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Autore: EarthquakeMG    04/11/2012    39 recensioni
[IN REVISIONE.]
Zayn si rese immediatamente conto che il castano stava piangendo. Fu un attimo e le sue gambe si mossero automaticamente, si ritrovò vicinissimo al castano; aveva il cuore in gola e non sapeva il perché, era agitato come non lo era mai stato, vedere Louis in quello stato lo faceva star male, aveva paura di ferirlo anche soltanto con il proprio respiro. Il castano sembrava essere davvero a pezzi e tutto era accaduto così velocemente che Zayn non riuscì a capire cosa gli fosse accaduto e cosa avesse provocato in lui quel repentino cambiamento d’umore; gli sfiorò un braccio con le dita e lo sentì sobbalzare ma non vide le sue palpebre alzarsi, sospirò e fece ciò che in quel momento gli suggerì la sua mente, gli cinse le spalle con le braccia e lo avvicinò a sé, Louis sobbalzò e senza neanche accorgersene si ritrovò a singhiozzare, con le mani strette alla maglia del moro ed il corpo vicinissimo al suo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando le lacrime smisero di fuoriuscire dai suoi occhi, Zayn si allontanò da Liam e si poggiò nuovamente alla ringhiera chiudendo gli occhi e cercando di riacquistare il suo solito autocontrollo, non poteva crollare in quel momento, non poteva proprio permetterselo. Alzò viso e vide il proprio migliore amico guardarlo preoccupato, sul suo viso era assente quel sorriso confortante che aveva di solito ed era proprio quel sorriso purtroppo ciò di cui il moro in quel momento aveva bisogno più di ogni altra cosa.
«Cos'è successo, Zayn?» domandò Liam.
Il moro scosse la testa e sospirò, si asciugò il viso ancora bagnato dalle lacrime e puntò il suo sguardo sull'asfalto grigio; non aveva il coraggio di guardare Liam negli occhi, non sarebbe riuscito a parlare.
«Ho parlato con il dottore...di Louis.» rispose.
«E..?» domandò il suo migliore amico. «E' successo qualcosa di grave? Perché stavi piangendo?»
Stava piangendo. Perché Liam doveva ricordarglielo? Lui non piangeva mai.
«E..»
Provò a parlare ma le parole gli morirono in gola, era come se tutto il suo corpo avesse reagito a quella notizia e si rifiutasse di metabolizzarla, perfino il suo corpo -oltre che la sua mente- rigettava le parole che il dottore aveva pronunciato. Come avrebbe fatto lui a pronunciarle di nuovo se il solo ripensarci lo spezzava in due?
«E..?»
Liam lo incitò, impaziente e preoccupato.
«E..» tentennò ancora, poi tirò un sospiro e riuscì a parlare. «I dottori non hanno ben capito cosa abbia.» continuò.
Non poté vedere l'espressione di Liam ma riuscì quasi ad immaginarla, conosceva benissimo il proprio migliore amico e fu per un attimo quasi lieto di non dover osservare quell'espressione affranta e preoccupata che sicuramente occupava il viso di Liam; aveva bisogno di conforto, di qualcuno che gli dicesse che tutto sarebbe andato per il meglio ma sapeva benissimo che nessuno lo avrebbe fatto, che persino Liam -colui il quale lo consolava ogni qual volta stava male- si sarebbe lasciato andare e sarebbe crollato perché quella storia, quella notizia improvvisa, era un fulmine in un cielo che per due anni era stato sempre sereno.
«Sappiamo soltanto che ha una malattia autoimmune che..lo sta logorando dentro.»
La sua voce risuonò più rotta e bassa di quanto si aspettasse. Aveva provato ad essere forte, aveva provato a riacquistare quel suo autocontrollo che lo distingueva dagli altri, ma non c'era riuscito; quella notizia era troppo anche per lui, perché era ingiusto, si era appena abituato alla sensazione di aver nuovamente Louis accanto a sé che qualcuno aveva deciso di portarglielo via senza neanche chiedergli il permesso.
