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Autore: telesette    01/11/2012    1 recensioni
Gli occhi della kunoichi erano sereni, anche se tristi, e nel suo sguardo si leggeva chiaramente tutta l’ammirazione e l’orgoglio che provava verso il genitore. Tenten si inginocchiò per deporre i fiori e, come ogni volta che veniva a trovarlo, si mise a pregare in silenzio sulla sua tomba.
Nonostante fosse assorta nella sua preghiera, d’un tratto si accorse di una presenza familiare vicino a lei. Subito si voltò per vedere il nuovo venuto ma, una volta riconosciuto, rimase alquanto sorpresa di vederlo lì...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Neji si risvegliò alcune ore più tardi.
Fortunatamente non aveva riportato alcun danno serio, a parte alcune ustioni di lieve entità, e con un po' di riposo sarebbe tornato perfettamente in forma. Con l'arrivo dei ninja-medici e della squadra di supporto, la loro presenza ad Ashigure non era più necessaria. Tenten e Rock Lee fecero dunque ritorno a Konoha con l'amico svenuto, affidandolo alle cure di Sakura; ed erano felici di constatare che stesse bene, malgrado lo spavento che aveva fatto prendere ad entrambi.

- Ben svegliato - lo salutarono Rock Lee e Tenten con un sorriso.

Lo Hyuga impiegò un attimo a ricordare cos'era successo.
Senza dubbio, agli occhi dei compagni, il suo gesto appariva come una grande dimostrazione di coraggio e spirito di sacrificio. Pochi ninja sarebbero sopravvissuti a quella situazione eppure, per qualche motivo incomprensibile, sul volto di Neji non vi era alcuna traccia di soddisfazione né tantomeno di orgoglio. Gli occhi dello Hyuga erano calmi e imperscrutabili come al solito ma, osservandolo meglio, vi si poteva anche scorgere un velo carico di tristezza e malinconìa.
Tenten fu la prima ad accorgersi di questo suo disagio.

- Forse dovremmo lasciarti riposare - osservò la kunoichi. - Eri praticamente sfinito quando ti abbiamo portato qui, è normale che tu abbia ancora bisogno di dormire!
- Cerca di riguardarti, Neji - tagliò corto Rock Lee, appoggiando un leggero buffetto sulla guancia del compagno con il dorso della mano. - Appena ti rimetterai, dobbiamo riprendere la nostra sfida... Non te lo dimenticare!

Neji non reagì.
Lo sguardo fisso e immobile davanti a sé, il jonin dagli occhi di ghiaccio non disse una parola.
Tenten e Rock Lee lo salutarono di nuovo e, senza fare troppo caso al suo silenzio, fecero per uscire dalla stanza.

- Tenten - esclamò Neji improvvisamente. - Per favore, aspetta!

La kunoichi parve sorpresa, tanto che si fermò di scatto a guardarlo.
Era la prima volta che Neji la guardava così, con quell'aria triste ed afflitta, e non c'era dubbio che avesse un buon motivo per desiderare di parlare con lei a quattr'occhi. Fortunatamente Rock Lee era abbastanza sveglio da non desiderare di intromettersi in alcun modo nella conversazione e, strizzando l'occhio alla compagna, le fece intendere che l'avrebbe preceduta al campo di allenamento assieme al maestro Gai.
Tenten annuì e, come Rock Lee si chiuse la porta alle spalle, si avvicinò al letto di Neji e lo guardò con un misto di curiosità e sorpresa.

- Che c'è che non va? - gli chiese. - Non ti avevo mai visto così, prima d'ora...

Neji la fissò seriamente, senza distogliere lo sguardo dal suo, e Tenten poté avvertire il turbinìo di pensieri che affollava la sua mente. Certo non poteva indovinare a cosa stesse pensando con esattezza ma, di qualunque cosa si trattasse, non c'era dubbio che lo facesse soffrire e non poco.

- Ricordi quando ci siamo visti al cimitero l'altro giorno? - domandò Neji.
- Sì, certo - rispose lei. - Abbiamo parlato di mio padre: di quello che ha fatto, di come è morto e...
- E' morto per salvare un bambino - sottolineò Neji, abbassando lo sguardo gravemente. - Un gesto estremamente coraggioso che gli è costato la vita!
- Sapeva quello che stava facendo - osservò dunque Tenten. - Ma cosa c'entra questo?

