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Autore: AutumnLeaves98    29/10/2012    1 recensioni
È una fanfiction principalmente incentrata su quattro ragazzi, Rose Weasley, Albus Potter, Scorpius Malfoy e Katherine Page, e il loro sesto anno ad Hogwarts.
Rose è sicura di se e conserva da parte dei geni Granger solo l'intelligenza e la lieve isteria cronica. Odia Scorpius Malfoy, ma poi si ritroverà ad essere sua amica senza neanche accorgersene. Sta con Stuart ma qualcosa con lui è destinata a rompersi.
Albus è leggermente melodrammatico ed è capace di incantare e manipolare con i suoi modi di fare e i suoi occhi verdi. Non ha mai notato Kate prima ma quando finalmente lo fa ne rimane colpito.
Scorpius è un Serpeverde, orgoglioso e con una capacità di sputare veleno che ha dell'incredibile.
Kate è una Tassorosso permalosa, che ha una propensione naturale a usare il sarcasmo, è cotta del secondogenito dei Potter, e con la sua perenne indecisione fa guai di ogni sorta senza neanche rendersene conto.
All'inizio dell'anno vengono a sapere che Hogwarts participerà al Grande Torneo di Quidditch, disputato tra otto scuole. Dovranno trasferirsi in una scuola nuova, conosceranno persone nuove, ma di mezzo c'è qualcosa di molto più grosso: un complotto.
E allora? Allora si vola in Egitto, a Saharmisr!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Cap. 4 'TGT'
Capitolo IV - Inizi tra tizi e pretendenti invadenti
(come convincere le persone che le rime nei titoli sono fighe)




19 settembre 2022, 9:59

Hogwarts, corridoio del quarto piano

«Ehi, Weasley!» chiamò Scorpius, facendosi largo fra gli altri studenti. Rose lo ignorò appena si rese conto che aveva chiamato lei, tirando avanti e fregandosene mentre l'altro la raggiungeva.
«Weasley, senti, io...»
«Malfoy, mi stai parlando. E io non sono tua amica, quindi smettila» lo interruppe la rossa.
«Oh, certo, signorina Weasley! Ogni suo desiderio è un ordine per me» la prese in giro Scorpius, con tanto di inchino. Rose sbuffò sonoramente.
«Comunque... Hai visto Albus, per caso?» le chiese con gentilezza leggermente sospetta. Ma lei non ci fece molto caso.
«Ma come? Albie non passa tutto il suo tempo con il suo amichetto biondo? Stavolta Albie ha scaricato il povero Scorpy, mi sa» disse Rose scontrosa e Malfoy fece un sorrisino irritante che le provocò una voglia acuta di schiaffeggiarlo.
«Scorgo una punta di gelosia nella tua voce, Rosie. Non dirmi che ti dà fastidio che Albus preferisca me a te, vero?» la sbeffeggiò il Serpeverde. La rossa s'irrigidì e disse: «Tu non sai com'è essere legati ad una persona e poi vedersela portare via da un momento all'altro. Quest'estate, per colpa tua, sono rimasta sola. Sai cosa vuol dire?». Scorpius fece un'espressione contrita e con voce accalorata disse: «Sei tu che non sai cosa vuol dire, Weasley. Tu hai una famiglia enorme che ti ama e tutti quelli a cui vuoi bene stanno magnificamente. Non puoi essere sola!»
«Non tutti quelli che amo stanno bene, Malfoy. Cinque mesi fa mio nonno è morto, non so se lo sai. L'unica persona di cui avevo veramente bisogno, quest'estate, se ne stava con te a discutere di Quidditch» ribatté la rossa, che sentiva un orrendo magone in arrivo. Per un attimo l'espressione di Scorpius si incrinò -davvero non era a conoscenza-, poi tornò alla carica.
«Ma smettila di fare la tragica, Weasley! Non ti mettere a piangere, perché non sono un Grifondoro e quindi non m'incanti» le disse glaciale, prima di girarsi e sparire tra la folla.




