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Autore: El_Roy    03/11/2012    1 recensioni
Niente di nuovo per il Dottore e i Pond, che accidentalmente sbagliano la destinazione. Qualcosa però non quadra: dove sono finite tutti gli abitanti di Alaska? Beh, forse un piccolo aiutino potrebbe averlo dato il buco nero che pende inesorabile sulla testa del pianeta!
Buona lettura!
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Vederli arrivare fu una cosa alquanto bizzarra e la reazione divenne una pietra a metà tra il suo stomaco e la trachea. Dal grande lucernario, o meglio da un piccolo spiraglio in basso a destra dal quale si poteva scorcere qualcosa del mondo esterno, vide la ragazza rossa e il campagnolo salire il viottolo verso il portone, guidati dall'uomo alto che gesticolava come un matto. Quanto tempo era passato prima di vedere qualsiasi altra persona al di fuori del suo riflesso? Quante ore? Quanti giorni? Forse però i tre ospiti non sapevano della sorte verso cui Alaska stava andando incontro; forse erano in pericolo tutti e tre. Chiuse gli stanchi occhi per un secondo per snebbiare la mente, quando il bussare delle nocche dell'uomo alto sull'uscio di casa lo riportò alla realtà. Dopo un sacco di tempo si alzò da quella vecchia poltrona verde scuro, e aprì la porta.
 
"Salve a lei, signore!" disse il Dottore quando un uomo anziano, un po' ingobbito e con il naso adunco aprì loro la porta. Amy e Rory fecere cenno di ciao con la mano, mentre il proprietario della casa li scrutava dalla testa ai piedi.
"O....oh....beh, salve di rimando, gentili ospiti....devo subito avvisarvi che questo pian....che diavoleria è mai questa?!" esclamò impaurito quando il Dottore gli puntò senza preavviso il cacciavite sonico addosso e lo scannerizzò di brutto, tenendosi per lui tutti i dati rilevati.
"...si, si, lo sappiamo, pianeta Alaska, Buco Nero, otto giorni rimasti prima della sparizione e annessi e connessi. Beh, salve, io sono il Dottore e loro sono Amy e Rory. Possiamo entrare?"
"Dottore in cosa di preciso?" chiese sospettoso il vecchio mentre si spolverava l'abito a code di velluto nero e strizzava gli occhi come per vederci meglio.
"Oh, in un sacco di cose in realtà. Cose divertenti. E anche un po' noiose, ma soprattutto divertenti!" rispose mentre si faceva strada senza essere invitato e varcava la soglia dell'abitazione seguito da Rory ed Amy e dallo sguardo spiazzato del proprietario che richiuse la porta alle spalle dei tre.
"Sedetevi pure, se ne avete la voglia e il tempo. Io non ho molto da offrirvi, ho poco cibo in casa al momento; di solito mi rifornisco dagli ingrossi abbandonati, se hanno ancora cibo non andato a male. Qualcuno benedica i nostri freezer ipertecnologici, buon cielo!"
"Non ci occorrà niente, signor....Signor?"
"Geb, Dottore. Geb III, Alaskiano da generazioni."
"Beh almeno tre suppongo. Avevo un altro amico che aveva un "terzo" a fine nome. Brava persona, anche se un po' troppo americano per i miei gusti. Ha presente? Sparare a raffica e tanti hamburger. Ah...ahia!" Amy aveva mollato una gomitata al Dottore che aveva iniziato a parlare di cose che un Alaskiano non poteva assolutamente sapere.
"Signor Geb, se sa del Buco Nero perchè è ancora qui? Dovrebbe subito evacuare il pianeta!" esclamò Amelia che intanto si era accomodata su un puff a forma di foglia secca, mentre Rory armeggiava con il grosso camino ricavato dalla roccia della parete.
"Questioni affettive, signorina Amy. Direi che non avrei vita se io lasciassi questo pianeta. Vivo su Alaska da generazioni, il mio III vuol dire che sono il terzo Geb della mia famiglia. Un Geb nasce ogni 50 anni, il che vuol dire che la mia famiglia ha vissuto qui per 150 anni. Sono l'Alaskiano con la storia più vecchia alle spalle."
"No, lei è l'unico Alaskiano." corresse Rory, salvo poi accorgersi di essere stato scortese e aggiungere poco dopo "senza offesa. Lei è senz'altro un bell'Alaskiano."
"Quindi lei ci sta dicendo che si farà risucchiare da un Buco Nero tra otto giorni per questioni affettive? Soltanto per questo?" chiese il Dottore, che si stava specchiando nel riflesso di una vecchia clessidra e sistemando il cravattino.
"L'amore fa grandi cose, caro ragazzo. L'amore è più potente dell'energia, se è puro."
