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Autore: Kiss me Styles    28/10/2012    4 recensioni
Jenny è cresciuta, se così si può dire. Conoscendo gente nuova e cercando di non pensare a quello che è stato il suo primo vero amore.
Trascorre le sue tranquille giornate in un quartiere di New York insieme ai suoi migliori amici e provando un amore che è più che impossibile. Qualcosa, o qualcuno, la farà ritornare a Londra e lì dovrà affrontare tutto ciò che ha voluto evitare per molto tempo.
Un amore adolescenziale che credeva di aver dimenticato le farà girare la testa e farla sentire confusa ancora una volta.
Crescere e diventare una vera donna o riprovare quelle meravigliose emozioni ancora una volta?
DAL 16° CAPITOLO:
-Sentii le mani di Harry sfiorarmi quasi come se fossi un bisogno per lui. Qualcosa che gli mancava da tanto, troppo tempo. Ci baciammo, ma fu più di questo. Era come nutrirsi dopo che si ha fame, bere dopo che si ha avuto sete.-
-IMPORTANTE-
Questa storia è il continuo della mia prima FF, quindi correte a leggerla:)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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HERE WE GO AGAIN

La memoria delle donne non è nella testa ma nel corpo, dappertutto.
Ogni parte ricorda, soprattutto quando ha perso la mano che la accarezzava,
le braccia che la sollevavano, le labbra che la baciavano.

Prologo

Indossai velocemente i miei paia di blue-jeans preferiti, misi la mia solita maglia bianca e, passando velocemente il pettine ai miei capelli, scappai dalla mia stanza sicura di essere in un tremendo ritardo.
“Cazzo Jenny! Smuoviti! Hai idea di che ore siano?”mi urlò contro Megan dall’interno della sua macchina.
“Entrai velocemente in auto e la rossa partì a tutto gas.
“Meg, non correre!” Dissi allarmata, guardando fuori dal finestrino i palazzi che si allontanavano troppo velocemente per i miei gusti.
“Certo, prima non ti svegli in tempo, come sempre del resto, e poi pretendi che io non debba correre! Jen, all’Università non abbiamo tutti un professore super bello e super gentile che ti fa entrare anche se sei in ritardo, solo perché in realtà..”
“Stop stop! So già cosa stai per dire! E no, sei completamente fuori strada.” Dissi sorridendo e continuando a guardare fuori dal finestrino.
Eccola lì, l’Università che io e la mia coinquilina Megan frequentavamo; era un grande insieme di palazzi circondati da immensi prati verdi, luoghi sempre meravigliosi e perfetti per studiare, peccato solo per il sole che durante i giorni primaverili e pre-estivi rendeva impossibile starci, perciò spesso stavamo nel retro dell’Università, dove grazie al cielo vi erano tettoie e alberi grazie ai quali si poteva stare al fresco.
“Jen, che dici vuoi rimanere lì dentro o preferisci andare a lezione?” Mi richiamò alla realtà Meg.
Scesi velocemente dalla macchina e cominciai a camminare accanto alla mia amica.
“Allora.. che lezione hai oggi?” Le chiesi prendendo dalla mia borsa il mio libro di filosofia.
“Storia della letteratura credo.. ancora non ho imparato bene l’orario.” Disse prendendo un foglio e cercando. “Esatto. Letteratura.” Aggiunse girandosi poi verso di me.
La guardai di sbieco, perché non ricambiava chiedendomi la mia materia?
“Jenny! So già che materia hai! E non mi sembra nemmeno tanto normale sapere i tuoi orari e non i miei..” Affermò lamentandosi.
“Come fai a saperlo?” Le chiesi stringendo tra le braccia il libro, quando mi resi conto che ero quasi arrivata alla mia classe.
“Non fai che parlare di questo.. da quando sono ricominciati i corsi. Cioè, due settimane fa.
'Meg! Mercoledì, Giovedì e Venerdì ho Filosofia! Non vedo l’ora di vederlo.. cioè.. vedere la lezione!' Si certo, come no! Mi ricordi una ragazzina alle prese con la sua prima cotta.” Disse imitandomi e subito dopo scoppiando a ridere.
“Piano Meg! Siamo arrivate.. qualcuno potrebbe sentirti..” Dissi guardandomi in giro.
“Se con quel qualcuno intendi gli altri ragazzi o il prof tranquilla. In quest’Università sanno tutti che tu e Mr. Evviva-la-perfezione-Brown vi piacete! Per carità, è un uomo stupendo. Ma è pur sempre un professore.” Disse cercando di riportarmi verso la giusta via.
