ferito durante la scorsa guerra. Quella notte, mentre voi festeggiavate per la fine di Voldemort, Annie piangeva la scomparsa del suo amato padre. E poi saremmo noi quelli senza cuore? Poiché il primo tentativo di vendicarci del tuo tradimento non è andato a buon fine abbiamo deciso di introdurre una spia ad Hogwarts in modo da conoscere i vostri movimenti e condurvi nel luogo più esposto per il nostro secondo attacco. Diciamo che quella notte non è del tutto fallito, poiché tu Severus hai perso la memoria, come un allocco ti sei ritrovato tra le braccia della nostra amica e hai ripudiato l’unica ragazza che avrebbe mai potuto amarti in vita tua, cioè Georgy. Quale situazione migliore per noi? È stata lei a farvi venire entrambi qui stanotte, ed ora, soli, avremo la nostra vendetta. >>
Il sorriso compiaciuto di Manlfoy ed Annie si contrapponeva allo stupore negli occhi di Piton e di Georgy. La ragazza aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato nel comportamento di Annie, qualcosa di losco e sinistro, e ora ne aveva avuto la diretta conferma. L’unico problema era che questa volta sembrava veramente la fine, lei che non poteva muoversi, Piton bloccato dal Mangiamorte e dai suoi sentimenti e nessun’altro di amico nei paraggi. Provò a dimenarsi con più vigore ma la morsa del Mangiamorte era salda e non le permetteva neppure di arrivare alla bacchetta.
 
La porta della stanza, rimasta socchiusa iniziò a cigolare. Il legno si mosse, lentamente, lasciando intravedere una scura figura dietro. La penombra lasciava il mistero sulla sagoma che ritta in mezzo alla porta si muoveva lentamente, bacchetta alla mano. Solo gli occhi contrastavano l’oscurità e brillavano.
<< Dire che siete soli mi pare un pochino troppo >> disse Sirius avanzando e venendo illuminato dalla luce.
<< Sirius Black, qual buon vento? >> chiese Malfoy, e poi, rivolgendosi a Annie con tono gelido: << Non dovevi essere sola? >>. La studentessa allargò le braccia non sapendo della presenza di Black.
<< Credi che l’Ordine lascerebbe girare questo bel fiore di ragazza da sola per i corridoi del castello senza alcuna protezione? >> replicò Sirius facendo il solito occhiolino a Georgy, la quale era sollevata dalla presenza dell’amico, ma un poco rattristita per il fatto che generalmente il suo professore diventava geloso per quel gesto di Sirius.
<< Come al solito non menzioni il tuo compagno di sventura che deve proteggere Piton vero? Che tutto il merito sia sempre e solo tuo! >> ridacchiò Lupin entrando nella stanza. Il volto di Georgy si illuminò, mentre quello di Malfoy, al contrario, si fece cupo e serio.
<< Sono determinato a portare a termine la mia missione, non voglio scocciatori di mezzo. Questa notte ci sarà la resa dei conti. >>
<< Con piacere >> disse Sirius, e con un balzo liberò Georgy dall’uomo che la teneva ferma e si posizionò di fronte a Malfoy. << Siamo pronti a darvi di nuovo una lezione Lucius! >>
E la nuova ultima battaglia ebbe così iniziò.
 
L’Ordine era stato avvertito e ben presto nella grande stanza arrivarono anche la McGranitt, Hagrid, Lumacorno, Kingsley e qualche auror. Ognuno era impegnato a combattere, tutti si davano da fare. Piton, in un angolo, protetto da Lupin, non sapeva che fare. Sembrava un bambino impaurito, fermo immobile a guardare con attenzione gli altri, incerto sul da farsi. Non servirono a niente gli incoraggiamenti degli altri, lui non si poteva schiodare da quel suo blocco mentale.
Georgy duellava con foga, stava sfogando tutta la sua rabbia, tutto il suo risentimento nei confronti di Annie e dei Mangiamorte che le avevano portato via una delle cose più preziose che avesse mai avuto. Voleva arrivare ad Annie, voleva battersi con lei. E finalmente arrivò il suo turno.