Era ingiusto, maledettamente ingiusto.
Nessuna parola fuoriuscì dalle labbra di Liam e Zayn decise di alzare lo sguardo, non fu come aveva immaginato, Liam non era preoccupato ma era quasi straziato; poté intravedere le lacrime intrappolate negli occhi del proprio migliore amico che forse proprio a causa dello sgomento non riusciva neanche a piangere. Gli si avvicinò lentamente, quasi impaurito da un suo crollo improvviso, e gli circondò le spalle con un braccio per poi attirarlo a sé ed abbracciarlo; era Liam che di solito consolava lui ma in quel momento nessuno avrebbe potuto consolare né lui né il suo migliore amico.
«Liam.» sussurrò il moro. «Ti prego, ho bisogno di te!» sussurrò ancora.
Liam non poteva crollare, non poteva farlo anche lui, perché altrimenti Zayn si sarebbe ritrovato a dover fronteggiare tutto da solo; aveva bisogno del suo migliore amico, in quel momento più che in ogni altro, aveva bisogno del sorriso incoraggiante di Liam, delle sue parole di conforto e del suo sguardo dolce, aveva bisogno di tutto quello perché soltanto con il suo aiuto poteva andare avanti senza crollare, senza piangere come mai aveva fatto, senza riuscire a tenere in piedi colui che con il tempo era diventato la persona più importante della sua vita. Aveva bisogno di Liam così come Louis aveva bisogno di lui.
Sentì le mani del suo migliore amico poggiarsi sui suoi fianchi e si sentì stringere, una sensazione piacevole, di protezione si fece spazio in lui e per un attimo si sentì quasi meglio.
«Sono qui, Zayn.» asserì Liam. «Sarò sempre qui per aiutarti.» continuò.
Zayn lo strinse ancor di più a sé, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare a quel silenzio saturo di pensieri.
Rimasero in quella posizione per degli attimi infiniti, fino a quando un singhiozzo non li fece voltare entrambi, quando Zayn scorse la figura dalla quale proveniva quel singhiozzo si irrigidì e si sorprese; cosa ci faceva lui lì?
«Harry..» sussurrò.
Ed Harry non sembrava poi neanche quell'Harry. Era piegato su se stesso, aveva le ginocchia portate al petto, i suoi occhi erano carichi di lacrime e spenti ed il suo corpo era scosso dai singhiozzi; aveva sentito tutto quando invece non avrebbe dovuto, non doveva venirne a conoscenza in quel modo, era troppo fragile e troppo legato a Louis per sopportare tutto quello.
Zayn si morse il labbro inferiore e si maledisse perché non avrebbe dovuto parlare a Liam lì, avrebbe dovuto appartarsi in qualche angolo nascosto, lontano da occhi ed orecchie indiscrete, doveva farsi forza e non cedere alle proprie emozioni; doveva farlo per salvaguardare i propri amici, per salvaguardare Harry.
Liam fece un passo avanti ma il moro lo bloccò.
«Vai dagli altri.» gli disse. «Parla con Paul, Niall e tutti gli altri.» continuò. «A lui ci penso io.»
Il suo migliore amico annuì e si recò alla sua macchina, lasciandolo da solo con Harry.
Zayn si avvicinò al riccio lentamente, con la paura che potesse scappare da un momento all'altro, poi si inginocchiò di fronte a lui e gli scostò i ricci ribelli dal viso. Harry alzò il viso e lo osservò, trasmettendogli ogni sua singola sensazione, stordendolo con tutte quelle emozioni e facendogli quasi girare la testa.
«Dimmi che non è vero, Zayn!» sussurrò il riccio. «Dimmi che non è vero!» ripeté.
Il moro scosse la testa e gli poggiò una mano sulla spalla per poi abbassare lo sguardo.
Non poteva mentirgli, doveva dirgli la verità, non poteva più tirarsi indietro.