“C-Cosa? Non c’è niente tra me e..” Iniziai a dire quando sentii una voce calda e profonda dalle nostre spalle.
“Jennifer, anche tu in ritardo? Forza entriamo che sto per cominciare la lezione.”
Mi girai verso quella meravigliosa voce e vidi “l’uomo” per l’eccellenza.
Era perfino troppo perfetto per essere vero, come poteva essere un professore? Sapevo che mi sarei cacciata in qualche guaio con quella storia, ma non potevo fare a meno di pensare che quel sorriso fosse mozzafiato.
“Lei è la signorina..” Disse poi rivolgendosi a Meg.
“Stuart, professor Brown. Questo è il quarto anno per me. Ho dato la sua materia l’anno scorso.” Disse abbastanza accigliata.
“Ah, si Stiart” Rispose il professore girandosi poi verso di me.
“Ehm, no. Stuart prof.. ma vabè! Lasciamo stare, sono in ritardo. Jen, ci vediamo all’uscita. Arrivederci Professor Brown.” Disse Megan allontanandosi e lasciando soli me e Mr. Brown.
Mi fermai a guardarlo dritto negli occhi. Mamma mia che uomo.
Forse uno dei più belli che io abbia mai visto.
Corti capelli neri con un lato leggermente più lungo dell’altro, che dava vita a piccoli riccioli che mi facevano impazzire; due grandi occhi blu, che solo guardandoli potevi vedere benissimo le stelle.
E che sorriso.. “Jennifer, entriamo?” Disse spostando il braccio e indicandomi la strada solo come un gentil’uomo sa fare.
Passai l’ora di filosofia a fissare gli occhi il professore, e a sentire le farfalle nello stomaco ogni volta che si girava verso di me e ricambiava il mio sguardo.
Secondo Megan non avevo nemmeno più bisogno di quei corsi, avrei potuto dare benissimo la materia persino due anni prima, ma amavo quelle lezioni e mi piaceva ascoltarle, perciò avevo deciso di non darla inizialmente.
Ed ogni fottuta volta era un dramma sentire la campana suonare e riconoscere che quelle quattro ore fossero già finite.
Cominciai a scendere le scale della stanza ascoltando le mie colleghe parlare del bel professore; chissà che avrebbero pensato della mia, diciamo, “relazione” con lui.
“Jennifer, potrei parlarti nel mio ufficio?” Disse richiamando immediatamente la mia attenzione.
“Certo. Adesso o dopo pranzo prof?” Gli chiesi mostrando il più sincero dei miei sorrisi.
“Adesso se per te va bene.”
Lo seguii
 lentamente, morendo dalla curiosità, fino ad una stanza che a quanto pare doveva essere il suo ufficio.
“Vedi, ti ho fatta venire qua perché..” a guardarlo mi sembrava.. in imbarazzo? Cosa stava per dirmi?
“Professore, va tutto bene?” Gli chiesi abbastanza preoccupata.
“Per favore, chiamami Luke quando non siamo a lezione, mi farebbe molto piacere.” Disse sorridendomi. “E comunque.. Vedi, la scuola sta passando un momento difficile. Quest’anno abbiamo avuto pochissime iscrizioni e non abbiamo più fondi..” Cominciò a parlare e ad elencarmi motivi per cui la scuola stava fallendo. Ma.. mi sembrava qualcosa di impossibile, qualcosa che per me non aveva alcun senso. Quell’Università era stato il mio sogno, e quando ero riuscita ad entrarci sentii di essere la donna più felice in questo mondo, come poteva in tre anni aver perso tutto?
“Professore, dove vuole arrivare.. non capisco.” Dissi spostando una ciocca di capelli che mi era finita davanti agli occhi.
“Ecco.. mi hanno offerto un posto di lavoro in un’altra Università, e mi.. chiedevo se ti andasse di seguirmi.” Disse tutto d’un fiato.
Stava davvero chiedendo a me di andare con lui? Ma più che altro, stava chiedendo a me, una sua alunna di andare in un’altra università, o a me, Jennifer Stevens di seguire lui, Luke Brown?
“Ecco io non lo so.. dipende anche e soprattutto qual è l’università, se posso fare il cambio e se accettano già le materie che ho dato. Non vorrei assolutamente ricominciare tutto d’accapo.”