<< Non sai quanto ho aspettato questo momento >> disse la ragazza.
<< Ti umilierò come ho sempre fatto >> rispose Annie. E lo scontro ebbe inizio.
Combattevano alla pari, sembrava che nessuna delle due potesse prevalere. La situazione si sbloccò quando a Georgy venne la brillante idea di lanciare un incantesimo confondente su Annie. Il risultato fu che tutti i suoi incantesimi da quel momento furono rivolti contro degli altri Mangiamorte. Annie non riusciva a capire, la sua bacchetta sembrava come impazzita.
Malfoy si era accorto del comportamento della studentessa e l’aveva ammonita di riprendere il controllo della bacchetta se non voleva ammazzarli tutti. Annie, infastidita dal rimprovero, rispose con tono arrogante che non era colpa sua e che Lucius avrebbe dovuto portare più rispetto per la ragazza che li aveva condotti fino a lì, consegnando loro per ben due volte Piton su un piatto d’argento.
In un attimo un lampo verde accecante illuminò la stanza. Una scia di magia oscura si mosse tra i presenti e colpì in pieno Annie, che cadde a terra. Fu il silenzio e più nessuno si mosse. Lucius Malfoy aveva lanciato un Avada Kedavra contro la studentessa che ora giaceva morta di fronte a Georgy.
<< O con noi o contro di noi >> disse Malfoy piano. Tutti gli occhi erano puntati su di lui. Tutti erano allibiti per il suo orribile gesto. Lo scontro riprese, più crudo e cattivo di prima.
Georgy, scossa, restò ritta accanto al corpo esanime della studentessa di Serpeverde che nell’ultimo periodo le aveva causato tanti dispiaceri. Non riusciva a pensare a cattiverie su di lei, non poteva infierire sul suo corpo senza vita, non le riusciva di insultarla, di rinfacciarle che le stava bene. Era una ragazza della sua età, con i suoi sogni e le sue idee, le sue convinzioni e i suoi dubbi, e anche se le intenzioni non erano delle migliori aveva comunque lottato per qualcosa, ma si era schierata dalla parte sbagliata. Non riuscì a provare altro che pietà. I suoi pensieri furono interrotti da Piton che corse verso Annie e accovacciatosi accanto a lei le teneva la testa fra le mani. Il professore non riusciva a piangere. Gli dispiaceva molto per la perdita, provava rabbia e odio verso Malfoy, decise che l’avrebbe vendicata. Guardò Georgy negli occhi, e lei quasi intimorita indietreggiò. Piton distese il suo mantello sul corpo di Annie coprendola, mantenendo una certa intimità. All’improvviso nella sua mente scattò qualcosa. “Ma cosa sto facendo?” si domandava. Era come se si sentisse forzato a compiere quel gesto, come se non fosse solito coprire così quella povera ragazza. C’era una qualche forza misteriosa che gli impediva di piegarsi su di lei e baciarla, ma non capiva né cosa né perché. Si voltò di scatto verso Georgy, la guardò intensamente, ancora senza capire perché.
 
Georgy non poteva sopportare oltre. I suoi amici erano impegnati nella lotta, qualcuno era ferito, qualcun altro quasi si divertiva a far fuori i Mangiamorte, si aiutavano e sostenevano a vicenda, e contemporaneamente proteggevano sia lei che Piton. Georgy ora non provava che rabbia e rancore per Lucius Malfoy, per quello che aveva fatto a una giovane studentessa, per quello che stava causando a lei stessa, per la minaccia che incarnava.
Fece un respiro profondo, strinse la bacchetta nel pugno e avanzò decisa verso l’uomo con i biondi capelli lunghi che la fissava con aria di sfida. Lo guardava con uno sguardo che ricordava quello di Piton quando infuriato e fuori di sé la insultava nella casa, quando la riempiva di offese, quando la prendeva in giro, quello sguardo che avrebbe incenerito chiunque e di cui la ragazza aveva imparato a fare tesoro.
