La linea della vita
Capitolo secondo: A new life in me
“Buio. Freddo. Dove sono.
Buffy. Ucciderla. No. La amo. No.
Stronza.”
Dove sono???
“Apri
gli occhi,
Spike!!!”
“Ok,
ecco, li ho
aperti, contento?”
“Bravo,
guardati
intorno…Dove sei?”
Il vampiro
si
guardò intorno con aria confusa, mentre i ricordi iniziarono
a fluire come dei
flash nella sua mente: la relazione con Buffy, l’ultima
litigata; quei demoni
orribili che l’avevano rapito e quella che non aveva fatto
niente per fermarli.
E lui, incatenato in quella grotta,
con profonde ferite su
tutto il torace.
“Cerca
di ricordarti
qualcosa in più…”
L’avevano portato qui,
legato, e lui, troppo debole per
reagire, aveva dovuto subire innumerevoli torture: gli avevano quasi
lacerato
la carne, con dei pugnali identici a quello usato nel cimitero.
Avvelenati.
“Loro
chi, Spike? I
demoni che ti hanno portato via? ”
No, era solo uno. Più
grande. Sicuramente gli altri erano
suoi servi.
“E
cosa ti ha fatto?”
Gli aveva ficcato altri pugnali e
raccolto il suo sangue per
poi usarlo per uno strano rituale.
Ma adesso questo non importava a
Spike. Voleva solo
andarsene da lì, e non sarebbe stato difficile.
Non era neanche più
legato. Chissà a quale gioco stavano
giocando quelli: prima lo rapivano, gli facevano patire le pene
dell’Inferno e
adesso si dimenticavano di legarlo.
Spike si alzò con grande
fatica sopportando a malapena il
dolore lancinante che lo costringeva comunque a stare curvo.
Si allontanò lentamente
dalla parete, guardandosi intorno
temendo l’arrivo improvviso di qualcuno.
Stranamente non udì
neanche un rumore, né vide qualcuno nei
passaggi tra i lunghi e claustrofobici corridoi scarsamente illuminati
da
qualche rara candela. Temeva di non trovare l’uscita, quel
posto sembrava un
labirinto. Aveva fame… voleva tornare nella sua cripta, dove
c’era un frigobar
stracolmo di bustine di sangue e un letto su cui riposare. Quel letto
però… era
sporco. Aveva ancora il suo odore tra le coperte.
L’odore di
quella… quell’essere spregevole. Buffy.
“Che
fallito che sei,
Spike. Lei ti tratta così e tu non solo glielo permetti, ma
continui pure a
pensarla… fallito”
“No.
Stai zitto”
“Fallito”
“Perché
continui a
ripetermelo? Tu sei una parte di me.”
“Quella
vincente. Il
vampiro. Tu invece sei… un fallito”
“No!”
“FALLITO!”
“ZITTO!!!!ZITTO!!!!”
Aria! Spike inspirò
profondamente, godendo dell’aria che
scorreva in lui. Non pensava che, anche da vampiro respirare
l’avrebbe liberato
così tanto, dopo quegli interminabili cunicoli. Era
finalmente fuori; il vento
gli accarezzava le ferite, offrendogli refrigerio e freschezza come non
gli era
successo da tanto tempo. Alzò lo sguardo e venne accolto da
una miriade di
stelle che costellavano il cielo, leggermente macchiato da piccole
nubi. Quanto
tempo era rimesto svenuto lì dentro? Ore? No, giorni,
sicuramente. Non doveva
essere molto lontano dalla cripta, riusciva a scorgere in lontananza le
statue
monumentali del cimitero e così il vampiro si
avviò in quella direzione. Mentre
vagava in mezzo alle lapidi, Spike sentì un’altra
ondata di fame attaccargli lo
stomaco e accelerò il passo.
“Sangue…”
“Si.”
“Lo
vuoi?”
“Si.”
“Non
è vero.”
“Ho
fame”
“Ed
è sottinteso che
hai fame di sangue, vero?”
“Che
cosa significa?”
La sua adorata cripta. Eccola,
finalmente. Spike entrò con
aria solenne, godendo dell’odore stantio e umido che per lui
significava
“casa”.
Si fiondò sulla parete
opposta, oltre il letto sfatto e lo
specchio che aveva preso a casa di Buffy, dirigendosi verso il piccolo
elettrodomestico.
Ne tirò fuori una bustina
di sangue e lo bucò con i denti,
lasciando che il liquido si disperdesse nella sua gola.
Il conato di vomito. La sensazione di
ribrezzo, di orrore.
Non l’aveva mai provato.
Non per il sangue.
Non da quando era un vampiro.
Non era normale
“Ahahahah!”
“Cosa?”
“Ahahahah!”
Non ce la faceva a berlo. Ma
perché?
Perché il sapore del
sangue gli aveva rivoltato lo stomaco?
Perché sentiva di aver una
fame tremenda ma di non poter
bere quella roba?
Lasciò perdere il sangue e
si diresse verso il tavolino su
cui era appoggiata una bottiglia di liquore piena a metà.
Sempre meglio di
niente. Lo bevve tutto d’un fiato, finendolo quasi tutto.
Aspettò che il
bruciore alla gola fosse passato, e poi bevve un’altra
sorsata
“Perché
ti ostini a berlo?
Non ne hai voglia e non ti sfama.”
“Sempre
meglio di
niente.”
“Non
hai ancora capito
di cosa hai bisogno?”
“Dimmelo
tu.”
“Guarda
nello
specchio.”
“Perché?”
“Guardaci.”
“Perché??”
“GUARDACI!!!”
Spike si voltò di
malavoglia verso lo specchio, spinto da
quella voce nella sua mente che aveva capito tutto sin dal
principio… e vide il
proprio volto riflesso rivolgergli uno sguardo sconvolto.
Fine del secondo capitolo
Ringrazio enormemente la mia amica
Silvia, che mi ha aiutata
a scrivere questo capitolo ed è stata la prima
a vederlo completo…
Ardespuffy: ciao! Grazie mille di aver recensito, la tua opinione conta molto per me. Comunque è vero, se Buffy non picchia Spike non è contenta! Ciao a presto!
Matydreamer/Maty:
Ciao, ho apprezzato molto la tua recensione, anche se non sono
d’accordo con te:
secondo me Spike picchierebbe eccome Buffy! Basta guardare che in tre
episodi
prima (Smashed) Spike la chiama e la cerca esclusivamente per
picchiarla! Comunque
anche se in seguito non ti troverai in linea con quello che scrivo,
dimmelo, perché
apprezzo recensioni sia positive che negative! Ciao!