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Autore: _Kiiko Kyah    05/11/2012    1 recensioni
From the 28th chapter:
"-Sono una ragazza piena di sorprese.- scrollò le spalle, incrociando le mani sul petto.
Ray non smise di sorridere. -Non hai più paura di me?- si informò altrettanto sereno e sarcastico.
-Sì, forse un pochino.- strinse pollice e indice tra loro per mostrare l’infinitesimale spazio che aveva lasciato in mezzo alle due dita. -Ma non mi faccio mettere paura da un uomo con le manette.- sorrise, indicando le mani legate del suo interlocutore."
Ci si becca dentro, magari, sì? ♥
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Nuovo personaggio, Shuu, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Raimon Junior High, campo di calcio, giorno dopo l’arrivo di Bianca Plus
 
Molti erano rimasti stupiti quando, arrivando come al solito tutti insieme al campo di allenamento, avevano trovato la loro nuova coordinatrice già lì ad aspettarli.
La cosa veramente particolare era che, nell’attesa, Bianca si era posizionata in mezzo al campo, e al loro arrivo stava palleggiando il pallone con un’agilità che a tutti sembrò insolita per una coordinatrice, che avrebbe dovuto essere un’esperta nella teoria e non nella pratica.
 
– Ma guarda un po’ la perfettina! – esclamò in tono schernitore Axel non appena fu arrivato a qualche metro da lei. Colta di sorpresa, istintivamente la ragazza colpì vigorosamente il pallone calciandolo in direzione del ragazzo che lo fermò di petto e senza alcuna difficoltà.
– Oh! Blaze l’irritante … - lo “salutò” con aria delusa. Poi aggiunse sorridente e rivolta agli altri
– Ciao ragazzi, come va? – ancora una volta, molti di loro arrossirono al suo sorriso.
 
--Axel--
 
“Blaze l’irritante”, lo aveva chiamato.
Roba da sbellicarsi dal ridere. Ma la perfettina continuava a definirlo irritante, e quindi il piano del ragazzo di assecondare questa sua idea andava sicuramente messo in atto.
– Beh, dovremmo allenarci … quindi che ne dici di sloggiare dal campo, perfettina? – le pose questa domanda retorica con un immenso tono a dir poco provocatorio, tanto che dovette trattenere a stento le risa.
La corvina lo fissò un attimo come se avesse voluto trafiggerlo a coltellate, ma subito dopo lo scrutò con fare superiore.
– Certo, caro il mio signor Blaze, ma tu faresti bene a non sprecare il fiato anziché provocarmi, oppure non riuscirai ad eseguire la tua tecnica speciale nemmeno una volta, oggi … - detto questo avanzò e lo oltrepassò senza neanche guardarlo, diretta alla panchina dove Silvia, Celia e Nelly stavano sedendosi proprio in quel momento.
Axel la fermò: - Ti credi tanto importante, perfettina?
Quella si voltò e gli sfoderò un’attraente e luminosa espressione che fece arrossire tutti (proprio tutti) i presenti:
- No, Axel. Io sono importante.
 
Fantastico. Adesso non riusciva più a toglierle gli occhi di dosso.
Con la coda dell’occhio continuava a fissarla anche durante l’allenamento, e più la osservava più si sentiva in dovere di dare il massimo. Così, senza un motivo apparente, il terrore di sbagliare qualche cosa davanti a lei lo attanagliava.
Probabilmente perché ciò Bianca aveva affermato era vero. Lei era importante. In quanto loro coordinatrice, quella ragazza rappresentava effettivamente qualche cosa di rilevante per tutta la squadra.  
E intanto, il cannoniere pregava perché l’antipatica perfettina non si accorgesse del suo sguardo costantemente fisso su di lei. Non lo avrebbe sopportato.
 
--Bianca--
 
Irritante.
Era l’unica cosa che le venisse in mente pensando ad Axel.
Ogni suo atteggiamento, ogni suo singolo movimento, ogni calcio che assestava a quel pallone, ogni cross, ogni dribbling e ogni intervento, persino ogni suo sguardo la conduceva ad un solo ed unico concetto: Axel Blaze era l’essere più irritante che Bianca avesse conosciuto.
 