"Oh, stupido, vecchio Alaskiano. Dove sei stato per tutti questi mille anni della mia vita?" fece il Dottore prima di prendergli la testa tra le mani e stampargli un bacio sulla fronte.
"Ma i piani sono altri; tu adesso verrai con noi alla nostra macchina del tempo, e abbasserai gli scudi per farci andare via tutti e quattro sani e salvi. Amore o non amore, patria o non patria."
"Giusto, gli scudi! Come vi hanno permesso di atterrare?"
"E' quello che ci stavamo chiedendo anche noi." rispose Amy mentre giochicchiava con una ciocca dei rossi capelli.
"Noi siamo semplicementi atterrati, senza intoppi. E' il ritorno che pare un problema per questo pianeta."
Geb III iniziò a passeggiare nervosamente per la stanza, a piccoli passi silenziosi e cortesi.
"Questo può essere un problema." rumoreggiò tra sè e sè.
"Vedete..." iniziò a spiegare "il Buco Nero non è così distante come sembra. In termini spaziali, dista solo qualche migliaia di anni luce. Sono gli scudi che stanno rallentando così tanto il tragitto verso l'oblio. Sono certo che se li abbassassi anche solo per pochi minuti, il Buco Nero sarebbe qui prima che potessimo anche solo metterci il cilindro in testa, non so se mi spiego."
"Infatti è per questo che tu verrai con noi nel Tardis e lascerai questo pianeta alla sua sorte. So che ti chiediamo molto Geb, ma non c'è altro da fare." replicò il Dottore.
"C'è molto altro da fare, invece." sentenziò l'Alaskiano.
"Oh, andiamo. C'è altro vero?" fece Amy perdendo quel poco di pazienza che fingeva di avere.
"Certo che c'è altro. E' ovvio, che c'è altro, c'è sempre altro Geb. Intanto la tua casa, giusto? Qui. Su una collina. Tutte le altre case sono al pari, per le strade, ma la tua no. La tua è su una collina, con un grandissimo lucernario su una parete." spiegò il Dottore.
"Sei una sorta di capo pianeta, giusto? Sei tu che mandi avanti tutto. Tu che dai ancora energia a questo posto. Quanto tempo è che sei da solo, Geb? Quanto tempo? Da quanto Alaska ha iniziato ad essere attirato dalle correnti spaziali dentro quel Buco Nero?"
Geb sospirò e si accasciò sulla poltrona dalla quale si era alzato qualche minuto fa.
"Ero il capo di Alaska. Avevo fatto costruire questo grande lucernario perchè volevo svegliarmi ogni mattina, ogni alba di questo stupendo pianeta e ammirare la sua gente, la loro voglia di vivere e le splendide distese inondate di luce dal nostro sole rosso come i rubini. E volevo addormentarmi ogni sera con l'immagine impressa delle stelle che ci vorticavano intorno in una danza frenetica che elogiava la bellezza e la gente di questa terra. L'ultimo abitante di Alaska se n'è andato 58 anni fa."
"58 anni?!" sobbalzò Amy. Rory smise di giocare con l'attizzatoio e anche lui si avvicinò al vecchio abitante che pareva sull'orlo delle lacrime.
"Siamo le prime persone che vedi da 58 anni?" chiese Rory.
"Si, lo siete. E probabilmente anche le ultime, dato che non ho assolutamente intenzione di abbandonare questo pianeta. Mio padre, mio nonno, e suo nonno prima di lui, sono stati su Alaska fino alla fine dei loro giorni. Così farò anche io; ho fatto molto per questo pianeta, ho creato una nuova fonte di energia pulita e inesauribile grazie ad una peculiarità degli Alaskiani, ho depurato le faglie invase dal fango e da residui cosmici e ho creato gli scudi di difesa;  intendo rimanere al mio posto fino all'ultimo. Io sono il capitano e questa è la mia stanca e vecchia nave." Rory ed Amy abbassarono lo sguardo, certi che niente avrebbe fatto cambiare idea al quel vecchio dolce e cocciuto. Il Dottore invece si avvicinò a passo deciso a Geb e si piegò verso di lui, quasi naso contro naso.
"C'era qualcosa che non mi tornava nell'analisi che ho fatto appena atterrato su Alaska, Geb. Ho avuto la conferma poco fa che c'è qualcosa che non va in te. Gli Alaskiani sono molto simili agli umani come anatomia, a parte qualche squama ascellare e un sesto dito per piede; il cacciavite mi ha fatto notare una cosa davvero importante di te." Il Dottore puntò gli occhi dritti in quelli di Geb, come per scrutare l'anima stessa del vecchio.
"Dov'è il tuo cuore?"
   
 
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