Neji tacque un attimo prima di proseguire.

- Tenten - mormorò appena. - Il fatto è che il bambino che tuo padre ha salvato, e per il quale è morto... sono io!

La kunoichi sbarrò gli occhi incredula.
Per anni e anni, da che lo sfortunato genitore era morto, nessuno le aveva mai rivelato l'identità del bambino da lui salvato.
Lei stessa non aveva mai voluto conoscere il suo nome.
Mai e poi mai avrebbe immaginato che si trattasse proprio di Neji, e soprattutto non riusciva a credere che questi glielo avesse tenuto nascosto fino ad ora.
Lo Hyuga comprendeva benissimo lo stato d'animo della ragazza, così come il desiderio di avere delle spiegazioni. Per troppo tempo aveva taciuto questa verità, e per un motivo facilmente comprensibile, ma ora non poteva più mantenere il silenzio con lei. Tenten aveva tutto il diritto di sapere "come" e "perché" suo padre era morto, a prescindere da come avrebbe reagito sapendolo, e così Neji tornò indietro con la mente per ricordare correttamente ed iniziare così il suo racconto...

 

***

 

IL RACCONTO DI NEJI

Mio padre, Hizashi, aveva accettato di morire al posto di mio zio Hiashi.
Per giorni e notti intere ho pianto in silenzio, maledicendo il nome del mio clan assieme a quello degli assassini. Odiavo mio zio, odiavo chi mi aveva privato della persona a cui volevo più bene, e chiaramente odiavo ancora di più i ninja della Nuvola.
Alcune di quelle canaglie erano rimaste nei pressi del villaggio.
Non contenti di avere avuto la loro "vittima sacrificale", evidentemente desideravano portare a termine il compito di uccidere anche gli altri membri del clan.
Attesero la notte per rifarsi vivi.
E fu quella notte, fu in quella notte che decisi di vendicarmi.
Volevo vendicare mio padre.
Volevo fare giustizia dei suoi assassini.
Non mi importava quanto costoro fossero forti, né tenni conto del fatto che ero ancora un bambino, così corsi fuori dal villaggio per stanarli ed affrontarli... e persi, ovviamente!
I miei avversari erano nukenin addestrati e pericolosi, mentre io non ero neppure un genin. Non avrei mai avuto alcuna possibilità contro di loro, né ero in grado di immaginare dove le conseguenze del mio gesto mi avrebbero portato. Mi ridussero in fin di vita nel giro di pochi secondi, come se fossi poco più di un "giocattolo" per loro; e quando tuo padre giunse a soccorrermi, uno di loro stava già per infliggermi il colpo di grazia.
Kizoku Igarashi ( mai avrei dimenticato il suo nome! ) si frappose tra me e la morte, lottando con estremo coraggio e affrontando da solo ben cinque avversari agguerriti. Approfittando del fatto che ero a terra, vulnerabile e incapace di difendermi, il sesto membro di quel gruppo di assassini scagliò dei kunai nella mia direzione.
Igarashi ebbe appena il tempo di rendersi conto della situazione che, agendo istintivamente, si buttò sulla traiettoria di quelle armi... restandone trafitto in pieno.
Ero quasi privo di conoscenza, incapace di muovermi, eppure lo vidi chiaramente.
Vidi quell'uomo coraggioso sopra di me: la schiena trafitta e la bocca piena di sangue, mentre la vita scompariva dai suoi occhi, e lo vidi accasciarsi davanti a me; un ninja abile e coraggioso, ucciso per colpa mia, e lo vidi cadere immobile nel vento freddo della notte.
Non ho mai dimenticato quella scena.
Né avrei mai potuto dimenticarla.
Uno sciocco e stupido bambino è sfuggito alla morte per un soffio... e un eroe invece è caduto per difendere la sua vita!

 

***

 

- Questo è quanto è accaduto, Tenten - concluse Neji, evitando di incrociare il proprio sguardo con quello della compagna. - Questo è ciò che è accaduto a tuo padre... e per colpa mia!
- Perché... - mormorò lei appena, cercando di dare voce alla confusione che d'un tratto sentiva dentro. - Perché non me lo hai mai detto?