Ma allora perché … perché mentre osservava i membri della squadra della Raimon muoversi in campo, le sembrava quasi di vedere solo lui?
Era veramente il colmo. O no? Magari era anche questa una delle caratteristiche di quel fenomenale, bellissimo, odioso calciatore: una volta conosciuto, toglierselo della testa era del tutto impossibile, soprattutto per una ragazza.
Okay, adesso basta. Bianca, concentrati! Tu non sei una ragazza qualsiasi!” pensò colpendosi il viso con entrambe sperando che nessuno la vedesse.
Sospirò.
– E quello per cos’era? – le chiese la voce allegra della manager dai capelli a caschetto blu. Lei trasalì mentre quella le si avvicinò di più per poter capire bene dove gli occhi azzurri della coordinatrice fossero diretti.
– Stavi guardando Axel? – Sotto lo sguardo perplesso della sua interlocutrice Bianca si sentì ad arrossire.
– Mi … mi sembra ovvio! È il capo cannoniere della Raimon, è quello su cui devo basarmi per capire l’effettiva forza d’attacco della squadra! – qualcosa sul viso di Celia le fece intendere che non era troppo convinta da questa sua risposta.
Orrore …” pensò sconsolata e imbarazzata alla sola idea.
 
--ed ecco a voi il punto di vista generale! XD--
 
Silvia osservava sorridendo gentilmente l’espressione imbarazzata di Bianca.
Intanto Nelly pensava che la sua amica era proprio buffa. Era la prima volta che vedeva la corvina con quello sguardo, non le era mai capitato di vederla scomporsi in quel modo.
 
– Okay ragazzi, basta così! – ordinò il mister Hillman quando ormai era abbastanza tardi, e i ragazzi si fermarono. Molti di loro avevano il fiatone, e furono felici di trovare le solite bottiglie e asciugamani in quantità ad aspettarli accanto alle quattro ragazze sedute sulla panchina di legno.
– Quanti giorni mancano alla partita contro la Royal Academy? – chiese trepidante il capitano a Celia.
– Solo un paio, Mark … - fu la sommessa risposta, e Bianca ebbe la sensazione che la ragazza, di un anno più giovane di lei, temesse qualcosa. In effetti, ora che ci pensava, le sembrava di averla già vista da qualche parte … I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dalla mano di Axel che le rubò il capello e lo lanciò in aria facendolo volteggiare.
– Oggi niente da ridire, perfettina? – chiese sornione, e un ringhio secco partì dalla gola di lei, facendolo sussultare impercettibilmente.
– Adesso sì, irritante dei miei stivali! – rispose dandogli un pugno sul braccio e afferrando al volo il suo copricapo marrone che il colpo aveva fatto scivolare dalla mano del ragazzo.
– Permalosetta, eh? – commentò lui chinandosi su di lei.
– Ringrazia che io non lo sia, altrimenti il pugno te lo avrei tirato sul naso! – sbuffò, ricomponendosi.
– E ora se permetti è tardi, devo tornare a casa! – detto questo, la corvina girò i tacchi e se ne andò a passo spedito senza salutare nessuno, con il volto rosso dalla rabbia che faceva presagire un’esplosione immediata non appena fosse scomparsa dal loro campo visivo. Inutile dire che Axel anziché preoccuparsi si mise a ridere ripensando alle guance scarlatte e agli occhi frementi di Bianca nel momento in cui le aveva sottratto il cappello.
 
Che fosse un po’ permalosa era ormai nei pensieri di tutti, persino di Jack, che di solito non pensava mai male di nessuno. Il gigantesco difensore la osservava leggermente intimorito mentre la sua figura diventava sempre più minuta, fino a scomparire dietro al cancello della Raimon Junior High, diretta a casa, probabilmente.
– Non pensi di aver esagerato un po’? – la domanda di Nelly non stupì minimamente l’attaccante, che fece spallucce.
– Naaaah, non è così arrabbiata per me, era nervosa già da prima … - e su questo la rossa dovette dargli ragione. Era da quando l’avevano presentata alla squadra che la sua amica si comportava in modo strano anche al telefono.
– Per sicurezza credo che la chiamerò – disse infatti, e si allontanò anche lei diretta al suo ufficio mentre iniziava a digitare il numero di Bianca sul suo cellulare rosa.
 