<< Farai la stessa fine della tua amichetta… >> tentò di dire Lucius.
<< Non era mia amica, e non mi ha mai trattata come tale, ma non si meritava una morte del genere. Sei un maledetto bastardo. Odio le persone come te, non meriti di vivere, ma neanche di morire, sarebbe una liberazione dai tuoi mali… voglio che tu soffra, che tu sia rinchiuso ad Azkaban, che tutti ti deridano, che tu sia lasciato solo… per sempre… >> disse Georgy, gli occhi iniettati di vero odio, l’animo combattivo e il cuore spezzato che però ancora batteva per quell’uomo che dietro di lei si era voltato per vedere la scena.
<< Le parole che dici sono più grandi e pesanti di te ragazzina… >>
<< Non ti preoccupare Lucius, le so gestire per tua sfortuna >> rispose Georgy.
Georgy poteva intuire solo una parte della paura che Malfoy provava. L’uomo sapeva che la ragazza era molto forte, pronta e motivata, e che non sarebbe stato per nulla facile avere la meglio su di lei, a meno di non usare trucchetti o barare, ma per il panico e la fretta non gli veniva in mente niente. Georgy era attenta ad ogni mossa del suo avversario, parava i suoi colpi e rispondeva a modo, con il doppio della forza che poteva mettere lui nei suoi attacchi. Lo avrebbe battuto di certo. Lo doveva fermare ad ogni costo.
Tutti erano impegnati in un duello. Lucius si ritrovava spesso senza bacchetta o con il sedere a terra, e Georgy gli lasciava il tempo di risistemarsi per poi riattaccarlo. Voleva che si rendesse conto che per lei era solo una piccola e fastidiosa pulce da schiacciare, che non aveva la minima intenzione di mollarlo, che gli avrebbe fatto pagare tutto.
Con le spalle al muro, in ginocchio, Malfoy non si arrendeva, anzi, subdolamente prendeva tempo in cerca di qualche illuminazione, che gli venne quando vide Piton sempre vicino al corpo di Annie, guardare la scena con aria distaccata e quasi assente.
<< Georgy, cara ragazza, non pensi che dovremmo seppellire le bacchette e ricominciare da capo? >> chiese Lucius speranzoso.
<< Oh non ci penso per niente. Perché dovrei? E perché dovrei fidarmi di te che non hai esitato a uccidere Annie? >>
<< Ma dai, lei era una spia, avrebbe potuto ingannare anche me. E poi io conosco un modo per far tornare la memoria a Severus! >>
<< Tu menti, Silente ha detto che non c’è verso di fargliela tornare con la magia… >>
<< Silente ti ha mentito! Non voleva creare un precedente ma l’incantesimo c’è, io lo conosco… >>
<< Non ti credo, trova qualcosa di meglio da dire o non aprir bocca affatto! >> disse la ragazza minacciando l’uomo con la bacchetta.
<< Guardalo come è perso >> disse Lucius con aria mesta indicando Piton, << non vedi come sembra vuoto? Io posso far tornare le cose come prima… e guarda come resta accanto alla ragazza che gli piaceva, o che amava forse? >>
In quel momento gli occhi della ragazza si fecero lucidi e si voltò a guardare Piton, facendo esattamente ciò che Malfoy si aspettava. Inforcata la bacchetta lanciò uno schiantesimo contro Piton che volò contro il muro alle sue spalle non aspettandosi il colpo. La ragazza non fece in tempo a voltarsi che già si stava schiantando contro lo stesso muro. I due si ritrovarono a terra, vicini, le mani che si toccavano.
Piton aprì gli occhi per primo e vide la ragazza accanto a lui. Sentì il calore della sua mano, apprezzò il suo profumo. Capì che quella ragazza per lui doveva valere molto, che anche se lo aveva assillato coi suoi ricordi e le sue fantasie in fondo avrebbe potuto volerle bene, non trovandone tuttavia un perché.
