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Autore: heijuss    30/10/2012    7 recensioni
Chiara è una ragazza come tante altre: anonima, per niente interessante e in cerca dell'amore. Una vacanza inaspettata in una delle più belle mete turistiche, Sharm El Sheikh, le farà trovare quello che cerca: l'amore. E lo troverà in un ragazzo, Carlos, di origine portoghese. Un amore impossibile, un amore distante, un amore che la metterà a dura prova.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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3.Piacere di conoscerti, Carlos.
 
 
5 Settembre, mercoledì. 
Stavolta quando la sveglia suona, io sono già sveglia.
Sdraiata sulla schiena, fisso il soffitto ripensando alla visione del ragazzo della sera prima.
Ripenso ai suoi occhi, che hanno seguito ogni mio movimento. Ripenso alle sue labbra, incurvate in un sorriso sexy ma allo stesso tempo canzonatorio.
Ripenso al trambusto che la vista di lui mi ha portato nello stomaco.
Il rumore della sveglia mi scuote dai miei pensieri. Le otto, finalmente.
Scatto immediatamente a sedere come una molla e in pochi sono già in piedi diretta verso il bagno. Prendo il mio spazzolino e comincio a lavarmi i denti cantando una stupida canzoncina inventata al momento.
-Chiara, la finisci di cantare? Voglio dormire.- mugugna mia zia dal suo letto.
Ridacchio fissandomi allo specchio.
Inizio a togliermi la maglietta del pigiama, quando sento qualcuno bussare alla porta della nostra camera. Riabbasso la maglietta.
-Chi è?- chiedo, appostata dietro la porta.
-Sono papà, aprimi.-
Apro la porta, e mi sposto per farlo passare.
Proprio nel momento in cui sto per chiudere la porta, vedo una testa con dei capelli neri passare veloce nel corridoio. Occhi scuri si scontrano coi miei e sento una fitta all’altezza dello stomaco.
Il suo passo veloce ha un’esitazione, che dura un attimo, mentre mi fissa, poi prosegue per la sua strada. Il mio viso, invece, è bollente.
Non posso credere che lui mi abbia vista in pigiama. Deve essere stata la mia immaginazione, perché una totale figura di merda non riesco a tollerarla.
-Oggi mamma ed io andiamo al mare, però non dove siamo andati ieri. Questo posto è molto più bello! Vuoi venire con noi?- la voce di mio padre interrompe il filo dei miei pensieri.
-Quanto dovremmo starci?- domando.
-Fino a tardo pomeriggio.-
E perdermi la visione di quel ragazzo? –No, grazie. Preferisco rimanere qui.- ribatto.
-E che fai da sola?- chiede stupito.
Cerco di parlare con quel ragazzo più bello di un dio greco. –Sto con la zia!- sì, certo, con la zia.
-Come vuoi. Noi stiamo andando via! Ci vediamo stasera!- mi lascia un dolce bacio sulla guancia e un minuto dopo chiude la porta alle sue spalle.
-Stai con me?- domanda la voce assonnata di mia zia.
-Nei tuoi sogni!- ridacchio. –Torna a dormire zia, io scendo in piscina a leggere un bel libro. Notte!-
Mi cambio velocemente, togliendomi il pigiama e indossando un costume e un vestitino sopra.
-Io vado, zia. Sono in piscina! Ci vediamo dopo, quando scendi!- le dico.
Un mugugno indefinito arriva alle mie orecchie, facendomi supporre che sia la risposta di mia zia. Ridacchio mentre prendo il mio zainetto ed esco fuori dalla stanza.
L’aria afosa di Sharm mi investe subito dopo aver messo un piede fuori dalla camera. La differenza di temperatura tra l’interno della stanza e l’esterno è notevole.
Guardo la temperatura sul cellulare. 37 gradi. Fantastico!
Mi dirigo verso la rampa di scale che porta alla hall, mettendo le cuffiette del cellulare e premendo play per avviare la playlist.
