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Autore: cOstanza    03/11/2012    3 recensioni
Tutto è cambiato e tutto è perduto.
[...]
Adorava distendersi sul prato, osservarlo per un po' e ritrovare naturalmente il sorriso. Perché i ricordi ritornavano alla sua mente. Ritornavano con la forza di una battaglia, con l'impetuosità di un battito di ali, con la delicatezza di un mondo in tempesta.

Durante il sesto anno ad Hogwarts, Hermione conosce un nuovo aspetto di sé, una parte che per anni era stata nascosta. Lo farà perché imparerà che a volte l'amore può essere più importante di tutto il mondo, della guerra, delle battaglie senza speranze, del mondo in rovina.
L'amore è la forza più grande che ha, e prima o poi lo capirà.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«Mi scaglio contro il cielo»



La musica è l'armonia dell'anima. 
Alessandro Baricco

 

Secondo capitolo;
«La vera Essenza
 


Le lacrime scesero con prepotenza sulle sue guance. L'aveva trattenute, per quanto?, mesi? ed ora uscivano dai suoi occhi con facilità. Era anche una sorta di liberazione avere un luogo dove poter dar voce ai suoi pensieri ed ai suoi sogni.
Non voleva essere quello che la sua famiglia aveva predestinato per lui, tutto tranne quello. Aveva un sogno nel cassetto, un sogno che non era certo si sarebbe avverato.
-Draco, calmati- si disse, alzando il volto dalle braccia. Si asciugò le lacrime con i palmi delle mani e tirò un ultima volta su con il naso.
Percepì nell'aria qualcosa di diverso. Un profumo, un dolce odore che penetrò nelle sue narici, scuotendolo dentro. Era la fragranza più curiosa e inebriante che avesse mai annusato. Mosse la testa verso quell'odore, alla ricerca del proprietario. Era così delicato che non riusciva a coglierne la vera essenza.
Nonostante ciò non poté non imprimerselo nella mente.
Non l'avrebbe dimenticato facilmente.
 
§

 
Con un lungo respiro, decise che era ora di riprendere le lezioni. Prima o poi sarebbero venuti a cercarlo. Quindi, con rammarico, abbandonò il piano ed uscì dalla Stanza. Il suo passo era caratterizzato da lunghe e decise falcate che lo stavano conducendo ai sotterranei dove avrebbe dovuto seguire la lezione di Pozioni.
-Ehi, Draco- urlò qualcuno alle sue spalle. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che i suoi amici Theodore Nott, Blaise Zabini e Pansy Parkinson lo stavano seguendo.
-Ti abbiamo cercato dappertutto amico. Dove ti eri cacciato?- domandò Blaise.
Draco non rispose. Proseguì senza fermarsi, senza voltarsi verso di loro. Qualcuno dei tre, però, lo afferrò per un braccio.
-Cosa volete ancora?- urlò Draco, voltandosi verso colui che l'aveva bloccato. Era Pansy. I suoi occhi, sempre luminosi, diventare improvvisamente due fessure.
-Niente, Malfoy. Semplicemente salutarti- affermò scontrosa Pansy, prima di allungare il passo verso l'aula.
Draco espirò, gettando fuori dai polmoni tutte le sue ansie. Una mano si posò sulla sua spalla.
-E' solo la tua ragazza, Draco. Perché la tratti sempre male?-.
-Perché non stiamo insieme, Nott. Non siamo mai stati insieme. Lei non vuole capirlo.-
-Tu almeno dovresti dimostrare di avere un cuore, Draco- suggerì Blaise.
Draco si girò verso di loro, quasi sul punto di scoppiare a ridere in faccia ai suoi amici.
-Siamo Serpeverde! Ce ne sbattiamo dei sentimenti altrui!-.
Blaise scosse la testa. Lo conosceva meglio di chiunque altro e sapeva che in quel momento Draco non era il vero Draco.