Anche la ragazza si ridestò, e dopo l’iniziale confusione mise a fuoco tutta la scena. Ora era lei a terra con Lucius che la minacciava, la bacchetta protesa contro di lei.
<< Non la toccherai >> disse Piton.
<< Severus? >> chiese scioccata Georgy.
<< Questa ragazza ha fatto molto per me, ha provato a farmi tornare la memoria, mi ha aiutato a riprendermi, e mi aveva anche avvertito che Annie aveva un comportamento sospetto. Ora è tempo di sdebitarmi. In guardia Lucius >>.
Le parole di Piton avevano dato una falsa speranza a Georgy che però era sollevata per il fatto che i suoi sforzi fossero stati comunque apprezzati. Da quel momento sarebbero stati in due a combattere contro Malfoy. Forse per l’istinto di sopravvivenza o per la voglia di vendetta verso entrambi, Lucius pareva essere in grado di tener testa a tutti e due, avendo ritrovato nuove forze. Ma quando uno dei due finiva a terra subito l’altro gli si faceva accanto per proteggerlo, e Lucius non poteva infierire sull’uno senza dover oltrepassare la protezione dell’altra.
Piton e Georgy sembravano tornati ad essere una coppia, anche se il desiderio dell’una non era ricambiato dall’amore dell’altro.
La stanchezza però si faceva sentire, e Georgy sembrava la più provata. Aveva speso molto all’inizio, e il fatto di non essere ricambiata in termini affettivi e il vedere Piton chino sul corpo di Annie l’avevano segnata. Ora si trovava a terra sotto il grande finestrone, sulla pietra dura e fredda, un labbro sanguinante e un braccio ferito lievemente. Guardava Piton continuare il duello con Lucius. Entrambi portavano delle ferite ma continuavano come leoni per prevalere uno sull’altro. Nel resto della stanza Lupin, Sirius e gli altri stavano avendo la meglio contro i Mangiamorte rimasti. Le luci degli incantesimi coloravano l’aria, anche se molti sapevano di magia oscura. A volte per far prevalere il bene occorre macchiarsi un po’ di male. Uno scintillio rosso proveniente dalla bacchetta di Raptilius si infranse contro il petto di Sirius, ma questo ripresosi subito atterrò con uno schiantesimo l’avversario, che senza farsi notare tra la confusione, si spostò dalla visuale di Black. Alzati gli occhi Raptilius vide il suo “padrone” lottare tenacemente contro il professore, che si sapeva ben difendere. Non ci pensò due volte, e per far vincere Lucius, fece esplodere dalla bacchetta un colpo che si tradusse in una forte magia blu che colpì direttamente Piton. Il professore cadde a terra, confuso. Lucius si voltò e ringraziò, poi allungò la bacchetta.
Piton seduto a terra indietreggiò fino a che le sue spalle non toccarono le fredde pietre del muro. Non aveva scampo. La sua bacchetta era volata poco distante, ma un solo movimento avrebbe potuto essergli fatale.
<< E’ arrivata anche per te la fine, Severus. Questa è la resa dei conti. >> disse Lucius.
A Georgy sembrò di aver già visto quella scena. Voleva salvare il professore, non voleva perderlo anche fisicamente. In un attimo le venne in mente l’unico incantesimo che avrebbe potuto salvare Piton e forse anche lei, l’unico di cui si fidava.
<< Expecto patronum! >> disse lanciandosi contro Piton, la bacchetta tenuta all’altezza dello stomaco.
In quell’istante, mentre guardava Piton negli occhi, sentì Lucius Malfoy gridare << Avada Kedavra >>. La luce verde incontrò la magia blu-argentea. Tutta la stanza fu illuminata dal chiarore degli incantesimi e tutti si fermarono, assorbiti dalla scena che si svolgeva davanti alla grande finestra.
Non appena ritornò il buio tutti poterono vedere la ragazza, semi-incosciente, distesa sul petto di Piton, e un cervo malconcio accanto a loro. Piton aveva gli occhi colmi di lacrime, le mani che tenevano quelle della ragazza, le labbra che non facevano che baciarla.