“Londra. È una delle università più importanti di Londra. E si, ho già chiesto, se potevo portare qualche allievo.. loro mi hanno detto di si, perciò io ho pensato subito a te. Sei una delle mie migliori alunne di sempre, come potrei non farti venire con me?” Mi sorrise.
Certo, ero una delle sue alunne. Che stupida che ero stata..
“Forse perché sono stata tra le prime?” Risi. Sapevo benissimo che il suo primo anno di insegnamento era stato quello in cui io ero entrata in quell’Università. E.. ero convinta che probabilmente sarebbe potuto nascere qualcosa dato che non c’era una grande differenza d’età..
Sentii una meravigliosa risata e ne rimasi incantata.
“Allora, prenderai in considerazione l’idea di venire con me a Londra?”
“Senza dubbio.” Risposi io alzandomi dalla sedia del suo ufficio e camminando verso la porta.
La aprii lentamente, e prima di uscire completamente da quella stanza, mi girai verso di lui, e vidi che mi stava sorridendo, così ricambiai e poi uscii definitivamente.

“Jenny!” Sentii delle urla provenienti dalla fine di quel prato, così alzai lo sguardo dal mio libro e incontrai due grandi occhi azzurri accompagnati da una folta capigliatura castana che aveva meravigliosi riflessi biondi, dovuti ancora alla tintura.
“Ehi Niall.” Lo salutai sorridendo. “Dov’è Ember?” Chiesi non vedendo la mia migliore amica con lui.
“è andata a prendere un frappé con Meg, e.. nel giro di pochi secondi non le ho più viste.” Disse grattandosi la nuca.
“In effetti questo parco è abbastanza grande.” Risi cercando di dargli ragione.
“Ma ormai dovrei essermi orientato da un bel pezzo dato che viviamo qui a New York da tre anni e passiamo ogni giorno in questo parco. Non credi?” Disse coricandosi accanto a me nel prato.
“In effetti hai ragione” Risi.
“Sai.. oggi Brown mi ha chiamata nel suo ufficio.” Dissi mordendomi le unghia.
“Oddio. Perché?” Disse alzandosi e portando le gambe al petto velocemente.
“Doveva parlarmi..” dissi abbastanza vaga.
“Di quello che è success..”
“No!” Lo interruppi io. “dice che la scuola è in fallimento e a quanto pare nel giro di massimo due mesi dovrà chiudere.”
“Questo si sapeva già. La Newton cominciava ad avere delle pecche già quando noi eravamo solo delle matricole. Figuriamoci ora.”
“Non mi ero mai accorta di queste pecche.” Dissi guardando dei bambini giocare un po’ più lontani da noi.
“Vabè, per te andava tutto liscio come l’olio; l’importante era la presenza di Brown.” Disse ridendo.
Lo fulminai con lo sguardo, e lui non fece altro che inghiottire la sua stessa saliva e dire: “Quindi? Che ti ha detto?”
“Gli hanno offerto un posto in un’università di Londra. E..”
“E?” Disse lui sperando che io andassi avanti.
“Vuole che io lo segua.”
Vidi Niall guardarmi con due occhi sognati, così dissi: “Come sua allieva.”
“Ah.. E, tu cosa vorresti fare?” mi chiese cercando un altro contatto con i miei occhi, che intanto si erano spostati in quei bambini che gridavano ridendo. Uno in particolare mi stava facendo venire la pelle d’oca, e nemmeno io sapevo il perché.
“Credo che ci andrò. Infondo anche tu sai quanto mi piaccia Londra, è una città magica, ed ha un suo fascino.” Feci una piccola pausa e poi ricominciai facendo una proposta: “E se veniste anche tu, Ember e Megan?”
“Tornare a Londra? Si, perché no. Sarebbe, bello. E poi, potrei rincontrare gli altri”
Non ascoltai più i suoi discorsi, restai ferma a fissare quel bambino.
Dio, che brutta sensazione. E poi ecco la parola che mi fece capire cosa non andava: “altri.”
Sapevo bene a chi si riferisse.
Improvvisamente il bambino si girò verso di me facendo traballare buffamente la chioma riccia.
Fui incantata da quei suoi occhi, che mi fecero tornare ai miei anni adolescenziali.
Due grandi occhi verdi smeraldo. Li associai subito agli occhi di quel ragazzo che mi aveva fatto cambiare, che mi aveva salvata così tante volte.
