Le strade di Kodama erano piene zeppe di turisti
e cittadini che si godevano la festa popolare, c'era musica nell'aria e fitto
chiacchiericcio di sottofondo.
"Vieni, Kaku!" mi tirò per un braccio
mia sorella "Andiamo a vedere come se la stanno cavando mamma e
papà!"
"Io direi piuttosto di intrufolarci dai cannonieri e far partire
qualche fuoco d'artificio" propose Milo con un ghigno.
"Non ci provare" lo ammonii "Meglio se andiamo dai nostri
genitori"
"Perché? Io voglio divertirmi un po'!"
Sospirai "Ci sono tante bancarelle e giocolieri per strada, devi per
forza fare il piromane per divertirti?"
"Sei solo un saputello, sapu-Kaku!" mi
fece una linguaccia.
Kyoko mi strattonò "Guarda, fratellone! C'è la bancarella dello zucchero
filato! Ci andiamo?"
Mi voltai nella sua direzione "Certamente, piccola. Aspetta solo un
attimo, che Milo...Milo?" mi girai confuso, ritrovandomi a conversare con
il vuoto "Milo?...dannazione!"
"Che c'è?" chiese mia sorella "Dov'è andato Milo?"
"Kyoko, sai raggiungere da sola il chiosco
della mamma?" le domandai, cercando di controllare il mio tono preoccupato
"Io vado a recuperare quella testa calda di nostro fratello"
"Vengo con te" si offrì senza pensarci due volte.
"Non questa volta" frenai il suo entusiasmo "Sono sicuro che
nostra madre ha bisogno del tuo aiuto più di quanto ne abbia bisogno io"
Sbuffò "E va bene. Sta' attento però!"
Le feci un occhiolino "Non ci metterò molto"
La osservai camminare nella direzione dei nostri genitori, dopodiché mi
fiondai alla ricerca di quel testardo di mio fratello: Milo era un ribelle, un
anticonformista, un bambino irrequieto già dalla nascita.
Scossi la testa "Speriamo che non si sia cacciato in qualche
guaio"
Solo un attimo di distrazione mi ero concesso, e mi aveva messo nel sacco
ugualmente.
Saltai sui tetti e scrutai la folla dall'alto, ma era buio e, nonostante le
luci della festa, le persone erano visibili a malapena. Allora cercai di
spostarmi sulle abitazioni più basse, che permettevano di avere una visione più
chiara e immediata, ma anche in questo caso non ebbi risultati soddisfacenti.
"Stavolta mi sente" pensavo tra me e me, mentre mi arrampicavo su
un festone di lanterne arancioni e cercavo di non dare nell'occhio.
Improvvisamente, però, il festone si mosse, facendomi mollare la presa e cadere
inevitabilmente a terra "Hey, ma
cosa...ahi!"
Fortuna volle che fossi già abbastanza basso, per cui non riportai gravi
dolori se non un lieve pulsare al fondoschiena. Mi sistemai il cappello e presi
a massaggiarmi la parte lesa, rialzandomi con un po' di confusione
"...cosa diavolo è stato?"
"Ciao, Kaku"
Alzai lentamente gli occhi e mi accorsi che di fronte a me c'era una
ragazzina bionda che ben conoscevo.
"Ciao" balbettai un po' frastornato "Sei stata tu a tirare
il festone?" mi pulii i pantaloni sporchi.
Bella mossa del cavolo, l'avrei rimproverata se fossi stato in
vena.
"Sì" confermò lei con un sorriso "Ma l'ho fatto solo perché
avevo paura che ti facessi male a saltellare così"
"Ah" riflettei per un istante "Che gesto premuroso...ma le
cadute fanno più male dei salti, non credi?" mi lasciai sfuggire con un
tono più offeso di quanto avessi voluto.
Ma il suo sorriso non si spense "Ti ricordi di me, vero?" cambiò
discorso con nonchalance "Ci siamo incontrati oggi pomeriggio"
E come dimenticarti, avrei voluto dirle. Ma mi limitai ad
annuire "Cosa ci fai in questo vicolo buio?" le chiesi poi.
Scrollò le spalle "Con tutte quelle luci non riesco a guardare le stelle.
Speravo di poterle ammirare meglio da qui"
"Capisco" la buttai lì.
Seguì un momento di silenzio, in cui i nostri sguardi si fecero bassi.
Stavo per dirle "Beh, io vado a cercare mio fratello...ci vediamo!"
ma le parole che uscirono dalla mia bocca furono del tutto diverse "Ti
andrebbe di vedere le stelle come si deve?"
I suoi occhi s'illuminarono "Dipende...che intenzioni hai?"
"Ho l'intenzione di farti fidare di me per un istante" le tesi la
mano con crescente aspettativa.
Sophie s'immerse nei suoi pensieri, dopodiché adagiò la piccola mano nella
mia "Purché non succeda nulla di rischioso"
"Non succederà, se resisti alla tentazione di tirare gli eventuali
appoggi"
"Cosa?" non le diedi il tempo di comprendere appieno le mie parole,
che l'afferrai velocemente e la feci saltare con me sul tetto di un'abitazione.
"Santo cielo!" si aggrappò alla mia schiena con presa salda, in
un modo caloroso e confidenziale che non mi sarei mai aspettato "Sicuro di
sapere quello che stai facendo?"
"Lascia fare a me" la rassicurai.