<< Georgy… mi dispiace… perché lo hai fatto? >>
<< Sev? >> chiese debolmente la ragazza.
<< Il cervo, io… io ricordo tutto… te, la cerva, la casa, noi! Georgy è stato il tuo patronus a farmi tornare la memoria! Io.. io… mi dispiace tanto per tutto il male che ti ho fatto, Georgy, non lo sapevo, non volevo! Ti prego, ti scongiuro perdonami! Io non ricordavo, non lo sapevo, io non amavo Annie, mi intrigava e basta, mi aveva sedotto… Georgy ti prego rispondimi, Georgy! >> urlò Piton.
La ragazza lo guardava, una lacrima le rigò il viso, e con una mano provò ad accarezzare quel volto che tanto le era mancato.
Con il filo di voce e di forze che le rimanevano disse: << Lo so, lo so… Sev… adesso, dimmelo… ti prego… >>
Il professore la guardò, gli occhi pieni d’amore, le prese la testa tra le mani e le sussurrò: << Ti amo Georgy >> prima di baciarla delicatamente sulle labbra.
Georgy perse i sensi, letteralmente, e non ci è dato di sapere se per la magia ricevuta allo stomaco o per la passione del bacio. Intervennero Lupin, Sirius e gli altri che, fatti da parte tutti i Mangiamorte si schierarono vicino ai due.
<< Hagrid, prendi Georgy e portala di corsa in infermeria. Qui ci pensiamo noi. >>
Il possente omone sollevò la ragazza come se fosse un fuscello e Lumacorno lo scortò per i corridoi. La McGranitt li seguì per stare accanto a Georgy.
Lucius intanto era rimasto pietrificato, sconvolto dal fatto che per la seconda volta quella ragazzina fosse riuscita a bloccare un attacco così potente con quella semplice bestiaccia. Era accerchiato, i suoi Mangiamorte attorno a lui tremavano come foglie, i loro avversari erano convinti a chiudere la partita.
Piton si alzò in piedi, scostò Lupin e si rivolse a Lucius: << Questa è la vera resa dei conti >> e senza indugiare, leggendo il panico negli occhi dell’uomo lanciò un incantesimo che lo colpì in pieno petto, facendolo riversare a terra, coperto di sangue. Il Sectumsempra era un incantesimo da lui stesso ideato, spietato ed oscuro. Forse questo a Georgy non sarebbe piaciuto.
Gli auror del ministero sotto indicazioni di Kinglsley catturarono i Mangiamorte e li portarono ad Azkaban. Grazie alle conoscenze di Silente avevano già ottenuto una condanna in contumacia per i terribili crimini commessi con o senza Voldemort, e le loro celle nella prigione erano già state preparate.
Gli uomini rimasti nella stanza si guardarono, quasi in imbarazzo. Nessuno aveva il coraggio di parlare per primo, nessuno sapeva esattamente cosa dire.
<< Grazie per averci aiutati >> cominciò Piton.
<< Dovere >> rispose Lupin.
<< Mica l’abbiamo fatto per te. Io mi sono mosso solo per Georgy, sai, quella ragazza a cui hai spezzato il cuore >> rispose invece Sirius, con quella sua tipica punta di cattiveria.
<< Mi dispiace davvero molto per Georgy, io non volevo farla stare così male, credetemi. Non ricordavo nulla, solo con il suo Patronus in un attimo mi sono ritornati in mente i momenti trascorsi assieme e tutta la mia vita prima dell’incidente. Non so se riuscirò mai a perdonarmelo. >>
<< Sì, probabilmente non l’hai fatto apposta, ma ora per rimediare dovrai stare con lei e amarla più di prima. Se non lo farai io non te lo perdonerò un’altra volta. E non resterò fermo ad aspettare. Georgy è cara a tutti, e non sei il solo a provare qualcosa per lei >> disse Lupin, che dopo aver pronunciato queste parole restò fermo a guardare Piton con occhi decisi.