Un secondo dopo sbatto contro qualcuno rischiando di cadere. Una mano si posa sui miei fianchi per non farmi crollare rovinosamente a terra.
-Scusi!- esclamo in inglese cercando di riacquistare l’equilibrio.
-Non preoccuparti.- ribatte una voce maschile.
Alzo la testa per vederlo in faccia.
I suoi occhi scuri si scontrano coi miei, la sua presa sempre salda sui miei fianchi.
Sul suo viso c’è disegnato il solito sorrisino strafottente, il mio invece è rosso per la vergogna.
La presa sui miei fianchi si allenta e dopo avermi fatto un cenno del capo si dirige dalla parte opposta rispetto alla mia. Lo guardo sparire fin sopra le scale, per poi appoggiarmi piano al muro per riprendere fiato, come se avessi corso una maratona.
Quel ragazzo mi ucciderà prima o poi.
Riprendo a camminare, arrivando nella sala ristorante dell’albergo per fare colazione.
Prendo, come il giorno prima, una tazza di thè con un cornetto e mi dirigo verso uno dei tavoli più nascosti della sala.
Ripensando allo scontro di pochi minuti prima, anche la fame è passata.
Giro distratta il thè nella tazza fissando la porta del ristorante, fino a quando non lo vedo entrare.
È vestito come prima, ma adesso indossa un cappello.
Lo osservo camminare insieme ad un ragazzo, probabilmente il fratello, e lo vedo percorrere con lo sguardo tutta la sala fino a quando i suoi occhi non incontrano i miei per la terza volta in un giorno. Nuovamente mi rivolge il suo sorrisino strafottente.
Sento una stretta allo stomaco e improvvisamente non riesco più a sopportare il suo sguardo.
Afferro il mio zainetto e, lasciando la colazione intatta sul tavolo, mi dirigo verso l’uscita della sala.
Sento il suo sguardo perforarmi la schiena e riprendo a respirare solo dopo essermi chiusa la porta alle spalle. Mi dirigo lentamente verso la piscina, felice di trovarla ancora vuota.
Sposto una sdraio al sole e mi ci siedo sopra, togliendomi il vestito.
Prendo la crema solare e comincio a passarla su tutto il corpo. Cinque minuti dopo sono sul bordo della piscina pronta a tuffarmi. L’impatto con l’acqua fredda è un toccasana, con un caldo del genere. Passo mezz’ora in acqua, nuotando da una parte all’altra per allenarmi fino a quando la piscina non si riempie.
Nuoto verso la scaletta,  e dopo essere uscita torno alla mia sdraio. Metto le cuffiette, ascoltando la mia playlist, e prendo in mano il libro che avevo cominciato in aereo due giorni prima.
Leggo, lasciandomi catturare nuovamente dalla storia, fino a quando non sento qualcuno sfiorarmi la caviglia. Stacco gli occhi dal libro e mi tolgo una cuffietta. Osservo la ragazza.
-Acqua gym?- mi domanda.
Annuisco. Mi alzo dalla sdraio, lasciando il libro e il cellulare sul tavolino, entrando poi di nuovo in piscina.
Dopo aver raggruppato un grande numero di persone cominciamo a fare acqua gym, ed è in questo momento che mi accorgo che lui mi sta fissando.
Ricambio l’occhiata, guardandolo dritto negli occhi e notando il suo sorriso di scherno. Ma prende per il culo?
Decido deliberatamente di ignorarlo.
Un’ora dopo, ho finito di fare acqua gym e mi rilasso in piscina. Più avanti lui e la sua famiglia si stanno divertendo. Lui e il fratello si tuffano a turno mentre i genitori parlano. Sono così carini insieme e mi ritrovo anche a chiedermi di che nazionalità sono.
-Um .. dois .. três.- lo sento dire al fratello, come se mi avesse letto nel pensiero.
Sebbene non lo abbia mai studiato, riconosco che è portoghese. Ecco svelato l’arcano mistero!