Sentì Harry trattenere a sento un singhiozzo e dopo pochi secondi si ritrovò il suo viso poggiato contro il proprio petto, sentì le sue dita stringergli la maglietta e le sue lacrime bagnargliela, lo strinse a sé -passandogli le braccia attorno alla schiena- ed attese che si calmasse, alzando lo sguardo e lasciando che quel cielo grigio accogliesse i suoi pensieri e gli negasse la possibilità di versare ulteriori lacrime; era lì per Harry, per consolare lui, non per se stesso.
«Non può essere vero!» disse poi Harry, premendo il viso contro il suo petto. «Perché proprio lui?» domandò.
Zayn non rispose, si limitò a stringerlo ancora di più a sé, perché lui non aveva una risposta.
Perché proprio lui?
Era quella la domanda che lo tormentava ormai da ore. Perché proprio lui? Perché proprio Louis e non..lui? Sarebbe riuscito a sopportare anche quella, ne aveva vissute tante nella sua vita ed era ancora lì, era in piedi ed era deciso a rimanerci ma Louis non era così forte, quel ragazzo aveva sempre il sorriso sulle labbra e la battuta pronta ma era fragile e glielo aveva dimostrato fin troppo spesso; avrebbe preferito esserci lui al suo posto, avrebbe preferito vederlo piangere per un po' -sorpreso ed addolorato per lui- per poi vederlo farsi forza ed alzarsi in piedi nel tentativo di fare felice anche lui, ma non riusciva a sopportare l'idea che dovesse essere il contrario. Non voleva consolare Louis, non voleva lottare per tenerlo con sé, non lo trovava giusto.
«E adesso?» gli chiese Harry, alzando il viso verso il suo.
Il moro rabbrividì, gli occhi di Harry gli stavano leggendo dentro, quegli occhi pretendevano delle risposte.
«Il dottore gli ha prenotato una visita da uno specialista.» rispose.
Harry sembrò illuminarsi per un attimo anche se quella luce era così fioca che sembrava non spiccare all'interno di quella tempesta che impregnava i suoi occhi; il dolore regnava sovrano in quel momento.
«In Australia.» puntualizzò il moro e sentì il riccio trattenere il respiro.
«A-Australia?» domandò Harry, scuotendo la testa. «Ci stanno prendendo in giro?» sbottò con rabbia. «Non può andare lì da solo!» asserì mentre le sue mani stringevano ancora la maglia dell'altro con forza.
Zayn annuì; Louis non poteva andare lì da solo.
«Qualcuno potrà andare con lui.» affermò e vide Harry quasi rilassarsi contro di lui.
«Chi?» domandò il riccio, asciugandosi frettolosamente il viso.
«Potresti andarci tu.» azzardò.
Lo pensava davvero, Louis avrebbe sicuramente avuto bisogno del suo migliore amico perché quei due erano inseparabili e non credeva possibile una loro separazione senza fiotti di lacrime e sofferenza, ma il suo desiderio era un altro. Voleva accompagnare Louis, voleva andare con lui in Australia perché voleva rimanergli accanto, perché l'idea che il castano fosse in un altro continente a lottare contro una malattia di cui non sapeva neanche il nome mentre lui era lì -lontano chilometri- lo straziava e lo faceva star male; non avrebbe mai voluto allontanarsi da Louis, avrebbe voluto tenergli la mano fin o a quando ne avesse avuto bisogno ma doveva fare una scelta e doveva farla per il suo bene. Forse Harry era la scelta giusta.
«Io?» domandò sorpreso il riccio, allontanandosi da lui e mettendosi in piedi.
Zayn annuì, alzandosi a sua volta e poggiandosi al muro.
Harry sembrò pensarci su per parecchio tempo, poi si voltò ad osservarlo.
«E tu?» gli chiese.
Il moro fece spallucce e sorrise appena, sforzandosi di apparire più tranquillo di quanto in realtà non fosse.
«Se Louis ha bisogno di te io mi farò da parte.» rispose.