19 settembre 2022, fine pomeriggio
Hogwarts

Martin aveva contattato James Potter la sera stessa dello scherzo ai Tassorosso. Il moro aveva subito accettato, nulla lo eccitava quanto la prospettiva di un nuovo scherzo, e gli aveva dato appuntamento nei dintorni dell'aula di Incantesimi. Martin pregustava con piacere la faccia inorridita di Peter Pitman e dei suoi stupidi compari. Non capiva perché Pitman avesse scelto come amici quei due babbei di Spungen e Spinks. Il primo era totalmente idiota, un ritardato cronico, mentre l'altro era troppo occupato a rimirarsi allo specchio e a vantarsi di quanto fosse figo (almeno così la pensava  Spinks) per accorgersi del mondo che lo circondava. Immerso nei suoi pensieri, ossia una serie di ingiurie contro i Cobra Mezzosangue, non si accorse di stare per sbattere con qualcuno. Comunque, quando si ritrovò con il culo per terra, lo capì. E rimase terrorizzato alla vista di chi gli stava davanti.
«Oh, Marshall! Sempre con la testa fra le nuvole, eh? Spero che tu stessi pensando a me, tesorino» ghignò il ragazzo moro facendogli l'occhiolino. Oh, quel ragazzo lo terrorizzava, davvero. Non perdeva mai l'occasione di provarci con lui, che, essendo molto etero, si spaventava come un idiota.
«Ehm, c-ciao Lake. Come te la passi?» chiese sempre quasi accasciato a terra.
«Una meraviglia, adesso che ci sei tu a rallegrarmi la giornata!» rispose con il suo miglior tono malizioso. O peggiore, a seconda dei punti di vista.
L'altro si stava alzando e gli porse la mano. Martin, pentendosene all'istante, la prese e Marcus lo alzò di terra con forza e se lo buttò praticamente addosso. Un gesto ovviamente premeditato, che stronzetto! Le loro facce erano maledettamente vicine e Martin si liberò e scappò più in fretta possibile. La risata di Marcus si sentì anche a distanza di due corridoi.
Lake non era una Serpe tipo Pitman, a confronto lo trovava addirittura simpatico, ma il suo perenne corteggiamento verso i suoi confronti lo inquietava non poco. Ok, tutta la scuola sapeva che Marcus Lake, sesto anno e grande amico di Scorpius Malfoy, fosse gay, quindi anche Martin lo sapeva. Il punto era che non capiva perché flirtasse continuamente con lui, che aveva la ragazza e tutto. Una volta glielo aveva chiesto e lui gli aveva risposto con un sorriso disarmante e uno sguardo che avrebbe suscitato invidia nei migliori seduttori del mondo.
«Oh, mi piace giocare a far cambiare sponda agli etero»
.
Inutile dire che anche quella volta era scappato con una scusa ben poco plausibile. Martin amava la sua ragazza, Muse, e adorava il modo in cui arricciava il naso quando era arrabbiata, il che accadeva spesso. Oh, era cotto perso, ma ormai se ne era fatto una ragione. Perdendosi nel pensare a quegli occhi stupendi non si accorse di essere arrivato a destinazione. Quando qualcuno lo afferrò per la maglia e lo portò in uno sgabuzzino, pensò a un assalto particolarmente intraprendente da parte di Marcus. Però poi si ritrovò nell'ufficio dei Malandrini, con tanto di scrivania, accuratamente rimpicciolita e nascosta dietro a un ammasso di scope. Lorcan Scamandro la riportò alle sue dimensioni originali e lo spazio là dentro diminuì in modo soffocante. I capi indiscussi, James e Jason, erano seduti su comode poltroncine mentre a lui fu concesso un secchio piccolissimo. Non commentando in modo acido come avrebbe voluto, li guardò mettere sulla scrivania una serie di fogli bianchi.
«Allora, cari Malandrini, il qui presente Martin Marshall ci ha presentato un caso piuttosto scandaloso. Noi tutti siamo qui per mettere in atto 'La Vendetta Dei Tassorosso', come ho deciso di chiamare il nostro piano. Quando parleremo ci rivolgeremo ad essa useremo l'acronimo 'L.V.D.T.', coi puntini, mi raccomando» disse James con tono solenne e decisamente idiota.
«Fa figo» aggiunse Jason con un cenno di consenso. Per lui ciò che 'fa figo' era d'obbligo, per questo aveva una barbetta assolutamente superflua e i capelli lunghi.
«Sì, certo. E, vediamo... qualcuno ha qualche idea? Se sì, scrivetela sui fogli che vi sta dando il nostro fidato assistente Frank Paciock. Poi io e Marshall decideremo quale idea metteremo in pratica» continuò l'avvenente e giovane Potter, facendo sentire Martin l'impiegato di un ufficio. Frank passò i fogli e delle penne e loro iniziarono a scrivere, in posizione scomoda e per nulla salutare alla loro schiena. Fred Weasley fece cadere varie volte la penna o il foglio e si dovette piegare dolorosamente per riuscire ad intercettarli tra piedi di proprietà ignota e scopettoni. Nel mentre commentava con un borbottio quasi impercettibile con voce acida: «Dovremmo cambiare ufficio. Quest'anno glielo dico a quell'idiota del mio cugino preferito».
Il Tassorosso era stupito di come sei ragazzi, una scrivania e un sacco di scope riuscissero a stare tutti ammassati in uno sgabuzzino. Già si sentiva mancare l'aria. Appena ebbero finito Frank riprese i fogli e li dispose ordinatamente davanti a James, che li prese alla rinfusa e si alzò dicendo: «Bene, adesso mi prenderò qualche giorno per leggerli e pensarci un po', poi li passerò a Marshall e ne discuteremo noi due la settimana prossima. Capito, Martin?».
«Sì sì» bofonchiò il ragazzo non vedendo l'ora di uscire da lì. I sei ragazzi si dispersero e Martin assaporò l'aria pulita al crepuscolo.