Non una parola fu più proferita. Piton lasciò la stanza di corsa, dirigendosi spedito all’infermeria. Sirius prese sotto braccio l’amico e insieme si incamminarono per i corridoi. L’ennesima avventura era passata, nuove ferite si erano aperte, chissà cosa avrebbe riservato loro il futuro.
 
Georgy si trovava in infermeria, circondata da tutte le persone a lei care. Nessuno la voleva lasciare sola. Piton preparò la solita pozione, vegliò su di lei giorno e notte, attese con impazienza il suo risveglio. La cosa bella per Georgy fu aprire gli occhi e vedere attorno al suo letto tutti coloro che avevano saputo rendere la sua vita speciale. Linda, gli amici, la McGranitt, Lupin, Sirius, altri membri dell’Ordine, Piton. Uno a uno le porsero saluti, baci e abbracci. Madama Chips, che sapeva intuire tutto di affari di cuore, spinse fuori quasi con la forza tutti i presenti, dicendo che la ragazza doveva riposare. Ovviamente spedì fuori tutti tranne Severus Piton, che ringraziò la donna con tono estremamente gentile e si dedicò solo ed esclusivamente a Georgy.
<< Ti devo chiedere scusa >> le disse piano. << Sono stato una persona orribile, sono il peggiore uomo che una ragazza possa avere, mi dispiace molto di averti fatto soffrire. Se mi perdoni ti giuro che non accadrà più! >>
<< Non è colpa tua Sev, in fondo non potevi farci niente. Mi hai detto che hai apprezzato il fatto che continuassi a provare a farti tornare la memoria. Era un inizio. >>
<< E ti saresti accontentata? >>
<< Certo che no! Sono buona ma non cogliona! >> rispose Georgy facendogli l’occhiolino. << Mi sei mancato tanto. Mi mancavano i tuoi baci, le tue carezze, la tua pelle, il tuo profumo, il tuo mantello, le tue battute, la tua amorevole acidità, il tuo letto, tu che mi dici che mi ami. Voglio stare con te adesso. Per sempre. >>
<< Anch’io Georgy. Ti amo più della mia stessa vita, ti amo più delle mie pozioni! >> scherzò Piton.
<< Portami via Sev. non voglio restare qui. Voglio stare con te. >>
<< Ma sono già qui, e poi non stai ancora bene, devi riposare. >>
<< Non riuscirei a dormire, penserei solo a te. >>
<< E dove vorresti andare? >>
<< Voglio fare l’amore con te Severus. >>
Il professore attese un attimo, poi si alzò, la prese sulle braccia e la baciò con ardore e passione. Senza far rumore, senza dire una parola, continuando a guardarla e baciarla, la portò via. La ragazza, tra le braccia del suo uomo, si sentiva protetta e forte, seppur debole e provata. Avvinghiata al collo del professore vide Madama Chips dietro di loro con uno sguardo interrogativo, ponta a fermarli, ma la bloccò intimandole di non dire niente a nessuno posandosi l’indice alla bocca. La donna capì immediatamente e fatto l’occhiolino risistemò il letto appena lasciato vuoto, e si ritirò nella sua stanza.
Quel giorno, quella notte, in quei momenti passati con il professore, Georgy rinacque. Amò il professore come mai prima, la lontananza aveva rafforzato l’amore di entrambi ora che si erano ritrovati.
Il professore apprezzò le curve della ragazza, le baciò gli occhi stupendi, le labbra poco carnose, i seni importanti e candidi. La ragazza lenì le ferite interiori del suo uomo, gli baciò ogni singola cicatrice, gli accarezzò i capelli scuri e si lasciò toccare dalla sua delicatezza.
Fecero l’amore più e più volte, insaziabili, come a voler recuperare il tempo perduto. Non si sarebbero mai lasciati, mai più uno dei due avrebbe dovuto soffrire così. Ora che le minacce erano finite, sembrava potesse regnare la pace dentro e fuori di loro.   
  
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