-Tu hai sempre avuto un cuore, amico, e noi lo sappiamo.-
Gli passarono ai lati, superandolo.
Sbuffando e digrignando i denti come una belve inferocita, fece gli ultimi metri verso l'aula e vi entrò.
Il professor Lumacorno ancora non c'era, ma di certo sarebbe giunto da un momento all'altro. Allora, si buttò su uno sgabello all'ultimo banco ed osservò di malavoglia tutti i presenti. Quel giorno la lezione era tra Serpeverde e Grifondoro. Ottimo, pensò sarcastico Draco.
Infatti, voltò lievemente lo sguardo verso sinistra e notò subito San Potter, con la mente altrove e le mani lievemente appoggiate al banco, Weasley intento a limonare con la sua attuale ragazza Brown -che coppia perfetta!- ed accanto a loro, dulcis in fondo, la cara secchiona Granger. Era seduta sullo sgabello ma dava le spalle a Weasley ed aveva le gambe incrociate. La divisa pendeva verso il basso, lasciandole scoperte le lunghe gambe. Era intenta a leggere un libro, il libro di testo di pozioni. Ma, quel giorno in particolare, era diversa. La luce la illuminava, risaltava in mezzo alla mandria di studenti che si erano riversati nel sotterraneo. Brillavano i suoi capelli così disordinati, brillava il suo corpo così aggraziato, brillavano le sue labbra così piene.
Si era ritrovato a fissare la Granger con gli occhi che sbattevano per convincersi che fosse solo un'allucinazione, che in realtà la Granger fosse brutta come una talpa. Invece ogni volta che le palpebre si alzavano, era come se fosse la prima volta che la vedeva.
-Buongiorno, miei cari!- salutò allegramente il professor Lumacorno, entrando con ruvida grazia. -Oggi c'è aria di test. Ho deciso che i miei studenti per concorrere all'Eccezionale di oggi dovranno lavorare a coppia per realizzare la pozione che, forse, mi diverte di più di tutte: il Veritaserum.-
-Ma signore- intervenne, ovviamente, la Granger. -Il suo utilizzo è controllato dal Ministero della Magia, non potremmo farla senza prima..-
-Chiedere il permesso, signorina. Si da il caso che Silente in persona abbia dato il permesso al sottoscritto di farvi lavorare sul Veritaserum. Per essere sicuri che la pozione funzioni veramente, io stesso mi sottoporrò al suo assaggio.- Si leccò le labbra con fare divertente. -Gnam gnam.-
Gli studenti guardarono tutti incuriositi il professore, che lievemente imbarazzato batté sonoramente le mani.
-Allora, su, su. Coppie: Potter, Weasley. Brown, Cormac. Finnegan, Paciock. Granger, Malfoy..-.
-COSA?- urlarono in coro questi ultimi. Il professore interruppe la lunga lista di coppie per guardarli incuriosito.
-C'è qualcosa che non va?- domandò.
La Granger si girò a guardare Draco, cosa che fece anche lui. Incrociarono i loro sguardi di odio, e poi dissero:
-Non ho intenzione di lavorare con lui!-.
-Non voglio lavorare con lei!-.
Lumacorno li guardò, lievemente deluso.
-Da due dei miei studenti migliori, mi sarei aspettato un comportamento più maturo. Di certo, per colpa di qualche scaramuccia, vi potreste bruciare l'opportunità di avere 'Eccezionale'.-
-Benissimo- affermò Draco, incrociando le braccia e appoggiandosi al muro dietro di sé. -A me non cambia niente.-
Draco spostò lo sguardo su Hermione, che però era sbiancata.
Ovvio, pensò. La secchiona ha bisogno di tutti 'Eccezionale' nella sua pagella per essere felice.
Lumacorno fece qualche passo avanti, come a voler essere minaccioso, ma invece si rivelò solo buffo.
-Signor Malfoy, la signorina Granger intende svolgere il lavoro. Lei ha qualcosa in contrario?-.