Vado verso la scaletta e, una volta uscita dalla piscina, torno alla sdraio. Prendo il cellulare e, cercando di non farmi vedere, scatto qualche foto al bel portoghese.
Controllo l’orario. Le 13.
Decido di andare al ristorante per cercare mia zia.
Una volta dentro, la trovo seduta ad un tavolo.
-Zia! Ma che fine hai fatto?- le domando, sedendomi davanti a lei.
-Ero nell’altra piscina. Quella dove eri tu mi sembrava troppo affollata. Tu che hai fatto?-
A parte delle figure di merda, dici? –Mah, niente di che. Ho fatto il bagno in piscina, ho preso il sole e poi ho letto.- rispondo.
-Non mangi?- mi domanda.
Faccio una smorfia. –A dire il vero non ho tanta fame.. E poi ho mangiato tanto a colazione!- mento.
-Sempre la solita.- commenta.
-Stasera c’è la serata karaoke.. ci andiamo, vero?- ribatto.
-Perché? Vorresti cantare?- chiede stupita.
-Cantare? Io?- scoppio a ridere –Zia, non scherziamo! Sono stonata come una campana! Voglio andare solo per divertirmi.- ridacchio.
-No, vai tu sola, stasera esco con i tuoi.-
-Mmh, ok! Io vado zia, ci vediamo in camera.- le do un bacio sulla guancia.
Mi dirigo verso l’uscita del ristorante e successivamente salgo le scale della hall che mi porteranno in camera.
Passo l’intero pomeriggio in camera, non avendo nessuna voglia di scendere in piscina. La sera, prima di uscire, faccio una doccia e mi vesto indossando un vestitino senza spalline nero e una fascia bianca sotto il seno. Per completare il tutto, un leggero filo di trucco.
Lascio un biglietto alla zia.
 
Non vengo a cena, non ho fame. Se mi cerchi, sono alla serata karaoke! Non so a che ora torno stasera. Notte! Chiara.
 
Sono seduta ad uno dei tavoli che si trovano nella discoteca, situata sopra la hall. Davanti la postazione del DJ sono state poste due aste di microfoni per coloro che hanno intenzione di cantare.
Lascio vagare lo sguardo lungo tutta la sala, piena per la maggior parte di italiani, e mi accorgo che il portoghese è qui con tutta la sua famiglia. Se prima avevo trovato il coraggio per cantare, adesso ho solo voglia di starmene in un angolo al buio. Purtroppo però, lui mi nota lo stesso e mi rivolge il suo solito sorriso strafottente. Quanta voglia di picchiarlo!
-Italiana anche tu?- mi domanda una donna.
Annuisco.
-Di dove sei?- domanda ancora.
-Messina, lei?- rispondo.
-Bari. Allora, quale canzone vorresti di cantare?-
Fisso la lista di canzoni inglesi nelle mie mani. –Nessuna credo, ma mi piacerebbe tanto.- ribatto.
-Perché non lo fai?- chiede.
-Mi vergogno.. se qualcuno cantasse con me magari! Tu, canteresti con me? Ti prego!- chiedo alla ragazza seduta accanto a me.
-No, mi vergogno!- risponde lei.
–Come ti chiami?-
-Letizia, tu?-
-Chiara.. Ti prego, Letizia, canta con me! Non abbandonarmi..- mi lamento.
-Ma dai! È solo una canzone..- ribatte.
-È che in questa sala c’è un ragazzo che mi piace, per così dire… e se canto sola, mi bloccherei!-
-Ok, facciamo così.. Tu vai a cantare, e io ti sto vicina ma non canto, ok? E devi farmi vedere chi ti piace!-
Indico il portoghese senza farmi vedere. –Lo vedi? È bellissimo! Comunque, ci sto.. però andiamo a sentire la canzone, non la ricordo bene!- ridacchio.
