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Autore: Black Feather    04/11/2012    0 recensioni
Dopo il fiasco al Ministero del 1995, Voldemort fugge, portando in salvo con sé il suo amore dannato: Bellatrix Lestrange.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Prologo
 

Voldemort allentò la presa dalla mente del ragazzo. Ne abbandonò il corpo, che crollò faccia a terra sul pavimento, riparato dalla gigantesca statua acefala del centauro. Voldemort stava tornando indietro. Fu come se una parte di sé si levasse per aria, attraversasse la distanza che lo separava dal suo involucro nascosto nell'ombra, e rientrasse infine nel suo vero corpo. Voldemort trasalì, gli occhi rossi scintillanti, riacquistando a pieno i sensi insieme a tutta la propria forza.
 
   Il rumore di molte voci accavallate riempiva l’Atrium; lungo tutti i camini di una parate verdeggiavano fiamme magiche, e schiere di streghe e maghi se ne riversavano fuori, irrompendo nel vastissimo ambiente.
 
   Silente era in piedi davanti all’orda di maghi in avvicinamento, che non cessavano di uscire senza posa dai camini; il bagliore di fiamme verdi continuava a rischiarare l’Atrium, brillando in macchie sul pavimento di legno lucido, infiammando l’acqua della Fontana dei Fratelli Magici che ancora colava in rivoli dai bordi.
  
   Voldemort, avvolto nel mantello nero, il viso seminascosto dal cappuccio, fluttuava a tre metri da terra. Il polso gli doleva dal combattimento serrato che aveva appena sostenuto contro Silente. Le dita della mani, pallide più che mai nella luce delle fiamme che lo investiva, si strinsero intorno alla bacchetta. Il Signore Oscuro passò in rassegna l’Atrium, il cuore stretto dall’ansia.
  
   Maghi e streghe continuavano a uscire dai camini. Sciamavano verso Silente e verso il punto in cui lui, Voldemort, si librava in aria, scrutando la scena dall’alto alla ricerca disperata della sua migliore luogotenente. La individuò. Bellatrix era intrappolata sotto un’altra statua che Silente aveva animato durante il duello. Lottava contro il peso morto che la teneva inchiodata al suolo, ma naturalmente non riusciva a spostare la statua neanche di un centimetro. La bacchetta le giaceva accanto, appena fuori dalla sua portata.
  
   Lord Voldmort provò un moto d’ira. Levò la sua bacchetta, e la statua che imprigionava Bellatrix esplose in un milione di schegge dorate. Un istante più tardi, le era apparso accanto. La afferrò per la manica. Bellatrix ebbe appena il tempo di incrociare lo sguardo del proprio maestro, di sussurrare con voce fievole: «Mio Signore…». Mentre le schegge dorate cominciavano a ricadere in basso, mentre le fiamme dei camini continuavano a lampeggiare senza tregua, e i maghi del Ministero si facevano sempre più vicini, Voldemort strinse con forza il braccio di Bellatrix e i due maghi oscuri si Smateralizzarono.

  
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