A quel ragazzo che mi faceva tremare il cuore ogni volta che mi sfiorava.
Quell’Harry Styles.



“Signorino Styles! Provi a varcare da quella porta e..”
Non ascoltai nemmeno cos’altro aveva da dirmi quella vecchia racchia.
Ed io che avevo sempre amato la filosofia!
Da quando quella cornacchia aveva messo piede nella mia classe mi aveva messo sotto il naso, e addio pace! Ogni cosa che dicevo o facevo non era mai giusta e da un bel po’ ci avevo perso le speranze. In effetti le speranze le avevo perse dal secondo giorno in cui avevo avuto filosofia, ma questi sono dettagli.
“Harry? Si può sapere cosa ci fai nel corridoio?” No! Tutti, ma non lei! Perché a me? Dio, perché mi vuoi così male?
“Potrei farti la stessa domanda.” Dissi avvicinandomi a lei e lasciandole un bacio a stampo.
“La prof non c’era. Perciò sto uscendo. E tu? Che scusa hai?” Mi chiese ridendo.
“Ho mandato, cortesemente, la prof a quel paese. Perciò adesso andrò dal rettore. Tanto per cambiare.” Dissi lamentandomi.
“Da quando in qua c’è un modo cortese per mandare a quel paese una professoressa?.. Aspetta, fammi indovinare. La Stuart?”
“Esatto. Sei una veggente per caso?” Dissi afferrandola per il fondoschiena e avvicinandola a me.
“No. Sono solo una brava ascoltatrice. Comunque, devi andare o se esce la prof e non ti trova da Mr. Grant chissà che urla butterà!”
“Ok! Andiamo dal signor verde. Ci vediamo a casa dopo le lezioni?” Gli chiesi mentre cominciai a camminare verso il verso opposto in cui stava andando lei.
“Si, ci vediamo lì.”
Mi girai un’ultima volta per guardarla camminare e scuotere quei suoi lunghi capelli neri.
*Che culo!* Pensai ad alta voce, dato che lei rise dicendo: “Guarda che ti ho sentito maniaco!”
“Signor Grant! Lo sa che quella donna non mi può vedere! Non può semplicemente dirmi di andare via e: ‘Ci vediamo la prossima volta?’” Dissi al rettore.
“Harry, Harry, Harry! È mai possibile che tu e quella donna, come la chiami tu, non dobbiate mai andare d’accordo?”
“Siamo come il gatto e il cane. Non potrà mai esserci una tregua.”
“Sai che ci sono volte in cui i due animali che hai citato vanno d’amore e d’accordo?” Disse parlando troppo altezzosamente per i miei gusti.
“Beh, allora siamo come il gatto e il topo. Ed io sono il gatto.” Risposi io sicuro che questa volta non avrebbe trovato eccezioni.
“Comunque, credo che sto per darti una bella notizia” Disse poggiando le grasse braccia nella scrivania.
“La Stuart è in fine di vita?” Gli chiesi io speranzoso, ma anche abbastanza sfacciato.
“Styles!” Urlò in disaccordo con me.
“Oh, andiamo mi faccia sognare almeno.”
“Non ti faccio nemmeno più parlare.. allora. La Stuart sta per trasferirsi in un’altra università. Sei contento?”
“Tra quanto tempo?” Chiesi serio.
“Fra tre settimane penso.”
“No! Non sono contento! Per me se ne dovrebbe andare oggi stesso!” Urlai alzandomi e scomparendo dopo la porta.
Poi tornai un secondo dentro l’ufficio, “Mi dica che il sostituto sarà una meravigliosa donna di venticinque anni!”
Ehi, le speranze sono le ultime a morire!
“No. Tutto il contrario.” Rispose con una goffa risata Grant.
“Un’altra vecchia racchia? No per favore! Non le reggo.” Mi lamentai.
“Nono. Sarà un attraente professore di ventiquattro anni di New York.”
“Mr Grant. O lei è dell’altra sponda. O lo vuole fare diventare a me.”
“Esca da quella porta adesso signor Styles!”
“Ok! Non c’è bisogno di scaldarsi così. Che modi..” dissi uscendo dalla presidenza.
Ah quanti ricordi rinchiusi in quella stanza. Come ad esempio le tante sfuriate della Stuart con di fronte Mr. Grant che dava ragione a me. Stranamente stavo simpatico a quel tipo, meglio così. Sarebbe stato un bel guaio stare sui coglioni al rettore della scuola.