Mi avvicino con Letizia alla consolle, e chiedo al DJ di poter ascoltare la canzone prima di cantarla.
Le note di Angels di Robbie Williams suonano per tutta la sala. Osservo le frasi scorrere lo schermo cercando di memorizzare i tempi degli interventi e delle pause.
Quando mi sento sicura di me, do al DJ l’ok. Prendo in mano il microfono.
-Tranquilla Chiara, ci sono io con te. Il bel portoghese te lo tengo d’occhio io.- le sorrido riconoscente e le stringo la mano.
Nuovamente, le note di Angels si diffondono per la sala.
Osservo attenta lo schermo, poi comincio a cantare.
-I sit and wait
Does an angel contemplate my fate
And do they know
The places where we go.-
Mi blocco, sentendo una voce cantare con me. Ruoto la testa verso sinistra e vedo un uomo che mi sorride, mentre canta. Ricambio il sorriso, riconoscente a quest’uomo che, senza saperlo, mi sta dando sicurezza, e continuo a cantare.
Nel momento di pausa sento Letizia stringermi la mano. –Il portoghese ha in mano un iPhone e sta facendo foto e video nella tua direzione.- mi sussurra velocemente all’orecchio.
Istintivamente mi volto verso di lui, e lo vedo tenere in mano un telefono mentre fa un video verso di noi.
Il cuore comincia a battermi forte nel petto, le mani cominciano a sudare e tremare, le ginocchia rischiano di cedere.
La canzone ricomincia.
-So when I’m lying in my bed
Thoughts running through my head
And I feel that love is dead
I’m loving angels instead.-
Canto il ritornello con tutta la voce che ho in corpo, non curandomi di stonare, per poi cantare l’ultima frase girandomi e fissando lui negli occhi.
Lo vedo inclinare la testa di lato e fissarmi con un’espressione interrogativa, come per chiedermi il motivo di questa occhiata. Lo ignoro.
Continuo a cantare con l’uomo fino alla fine.
-Vuoi cantare di nuovo con me? Una canzone spagnola?- mi domanda l’uomo in un italiano stentato.
Mi giro a fissarlo, ed è lì che lo riconosco. È il padre del portoghese. Gli sorrido. –Certo.-
Cantiamo nuovamente insieme, divertendoci da matti e ballando anche. Letizia mi guarda scuotendo il capo.
Finita anche la seconda canzone, ritorno al mio tavolo con Letizia.
-Grazie.- le sorrido.
-Di niente! E tu eri quella che non sapeva cantare, eh? Sei stata bravissima! Vuoi un consiglio?- annuisco. –Vai da lui e presentati.-
-Letì.. non ero io quella a cui stava facendo foto o video, ma suo padre! Perché devo fare queste brutte figure? Già mi basta quella di stamattina!- mi lamento.
Mi prende per un braccio e mi costringe ad alzarmi. –Ora io e te andiamo lì e ci presentiamo, ok?-
Non ho neanche il tempo di ribattere che mi ritrovo al suo tavolo.
Il padre si accorge subito della mia presenza. –Ciao! Grazie per aver cantato con me.- mi dice subito.
-Quella che deve ringraziare sono io, davvero.- gli sorrido.
-Da quale parte dell’Italia vieni?- mi domanda.
-Sicilia. E lei?- domando anche se so già la risposta.
-Portogallo!-
-Parla molto bene l’Italiano.-

-Beh, ogni tanto vengo in Italia a lavorare e con gli anni sono migliorato.- dice.
-E anche loro parlano italiano?- domando indicando i figli e la moglie.
-Oh, i miei figli parlano inglese, mia moglie solo portoghese. Tu lo parli l’inglese?- mi domanda.
-Sì..-
-Ti presento i miei figli allora!- dice entusiasta.
Alla mia sinistra, Letizia mi stringe forte la mano. Dentro di me, nel mio stomaco, i giochi d’artificio.
Sento il padre richiamare i figli e li vedo voltarsi verso di me. Appena incrocio il suo sguardo, il mio cuore comincia a battere fortissimo.
