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Autore: DarkLucifer    05/11/2012    2 recensioni
Una nuova ditta di spedizione, una ciurma di anime perdute,un nuovo implacabile nemico...l'equilibrio di potere a Roanapur sarà messo in pericolo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Benny procedeva spedito per le vie di Roanapur, in direzione dell’Hotel Moscow, che si ergeva imponente sugli edifici circostanti, non diversamente da come Balalaika e la sua tentacolare organizzazione si erano imposti celermente nel panorama di Roanapur.
Il cervello dello yankee era saturo di pensieri, a partire dalla situazione contingente riguardante la Lagoon Company e per arrivare all’imminente ritorno in città di quella Jane che aveva prepotentemente sconvolto le priorità del tecnico della Lagoon.
Fin dall’adolescenza, Benny non era mai stato un ragazzo particolarmente romantico o donnaiolo, aveva, infatti, sempre preferito l’informatica ed i soldi: almeno quelle due cose, in fin dei conti, i problemi li risolvevano.
Ma Jane, con la forza di un vero e proprio uragano, aveva dapprima fatto breccia con la sua irruenza ed il suo carattere genuino, sorprendendo ed attirando a sé l’uomo, per poi andarsene ogni volta in fretta  e furia come se n’era arrivata, mantenendo però alto il tasso di attrazione dell’alto con degli indimenticabili messaggi ed e-mail erotici.
Era questo suo carattere estroso, diretto e senza remore, che aveva più di tutto attirato Benny verso quella strana ragazzina, iniziando forse persino a far breccia nel cuore dell’uomo, oltre che nei suoi lombi.
Ultimamente Benny però iniziava a chiedersi sempre più spesso se questa attrazione non avesse iniziato a farlo deconcentrare nei confronti del suo lavoro: questo, come tutti i “liberi professionisti” di quell’inferno sapevano meglio di ogni altra cosa, era il metodo più rapido e sicuro per non rivedere più sorgere il sole.
Tutti questi pensieri furono bruscamente interrotti da una voce di donna che si alzò imperiosa dal vicolo adiacente, condito da un accento che riportò l’uomo nei bassifondi della Grande Mela.
“Hey motherfucker, pensavi davvero che non mi sarei accorta che cercavi di fregarci?”
“Eh, e non è mica il primo!” replicò un’altra voce, sempre femminile, ma con una connotazione decisamente più violenta e aspra, carica di una violenza straordinaria “In questa città di merda cercano di mettertelo nel culo appena volti le spalle, ma ora darò a questo lurido stronzo un’ottima ragione per non tentare mai più di fregare nessuno!”
Proprio in quel momento Benny voltò l’angolo, trovandosi dinnanzi ad una scena singolare, non tanto per l’azione in quanto tale che si stava svolgendo (raggiri minacce e violenze erano il pane quotidiano di ogni vero cittadino di quel limbo infernale dimenticato dall’uomo), quanto per i personaggi che vi prendevano parte.
C’erano due donne in piedi innanzi alla bancarella di frutta di Pang, uno dei tanti piccoli venditori che si guadagnavano da vivere spillando soldi ad ignari passanti con della merce che definire scadente sarebbe stato più di un eufemismo.
Una delle due donne era una bellezza americana con tratti teutonici: non più di trent’anni, alta, bionda, con due piccoli e penetranti occhi azzurro chiaro, con forme prosperose accentuate dal corto vestitino a fiori bianco e blu, che sembrava quasi disegnato direttamente su quelle forme, che lasciava però intravedere una muscolatura non indifferente, che non andava però a contaminare quella perfetta conformazione.
Se ne stava alle spalle dell’altra donna e sembrava quasi tra il divertito ed il paterno, mentre guardava le azioni della ragazza con lei.
Costei Benny suppose immediatamente fosse la seconda ad aver parlato: ciò quantomeno lo desumeva dal suo aspetto, che di certo non passava inosservato.
Un po’ più bassa della bionda, la donna aveva corti capelli neri rasati da un lato, un piercing evidente a forma di teschio all’orecchio destro, lineamenti duri e squadrati, puramente britannici, ma tuttavia con un colore di pelle più scuro dell’inglese medio.
Vestiva jeans strappati, una t-shirt sbracciata bianca, lisa ed in certi punti stracciata, con una grande A di Anarchy rosso sangue al centro di essa, evidentemente disegnata a mano e scolorita.
La punk, anche lei sui trent’anni d’età, era protesa in avanti e con una mano teneva Pang per il bavero, rivelando una forza inaudita in quanto sembrava non le comportasse alcuno sforzo evidente.
Benny odiava di norma immischiarsi nelle dispute degli sconosciuti, e a Roanapur questa politica salvava più vite della polizia, ma decise che in questo caso avrebbe bypassato la prudenza, in quanto le due donne sembravano nuove della città, e Pang era uno dei contatti dei bassifondi di Dago, il capo della delegazione della mafia italiana a Roanapur, capo da poco tempo ed ancora con tanto da dimostrare.
 “Hey Pang, insomma, come ti sei ridotto? Hai bisogno di fregare due splendide strangers per racimolare qualcosa? I maccheroni non pagano bene, vedo…” disse Benny sorridendo ed avvicinandosi al terzetto.
“Q-questa puttana è pazza!” soffiò poco convinto il venditore, ancora stretto nella morsa ferrea della ragazza “mi ha aggredito perché ho venduto loro delle mele ad un prezzo più che r-ragionevole.”