19 settembre 2022, qualche minuto prima

Hogwarts, Sala d'Ingresso

Sebastian era nervoso. Per questo si stava torcendo le mani. Sebastian stava aspettando. Per questo era seduto sul primo scalino delle scalinata nella Sala d'Ingresso. Sebastian stava pensando. Per questo aveva un cervello! Intanto gli altri studenti andavano avanti e indietro, chi gironzolando senza meta e chi con una ben precisa. Il Grifondoro aveva gli occhi puntati sull'enorme uscio del castello, pensando a cosa mai potesse dirle.
"Ehi, ciao! Che coincidenza incontrarci proprio qui!". Ma no! Viviamo nello stesso posto, è ovvio incontrarsi per caso. Uhm... "Ciao, Kate! Come stai? Senti, volevo chiederti se ti andrebbe di uscire con me. E non come amici, voglio un appuntamento. Uno vero! Con te.". Così va' meglio! E mentre i minuti passavano lui si proponeva discorsi su discorsi, cercando di decidersi e di parlare finalmente con lei. Quel che aveva visto gli aveva fatto capire che doveva muovere il culo e farsi avanti. Non poteva perderla; non poteva lasciarla a Potter. Quei due erano si erano quasi baciati e Sebastian non avrebbe potuto sopportare che si mettessero insieme.
Durante tutte le sue considerazioni,  la ragazza che aspettava passeggiava sulla riva del lago. Quando si decise a rientrare il sole stava tramontando e subito vide Sebastian seduto sullo scalino a girarsi i pollici. Il ragazzo si alzò in fretta, indolenzito, e le sorrise. Katherine lo salutò con la mano e fece per scappare subito, ma l'amico non era intenzionato a lasciarla in pace.
«Ehi, Kate! Hai saltato la cena?» le chiese, tanto per prendere tempo.
«Sì» rispose atona, cercando un modo di fuggire subito. Magari poteva inventarsi una scusa qualsiasi, tipo che doveva ancora fare un tema di Pozioni per il giorno dopo. Ma Sebastian era un osso duro.
«E perché?» chiese allora, così nervoso che sarebbe potuto svenire.
«Non avevo fame... Senti Sebastian, io devo-» cominciò la ragazza
«Ehm, Kate io volevo dirti una cosa importante. Insomma, io...» Sebastian si bloccò non sapendo assolutamente come continuare. Katherine sfruttò i suoi tentennamenti, non volendo ascoltare ciò che avrebbe compromesso la loro amicizia.
«Seb, ho da fare, davvero! Mi dirai questa cosa un'altra volta» disse.
O, meglio per me, mai! pensò scontrosamente, con un espressione tesa. Fece per andarsene ma Sebastian le prese il braccio e la trattene lì.
«VolevochiedertidivenireadHogsmeadeconme» sbottò tutto d'un colpo, senza pause tra le parole. La Tassorosso rimase impietrita con lo sguardo su un quadro che ritraeva una donna mentre suonava il violino.
Nella settimana seguente ci sarebbe stata una gita anticipata ad Hogsmeade, richiesta anche dai negozianti del posto che non volevano perdere l'occasione di svuotare le tasche agli studenti di Hogwarts e la preside McGranitt aveva acconsentito con piacere. Dopotutto adorava Hogsmeade.
«Voglio avere un appuntamento vero. Non passare il tempo ad ascoltare te mentre cerchi di non far litigare Rose e Donald» continuò Sebastian imperterrito.
«Kate? Hai...hai capito, no?» borbottò confuso il ragazzo. Lei chinò la testa e arrossì impietosamente, prima di annuire.
«A-allora? Vuoi?» insistette Sebastian.
No, no e poi no!
Kate non sapeva come dirglielo senza ferirlo o senza usare una frase fatta. Non poteva dirgli "Mi dispiace, Seb. Tu sei un ragazzo fantastico ma non mi piaci in quel senso. Potremmo sempre restare amici, no?". Inoltre aveva paura che le rispondesse di non voler più essere suo amico. Sarebbe stata troppo dura da sopportare. Aveva una sola opzione.
«Posso pensarci qualche giorno?» sussurrò prendendo una decisione. Ci avrebbe pensato sul serio, niente illusioni. Sebastian era raggiante, contento che la sua risposta non fosse stata 'no'.
«Grazie! Ci si vede, allora» disse il Grifondoro lasciandole un timido bacio sulla guancia prima di andarsene.
«Ci si vede» rispose in ritardo Katherine. Sospirò e vide Albus comparire da solo dalle scale che portavano ai sotterranei.
Le sorrise, rosso come un pomodoro. Sembrava che anche lui volesse parlarle da come la guardò e si avvicinò. La Tassorosso ricambiò il sorriso alla svelta e lo salutò con la mano, per poi scapparsene su per le scale quasi correndo.
Albus la guardò confuso.


