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Autore: 9Pepe4    29/10/2012    14 recensioni
Checché ne dica sua madre Sigyn, Vali sa che c’è un mostro sotto il suo letto.
L’ha visto bene.
[Vali; Sigyn; Loki]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mostro

È notte fonda, quando Sigyn si sveglia.
Insonnolita, impiega qualche istante per mettere a fuoco lo sguardo, e a quel punto si trova davanti il visetto corrucciato di Vali.
Incrociando i suoi occhi, il bambino sembra rianimarsi.
«Madre» la chiama, con voce insistente, «c’è un mostro sotto il mio letto».
Lei sbatte le palpebre, sollevandosi a sedere.
Si muove con cautela, per non disturbare il sonno di Loki, il cui profilo aquilino è a malapena visibile nella penombra della stanza.
Chissà per quante notti ancora potrà averlo accanto, prima che lui decida di recarsi dove lo conducono i suoi capricci…
Sigyn non si arrovella con quei pensieri, e attira il figlio tra le proprie braccia.
«Non devi aver paura, Vali» gli dice, stringendo quel corpicino ancora caldo di sonno, «quel mostro non può farti male».
«Lo so» replica lui, con sicurezza.
Quella risposta le fa aggrottare la fronte. «Allora perché non torni a dormire?» gli chiede, incoraggiante, accennando un sorriso.
Vali assume un’espressione infelice. «Non può far del male a me. A Narfi sì, però. Uscendo da sotto il mio letto, il mostro correrà dritto contro di lui».
«Oh, Vali» sospira Sigyn, impietosita, accarezzandogli i capelli corvini. «Non devi preoccuparti per tuo fratello, anche lui è al sicuro».
Il bambino non risponde, ma sua madre non fatica a notare che sembra tutt’altro che persuaso.
Con i suoi tratti aguzzi e gli occhi vividi, Vali è senza dubbio quello che tra i suoi due figli somiglia di più al padre, ed è innegabile che abbia ereditato tutta la sua caparbia testardaggine.
E se da un lato la sua fermezza è ammirevole, dall’altro è pur vero che tranquillizzare lui richiede un dispendio di energie molto maggiore di quello che occorre per rasserenare Narfi.
La dea riflette, cercando un modo per rassicurare il figlio, che dal canto suo la guarda con un’aria imbronciata, quasi sospettosa, per poi allungare una mano a toccarle i capelli biondi.
«Che aspetto ha, questo mostro?»
La voce bassa di Loki li coglie alla sprovvista entrambi.
Sigyn trasale, mentre Vali sussulta e si schiaccia istintivamente contro di lei.
Con le dita del bambino aggrappate al braccio, la dea volge il viso verso il suo sposo.
Loki ha le gambe sotto le coltri e la schiena addossata alla testata del letto, ma ciò che di lui è perfettamente visibile sono gli occhi. Rilucono nell’oscurità, bramosi e felini.
Vali esita un attimo, poiché è raro che suo padre gli si rivolga tanto direttamente.
Poi, però, sguscia via dalla stretta materna, avvicinandosi carponi a chi gli pare prenda più sul serio le sue parole.
Sigyn lo lascia fare. Per un attimo, sente che Loki la sta osservando, ma subito dopo il dio delle malefatte sposta l’attenzione sul figlio.
«È grosso e grigio» spiega Vali, senza alcuna timidezza. «Ha lunghe zanne e artigli affilati».
Ci pensa su un attimo, arricciando le labbra, poi rialza lo sguardo su Loki.
«È un lupo, e ha i miei occhi».

















Note:
La fine di Vali e Narfi mi ha sempre fatto star male. Ma proprio MALE.
(Per chi non lo sapesse, Vali verrà tramutato un lupo, e sbranerà suo fratello.
E tutto per punire Loki.
Cioè, Vali e Narfi erano innocenti, alla fin fine.
Ma okay, si sa che nella mitologia le cose vanno così…)
Be’, spero che questa flashfic (500 parole tonde tonde) vi sia piaciuta.
  
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