--Bianca--
 
Odioso. ODIOSO!
Dover ammettere di essere permalosa le provocava però solo un altro ringhio, pensando che era esattamente in questo modo che Axel l’aveva chiamata.
Permalosa.
Ma lei cosa poteva farci se quell’aggettivo la descriveva perfettamente?
Sospirò. Era già la quinta volta che lo faceva in meno di dieci minuti; proprio un vero schifo.
 
Senza neanche accorgersene, aveva imboccato la strada opposta a quella per casa sua, e adesso stava camminando senza meta a grandi falcate, mentre la sua rabbia si stava lentamente mitigando, e i ringhi sordi provenienti dalle sue corde vocali si erano già ammutoliti trasformandosi in grandi e quasi asmatici respiri. Adesso che si era calmata, tutte le persone a cui passava accanto si giravano a guardarla, come sempre d’altra parte, per ammirarla un secondo e subito dopo ricominciare ad ignorarla.
Sempre così, ovunque andasse, e non le era piaciuto per niente che anche per gli studenti della Raimon Junior High fosse stato lo stesso. Il suo dannatissimo bell’aspetto la faceva apparire come la classica ragazza bella e civettuola, per questo si trovava meglio con le ragazze, che non si preoccupavano del suo aspetto e cercavano di conoscerla per quello che realmente era.
 
Si fermò solo quando fu arrivata alla torre della città, un enorme pilone di metallo con un altrettanto gigantesca folgore dorata e bellissima seppur rovinata. Notò sorpresa che appeso ad un albero si trovava un copertone di una ruota proveniente da qualche cosa di enorme, e che più in là se ne trovavano altre tre o quattro.
Che fosse quello il posto di cui Nelly le aveva parlato? Mentre ci rifletteva su, ormai del tutto serena, il suo cellulare iniziò a squillare, facendola sobbalzare. Ironia della sorte, era proprio Nelly.
Avrebbe tanto voluto chiuderle il telefono in faccia per non dover più pensare, ma non voleva di certo far preoccupare la sua amica per mantenere saldo il suo stupido orgoglio con il suo inutile egoismo.  
 
Ehi B, tutto bene? – le chiese la voce della rossa non appena Bianca ebbe risposto alla chiamata.
– Vuoi la verità? – rispose in tono parecchio eloquente sulla risposta che un “” di Nelly avrebbe ricevuto.
Non è da te prendertela per così poco … e poi ti assicuro che di solito Axel è una persona molto razionale e tranquilla … sarà nervoso per la partita … - purtroppo per lei, Bianca non era tipo da farsi convincere da quella giustificazione detta anche con aria poco convinta.
– E non è da te non capire che non sono andata via solo per quello! – l’altra rimase un attimo in silenzio, come se stesse valutando attentamente le parole che avrebbe dovuto inserire nel riscontro da fare.
Comunque sia, dovresti cercare di andarci d’accordo, perché come hai detto tu è uno dei giocatori più importanti, e in quanto coordinatrice dovrai passarci più tempo di quello che speri! – replicò infine in un fastidioso tono petulante.
Già, come se non lo sapesse da sola; Nelly si era già scordata che non era la prima volta che faceva da coordinatrice ad una squadra di calcio? Non sapeva neanche perché aveva accettato, il pomeriggio prima, di ricoprire questa carica nella Raimon. Ma ormai era tardi per tirarsi indietro, e inoltre Bianca Plus non conosceva la parola arrendersi, anche se adesso la sola idea di dover passare tutto quel tempo con Axel le faceva venire l’orticaria.
O almeno sperava che fosse orticaria …
– Io ci proverò, ma non ti posso assicurare niente per quell’irritante. – concluse la chiamata con un sommesso “a domani” e quasi buttò il cellulare nella tasca sinistra dei suoi jeans.
Esitò davanti alle scale che conducevano all’interno della torre, poi prese coraggio e iniziò a correre per arrivare lassù in alto il prima possibile. Non appena mise piedi su quella grande specie di terrazza, rimase senza fiato alla vista di quello spettacolo che era la sua città; non l’aveva mai vista da un punto così alto, e le venne quasi da piangere da quanto le sembrava meravigliosa ed estesa. Al confronto con quella grandezza, ogni sua piccola preoccupazione era un fuscello insignificante, e quindi di riflesso anche quell’antipatico di un cannoniere lo era.
A quel pensiero, non nascose un voluminoso sorriso e si sentì stranamente meglio. Molto meglio.
Il vento continuava imperterrito a scompigliarle i capelli sul viso, così per evitare di perderlo decise di togliersi il cappello.
– Perché ti ostini a volerlo tenere sempre, se senza sei ancora più bella? – sussultò e, girandosi, lo vide lì, in piedi, dietro di lei, come in attesa di una risposta più che eloquente a questo suo elogio.
 
