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Autore: SoleStelle    31/10/2012    1 recensioni
Questa storia è la terza e ultima parte della serie "Incubo..favola..realtà."
avrà 15 capitoli totali anche se due (prologo ed epilogo) saranno brevi, come sempre..
I protagonisti sono sempre loro: Sara e Riccardo.
Affronteranno, anche questa volta, tante avventure e tanti problemi ma per sapere cosa succederà dovrete leggere.
Dal testo:
[...] era un piccolo atto di protesta e lui me lo voleva negare già dal viaggio di nozze..
Siamo sicuri che questo matrimonio non fosse stato un errore? [...]

Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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La vidi rientrare, dopo poco, con un vassoio in mano.
“e anche la cucina è stata inaugurata” disse.
Mi si avvicinò e mi si sedette vicino. Mi spostai verso l’interno per farle più spazio e mi seguì. Mi appoggiò il vassoio sulle gambe e si accoccolò in cerca di un abbraccio. L’accontentai. La strinsi con un braccio mentre con l’altro inzuppai un biscotto nel cappuccino che avevo davanti. Glielo allungai, ma invece di imboccarla le sporcai, volontariamente, la punta del naso con la schiuma poi la baciai, pulendola.
“così è più buono” dissi, prendendola in giro..
Questa era la cosa che amavo più di tutte di lei: non era schizzinosa o musona.. si poteva scherzare senza il rischio di incorrere in ‘inviti turistici’ o schiaffi.
Il suo sorriso era la cosa che mi aveva fatto innamorare di lei: spontaneo, sincero, gioioso ma prezioso.. non l’avevo mai vista regalare sorrisi a chi non lo meritava.
Avevo avuto il ‘piacere’ di presenziare ad alcune cene con parenti dopo l’annuncio del nostro fidanzamento e ogni sorriso che regalava in quelle occasioni era finto. Si leggeva lontano un chilometro che fosse un sorriso di circostanza e non un sorriso sentito..
Le labbra erano inarcate con gli angoli all’insù.. ma gli occhi erano spenti..
“a cosa pensi?” chiese, fissandomi.
“che il tuo sorriso con me è sincero” dissi, peccando di presunzione.
“pavoneggiamoci un po’” disse, prendendomi in giro. La guardai, sfidandola.
“dì di no.” dissi. “di che il sorriso che riservi a me è identico a quello delle cene con i tuoi”. Mi fece la linguaccia.
“ovvio che quello che faccio a te è sincero” disse..
“vedi che non sono io a pavoneggiarmi.” dissi. La tirai più addosso a me. “dico solo che amo il tuo sorriso.. quando sei con me” specificai.
Mi diede un bacio e addentò il biscotto che tenevo in mano.
Ci rimasi leggermente male.. quello era il mio biscotto.. e quella che era mia moglie da meno di dodici ore me lo aveva appena rubato..
Iniziavamo bene..
 

*Sara*

 
Chiusi la porta di casa a chiave e corsi da Riccardo.
Lo trovai intento a caricare l’ultima valigia. Aspettai che chiudesse il baule, poi mi lasciai abbracciare.
“partiamo?” chiese. Annuii, estasiata.. non vedevo l’ora..
Il viaggio di nozze era l’unica cosa che aveva organizzato lui.. ma come lui non aveva messo becco nel matrimonio io non avevo messo becco in quello.. anche se le cose erano ben diverse: lui mi aveva volutamente tenuta all’oscuro di tutto, io cercavo di coinvolgerlo ma a lui non interessava e mi liquidava con un semplice ‘potremmo sposarci anche in comune che non mi cambierebbe.. a me interessa il risultato finale non il mezzo’.
Per molte donne quella frase avrebbe significato sciogliersi in brodo di giuggiole, io la odiavo.. mi ero dovuta sorbire madre e suocera da sola.. perennemente in contrasto tra di loro mi avevano reso l’organizzazione del mio matrimonio impossibile..
Più mia madre in realtà..
“posso sapere dove mi porti?” chiesi, allacciandomi la cintura. Negò e in risposta sbuffai. “tanto tra poco lo scopro, cosa ti cambia?”. Si sporse e mi diede un bacio leggero, poi mise in moto.
“appunto, tra poco lo scopri... hai aspettato tanto, qualche ora non farà differenza” disse uscendo dal cancello.
Aspettò che si richiudesse poi partì.
 
Mi guardai intorno esterrefatta.. era stupendo quello che avevo davanti agli occhi.. una lacrima mi sfuggì e lui la spazzò via ridendo..
“non ridere” borbottai, commossa.
Ero già stata su quella spiaggia.. esattamente sette anni prima.. con lui.. lo abbracciai e lo sentii stringermi, protettivo.
“ti amo” disse. Lo stinsi più forte e mi alzai, in punta di piedi, in cerca di un bacio. Mi accontentò. “andiamo in camera?” chiese. Annuii, avendo capito il motivo. Mi prese la mano e si incamminò, veloce. Lo seguii fin davanti alla camera. Rimasi incredula..
“era la mia stanza” dissi. Annuì aprendo la porta e io entrai guardandomi intorno..
Avevano rifatto completamente l’arredamento ma la disposizione dei mobili era rimasta identica.. andai in balcone e passai con la mano sul cornicione.. era rimasto identico.. mi raggiunse e lo sentii abbracciarmi da dietro, dondolandosi appena.
“dobbiamo fare ancora una battaglia o arriviamo al dunque prima?” chiese, baciandomi il collo. Mi voltai e gli legai le braccia al collo baciandolo. Mi sollevò e gli legai le gambe in vita. Tornò dentro e chiuse la finestra. Mi appoggiò sul letto e si stese su di me mentre io iniziai a togliergli la camicia.
Tutto era iniziato in quella camera, proprio in quel modo.. perché non fare in modo che continuasse nello stesso modo?
 
 
 
 
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Note dell’Autrice:
chi non ha letto la prima parte della storia “Fine dell’incubo.. inizio della favola..” non può saperlo ma sono a Palma di Maiorca. Ci erano andati con la classe come ‘viaggio della maturità’ è in quell’occasione che tutto iniziò tra loro....
   
 
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