Il riccio scosse la testa e per un attimo Zayn vide di nuovo quella luce nei suoi occhi, era una luce diversa però, sembrava più rabbia o forse determinazione, gli occhi di Harry in quel momento erano quasi indecifrabili a causa delle mille emozioni che trasmettevano.
«E tu vorresti startene qui con le mani in mano?» gli chiese, con rabbia.
«No.» asserì il moro, con durezza. «Lo faccio semplicemente per il suo bene.» continuò, abbassando lo sguardo. «Non è mai stato lontano da te, lui ha bisogno di te.» concluse.
Sentì Harry poggiargli una mano sulla spalla ed alzò lo sguardo.
«Ma ha anche bisogno di te, dannazione!» ribatté il riccio. «Lui ti ama, capisci? E non è un amore normale il suo.» continuò. «Ha bisogno di te più di chiunque altro, più di me.»
«Potrei venirvi a trovare, qualche volta.» azzardò, mordendosi la lingua.
Erano frasi non sue quelle, stava mentendo e si sentiva così stupido.
Harry scosse la testa.
«Andrai tu con Louis, sarò io a venirvi a trovare.» disse con sicurezza.
«Harry..» sussurrò il moro ma venne interrotto.
«Non mi importa!» sbottò il riccio. «Louis è una delle persone più importanti della mia vita e darei qualsiasi cosa pur di stargli accanto ma so che non sarebbe la scelta giusta, lui ha bisogno di te ed è giusto che sia tu ad accompagnarlo, tu potrai infondergli quella sicurezza di cui ha bisogno.» continuò. «E' ridicolmente innamorato di te!» concluse poi con un sorriso.
Ed anche Zayn si lasciò andare ad un sorriso.
Forse Louis aveva bisogno di lui, forse era vero, ma sarebbe stata la scelta giusta quella?
«Ne sei sicuro, Harry?» gli chiese.
Il riccio annuì.
«Lui lo sa?» domandò poi.
Zayn scosse la testa.
«E allora vai a dirglielo, io mi occuperò degli altri!» asserì il riccio.
«E chi si occuperà di te, Harry?» domandò il moro.
Harry si aprì in un mezzo sorriso ed alzò le spalle, in quel momento sembrò quasi più maturo di quanto non fosse in realtà.
«Proverò ad essere forte, proprio come stai facendo tu.» rispose. «Ci sarà tempo per piangere.» continuò.
Zayn annuì per poi lasciargli un bacio sulla fronte.
«Mi prenderò cura di lui.» gli disse poi e quella più che un'affermazione fu una tacita promessa.
«Lo so.» asserì Harry avvicinandosi a lui ed abbracciandolo. «Se non lo farai potrei ucciderti.» gli disse.
Ed il moro rise nonostante quello non fosse il momento, nonostante volesse soltanto piangere, perché se avesse dovuto parlare di uno dei pregi di Harry beh..era quello di sdrammatizzare, proprio come faceva Louis, e nonostante entrambi erano lacerati dal dolore e dai pensieri si salutarono con un sorriso.
Zayn varcò la soglia di quell'edificio con una terribile ansia addosso, le gambe gli tremavano e la gola era secca, la sua mente era invasa da mille pensieri e le sue labbra sembravano essere sigillate. Non aveva neanche provato a mettere su un discorso perché ciò che doveva dire a Louis era così esagerato che non sarebbe mai riuscito a seguire un filo conduttore, doveva dirgli la verità e doveva farlo in fretta. Non aveva la minima di idea di come l'avrebbe presa ma l'immagine del castano con il viso coperto dalle lacrime e gli occhi spenti gli spezzò il cuore, avrebbe dato qualsiasi cosa -perfino se stesso- pur di non vederlo soffrire.
Poggiò una mano sulla maniglia e l'abbassò; era quello il momento per dirgli tutto, per dimostrargli tutto.