--Jude Sharp--
 
Vide la corvina sussultare e le sorrise con fare maligno.
– J-J-Jude! Co-cosa ci fai tu qui? – balbettò lei stringendo sempre più forte il bordo di cuoio del cappello texano.
– Niente di particolare, volevo sapere come stavi … - il volto di lei si colorò leggermente di scarlatto, e lui quasi quasi non resse più con il suo fare antipatico. Quasi.
– È stato Lui a mandarti? Se è così puoi tornare da lui e dirgli che ormai ho deciso di coordinare la Raimon. – il sorriso del ragazzo si smorzò leggermente, ma cercò in tutti i modi di non darlo a vedere.
– Oh, ma davvero? Spero che tu sappia che la tua nuova squadra fallirà miseramente durante la partita. – fece una pausa ad effetto – E probabilmente allora Lui non sarà più così determinato ad averti con noi … - si aspettò una risposta sfacciata o quantomeno un ringhio infastidito, ma inaspettatamente la corvina prese un’espressione malinconica.
– Io non ho mai capito le tue motivazioni, Jude, ma davvero pensi che i fini possano giustificare i mezzi? – non attese risposta e, incalcandosi il cappello in testa avanzò per oltrepassare il riccio. Non appena però arrivò alla sua altezza si fermò, e mormorò in tono secco
– Tu non sei malvagio, Jude. Ma sto cominciando a chiedermi se tu non sia uno stupido. – Jude colse una tremenda freddezza in quelle parole che lo fece rabbrividire. Lei ignorò quel palese fastidio di lui e iniziò a scendere lentamente dalla torre, lasciandolo solo e attonito, lassù, davanti allo spettacolo impressionante della città vista da quel punto panoramico.
 
--Axel—
 
Sfrush.
 
La porta scorrevole della camera d’ospedale si aprì velocemente tirata dal ragazzo che entrò e subito la richiuse dietro di sé.
– Ciao Julia. – disse rivolgendosi alla sua sorellina sul letto, dormiente con un’espressione triste in volto. La bambina non diede segni di vita eccetto che il suono del monitor che segnalava i battiti del suo cuore; come al solito, d’altra parte.
– Hai presente Bianca, la ragazza di cui ti ho parlato ieri? – esordì il fratello maggiore di Julia, sedendosi su una sedia vicino al letto bianco.
– Oggi ho scoperto che oltre ad essere perfettina è anche permalosa. – sorrise gravemente udendo solo i respiri profondi della sua sorellina. Le accarezzò la guancia e si alzò, salutandola, per poi uscire dalla camera e in seguito dall’ospedale.
 
Diretto a casa, Axel ripensava alle parole di Nelly.
- Non pensi di aver esagerato un po’?
– Naaaah, non è così arrabbiata per me, era nervosa già da prima …
Aveva detto così, ma era comunque consapevole di essere stato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Una goccia di pioggia lo colpì sulla guancia. Si fermò, e alzò lo sguardo.
Parli del diavolo e ne spuntano le corna, eh?
Pensò divertito il giocatore, e ricominciò a camminare per non bagnarsi eccessivamente. Infatti la pioggia aveva cominciato a scendere e a momenti sarebbe sicuramente aumentata.
Però, qualcosa bloccò automaticamente le gambe del cannoniere in divisa scolastica: davanti a lui ergeva la figura di quella che, anche bagnata, era sempre la bellissima coordinatrice abbigliata da film americano.
Axel si aspettava un’altra lavata di capo, o magari che stessero solo facendo strade che si incrociavano e che lei avrebbe voluto evitarlo. Ma lui non riusciva a muoversi. Era come pietrificato davanti alla ragazza, che aveva una strana espressione in volto. Gli si avvicinò tranquillamente, e stava per dire qualcosa. Il ragazzo si stava preparando al peggio, ma …
 