Draco stava per rispondere, ma Lumacorno alzò una mano per fermarlo.
-Perché se dovesse avere qualcosa in contrario, potrei decidere di mandarla dal Preside, per provvedere a questa sua improvvisa mancanza di rispetto. Cosa ne dice?-.
Avrebbe volentieri strozzato quel misero esserino, con il ridicolo cappello in testa. Sbuffando, fece spazio alla ragazza, spostandosi di uno sgabello. Accese il fuoco sotto il calderone e prese a cercare la pagina degli ingredienti. Il rumore dello sgabello tirato indietro gli fece capire che la Granger era arrivata.
-A che pagina stanno gli ingredienti?- chiese la ragazza tranquillamente.
-Cercatela da sola.-
La ragazza sbuffò. Aprì il libro e si mise alla ricerca, anche lei, della pagina. Strano a dirsi, ma la trovò prima lei.
-Eccola. 298.-
Senza neanche ringraziarla, Draco cercò la pagina e gli ingredienti. Quando li trovò tutti, si mise al lavoro.
-Guarda che dobbiamo lavorare in coppia.-
-Tu lavora alla tua parte di coppia, ed io alla mia.-
-Cioè?-.
-Cioè, io faccio la pozione e tu stai zitta in un angolo del banco senza crearmi distrazioni.-
La Granger incendiò lo sguardo e si alzò. Spostò lo sgabello più vicino a quello di Draco e vi sedette sopra. Le loro gambe erano a pochi centimetri di distanza e per poco Draco non rovesciò tutta la pozione per terra quando avvertì la gamba nuda della ragazza accanto alla sua.
-Che cavolo combini, Mezzosangue?-.
-Lavoro, Malfoy. Dobbiamo fare la pozione insieme. So che per te è un concetto del tutto sconosciuto, ma te lo insegno io. Significa che metà del lavoro la faccio io e l'altra metà tu, sono stata abbastanza chiara, oppure quel unico neurone che soggiorna sotto quella calotta biondo ossidata è morto?-.
Draco avvertì la rabbia montare in lui, non tanto per le parole che aveva usato, ma più per il fatto che aveva osato farlo! Lei, gli aveva rivolto parole di odio, senza neanche provare un minimo di compassione in volto. Gli aveva spruzzato addosso parole che lo fecero sentire un verme.
Sei un verme, Draco Malfoy. Accettalo, sembrava dirgli con quegli occhi così penetranti.
La osservò agitare con grazia la bacchetta e tagliuzzare gli ingredienti con precisione. I suoi capelli, accuratamente sparsi al vento, le finirono davanti agli occhi e più di una volta, con un verso di disapprovazione, spostò le ciocche dietro l'orecchio sinistro.
-Ci siamo quasi...- sussurrò Hermione, quando anche Draco cominciò a versare all'interno gli ingredienti.
Con un largo sorriso, Hermione osservò la pozione. Aveva raggiunto la giusta colorazione incolore, la giusta temperatura ed ora era perfetta.
-Finito in perfetto orario. Ottimo lavoro- affermò la ragazza girandosi verso di lui, sorridendogli.
Dapprima, Draco rimase un minuto ad osservare quel sorriso sincero ed a analizzarlo. Era veramente un sorriso, spontaneo e genuino, come quelli che distribuiva con i suoi amichetti Weasley e Potter? Era veramente quello un sorriso che ti mozzava il respiro, che ti faceva sudare e mandava il cuore su di giri? Era veramente quello quel tipo di sorriso che ti fa toccare il cielo?
Prima di poterle rispondere, Lumacorno accorse verso di loro.
-Ora, controlliamo il vostro lavoro- affermò, sorridendo loro. -Sono molto curioso, miei cari, ma soprattutto mi aspetto un lavoro eccellente.- Si affacciò sulla pozione ed il suo sorriso si allargò. -Già il colore presagisce un ottimo risultato. Ne posso assaggiare un sorso?-.