Cominciai a camminare per i corridoi della scuola, ogni tanto vedevo qualche gruppo di ragazze passarmi accanto, cercando di farsi strette strette per evitare persino di sfiorarmi.
Così io mi giravo verso di loro e dicevo qualcosa del tipo: “Ciao bella!”
E tutte rispondevano con una piccola risatina, mentre altre mi ignoravano e basta.
Nemmeno fossimo al liceo! Mi sentivo in mezzo a delle bambine che si spaventavano perfino di un tuo dito sulla loro spalla. Nemmeno le monache di clausura si comportano così!
“Ehi Styles!” Mmh.. riconoscerei quella voce tra mille. E oltre alla sua voce anche le gambe, lunghe e magre. E poi la sua bocca! Quella si che faceva magie!
“Ecco una ragazza con le palle! Nel senso figurato intendo.” Dissi rimanendo a fissarle il petto sovrabbondante.
Però lei si avvicinò troppo e non potei far altro che guardarla negli occhi. Niente di speciale. Due innocui occhi marroni.
Sentii le sue mani scendere sul cavallo dei miei pantaloni. Quella si che ci sapeva fare!
“Ma sei pazza?! Sai che ho una ragazza!” Dissi staccandomi istintivamente da lei cominciando a guardarmi in torno sperando che lei non ci fosse.
“Come se ti importasse davvero di lei.” Disse ridendomi e riavvicinandosi a me, portando forzatamente le mie mani al suo fondoschiena. un parolone.
Strinsi un po’ più forte e poi le sussurrai: “Si che mi importa della mia fidanzata Mary.”
“Non sembrava affatto così l’altro ieri sera. A proposito, mi sono divertita davvero tanto. A quando la prossima volta?”
“Non so. Devo controllare l’agenda.” Dissi staccandomi da lei e cominciando a camminare, lasciandola lì da sola.
“Harry Styles sei un fottuto bastardo!” Mi sentii urlare da quella sua voce da oca.
“Lo so!” Dissi ridendo.
Tanto sapevo che sarebbe tornata da me. Non perché i ragazzi le mancavano, ma perché era difficile trovarne qualcuno come me.

“Ti ricordi che lezione ho domani?” le chiesi continuando a fissare il cappuccino che avevo appena ordinato al bar. Me l’avevano portato abbastanza presto.. cosa molto strana.
“Harry, ce l’hai l’orario. Puoi benissimo vederlo da solo!” Mi disse agitandosi.
“Ok! Calmati però.. che scorbutica.” Dissi facendo ridere la mia ragazza.
“Ehi ragazzi!” Urlai appena vidi gli altri, muovendo le braccia per farmi vedere dagli altri.
“Buongiorno!” Disse Louis avvicinandosi a noi e camminando mano nella mano con la sua attuale ragazza. Già, la stessa bionda che fino al giorno prima ci aveva provato con me. Avrei dovuto dirlo al mio migliore amico, ma forse quello non era il momento giusto.
“Liam?” Chiesi a Zayn vedendo che mancava appunto il ragazzo.
“Credo sia rimasto fuori a parlare a telefono con la cornacchia. Giuro di non poterli sentire più. Sono sempre: Amore mio di qua, amore mio di là. Mi faranno venire un attacco di diabete un giorno di questi!” Urlò scandalizzato.
“Parli così perché sei solo.” Rise la bionda afferrando il viso di Louis e quasi gli divorò la bocca con la sua.
Che schifo..
“Harry? Che stai facendo a quel cappuccino? È mezz’ora che lo giri e rigiri!” Disse la nera alla mia destra.
“Oh.. giusto.” Allungai il braccio alla tazza e cominciai a sorseggiare piano.
Cosa che non aveva nemmeno tanto senso, dato che ormai era diventato quasi freddo.
Alzai lo sguardo alle spalle di Zayn e notai la figura di Liam farsi spazio fino ad arrivare al nostro tavolo.
“Amico, è tutto apposto? Di solito sei spumeggiante!” Gli dissi notando il suo broncio.
“Niente è che.. Ho litigato con Danielle.” Disse sedendosi sull’ultima sedia libera, occupata appunto per lui.
“Dai, tra dieci minuti ti richiamerà e farete pace come sempre.” Disse Zayn spostando lo sguardo sulla solita cameriera che ogni giorno viene a servirci.
Sapevo che in fondo piaceva al moro, ma lui non voleva ammetterlo, né aveva intenzione di aprire discorso per parlarne.
