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Autore: Cuore di Panna    28/10/2012    0 recensioni
Lei piange. Lui ha gli occhi lucidi.
Un amore destinato a cosa? Beh, bisogna vivere per scoprirlo. Proprio per questo questa storia vive nell'animo di due persone, ancora ignare di ciò che la vita può riservare.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Paura e Appassire-







Qual è la tua paura più grande?
Credo non esista risposta a questa domanda. Nessuno può conoscere la sua paura più grande, e chi dice che la conosce è un bugiardo.
Siamo sinceri, la paura si nasconde in un angolo del nostro cervello, nella parte più intima del nostro subconscio, e un uomo non può avere l’ardire di dire di conoscere la propria mente fin nei meambri più oscuri, perché è una cosa impossibile. Credo che ogni uomo dovrebbe fare una visita ad una psicologo, almeno una volta nella sua vita, non perché sia pazzo o che altro, lo psicologo servirebbe solo a dargli una mano. Sono dell’opinione che si ha sempre qualcosa di nascosto che magari non si riesce a vedere, e lui potrebbe dare una mano a scoprire almeno uno dei miliardi di segreti che il nostro cervello ci nasconde. Solo così, per svago.
La paura si nasconde dietro le cose più semplici, e molte volte non riusciamo nemmeno a riconoscerla. Prendi la cosa più semplice e più comune che ti possa venire in mente: un amore non corrisposto.

« Aveva deciso di dirglielo, di rivelargli i suoi sentimenti. Giorni e giorni passati a soppesare la sua decisione, rimangiarsela e ricomporla, ogni volta scandita dall’ansia. Non faceva altro che rimuginarci su, senza concludere mai niente. E quindi, ormai troppo stressata e al limite della crescita dei capelli bianchi, aveva preso la decisione definitiva, o almeno così credeva. Gliel’avrebbe detto quella sera, senza ripensamenti.
La situazione era paragonabile al momento in cui vai incontro ad un enorme mostro con la tua voce che ti rimbomba nella mente dicendoti “Fatti coraggio, stringi i denti e vai”.

Che sarebbe successo? Quale sarebbe stata la reazione da parte sua, al massimo? L’avrebbe respinta, sì. Beh almeno sarebbe stata una reazione. Sperava davvero tanto di ottenere una risposta positiva, e allo stesso tempo sperava di uscirne felice, senza dolore.
Era troppo nervosa.
Si toccava ripetutamente i capelli, continuava a sistemarsi pieghe invisibili del vestito e si mordeva il labbro inferiore fino a farlo sanguinare. Cercava di concentrarsi, per ricordarsi il discorso che si era preparata, provava a ripeterlo, fino a farlo diventare una tiritera dentro di sé.
Cavolo, che ansia che aveva.
Credo che un altro po’ e non ce l’avrebbe fatta a superarla.
Poi finalmente lui arrivò.
Non riusciva a dirglielo, non le uscivano proprio le parole dalla gola, credeva che la cartilagine delle sue corde vocali fosse sparita, rendendola muta. Era dominata dall’ansia. Decise così che gliene avrebbe parlato a cena. Ora si sentiva più sollevata. Sensazione che durò circa 5 minuti, finchè non arrivarono al ristorante, e lì le riprese. Decise nuovamente che gliel’avrebbe detto al dolce.
Trascorse una bellissima serata, tra chiacchiere, battute e cibo buonissimo.
Arrivò il momento in cui il cameriere tornò al tavolo per prendere le ordinazioni del dolce. Lui ordinò un semplice caffè, lei niente. In fin dei conti il dolce non c’era stato? Un caffè non può considerarsi dolce, oh no? Assolutamente no, il caffè è un digestivo, niente di dolce.
E adesso che avrebbe fatto? Quando gliel’avrebbe detto?
In macchina, al ritorno a casa, prese il coraggio a quattro mani.
Non lo guardava negli occhi, aveva il timore di non riuscire a spiccicare parola, poi.
Non che le sia andata granchè bene, alla fine. Le si impappinò la lingua, balbettava e di toccava nervosamente le mani. Del suo grandioso riscorso rimasero due frasi di merda, l’emozione l’aveva stravolta. Però, alla fine era riuscita a dirglielo. Gli aveva rivelato i suoi sentimenti. Gli aveva detto che l’amava, gli aveva messo il suo cuore in una mano. Aveva vinto la sua paura, perché era paura quella sensazione che l’aveva attanagliata per tutta la serata, facendola stare d’inferno internamente. Era così soddisfatta di se stessa, che in un primo momento non si accorse dell’irreale silenzio che aleggiava nell’abitacolo.
Poi se ne accorse. Credette che fosse perché lui non riusciva a trovare le parole, come lei prima.
All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, rispose.
“Sono felice che tu provi questo, ma io non ti amo. Non ancora, perlomeno.”
Non l’amava. Non l’amava.
Non l’amava.
Io non ti amo.
Non ti ama.
Continuava a ripetersi queste parole nella sua mente come un mantra, quasi che fosse un gesto in intenzionale. Stava morendo, dentro.
Il suo cuore, fino a quel momento vivido e pulsante nella mano di lui, stava appassendo, assumendo un colore che si avvicinava terribilmente al nero. Sprofondò,o meglio, decise di sprofondare. Cadde, cadde fino a quasi toccare il fondo, e lo vide. Vide il fondo, l’abisso in cui sarebbe potuta sprofondare, e decise di risalire, di tornare in superficie. Non era ancora pronta a tutto quello.
E allora trattenne le lacrime, le si incrinò la voce, ma fece finta di niente, e allo stesso modo lui.
Rianimò il suo cuore di una nuova speranza: conquistarlo.»


Come si può vedere, la paura alberga nelle situazioni più disparate. La si vede manifestarsi con l’ansia, con il timore, ma quando nasce? Possiamo avere la definizione di un momento preciso in un essa nasca?
Si, possiamo.
Lo abbiamo capito leggendo questa storia.
La paura nasce con la speranza.
La speranza. Quel sentimento situato in ogni animo, che può rendere felici. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che di pari passo a questo sentimento, crescesse anche la paura.
Non ce lo fa capire anche Ligabue?



A parte che gli anni passano per non ripassare più
e il cielo promette di tutto ma resta nascosto lì dietro il suo blu
ed anche le donne passano qualcuna anche per di qua
qualcuna ci ha messo un minuto
qualcuna è partita ma non se ne va

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare.
A parte che i sogni passano se uno li fa passare
alcuni li hai sempre difesi altri hai dovuto vederli finire

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

Tira sempre un vento che non cambia niente
mentre cambia tutto sembra aria di tempesta.
Senti un po' che vento forse cambia niente
certo cambia tutto sembra aria bella fresca.

A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargare
e intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare.
Ed anche le stelle cadono alcune sia fuori che dentro
per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento.

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

Niente paura, niente paura.





Spiegazioni!
Allora, innanzitutto mi scuso per il ritardo, ma avevo avvertito che avrei aggiornato quando ne avrei avuto il bisogno.
Questo è un piccolo intermezzo, il ricordo di qualcosa di lontano, di tempo fa.
Spero possa piacervi :) 
Un bacio a tutte!
  
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