Quando Zayn entrò in camera Louis si voltò verso di lui e quel mezzo sorriso che stava per sorgere spontaneo si spense alla vista di un'espressione per niente felice sul viso del moro, Louis si rese immediatamente conto che in quel ragazzo c'era qualcosa che non andava, il suo sguardo sembrava perso nel vuoto e per qualche motivo che si sforzò di non immaginare i suoi occhi erano rossi, che fosse successo qualcosa di grave?
«Zayn?» lo chiamò, titubante.
Il moro si voltò verso di lui e gli sorrise ma quello non era il suo solito sorriso.
Si mise meglio a sedere e lo osservò, aspettò che si sedesse sul letto -a pochi passi da lui- per parlare.
«E' successo qualcosa?» domandò e lo vide sobbalzare.
Sì, era successo qualcosa.
Gli si avvicinò ancora per poi sfiorargli un mano con le dita, sentendolo più teso di quanto immaginasse.
«Cos'è successo Zayn?» gli chiese preoccupato, mentre il moro intrecciava le proprie dita con le sue.
«Ho parlato con il dottore.» rispose Zayn, senza riuscire ad alzare lo sguardo dal pavimento.
Louis trasalì e capì tutto, c'era qualcosa che non andava e quel qualcosa riguardava proprio lui.
Poggiò il viso sul braccio del moro e lo strinse con le proprie mani, chiuse gli occhi e tirò un sospiro.
«Dimmi!» sussurrò.
Voleva sapere, doveva sapere.
Sentì la mano del moro stringere la sua fino quasi a fargli male e poté giurare di aver percepito il suo battito del cuore decelerare; che fosse davvero così grave?
«I dottori non sanno cos'hai.» iniziò il moro, con voce bassa.
Louis non capì, almeno non inizialmente ed attese che il moro continuasse.
«Credono che tu abbia una..malattia autoimmune.» continuò.
E lì Louis capì, sentì il cuore perdere un battito ed avverti una fitta alla testa.
Malattia autoimmune?
Lui era malato?
Fu tentato dal guardare in viso Zayn ma non lo fece, si strinse di più a lui e serrò le palpebre nel tentativo di non versare quelle lacrime che -maledette- minacciavano di solcare il suo viso. Una malattia autoimmune? E perché l'avevano diagnosticata soltanto in quel momento? Perché nessuno si era accorto mai di nulla? Si sentì quasi preso di mira, come se qualcuno avesse deciso di giocare con il suo destino e di colpirlo proprio nel momento in cui sembrava più felice, credeva di aver quasi raggiunto la felicità ed invece..
«Non riescono ad identificarla.»
Il tono di voce di Zayn non lo aiutava affatto, era basso e controllato ma Louis capiva benissimo che si stava trattenendo e quella mano che stringeva possessivamente la sua lo dimostrava. 
«Ed è per questo che dovrai andare in Australia, da uno specialista.»
Australia?
Gli mancò quasi il fiato quando sentì quella parola, l'Australia era lontana, l'Australia era un altro continente; significava andare lì da solo, allo sbaraglio, ed abbandonare la propria famiglia ed i propri amici per scoprire poi cosa? Scoprire cosa avesse o scoprire se avrebbe vissuto? Le malattie autoimmuni erano quelle incurabili, no? O forse era lui che ricordava male? No, le malattie autoimmuni non erano curabili, ne era sicuro.
«Australia?» domandò in un sussurro, forse aveva sentito male.
«Sì.» rispose il moro.
«Perché?» domandò ancora.
Non riusciva a crederci, era tutto così surreale. Lui era affetto da una malattia autoimmune di cui nessuno conosceva il nome e probabilmente neanche gli effetti, quella malattia veniva scoperta proprio nel momento in cui si riappacificava con la persona che amava ed era perciò costretto a partire per un altro continente; che fosse la trama di un film quella? La trama di uno di quei film strappalacrime che finivano tragicamente?
«La malattia ti sta..»
Zayn tentennò ed aumentò la presa, Louis lo sentì irrigidirsi e fece lo stesso.