“Squittisci più forte, schifoso ratto, non riesco a sentirti!” gli ringhiò di rimando la ragazza, scuotendolo un po’ per il bavero “devo aver sentito male, perché mi è parso di sentire la parola ragionevole riguardo a quella merda che spacci per frutta commestibile … forse dovrei infilartela giù per la trachea come ricompensa per i tuoi preziosi servigi!!” dicendo così lo tirò verso di se, in modo che i piedi del venditore si staccarono dal suolo.
All’improvviso la bionda posò una mano sulla spalla della punk, dicendo con calma: “Forza Daya, lascialo stare. Non vogliamo certo fare troppo casino a quest’ora e per questioni simili, non è vero?”.
“Sieg Heil!” esclamò divertita la punk, mollando all’improvviso il povero malcapitato, che incespicò e rischiò di cadere all’indietro ed indietreggiando leggermente.
“Forza Pang” si intromise Benny “ fa’ a queste due gentili signore un prezzo migliore con merce migliore … oppure potrei ricordarmi di riferire a miss Balalaika che sei tornato a vendere il tuo ciarpame nella sua zona e le tue informazioni agli italiani: torneresti in Corea in una scatola da sigari”.
“Vai a farti fottere, Benny … continua così e qualcuno ti chiuderà finalmente quella boccaccia una volta per tutte!” borbottò il venditore con astio, ma obbedendo controvoglia.
“E a te un giorno qualcuno indicherà uno shampoo migliore, ne avresti un gran bisogno … Signore.” aggiunse poi facendo un cenno alle due ed avviandosi.
“Ehi tu! Benny, vero? Aspetta!”
A parlare era stata la bionda, che si stava ora avvicinando a lui con passi veloci ma ben distesi.
Quando gli fu vicino, Benny poté osservare piccoli particolari che prima non gli erano saltati all’occhio; scorse, infatti, dei tratti raffinati, curati, segni indelebili di un’infanzia agiata, anche se temprata dal tempo, ma in quegli occhi color del ghiaccio, l’uomo scorse una luce strana ma conosciuta, che però non riusciva a ricollegare alla fonte.
“La tua voce non mente” disse la donna accennando un sorriso, aveva una voce calda e diplomatica, che però sembrava molto pre impostata “mi sembra quasi di tornare sotto il sole della Florida. Cosa ci fa un ebreo yankee in un posto simile? Perdona l’irruenza ma è raro trovare conterranei in città come questa … soprattutto uno con un’aria così pacifica come te.”.
Benny registrò con sorpresa quell’intelligente insieme di domande, mirate a tracciare un profilo veloce di chi aveva davanti ma confuse con una dosata quantità di gentilezza e naturalezza: la ragazza ci sapeva fare con le parole.
“Oh beh, immagina il mio stupore nel sentire l’impostazione della voce ed il gergo dei sobborghi alti di Manhattan in piena Thailandia, dove al massimo sento l’inglese scimmiottato dei nativi del luogo o le inflessioni di tutti i viaggiatori di questo porto di mondo.” rispose l’uomo omettendo consapevolmente la risposta a molte delle domande che ella poneva, ben conscio che l’insistere troppo nel fare domande sarebbe risultato sospetto.
La bionda però sembrava divertita dall’astuzia dell’uomo che aveva davanti, e rispose con un semplice “Beccata eh?”, esibendo una dentatura perfetta e bianchissima mentre sorrideva con energia.
“Allora, signore, posso invece chiedervi cosa porta due belle donne come voi in uno dei più luridi buchi dell’intero sud-est asiatico?” chiese Benny, speranzoso di carpire qualche informazione ma comunque animato in fondo da semplice gentilezza.
“No, Mr. Florida, non puoi!” ringhiò in quel mentre la punk, che era silenziosamente scivolata a fianco dell’uomo, ed ora lo guardava fisso, con indifferenza ed astio “anzi, tu e la tua ridicola camicia arancione fareste meglio a levarvi dai piedi e farvi un po’ più i cazzi vostri, se non volete guai!” detto questo, sputò per terra ai piedi di Benny e si avviò verso la strada principale.
Benny la osservò, più incuriosito che arrabbiato: lavorando con una come Revy non era certo suscettibile a quel tipo di insulti e minacce.
“Mi spiace molto, la mia amica è molto … diretta” disse la bionda in tutta calma, riservando uno sguardo glaciale alla punk.
“Oh non si preoccupi, sono abituato a ben di peggio!” disse Benny con un sorrisetto.
“Knall! Sbrigati, cazzo! Voglio essere a destinazione in mezz’ora al massimo, finiscila di cazzeggiare!” sbraitò l’altra donna, ormai quasi arrivata alla strada principale.
“E’ stato un piacere, signor Benny, spero proprio di rivederla…”.
I due si strinsero la mano con energia: quella della bionda era molto curata quanto robusta.
“Non si preoccupi, le strade qui a Roanapur sono poche, a meno che non vi nascondiate da nemici potenti, sono sicuro ci rivedremo” scherzò il tecnico della Lagoon con una risatina.
La bionda quindi lo osservò ancora per un attimo con distacco, come se stesse cercando di cogliere al volo tutto quello che finora le era sfuggito, poi accennò un sorriso di congedo e si affrettò con passo deciso a raggiungere l’amica.
Benny, invece, improvvisamente memore dei suoi impegni, si affrettò a riprendere la sua strada, continuando però a ripercorrere per intero quello strano incontro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’Angolo dell’autore
Questo capitolo ha richiesto più energia di quello che avevo preventivato ma sono abbastanza contento del risultato, spero vi piaccia! :) 
  
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