Mi spostai da un tetto all'altro in un batter d'occhio, fino a raggiungere
quello della villa del sindaco, tra il vociare sempre più lontano della folla.
"Ecco" la feci scendere "Questo è il punto più alto
dell'isola"
Sophie si guardò attorno estasiata "Davvero?"
Mi persi ad ammirare i suoi occhi sorpresi che scrutavano il cielo. Poi mi
ridestai e mi stesi a pancia all'aria, incrociando le braccia sotto la testa.
Immediatamente, davanti a me si fece spazio con prepotenza la notte
stellata: ne rimasi folgorato.
"E' davvero bellissimo, non trovi?" Sophie si stese accanto a me
con espressione soddisfatta.
"Già" confermai, facendo confondere il mio sguardo tra le stelle,
indeciso se soffermarmi più su una o su un'altra.
E furono minuti interminabili, immensi, che sarebbero rimasti per sempre
incisi nella memoria di entrambi.
Poi la ragazza parlò "Sai, ho visto tua sorella prima..."
Mi voltai verso di lei per ascoltarla meglio: era terribilmente vicina.
"Credo che stesse mangiando...un insetto" disse storcendo il
naso.
Non potei trattenere una risata "E' probabile"
"Come?"
"E' il suo piatto preferito" continuai a ridere pensando alle
nuove abitudini di Kyoko, ma mi fermai di colpo
quando mi accorsi che Sophie mi stava guarando con
curiosità, in silenzio.
"Che c'è?" le domandai spontaneamente.
"Continua" fece in un sussurro.
"Continuo cosa?"
"A ridere...la tua risata..." cercò di riordinare il suo
discorso, balbettando "...la tua risata è davvero bellissima"
Arrossii. Era una mia impressione oppure si era avvicinata ancor di più a
me?
"Fammela ascoltare ancora, ti prego"
Ma non riuscivo nemmeno più a sorridere: m'irrigidii e non facevo altro che
guardarla negli occhi insistentemente.
Tutt'a un tratto, posai la mano sulla sua guancia bianca e ci feci
scivolare le dita: la sua pelle era liscia e morbida come quella di un
bambino.
"Puoi provare a prenderla, se ti piace tanto" le suggerii in un
sibilo.
Il suo sguardo si fece interrogativo, non ero sicuro che avesse capito cosa
intendessi.
Allora decisi di aiutarla: avvicinai la bocca a un palmo dalla sua,
sussurrando "Avanti, prova a rubarmela"
A quel punto, la ragazza premette delicatamente le labbra sulle mie con un
avvertimento scherzoso "M'impossesserò della tua risata, Kaku. E non c'è niente che tu possa fare"
La baciai con lentezza, facendo rincorrere la mia lingua dalla sua e
lasciando che le sue dita scivolassero sul mio naso lungo.
Le stelle ci osservavano silenziose, forse erano abituate ad assistere a spettacoli
come quelli.
"Ecco" le dissi, mentre adagiava la testa sul mio petto
"Adesso è tutta tua" la strinsi a me e poggiai il capo sul suo,
inebriandomi del profumo dei suoi capelli "Contenta?"
"Sì, molto" rispose lei semplicemente.
Non avrei mai pensato che il mio primo bacio sarebbe stato su un tetto.
Eppure eccomi lì, a stringere una ragazza di cui non sapevo praticamente nulla
e a dimenticarmi completamente di tutto il resto.
"Maledizione...Milo!" mi alzai di scatto.
"Cosa c'è?" chiese Sophie, visibilmente delusa dopo che avevo
sciolto quell'abbraccio che tanto ci piaceva "Va tutto bene?"
"Sì, è solo che..." sbuffai "...mio fratello! Stavo cercando
lui, quando ti ho incontrata!"
"Mmm..." si portò un dito sotto il
mento, pensierosa "Posso darti una mano, se vuoi"
Scoccò la mezzanotte: i rintocchi della campana della chiesa centrale ci
fecero sussultare.
"Meglio di no" decisi in un istante "Ci metterò un secondo,
tu non muoverti da qui"
Fece spallucce "D'accordo"
"Davvero?" le chiesi istintivamente. Di solito ero abituato
a sentirmi rispondere "Non se ne parla!" oppure "Vengo
anch'io!" da Kyoko o da Milo.
"Sì" sorrise lei "Va bene, aspetterò qui"
Scossi la testa, incredulo "Perfetto" sorrisi di rimando "Ci
vediamo dopo" e con un salto scesi tra i comuni mortali, tra coloro che
non conoscevano l'immensità delle stelle.©
Aggiorno presto, un po’ per la noia
e un po’ perché con la scrittura sono già andata (molto) avanti! xD
Capitolo un po’ più breve del
precedente, ma spero comunque interessante.
Ho deciso di intitolare i capitoli
con dei numeri che rappresentano l’età del protagonista durante la vicenda
(questo anche per mettere in risalto la saggezza e il senso di responsabilità
di Kaku nonostante sia molto giovane…sono
terribilmente di parte, si vede?).
C’è un po’ di ‘sentimentalismo
adolescenziale’, dopotutto Kaku ha soltanto sedici anni.
Inutile dirvi che non vedo l’ora di scrivere i capitoli in cui sarà più maturo
e i suoi problemi saranno un tantino più seri ;)
Ringrazio Robin7, Archdeacon Chopen e Cola23!
Sperando di trovare ancora altri fans del vento di montagna, vi saluto!***