-Piacere, Carlos.- mi dice in un perfetto inglese.
-Piacere di conoscerti, Carlos. Io sono Chiara.- e afferro la mano che mi tende.
Ha una mano così soffice e morbida, e quasi non mi accorgo che le nostre mani sono state intrecciate più tempo del dovuto.
-Io sono Tiago!- esclama il ragazzo accanto a lui.
-Piacere Tiago!- gli sorrido e stringo anche la sua mano.
-Noi stiamo tornando in camera. Possiamo accompagnarti alla tua?- mi domanda il padre.
-Certo.- sorrido.
Letizia stringe ancora di più la mia mano. Mi lancia un’occhiata come a dire “che ti avevo detto?”. Le sorrido, riconoscente.
Insieme alla famiglia di Carlos ci dirigiamo verso le scale. –Qual è il numero della tua stanza?- mi domanda il padre.
-La 3106..- rispondo.
-Oh, accanto alla nostra! Noi abbiamo la 3103.- sorrido come un ebete e Letizia stringe ancora di più la mia mano.
-Chiara, io torno dai miei. Ci vediamo domani mattina!- ci abbracciamo –Domattina mi racconterai tutto.- mi sussurra all’orecchio. -Buonanotte, signore.- aggiunge poi rivolta al padre di Carlos.
-Buonanotte.- dico.
Successivamente, insieme alla famiglia di Carlos, mi dirigo verso la mia camera.
Appena arrivata davanti alla mia porta, mi volto verso di loro.
-La ringrazio di tutto.- dico rivolta al padre.
-Oh, non ringraziarmi! Buonanotte, chica! A domani- ribatte.
-Buonanotte!- rispondo sorridendo.
Mi sorridono tutti e quattro e li vedo voltarsi e dirigersi verso la loro camera. Osservo Carlos, mentre guarda sorridendo verso il fratello. Lo vedo girarsi verso di me.
-Ciao.- dice in un perfetto italiano.
Rimango interdetta per un attimo. –Ciao.- gli rispondo.
Lo guardo mentre mi rivolge di nuovo il suo sorrisino strafottente e canzonatorio. Mi volto bussando alla mia porta.
Quando mia zia apre, entro immediatamente nella stanza, buttandomi sopra il letto.
-Cosa è successo?- domanda.
-Niente di che.. Ho cantato, ho fatto amicizia e sono esausta.-
-Chi hai conosciuto?-
-Ne possiamo riparlare domani, sono davvero stanca..- dico sbadigliando.
-Neanche ti spogli?- domanda stupita.
-Non ne ho la forza.. Buonanotte zia.- dico spegnendo la luce e voltando il capo verso la finestra.
Osservo la luce della luna filtrare dalle tende, ripensando a Carlos, al suono della sua voce e alle nostre mani intrecciate.
Sì, questa vacanza sarà proprio indimenticabile, mi dico.
Pochi secondi dopo, le braccia di Morfeo mi accolgono.




Writer's corner:
Mi scuso per il ritardo! Ho postato dopo tanto perchè aspettavo la correzione del capitolo da parte della mia nuova beta, Laura.:)
La ringrazio tantissimo per il tanto e stupendo lavoro che sta facendo! :)
Come potete vedere in questo capitolo abbiamo finalmente l'entrata in scena di Carlos! Che ve ne sembra? :)
Anyway, ho fatto un nuovo (merdoso!) banner! Sicuramente meno merdoso del primo ahahahah!
Ringrazio a tutte quelle persone che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite e le 5 persone che hanno recensito lo scorso capitolo :)
Mi aspetto più recensioni questa volta cc Anche perchè è il capitolo più chilometrico che abbia mai scritto, davvero! Mi merito un premio cc
Niente, stasera non c'ho sbatti di scrivere questo writer's corner, perciò finisco qui lol
Chiara! c:

   
 
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