La Granger, anche lei sorridendo, annuì con forza, passandogli una fialetta che Lumacorno riempì di pozione. La odorò e poi, dopo un attimo di incertezza, la bevve tutta di un sorso.
Per un momento stette in silenzio. Poi si rivolse un po' confuso verso la Granger.
-Signorina Granger, la prego, mi faccia una domanda, qualcosa che dovrei non rivelare a nessuno.-
La ragazza tentennò, torturando le sue delicate mani. Girando con forza lo sguardo, Draco si rivolse al professore.
-Ha mai avuto problemi di tipo... d'incontinenza, professore?-.
Draco osservò il professore diventare rosso e cercare di frenare le parole che uscirono di botto.
-Ho sempre problemi d'incontinenza, da quando ho nove anni.- Si mise una mano davanti alla bocca e abbassò il capo con forza. Poi però si rialzò. -Spesso, porto il pannolone Babbano.-
A quel punto, l'intera classe scoppiò a ridere, incontrollabilmente. Draco era piegato in due dalle risate, i suoi amici Serpeverde erano distesi per terra, tenendosi la pancia. L'unica che non rideva e si nascondeva, quasi come se avesse enunciato lei di farsi la pipì a letto, era la Granger. Con un passo lento, si era appoggiata al muro ed osservava l'eruzione di parole del professore che continuavano a causare tanta ilarità nella stanza.
Draco smise subito di ridere. I suoi occhi, pieni di tenerezza, vergogna e delusione, lo frenarono. Si avvicinò a lei.
-Per quale motivo non ridi? La nostra pozione ha funzionato!-.
-Non bisognerebbe ridere di un problema del genere.-
-Lo sappiamo da sempre che Lumacorno se la fa sotto. Lo ha solo confessato.-
Hermione si voltò di scatto verso di lui.
-Non è quello il punto-. I suoi occhi si assottigliarono. -Sentire i professori rivelare i propri più intimi segreti potrà anche essere esilarante, ma non è per niente dignitoso.-
-La dignità la sta perdendo lui, non di certo tu.-
-Sentire persone rivelare dei segreti che dovrebbero restare nei loro cuori distrugge anche la mia di dignità, perché come te sto qui ed ascolto. Perché le persone a volte si dovrebbero ricordare che il male che si fa agli altri prima o poi ritorna.-
Finì la frase e si voltò, facendo ondeggiare quei capelli ondulati.
In un momento, il cuore di Draco smise di battere. L'aria accanto a lui era stata inondata di un dolce profumo, affascinante ed incantatore. Lo stesso che aveva sentito nella Stanza delle Necessità.
Sgranò gli occhi, con la voglia di saltare addosso alla Granger e strozzarla con le proprie mani, ma rimase immobile, osservandola allontanarsi ed infine uscire dalla sotterraneo. Le sue narici si bearono di quell'odore così soave, facendogli dimenticare all'istante la collera. I suoi sensi si rilassarono, i muscoli tesi del collo si distesero, la sua mente si aprì ad un nuovo sentimento.
Aprì gli occhi di botto e notò come l'intera classe stesse ancora ridendo per le uscite intime del professor Lumacorno. Per cui convenne che nessuno avrebbe notato la propria assenza.
Con delicatezza, uscì dall'aula e si chiuse dietro di sé la porta.
Aveva bisogno di sapere, capire, conoscere quanto la Mezzosangue aveva visto, ma soprattutto doveva assicurarsi che, nel caso avesse visto cose inadeguate ad un uomo -si poteva definire uomo colui che piange sul proprio Destino?- del suo rango.
