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Autore: GoodGoneGirl    04/11/2012    1 recensioni
Salve. Sono Abbey Castels, 17 anni.
Questa è la storia di come per volere del destino riuscii a salvarmi e a conoscere cinque persone che mi cambiarono la vita.
D'altronde, chi si sarebbe mai aspettato che una ragazza tranquillissima fissata con il disegno e la moda sarebbe stata accusata d'omicidio e salvata da cinque cantanti?
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sogni Condivisi.



La settimana passò in fretta, come i miei tre giorni segregata in casa per il 4 preso ad anatomia. Io davvero non capivo cosa avesse quell'uomo contro la mia povera esistenza. Sembrava intenzionato a rovinarla.
Oggi, gita! Sono sull'autobus. Ci ritroviamo tutti sotto il Big Ben e poi partiamo. La meta è Oxford. Ci sarò stata almeno 40 volte da quando vivo a Londra. I miei genitori amano quella città, e appena hanno un attimo di tempo mi ci trascinano. Potrei fare io da guida turistica ai miei compagni.
Rimaniamo la per tre giorni. Ci accompagna la Professoressa Cullen, che ci insegna storia dell'arte. Per fortuna è una alla mano e ci lascerà sicuramente uscire.
Per ora sono sola sull'autobus. Sto ascoltando Always, di Bon Jovi. Amo questa canzone, è davvero bella. Credo che sia la canzone d'amore per eccellenza.
“Prossima fermata: Big Ben”. La mia fermata. Ad aspettarmi fuori dal pullman ci sono Ed, Gin e il resto della classe, Prof inclusa.
“Oh! Finalmente sei arrivata Castels! Pensavo che saremmo dovuti venirti a prendere a casa!”. Risaliamo sul pullman.
“Mi scusi Prof. Non mi è suonata la sveglia”. Mi sorride, e ci fa cenno di metterci seduti.
“Allora ragazzi. Come già sapete, passeremo tre giorni a Oxford. Alloggeremo in un hotel a quattro stelle, e visiteremo la città. Qualcuno ci è già stato?”.
Alzo la mano. Lei si guarda intorno e quando vede la mia mano, sorride.
“Bene Castels. Allora potrai illustrarci tu i luoghi più belli da visitare!”. Sorrido, falsa.
“Ah. Quasi dimenticavo: non passeremo tutti e tre i giorni a visitare musei e gallerie, ma solo un giorno e mezzo, in modo da darvi la possibilità di imparare a sbrigarvela da soli per il resto del tempo”. Un mormorio e delle risate si alzano dai seggiolini. Sono tutti entusiasti, a quanto pare. Cosa farò io in questo giorno e mezzo? Dormirò. E nient'altro.
Come sbucati dal nulla, Ed e Gin si buttano letteralmente a sedere accanto a me.
“Se volete smontare il pullman questo è il modo giusto!”. Nessuno dei due mi guarda e/o mi ascolta. Stanno confabulando qualcosa tra di loro, e sembrano molto felici. Poco dopo si girano, e mi fissano con un sorriso a trentadue denti.
“Hey, che c'è? Fate un po paura così...”. Ginger mi si avvicina e mi prende le mani. Poi Ed appoggia le sue sulle nostre. Si guardano ancora e sorridono.
“Volete spiegarmi che c'è?”. Inizio sul serio a spaventarmi.
“Ti ricordi che giorno è domani?”, mi chiede Gin entusiasta.
“Eh.. Si, è il 17 Dicembre.”
“E non ti ricorda niente il 17 Dicembre?”, mi domanda Ed avvicinandosi e facendomi finire tra le mani un pezzetto di carta.
“No, perch...”. Guardo il cosino di carta. '17 Dicembre. Ore 21:30. Tribuna A. Posto 13. New Theatre Oxford...”. Sgrano gli occhi. Loro sono pazzi. Completamente fuori di testa.
“Oh no!”.
“Oh si!”, ribattono in coro.
“Oh no! Oh no! Perchè??”. Perchè devono sempre coinvolgere anche me?
“PERCHE' COSì SI REALIZZERA' IL NOSTRO SOGNO!”. Lo dicono quasi cantando.
“Appunto: il VOSTRO sogno”. Rendo il biglietto a Ginger, ma lei me lo infila nella borsa.
“Ma noi vogliamo che tu ne faccia parte”, dice Ed. Fa spostare Gin e si siede accanto a me.
“Oh no. Ora non fare la faccia da cucciolo!”. Mi prende le mani, fa la faccina da cucciolo triste, e con i suoi occhioni blu è davvero troppo tenera.
Mentre sono in balia del cucciolo-Ed, Gin dice “E poi lo sappiamo tutti benissimo che ti piacerebbe da morire vedere Niall!”.
Ok, non reggo più. Vuol dire che andrò al concerto degli One Direction con loro. E tanti cari saluti ore di sonno!
“Sii!! Oh si! Oh si! Ce l'abbiamo fatta!”. Iniziano a fare uno strano balletto da seduti. In questi momenti, vorrei non conoscerli. Nonostante tutto, mi fa piacere andare a vedere quei cinque ragazzi cantare; è un sacco di tempo che non vado a un concerto.
Ed mi si avvicina sorridente picchiettandosi un dito sulla guancia. Gli do un bacio. 'Chu'.
“Ora siete contenti?”, domando incrociando le gambe e tirando fuori dalla borsa il biglietto.
“Io si!”, dice Ed raggiante.
“Anche io”, continua Gin.
Mi rigiro il biglietto tra le mani. 'Tribuna A, posto 13'. In pratica siamo sotto al palco. Potremmo rubare le scarpe ai ragazzi.
“Quanto li avete pagati?”.
“Ah! Questo non è importante. Quello che conta è che tu abbia accettato di venire con noi”. Sono davvero senza speranza questi due. Farebbero qualsiasi cose per farmi prendere parte alle loro brillanti idee.
“Siete sicuri che possiamo?”. Non so se la Prof ce lo permette.
“Certo. Ha detto che ci lascerà liberi per un giorno e mezzo, e il concerto è esattamente nel 'mezzo' !”, spiega Gin. Sembra che stia preparando tutto questo da una vita.
“Mi devo mettere qualcosa di particolare?”. Gin e Ed si guardano. Poi iniziano a ridere.
“Macchè! Mica andiamo a una sfilata!”.
“Era solo per chiedere...”.
“Però una cosa la devi fare”. Gin fa spostare di nuovo Ed, si siede accanto a me e mi infila le sue cuffie negli orecchi. Fa partire la sua playlist.
“Devi imparare le canzoni! Non puoi mica fare brutta figura!”. Mi sorride. Poi tira fuori il suo I-Pod che stranamente ha la stessa musica e inizia ad ascoltare. Ed fa lo stesso.
E io dovrei stare per tre ore con gli One Direction negli orecchi? Bhè.. Sempre meglio di altri cantanti...
   
 
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