«..logorando dentro.» asserì il moro. «Tra una settimana dovrai andare, è..urgente.» continuò.
E lì il mondo sembrò crollargli addosso.
La malattia lo stava..logorando?
Non riuscì più a trattenere le lacrime e, stringendo convulsamente il braccio del moro, si lasciò andare alla frustrazione iniziando a versare quelle lacrime amare che gli davano la possibilità di esprimersi senza dover ricorrere alle parole, a quelle parole che non sarebbero fuoriuscite dalle sue labbra perché la sua gola era secca, la sua bocca dello stomaco era serrata ed ogni parte del suo corpo sembrava far male; non riusciva a parlare, fu per questo che si limitò a piangere perché, in quel momento, era quello che gli riusciva meglio.
Zayn si voltò verso di lui e lo strinse tra le proprie braccia, lasciando che poggiasse il viso sul suo petto, e poi chiuse gli occhi nel tentativo di tener su quella maschera che sarebbe servita a confortare -o almeno a provarci- Louis, lui non poteva crollare e non l'avrebbe fatto perché se lo avesse fatto avrebbe portato con sé anche lui e non voleva, non poteva. Lui doveva essere forte e doveva esserlo proprio per Louis.
Rimasero in quella posizione forse per troppo tempo. Louis piangeva in silenzio, quasi con la paura di lasciar fuoriuscire dei singhiozzi, mentre i suoi pensieri gli facevano scoppiar la testa e Zayn lo stringeva a sé, cercando dentro di sé la forza per non piangere con lui, sperando che quello fosse solo un momento e che magari dopo quel ragazzo sarebbe tornato il vecchio, felice e sano Louis Tomlinson che aveva conosciuto.
«Non voglio partire!» si lamentò Louis, in un sussurro, soffocando le parole contro la sua maglietta.
A Zayn scappò un sorriso e lo strinse ancor di più a sé, affondando il viso nei suoi capelli.
«Non sarai solo.» gli disse.
Louis sobbalzò, non si aspettava di poter portare qualcuno.
«Chi verrà con me?» domandò.
Per un attimo mise da parte la sua disperazione, nonostante la propria mente non riuscisse a pensare ad altro, e si lasciò andare alla curiosità. Avrebbe potuto scegliere lui chi portare o lo avrebbe accompagnato Paul?
«Io.» rispose il moro con un sussurro ed il castano si ritrovò a sobbalzare ancora.
Zayn sarebbe andato con lui? E perché? Non che gli dispiacesse, anzi, se avesse potuto avrebbe anche saltato di gioia -perché aveva davvero bisogno di lui, in quel momento più che in altri- ma non voleva rovinargli la vita; avrebbe dovuto spiegare il motivo della sua partenza, avrebbe dovuto parlare con i suoi genitori, con i suoi fan, avrebbe dovuto perdere del tempo prezioso che avrebbe potuto passare in studio e ai concerti con i ragazzi ed avrebbe trascurato la band, valeva la pena farlo soltanto per lui?
«N-no Zayn, no!» disse allontanandosi da lui.
E Zayn sgranò gli occhi, sorpreso.
Louis non voleva che andasse con lui? Lui non lo voleva accanto a sé?
«Io..» asserì il castano, agitandosi. «Non fraintendermi, se tu venissi mi faresti la persona più felice del mondo ma non puoi rovinarti la vita per me.» concluse abbassando lo sguardo.
Il moro scosse la testa e sorrise, come poteva quello stolto ragazzo ragionare ancora in quel modo?
«Io verrò con te Louis, a tutti i costi.» asserì, stringendogli una mano con la sua.
«Perché?» sussurrò il castano, mordendosi il labbro inferiore.
Possibile che quel ragazzo non avesse ancora capito? Zayn se lo chiese e non riuscì a darsi una risposta, lui non era mai stato bravo con le parole ma credeva di avergli dimostrato i propri sentimenti, credeva di avergli fatto capire quanto tenesse a lui, pensava che Louis sapesse quanto fossero forti i suoi sentimenti.