Mi mise in ascolto, ma niente intorno a sé gli faceva presagire che la ragazza fosse ancora nei paraggi. Allora, cominciò a pensare a quale fosse il luogo maggiormente frequentato da una Secchiona Mezzosangue come lei. Con un idea che balenò nella mente, si diresse a grandi falcate verso la biblioteca, a quell'ora sicuramente deserta. Sarebbe stata una passeggiata trovarla e intimorirla, abbastanza da assicurarsi che non rivelasse il suo segreto. Ma, invece di trovarla china sui libri, la ritrovò in un angolo di un corridoio, con le braccia piegate al petto ed il capo lievemente appoggiato lateralmente al muro. Gli dava le spalle ma, essendo il corridoio totalmente vuoto e essendo lei perfettamente in grado di udire il ronzio di una mosca a più di tre metri di distanza, Draco si stupì del fatto che non si fosse girata di scatto ad osservare chi passava. Lei rimase così, ferma, immobile come un gargoyle di pietra, in un silenzio che spaventò Draco. Spese qualche istante a guardarla, ad osservare il corpo magro appoggiato al muro, i capelli che aveva raccolto in una crocchia improvvisata con una matita, le forme né troppo generose né scarse. Era... perfetta.
Con quella consapevolezza così imbarazzante -un pensiero del genere non poteva veramente essersi formato nella mente di un Malfoy-, decise di intervenire prima che fosse troppo tardi, o meglio prima che la distrazione del corpo della Mezzosangue lo distraesse dal suo intento. Le andò dietro e la prese per la vita; la ragazza sussultò di paura e Draco era sicuro che avrebbe cacciato un urlo, ma il suo silenzio lo sconvolse di nuovo. La fece girare e poi le prese con la forza i polsi. La ragazza, dapprima spaventata -Draco glielo leggeva in faccia lo scorrere di ogni sentimento-, si ritrovò pronta a combattere. I suoi occhi si accesero di una nuova luce, che provocò in Draco una serie di brividi dietro la schiena. Era uno sguardo così penetrante e potente che lo disarmò, lo rese inerme. Ma, quando riprese il controllo di sé, digrignò i denti.
-Mollami immediatamente, Serpe!- intimò la ragazza, combattiva.
Draco la bloccò con il suo corpo contro il muro. La sua divisa verde-argento sfiorò con prepotenza quella rosso-oro della ragazza, spingendola contro il freddo muro di pietra. Il ragazzo sentì il corpo della Granger sussultare e cercare piano di liberarsi, ma alla fine perse le speranze. Draco era molto più forte fisicamente.
Di nuovo, come nel sotterraneo, quel dolce profumo gli inebriò la mente. Per un attimo fu tentato di lasciarla andare, di assaporare quel profumo da lontano, per non cadere in tentazione -una tentazione che ancora non sapeva spiegarsi-, ma poi strinse ancora di più le mani intorno ai polsi.
-Cosa hai visto?-.
-Ma di cosa stai parlando.-
-Ho sentito...il tuo odore.-
Vide la Granger sgranare gli occhi e poi arrossire. Aveva capito. Non disse nulla, non si scusò, come si aspettava Draco. Invece, rimase lì, con gli occhi piantati in quelli di Draco, sfidandolo, ma con le guance lievemente colorate.
-Dove lo avresti sentito, di grazia?- domandò la ragazza a pochi centimetri dalla sua bocca.
Draco, quando avvertì il movimento delle sue labbra così vicine alle proprie, provò lo strano impulso di sfiorarle, di assaporarle e di farle sue. Immaginò di stringere la ragazza con dolcezza, ma fermezza.
Tornò immediatamente alla realtà.
-Sai dove sei stata!-. Le lasciò liberi i polsi, avvertendo che prima o poi le sue barriere sarebbero cedute. Non avrebbe dato sfogo a questi suoi improvvisi impulsi del tutto inadeguati. -Se dici qualcosa, ti farò rimpiangere di essere nata.-
Senza neanche darle il tempo di rispondere, allontanò il suo corpo da quello della ragazza e corse via, verso l'unico luogo sicuro che Hogwarts poteva offrire dai Grifondoro e dai Mezzosangue.



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