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Autore: Sophie Hatter    17/05/2007    5 recensioni
La signora Weasley li chiamava “attacchi di broncio”.
Sirius sembrava sentirsi oltremodo infastidito da quella definizione, ma forse non avrebbe potuto essercene una più calzante: semplicemente, si alzava al mattino presto, quando già si percepivano i rumori di qualcuno che trafficava giù in cucina, si raccoglieva silenziosamente per qualche secondo - giusto il tempo di realizzare dove si trovava, che cosa ci faceva lì e quale preoccupazione l’avesse tormentato per tutta la notte togliendogli il sonno – e, una volta che gli era tutto chiaro, decideva che per il resto della giornata il suo umore non avrebbe potuto fare a meno di essere pessimo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Nights Are Cold - Wolfstar'
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Nota di inizio fanfic: ed eccomi qua, finalmente, con la mia prima Sirius/Remus

Nota di inizio fanfic: ed eccomi qua, finalmente, con la mia prima Sirius/Remus. No, tranquilli, a questa affermazione non seguirà un “siate clementi”. Potete bastonarmi quanto vi pare e piace, proprio perché è la prima fanfic che ho composto su questa coppia, e ci vorrà dell’esercizio prima di arrivare a scrivere bene a riguardo. Ho iniziato ad amare Sirius e Remus come coppia grazie alle meravigliose creazioni di TwinStar, che consiglio vivamente a tutti gli amanti del pairing. Riguardo al mio lavoro, posso soltanto dire che è nato per caso. Non ha uno scopo particolare, se non quello di scrivere su questa coppia, fornendone l’idea che si è formata nella mia testolina. Avevo già buttato giù da tempo l’inizio di questo breve lavoro, ma non sapevo davvero come portarlo avanti, né dove sarebbe andato a parare; dopo un bel po’ di tempo, è arrivata l’illuminazione. La vicenda è ambientata nel periodo delle vacanze di Natale del quinto anno di Harry & Co., all’incirca a partire dal capitolo 23 dell’Ordine della Fenice. Ci saranno quattro capitoli (due narrati dal punto di vista di Remus, altri due narrati dal punto di vista di Sirius), più un prologo e un epilogo narrati da un punto di vista esterno e onnisciente. Per quanto mi riguarda, mi sono divertita un sacco a scrivere questa fanfic; spero qualcuno possa anche apprezzarne la lettura.

Saluti

Jane

 

Attacchi di broncio

 

Prologo

 

“Voglio venire anch’io”.

L’uomo dai capelli ingrigiti e il volto segnato da acciacchi prematuri mollò di scatto la presa sulla pesante maniglia d’ottone per voltarsi a fissare il suo interlocutore, con un’espressione incredula dipinta in faccia.

“Come, scusa?”

“Ho detto che voglio venire anch’io!” ripeté l’uomo in piedi dall’altra parte della stanza, avanzando di qualche passo in direzione della porta. L’uomo dall’aspetto sciupato si affrettò a richiuderla, come per tentare di prevenire una possibile fuga dell’altro.

“Ti rendi conto che le tue pretese sono totalmente assurde, vero?” domandò, in tono retorico. In tutta risposta, ricevette un’occhiata assassina.

“Voglio uscire da questa casa, dannazione!”

Remus Lupin esalò un profondo sospiro.

“Senti, Sirius, lo sai che mi dispiace e che se potessi ti aiuterei senza pensarci due volte, ma di venire con me a Diagon Alley non se ne parla proprio”.

Sirius Black guardò l’uomo in cagnesco.

“Non è giusto, e lo sai” sbraitò, stringendo i pugni e prendendo a camminare nervosamente su e giù per la stanza. Lupin lo fissava con un’espressione tormentata, con l’aria di chi si ritrova a svolgere un compito niente affatto piacevole.

“Lo so, Sirius. Ma tu sai che non è possibile fare tutto ciò che vuoi”.

“Tutto ciò che voglio?! Andiamo, Remus, chiedo solo di uscire da questa putrida casa, non mi sembra di aspirare a qualcosa di impossibile! E poi non mi fido di te, tu non hai mai saputo fare regali decenti”.

Una lieve smorfia di disappunto intaccò il volto di Lupin, che a quell’affermazione si irrigidì appena. Subito dopo, però, quelle tracce di contrarietà svanirono, inghiottite da un’espressione neutrale.

“Fidati di me, ho già un paio di idee. Piacerà anche a te, puoi starne certo” disse, in tono conciliante.

“Oh, già. Posso sicuramente fidarmi del buon gusto di un ex professorino di Hogwarts”.