Zayn chiuse gli occhi e tirò un sospiro, doveva dirglielo.
«Perché ti amo.» rispose con una sicurezza che sorprese anche se stesso.
E Louis alzò il viso di scatto, mostrandogli un'espressione sgomenta.
«Tu..cosa?» domandò incredulo.
Zayn non poteva aver pronunciato quelle parole, quelle due parole non potevano esser fuoriuscite dalla sue labbra, fu in quel momento che Louis credette davvero di essere il protagonista di un film; tutto quello non poteva essere reale.
«Ti amo.» rispose il moro, guardandolo negli occhi.
Louis si ritrovò a dover trattenere il respiro, sentì il proprio battito accelerare di colpo e -ormai sicuro delle parole pronunciare dal moro- si ritrovò ad aprirsi in un sorriso che cozzava con quell'atmosfera, era felice.
In quel momento tutto fu dimenticato, il fatto che fosse finito all'ospedale, che avesse una malattia il cui nome era sconosciuto, che dovesse partire per un altro continente, tutto fu messo da parte perché Zayn lo amava e non c'era cosa al mondo che desiderasse di più; erano quelle le parole che aveva sognato per mesi, erano quelle le uniche due parole che l'avrebbero reso la persona più felice del mondo e non sarebbe stata quell'atmosfera a rovinare tutto, non l'avrebbe fatto perché lui non gliel'avrebbe permesso.
«L'hai detto davvero.» sussurrò.
Zayn sorrise ad annuì.
«L'ho detto davvero.» ripeté.
Il castano si avvicinò a lui e gli circondo il collo con le braccia per poi lasciargli un bacio a stampo e sorridere sulle sue labbra, si avvicinò ancora ad esse e ne tracciò i contorni con la lingua mentre si stringeva ancora di più a lui, chiuse gli occhi e lasciò che la lingua del moro entrasse nella sua bocca e che giocasse con la sua. Quello fu forse uno dei loro baci più belli, uno di quelli più sentiti, perché per la prima volta Louis baciò Zayn con la sicurezza che quest'ultimo lo amasse, con la sicurezza che quei baci, quelle carezze e quei contatti non erano gesti d'affetto ma dimostrazioni d'amore. Si allontanò da lui con lentezza, non riuscendo a smettere di sorridere, e gli lasciò un altro bacio a stampo per poi riaprire gli occhi; Zayn lo stava guardando e sorrideva, anche i suoi occhi sorridevano nonostante quello non fosse proprio il momento.
«Ti amo anch'io.» gli sussurrò poi, sulle labbra.
«Lo so.» affermò il moro baciandogli nuovamente le labbra e stringendolo di più a sé.
«Starai con me fino alla fine?» domandò Louis, stringendosi a lui, bisognoso di sicurezze.
«Fino alla fine.» rispose il moro. «Anche se credo che questo sia più un inizio.» continuò con un sorriso.
«Il nostro inizio?» domandò ancora il castano e Zayn annuì.
«Il nostro inizio.» rispose.
Louis sorrise e chiuse gli occhi per poi poggiare nuovamente le labbra sulle sue.

E forse la vita non stava procedendo come entrambi avrebbero voluto, non era tutto rose e fiori come qualunque coppia avrebbe sperato ma in fondo loro non erano una normale coppia, era necessario osservarli con attenzione per notare quei piccoli dettagli che mostravano il loro amore, bisognava leggere tra le righe, osservare i loro occhi e guardare le loro mani sfiorarsi quasi distrattamente, bisognava perdersi nei loro sorrisi per capire quanto amore in realtà vi fosse dietro di essi; e la vita rose e fiori forse non faceva neanche per loro, erano nati per lottare e l'avevano sempre fatto anche quando tra loro non vi era più che una semplice amicizia.