Rose salì l'ultimo scalino ritrovandosi davanti le gradinate. Sentiva un rumore di passi, evidentemente qualcuno camminava avanti e indietro, e ad un tratto quel qualcuno borbottò: «Stupida...» non sapendo che aggiungere si fermò un attimo a pensarci «rossa Weasley, ecco!».
La ragazza in questione decise di non farsi vedere e, con molta attenzione, si girò, posò il piede sullo scalino per scendere... e inciampò, finendo fin troppo rumorosamente col sedere per terra.
Maledetta vestaglia!
Gemette mentre il qualcuno di prima sbucava fuori e chiedeva sbalordito: «Tu che ci fai qui?». Rose, alzandosi e aggiustandosi alla meglio il pigiama, gli rivolse uno sguardo colpevole e confessò: «Ti ho visto dalla finestra della Sala Comune e... ti ho seguito».
«E perché, di grazia?» le domandò più stupito di prima. Rose aveva già la risposta pronta: «Perché non si può uscire dopo il tramonto, Malfoy, e volevo togliere qualche punto a Serpeverde. Sai com'è».
Scorpius sbuffò e le disse: «E io, per te, dovrei crederci... Non sei un Prefetto! Sono stupito dalla bassa idea che hai di me».
«Ok ok. Non sono venuta qui per toglierti qualche punto. Ecco, tu... sei arrabbiato...»
«Oh, ma che intuizione geniale! Non l'avrei mai detto, davvero» la interruppe aspro e sarcastico e lei gli lanciò un'occhiataccia.
«E... ecco... In realtà non so nemmeno io cosa sono venuta a fare!» ammise la ragazza. Scorpius distolse lo sguardo per puntarlo sul castello e poi si sedette, tirandosi le ginocchia al petto. Rose si sedette poco distante.
«Andiamo bene, allora» sussurrò il ragazzo sarcastico, gli occhi che scrutavano ogni mattone, ogni tegola e ogni finestra del lato del castello visibile da lì.
«Perché... insomma. Ti ho sentito dire 'stupida rossa Weasley' e... Beh. Ci sono molte rosse Weasley, ultimamente, quindi...» tentennò Rose.
«Sì, mi riferivo a te, e allora?» sbottò guardando la luna, mentre una mano in tasca giocava nervosamente con l'accendino.
«Ecco. Non sono stupida» si lamentò infantilmente, arricciando il naso per il fastidio.
Scorpius non ce la fece più a tenersi dentro e con voce cauta disse: «Stamattina mi hai fatto sentire in colpa»
«Io? Io ho fatto sentire in colpa te?» ripeté la ragazza indignata e il biondo si affrettò a correggersi, le spalle incassate e lo sguardo sempre rivolto in alto.
«No, aspetta. Quello che ti ho detto. Quello che io ho fatto»
Rose lo fissò interdetta, senza dire una parola, così che venne a crearsi il primo vero silenzio senza astio tra i due.
«Ti andrebbe bene se ti chiedessi scusa?» quella domanda sbucò all'improvviso dalla bocca della ragazza, senza averla neanche pensata prima. «Per averti, sai, seguito». Malfoy si girò a guardarla basito prima di darle le spalle nuovamente e risponderle.
«Certo! Non è da tutti i giorni sentirti chiedere scusa a qualcuno»
«Ahah. Molto divertente» borbottò Rose. Rimasero in silenzio per parecchio, Scorpius nervoso e Rose non sapendo che fare.
«Ehi, Weasley, dove sono le mie scuse?» chiese con un sorrisetto strafottente, voltandosi per mostrarglielo. Stranamente quel sorriso non la infastidì come al solito e la domanda ricevette una risposta inaspettata.
«Ah, certo. Scusa, Malfoy. Sono un'idiota»
Scorpius si girò completamente a guardarla negli occhi, più stupito che mai; i due si studiarono per un po' e alla fine il Serpeverde sorrise, in modo genuino e assolutamente innocente. Rose si stupì quando si ritrovò a sorridere a sua volta, senza malizia, senza cattiveria, non era nient'altro che un sorriso.
«Quindi, tu, Rose, mi hai chiesto scusa per la prima volta in vita tua. Non credevo fosse tanto appagante!» disse il ragazzo dopo un po'.
«Non ti ci abituare» ribatté all'istante l'altra, per non dargliela vinta. Si strinse le braccia al petto e fece un finto sguardo altezzoso e Scorpius scoppiò a ridere. Si misero a parlare come se fossero amici da sempre e piano piano quei cinque anni e qualcosa di più di odio scomparirono come se qualcuno li avesse fatti Evanescere.
«Si può essere più stupidi?!» ridacchiò Rose, mentre Scorpius le raccontava un episodio divertente in cui centravano lui, Al e due ragazze spagnole su delle scope.
«Certo che sì» rispose con un attacco di ridarella il Serpeverde. Rose sbuffò e disse: «Era una domanda retorica, stupidotto!».
«Oh, lo so!» ribatté allora il ragazzo ridendo ancora di più. Passarono così il restò del tempo, fino a che Rose non guardò il castello e chiese ancora ridendo alla battuta dell'(ormai) amico: «Ma che diamine di ora è?».
«Ehm, non so, le quattro di mattina?» rispose Scorpius cercando di indovinare l'ora.
«Oh, merda» borbottò la Grifondoro e l'altro la guardò stralunato per poi chiederle: «Da quando Rose Santarellina Weasley dice parolacce?»
«Da ora» rispose spicciativa alzandosi e stiracchiandosi. «Dobbiamo tornare al castello, Scor... Ehm, Malfoy. È tardi e-»
«D'accordo» concordò il ragazzo alzandosi a sua volta. Camminando tranquillamente nell'ombra affinché non li scoprissero, i due tornarono al castello senza dirsi più una parola. Alla fine i due si salutarono atoni vicino alla scalinata per i sotterranei.