– Scusa. – mormorò Bianca con lo sguardo rivolto al terreno. I muscoli di Axel si rilassarono, anche se la sua ragione sembrava cercare più soluzioni possibili a quell’arcano che rappresentava quella parola. Il totale di risposte trovate allo sbigottimento del ragazzo fu: 0.
– Non dovevo arrabbiarmi tanto con te. In fondo, tu non mi hai fatto proprio niente. – sembrò esitare un attimo – Vedi – riprese – la verità è che sono un po’ nervosa e anche leggermente confusa per un problema avuto con la squadra che coordinavo l’anno scorso. – il ragazzo dagli occhi neri si tranquillizzò, e si chinò leggermente su di lei costringendola ad alzare lo sguardo nel suo.
– Non per essere indiscreto, ma di che problema parli?
– L’allenatore non ha preso bene il fatto che ho preferito accettare la proposta di Nelly e coordinare la Raimon. – le guance della corvina si stavano rapidamente tingendo di rosso, e il suo essere bagnata fradicia dalla pioggia la faceva sembrare piccola e indifesa. Quasi fosse bisognosa di essere coccolata proprio come un cucciolo maltrattato.
 
Perché d’improvviso gli sembrava così … tenera? L’acqua fresca che cadeva dal cielo non impedì al suo volto di scaldarsi e lui capì di essere arrossito a sua volta.
 
– E ti stupisci? – pregò con tutto sé stesso di avere abbastanza buon senso per fermare quell’impulso terribile di terminare la frase. Ma ormai era troppo tardi, per cui non gli fu concessa altra azione se non quella di continuare a parlare.
– Chi vorrebbe rinunciare ad una coordinatrice bella e tosta come te?
Vide chiaramente i suoi occhi azzurri spalancarsi, e senza neanche accorgersene fu punto dal dolce profumo della ragazza.
Perché prima non lo aveva sentito mentre adesso gli appariva così forte e inebriante da stordirlo?
Visibilmente imbarazzata dopo quella frase, Bianca cercò in tutti i modi di apparire più distaccata possibile. Fece un passo indietro evitando accuratamente di guardarlo negli occhi e scosse la mano dall’alto verso in basso con aria di sufficienza.
– B-beh, comunque, dì a qualcuno che sono stata gentile … - chiuse la mano alzata in un pugno - … e allora sì che potrai vedere se sono tosta o no!
Detto questo, si diede una scossa e si incamminò più velocemente possibile. Non appena si fu distanziata di qualche metro, cacciò uno starnuto.
Axel si girò a guardarla. Certo che era proprio strano, quel pulcino bagnato.
 
 
Angolino:3
Giuro che non l’ho fatto apposta …
Ma avete notato che i pensieri reciproci di Axel e di Bianca sono quasi uguali?
Proprio io, che li volevo fare agli antipodi,
cioè l’uno l’opposto dell’altra ecco che me ne esco
con riflessioni quasi uguali!
Vabbè che dovevano “non sopportarsi” allo stesso modo, ma farli così uguali …
(Axel: comecomecome? Ma davvero pensi di avermi fatto uguale a QUELLA?
Bianca: cosa vorrebbe significare? Guarda che io ho un nome!
Io: ZITTI!, io qui starei commentando il capitolo! E poi, sono io la scrittrice quindi decido io!
A&B: okay … -si guardano male-)
Beh? A voi è piaciuto? L’ho fatto un po’ più lungo del primo, e ne sono tanto contenta!! –anche se non è poi così più lungo …-
Nel prossimo capitolo: primi spezzoni infilati in episodi esistenti. Ce la farò? Lo spero tantooooooo

PS. Dopo due giorni rileggo questo capitolo ... O////O ma come mi è venuta in mente una cosa del genere? O///O secondo me così finirò per suicidarmi dall'imbarazzo (si fa per dire).
Kiss :D
KyawaiiChu
  
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