Silenzio.

- Perché, Neji ?!?

La voce di Tenten era rotta dal pianto e dalla disperazione.
Mai e poi mai avrebbe ritenuto un innocente responsabile della tragica fine di suo padre, e certo non avrebbe odiato colui che suo padre aveva salvato a prezzo della sua stessa vita.
Neji sapeva.
Lo aveva sempre saputo, fin da quando aveva appreso il nome del suo soccorritore, e ciononostante non aveva mai avuto il coraggio di raccontare la verità alla ragazza che ( ironìa della sorte! ), oltre ad essere sua compagna di squadra, era proprio la figlia di Kizoku Igarashi.

- Mi hai tenuta nascosta la verità per anni, nonostante io mi fidassi di te... Come hai potuto?
- Tenten, quello che provo verso me stesso è un odio che supera di gran lunga quello di chiunque altro!
- Avresti dovuto dirmelo...
- Ero distrutto, dopo la morte di mio padre - spiegò Neji. - E senza volerlo, anzi senza neppure "immaginarlo", sono stato la causa della morte di tuo padre... Quando ho realizzato la gravità di ciò che era successo, prima ancora di scoprire che quell'uomo era tuo padre, era troppo tardi per rimediare: io che avevo maledetto il nome di Hinata e di mio zio Hiashi, per le circostanze che hanno portato alla morte di mio padre, mi sono macchiato della stessa colpa; un innocente è morto, solo ed unicamente per colpa mia, e tu sei stata privata del suo affetto!

Ora Tenten cominciava a capire.
Il silenzio che Neji aveva tenuto durante quegli anni non era privo di dolore. Questi infatti aveva sopportato il senso di colpa e l'angoscia per aver separato, sia pure indirettamente, Tenten dall'affetto di suo padre. La kunoichi aveva conosciuto il suo stesso destino: crescere senza un genitore che amava, per un motivo che non era il suo, e questa consapevolezza pesava tuttora sul cuore di Neji come un macigno.

- Oggi ho come rivisto il volto di tuo padre - disse poi Neji. - Quando ho quasi esaurito il mio chakra, per salvare quel bambino dall'incendio, per un attimo ho creduto di vedere tuo padre che mi sosteneva per impedirmi di cadere... E' come se mi avesse salvato una seconda volta, e questo non fa che aumentare il mio debito verso di lui, perciò non potevo più nascondere questa verità!
- Ho capito - fece Tenten, annuendo debolmente con un cenno del capo.
- Ora sai tutto, Tenten: hai tutto il diritto di odiarmi e di giudicarmi, non fosse altro che per il mio silenzio, e so benissimo di non essere nella posizione di poter chiedere il tuo perdono...
- Ti ho già perdonato!
- Eh ?!?

Ora era Neji che non riusciva a credere alle proprie orecchie.
Ora che la verità era venuta finalmente alla luce, Tenten poteva vedere le cose con molta più chiarezza.
Neji aveva sbagliato ma, aldilà di questo, non poteva certo ritenerlo responsabile di quanto era accaduto. La morte di Kizoku Igarashi non era colpa sua, e l'unica cosa che poteva rimproverargli era il fatto di averle taciuto la cosa per anni. Tuttavia Neji Hyuga non aveva dimenticato l'ombra di Kizoku Igarashi, il cui esempio e sacrificio avevano profondamente inciso su di lui, e oramai aveva sofferto abbastanza per caricarsi di un altro dolore ingiustificato.

- Ti comprendo, Neji - disse ancora Tenten, stringendogli forte la mano e guardandolo dritto negli occhi. - Posso capire quello che hai provato, o quello che provi adesso, per questo posso perdonare il tuo silenzio!
- Tenten, ma tu...
- Quello che ti chiedo è di continuare a tenere vivo il ricordo di mio padre, e di seguire insieme il suo esempio, io e te come veri ninja!

Neji esitò un attimo incerto ma, stringendole la mano a sua volta, annuì.

- Te lo prometto!

 

FINE

   
 
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