Anche stavolta, la manifestazione di fastidio di Lupin per le parole dell’amico durò ben poco.

“Non credo che tu sia nella posizione migliore per poter fornire delle idee alternative, riguardo al regalo per Harry” replicò, in tono lievemente più secco di poco prima. Voleva far capire a Sirius che stava esagerando, e che non era disposto a sorbirsi i suoi insulti gratuiti ancora per molto, ma non aveva alcuna intenzione di mostrarsi irritato e dargli così la soddisfacente impressione di sortire un qualche effetto con le sue provocazioni infantili.

Sirius andava trattato esattamente come un bambino.

“E dai, Remus”.

Gli si avvicinò, fino a posargli una mano sulla spalla.

“Non voglio rimanere recluso qui dentro per tutto il resto della mia vita. È da un sacco di tempo che non usciamo più, io e te”.

Remus Lupin inclinò il capo, fissando il suo amico con sguardo grave.

“I tempi delle nostre uscite amichevoli sono finiti da quando sono morti Lily e James, e lo sai anche tu. Non siamo più dei ragazzini”.

Sirius chinò lo sguardo a terra, con aria contrita, poi tornò a fissare Remus negli occhi.

“Hai ragione, ma non sarebbe bello se ogni tanto, in nome dei vecchi tempi, tu ed io…”

Remus Lupin sembrò vacillare un attimo, e la sicurezza finora ostentata parve abbandonarlo, lasciando il posto ad un’espressione di affettuoso rimpianto. Poi, di colpo, la sua espressione si fece sospettosa.

“Che cosa intendi, esattamente?”

Sirius Black lo scrutò con aria confusa.

“In che senso?”

“Lascia perdere” lo liquidò Lupin, con un gesto rassegnato. Corrugò la fronte mentre fissava di sbieco il pavimento, e spostava poi lo sguardo alla mano di Sirius, ancora poggiata sulla sua spalla.

I loro occhi si incontrarono, e il piglio di Lupin tornò serio come prima.

“Devo andare, o farò tardi e troverò tutti i negozi chiusi”.

Sirius Black si riscosse soltanto dopo un paio di secondi, poi interruppe il contatto e si rassegnò a lasciarlo andar via senza di lui.

“Va bene. Ci vediamo a cena” gli disse, in tono più dimesso del consueto. Se fosse stato un cane, avrebbe avuto la coda fra le gambe. Lupin indugiò con lo sguardo su di lui per qualche attimo, mentre apriva la porta e si accingeva ad andarsene. Un lieve sorriso di compassione gli si dipinse sul volto.

“Perché non provi qualche canzone di Natale, nel frattempo?”

Sirius Black si girò a guardarlo, spiazzato.

“Canzone di Natale?”

“Sì, esatto. Ci vorrebbe un po’ di spirito festivo, in questa casa. Soprattutto adesso che avremo così tanti ospiti”.

Sirius Black assunse per un attimo un’aria pensierosa, guardandosi intorno con circospezione, poi un sorriso spontaneo gli illuminò il volto.

“Devo ammetterlo, Moony: le tue idee non sono così pessime come pensavo”.

Lupin gli sorrise di rimando, in modo sinceramente affettuoso. Le guance gli si colorirono un po’, probabilmente per essersi sentito di nuovo chiamare con il suo soprannome dei tempi di scuola. Gettò un altro paio di occhiate furtive all’amico, poi si decise ad uscire e inforcò le scale, scendendo i gradini a passo rapido.

Non aveva ancora raggiunto la porta d’ingresso quando la voce di Sirius gli riecheggiò alle spalle.

“Mi raccomando, niente libri noiosi!”

“Contaci” gli rispose, sorridendo, contagiato dal tono di voce gaio che l’amico aveva di colpo assunto. Non smise di sorridere nemmeno quando, prima di richiudersi l’uscio alle spalle, sentì una calda voce baritonale intonare un vecchio motivetto natalizio.

 

Nota: il regalo per Harry a cui ho fatto riferimento è il libro Magia Difensiva Pratica: Come Usarla contro le Arti Oscure, che viene indicato come regalo ricevuto appunto da Harry per Natale da parte di Remus e Sirius. L’ultima battuta di Remus, pertanto, è un pochino ironica; alla fine comprerà sì un libro, ma non noioso come pensa Sirius.

Per quanto riguarda le canzoni di Natale, che Sirius si mette effettivamente a cantare nel capitolo 23, ho immaginato una genesi un po’ particolare, e cioè che Sirius inizi a mettersi a cantare su suggerimento di Remus.

   
 
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