Il giorno dopo, a Pozioni, Rose, Albus e Scorpius lavorarono allo stesso tavolo. Con sgomento di Al, i suoi due migliori amici non si rivolsero le solite frecciatine velenose, anzi, non si parlarono neanche. Quando lui andò a sciacquare i mestoli, Scorpius colse la palla al volo per sporgersi verso la rossa e dirle: «Quello che è successo ieri non dovrà per forza diventare di dominio pubblico, ok?»
Rose si finse offesa e sussurrò scherzosamente: «Pensi davvero che potrei dire a qualcuno che ho passato metà notte a parlare con te sugli spalti dello stadio di Quidditch? Sono stupita dalla bassa idea che hai di me»
Scorpius si accorse che lei lo aveva citato, di proposito poi, e ridacchiò, prima di raddrizzarsi sulla sedia. Poi fu Rose a sporgersi verso l'altro per balbettare: «Malfoy... cioè, Scorpius... Mi fa senso chiamarti così, davvero... Insomma, volevo chiederti...». E si interruppe con le sopracciglia aggrottate.
Scorpius sorrise e mormorò: «Sì. Se mi stai chiedendo se adesso siamo amici, la mia risposta è sì, Rosie.»

*cantilena-mode: on!* Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta! Sono qui, gente! :-*
In questo capitolo, come avrete certamente notato, Scorpy c'è! E avrete anche notato che non la smetto di finire le frasi con un bel punto esclamativo! Ok, la smetto... E poi... Quei due pazzerelli sono diventati amici! *conga* C'è Martin coi Malandrini e la scioccante rivelzione sull'orientamento sessuale del carissimo (e fighissimo) Marcus Lake. E c'è Sebastian che ha finalmente chiesto a Kate di uscire. Sinceramente, voi per chi tifate? Per Seb o Albie? (So che mi truciderà per averlo chiamato Albie, ma ho fatto testamento, quindi è tutto a posto! XD)
Alla prossima.
  
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