“Sta volta è diverso..” Disse mettendo i gomiti nel tavolo e nascondendo la faccia con le mani.
“Liam, ne stai facendo una tragedia. Fate sempre così. Vedrai che ti chiamerà.” Dissi cercando ti tirargli su il morale.
“Harry, sta volta è diverso” Disse non alzando per niente la testa.
“Perché dovrebbe essere diverso?” Chiese Louis staccandosi finalmente da quell’oca.
“Mi ha lasciato ragazzi. E sta volta non le permetterò di spezzarmi di nuovo il cuore. Andrò avanti e se tornerà..”
“Gli dirai di andare a farsi sbattere da qualcun altro!” Urlai io, dimenticando di mantenere un po’ la delicatezza.
Infatti il ragazzo alzò velocemente il viso e mi fulminò con lo sguardo.
Cazzo. Forse Zayn aveva ragione quando diceva che avevo bisogno di un po’ di zucchero per addolcirmi.
“Harry!” Urlò Louis per riprendermi.
“Scusatemi.. mi ero fatto prendere dal momento..” dissi spostando un ciuffo di capelli che mi era finito davanti gli occhi; quando sentii qualcosa toccarmi in modo sensuale la gamba.
Mi girai alla mia destra guardando la mia ragazza, ma niente.
O cazzo. No per favore! Non di nuovo!
Portai lo sguardo accanto a Louis e incontrai quello di Christinne.
“Ehm, vado in bagno!” Dissi alzandomi improvvisamente dalla sedia e allontanandomi sotto gli occhi sorpresi dei miei amici.
Aprii il rubinetto e mi sciacquai la faccia. Poi restai a fissarmi allo specchio.
Non mi piaceva affatto la persona che ero diventata.
Tradivo la mia ragazza con una diversa ogni sera; la fidanzata del mio migliore amico mi faceva il piedino accanto a quest’ultimo e mancava poco che la mia prof di filosofia mi volesse buttar via da quell’Università.. dio che schifo di vita!
Poi un’altra scossa al fianco e vidi dallo specchio che quella ragazza era dietro di me.
Sentii la sua mano passare sensualmente su tutto il mio fianco.
Che razza di situazione! E se fosse entrato Louis!? Che cazzo gli avrei detto? Non avrebbe mai creduto che era lei a provarci con me, mentre io cercavo di resisterle.
Perché, dovevo dirlo, quella ragazza era davvero sexy, ma era pur sempre la ragazza di Louis.
“Senti bella! Cerchiamo di mettere le cose in chiaro!” Dissi girandomi improvvisamente prendendo le sue mani e mettendole al suo posto.
“Tu sei la fidanzata di Louis. Io il suo migliore amico. Non puoi comportarti così!” Le urlai uscendo dal bagno e lasciandola sola là dentro.



*Spazio autrice*
Suonate i tamburi! Sono tornata! Yeeeeah! E sono anche più fuori di testa del solito!
Dio quanto mi siete mancate:') E quanto mi sono mancati questi due che continuano a rendermi la vita un inferno.
Esatto, perchè quando dovrei stare attenta durante una lezione penso a qualcosa che potrebbe accadere loro! Ed esaurisco perchè non posso nè scriverlo nè appuntarlo.. Ditemi voi se poi non dovrei diventare pazza!
Allora.. Che ne dite dell'inizio di "HERE WE GO AGAIN". Mi piace parecchio come titolo, forse perchè fa capire a Jenny che nonostante tutto si troverà a badare ancora a quel bravo ragazzo di Harry.
Oddio.. sto anticipando troppe cose.. Stefania basta! *Esaurimento time* no... sto diventando come quelle idiote che ad ogni cosa scrivono time! Che qualcuno mi aiuti!
In ogni caso.. penso che pubblicherò un capitolo ogni settimana, in modo da non rimanere indietro nel scrivere gli altri.
Infine, spero che questo prologo vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa ve ne pare se vi va:)
 
Ed anche cosa pensate di come stiano crescendo i personaggi. 
Non vi scasso più, per chiunque mi volesse chiedere qualsiasi cosa sono online giorno e notte su
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Un bacio, la vostra  Kiss me Styles:)


P.S per chi non avesse ancora letto Talk love and they say it sounds crazy, vi consiglio di andare a leggerla se volete capire qualcosa di questa storia.
Detto questo vi saluto definitivamente:) (Per vostra fortuna)
  
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