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Autore: Cicatrice    04/11/2012    0 recensioni
Madre è colei che porta in grembo il bambino o colei che lo cresce? Piccola introduzione sul concetto di madre e figlio come presentazione del racconto.
Sarò lieta di leggere le vostre recensioni, se vorrete. (:
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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II
 

Cosa fa di una donna una madre? Il pancione? I nove mesi di gestazione? O forse qualche abito premaman? 
Cosa rende una donna così speciale da essere chiamata 'mamma', serrando le labbra ben due volte nel pronunciarlo? E' una cosa seria.
Serrare in quel modo le labbra, intendo. Forse è espressione della nostalgia del cordone ombelicale. Ci siamo, il cordone ombelicale! E' questo che rende madre una donna? No, nemmeno questo. Non ricordo chi sia stato, ma qualcuno tempo fa disse che i figli sono di chi li cresce. Per questo il cordone ombelicale non conta, nessuno quando adotta un bambino riceve un pratico cordone ombelicale in omaggio, è assurdo! Ora mi ricordo: non è madre la donna alla quale cresce il pancione, non necessariamente, ma lo è la donna che cresce colui che ci esce dal pancione.

Angelo aveva sedici anni quando sua madre aveva smesso di crescerlo, anche se in realtà non l'aveva mai veramente fatto, perché un tetto dove stare e un pranzo caldo, quelle cose, beh, te le offrono anche in prigione. 
Sua madre l'aveva fatto uscire dalla prigione, insomma, e l'aveva messo su una strada.
'Sei abbastanza grande da cavartela da solo', questa era la motivazione.
O forse tu sei troppo egoista per prenderti cura di me? Avrebbe voluto rispondere lui, ma non lo fece. 

La sua vita si era divisa in due dopo la separazione dei suoi. Passava la settimana con la madre e il week-end con il padre. Adorava suo padre, fin da quando era piccolo. Il giorno in cui lui se n'era andato aveva pianto ininterrottamente per ore ed ore, aveva solo dieci anni e pensava che queste cose accadessero solo nei film che la mamma lo costringeva a guardare le poche volte in cui stava a casa. 
Ora aveva sedici anni e credeva che il peggio fosse una madre assente, ma mai avrebbe pensato di trovarsi fuori dalla porta di casa sua, senza chiavi e non per una dimenticanza.
 
- Papà ciao, sono io... la mamma... vieni a prendermi. - Sono le uniche parole che riuscì a dire al telefono, dopodiché lo rimise in tasca, si strinse nelle spalle e attese seduto su un marciapiede l'arrivo di suo papà.
Aveva alle spalle il cortile di quella che fino a poco prima era la sua casa e quasi involontariamente iniziò a pensare ai pomeriggi invernali passati in quel prato coperto di neve, lui e i suoi genitori. Si ricordò che una volta suo padre si era steso sulla neve e aveva iniziato a muovere assieme braccia e gambe, poi si era alzato e guardando la forma che aveva lasciato per terra aveva detto 'vedi piccolo, questo è un angelo. Gli angeli vivono nel cielo, hanno grandi ali bianche e morbide, proteggono i bambini buoni come te e portano tanta felicità. Per questo tu ti chiami Angelo, perché quando sei sceso dal cielo hai reso felici me e la mamma'. 
Quando si riebbe, vide la macchina di suo padre parcheggiata. Dov'era finito? Iniziò a guardarsi intorno, e balzò dal marciapiede vedendolo seduto di fianco a lui, lo sguardo basso e l'aria meditativa. 

- Da quanto tempo sei qui? - gli chiese Angelo, ancora scosso dal ritorno alla realtà.
- E' importante? Andiamo a casa, hai da raccontarmi un po' di cose. - 
Lo strinse con il braccio e camminarono verso la macchina. Per un momento sembrò quasi che Angelo stesse imparando a camminare solo in quel momento e grazie a suo padre. 

Cosa rende madre una donna? Angelo non lo sapeva, ma di sicuro poteva intuire cosa non la rende tale. 
Prese il suo piccolo quaderno dalla copertina nera, la prima penna che trovò e scrisse rime dure come il rumore della porta che si era chiusa dinnanzi a lui:


 

"sarà il cordone che era difettoso,
sarà che in 'sto legame mai ho trovato riposo,
sarà che mamma non ci sei mai stata
ed ogni bacio che scoccavi era una pugnalata"


 

  
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