Il destino non era stato gentile con loro, erano riusciti a godersi davvero pochi attimi con la consapevolezza di farlo, e da quel momento in poi una lunga salita si apriva davanti a loro, avrebbero dovuto lottare con i denti e con le unghie per rimanere a galla ma l'avrebbero fatto perché erano insieme, perché avevano una famiglia e degli amici che tenevano a loro, perché nulla avrebbe potuto separarli se non loro stessi. E neanche la malattia sarebbe riuscita ad eliminare quei sentimenti, neanche lei sarebbe riuscita a far affievolire quei sentimenti ormai nitidi nei loro occhi e nei loro cuori.
Erano Zayn e Louis, insieme, e lo sarebbero stati per sempre.


Note dell'autrice.

Eccoci qua, per l'ultima volta.
La mia fanfiction non ha un prologo quindi non avrà neanche un epilogo, credo sia giusto rispettare la sua struttura iniziale.
Era questa la fine che avevo previsto, era questa la fine che volevo, sembrerà assurdo ma sono fiera di questo finale un po' aperto; un finale che potrebbe lasciare con il fiato sospeso o che potrebbe benissimo far sorridere, questo è l'effetto che ha fatto a me, ogni volta che leggo questo capitolo sorrido perchè i miei bambini sono cresciuti. Dopo tanta sofferenza, tanti dubbi, tanti momenti imbarazzanti e tanti sorrisi finalmente tutto ha un senso; l'amore trionfa sempre, alla fine, no? Anche qui lo ha fatto, anche qui lo farà. Zayn e Louis si amano, avevate qualche dubbio?
E' un finale un po' strano, ne sono consapevole, ma spero di non avervi delusi.
C'è un grande punto interrogativo, Louis è malato e non si sa nemmeno di cosa ma c'è Zayn con lui, uno Zayn che lo ama e glielo fa presente, uno Zayn che è disposto ad andare con lui, a lasciare tutto soltanto per stare al suo fianco; di cos'altro ha bisogno Louis se non dell'uomo che ama? Di niente, ha tutto: i suoi amici, la sua famiglia e Zayn; tutto.
La mia fanfiction non è un film della Disney, non tutto deve finire come dovrebbe e soprattutto le malattie non svaniscono per magia, non è un "Happy Ending" vero e proprio anche se a parer mio un po' lo é; ci sono dichiarazioni, parole, sorrisi, c'è amore e questo è quello che volevo. Questa fanfiction è sempre stata basata sull'amore.

E dopo questo monologo sull'ultimo capitolo che -per la cronaca- non ho riletto per paura di scoppiare in lacrime (vi chiedo scusa per eventuali errori), mi dedico a voi.
Vi ringrazio tutti, ringrazio ognuno di voi per il sostegno, avete fatto sì che avessi la giusta spinta per continuare e portare a termine questo progetto. 
Ringrazio ognuno di voi per ogni minuto speso per metterla nelle "seguite", nelle "ricordate" e nelle "preferite", per ogni porzione di tempo spesa per scrivere quelle recensioni che rileggo ogni qual volta io mi sento triste e depressa. Grazie per il sostegno che non mi aspettavo, per aver apprezzato il mio tentativo di creare qualcosa di "bello", per aver sopportato questi lunghissimi quarantacinque capitoli, per non esservi lamentati a causa della mia eterna lentezza, per avermi sostenuto fino alla fine senza mai abbandonarmi.
E questa fanfiction ha fatto anche di più, mi ha fatto conoscere persone che sono entrate prepotentemente nella mia vita e che l'hanno colorata un po', non farò nomi perché non è necessario. E quindi devo anche ringraziarla, questa fanfiction, perché senza di essa non avrei mai conosciuto queste persone, non avrei mai avuto tanti sostenitori come questi. Vi voglio bene, sappiatelo.
Forse è ora di andare davvero.
Grazie di tutto, spero di non avervi deluso con quest'ultimo capitolo.
Non so, probabilmente non vi libererete di me e non so se sia qualcosa di positivo o di negativo.
Spero di rileggervi presto.



EarthquakeMG.

   
 
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