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Autore: _Kiiko Kyah    04/11/2012    4 recensioni
From the 28th chapter:
"-Sono una ragazza piena di sorprese.- scrollò le spalle, incrociando le mani sul petto.
Ray non smise di sorridere. -Non hai più paura di me?- si informò altrettanto sereno e sarcastico.
-Sì, forse un pochino.- strinse pollice e indice tra loro per mostrare l’infinitesimale spazio che aveva lasciato in mezzo alle due dita. -Ma non mi faccio mettere paura da un uomo con le manette.- sorrise, indicando le mani legate del suo interlocutore."
Ci si becca dentro, magari, sì? ♥
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Nuovo personaggio, Shuu, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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((Introduzione: prima di tutto voglio dirvi che questa mia fiction è la terza che faccio. E intanto le prime due sono ancora in corso. Ma non prendetemi per pazza per questo, perché al contrario delle altre due questa fiction ce l’ho in testa da mesi, quasi un anno, da prima ancora di iscrivermi a questo sito. Quindi … abbiate pietà se trovate qualcosa di sbagliato oppure se qualche capitolo -come questo- è corto, è già tanto che l’ho postato, questo capitolo. Secondo poi, vi dico subito che avrei tanto preferito utilizzare i nomi giapponesi dei personaggi, ma dati i motivi sopra descritti per facilità ho usato quelli italiani.
Come detto nell’introduzione della storia in generale, questa non è una fiction “continua”, bensì una raccolta di “salti nel tempo” fra episodi totalmente creati da me o frammenti “mancanti” di episodi originali, perciò se non avete visto l’anime nel suo completo –anche se dubito che sia così- non si capirete quasi niente.
Basta, non vi voglio annoiare più, quindi … buona lettura! :3))

 
 
Raimon Junior High, campo di calcio, pochi giorni dopo l’entrata del signor. Illman come Mister della squadra
 
Il pallone continuava a rotolare velocemente sotto i piedi del quasi nuovo capo cannoniere della squadra, Axel, che correva veloce come il vento in direzione della porta.
– Preparati Mark! – gridò rivoltò al suo amico in porta per poi sferrargli un potente tiro che il portiere in tuta gialla parò prontamente buttandosi a destra.
Quel giorno i ragazzi erano davvero in ottima forma, e si stavano allenando con entusiasmo sotto gli occhi allegri delle loro manager Silvia e Celia, mentre la presidentessa della squadra, Nelly Raimon, li osservava da suo ufficio lassù, nell’edificio più alto di quelli che componevano la scuola, con un binocolo di quelli che si usano per osservare l’opera nei teatri.
Davanti alla sua scrivania, stava un’altra figura.
Indossava degli jeans molto aderenti che terminavano poco sotto il ginocchio e  una camicia con maniche corte a sbuffo. Sopra la camicia, portava un gilet da “cowboy” perfettamente in tono con i suoi stivaletti da cavallerizza. In testa portava un classico cappello texano che la faceva sembrare un personaggio di un film western.
La ragazza, alta e bellissima, si passò delicatamente una mano decorata con un bel bracciale dorato lungo la sua chioma scura come la pece e sorrise.
– Prima di accettare la tua proposta, Nelly, vorrei prima conoscere … i giocatori. – La rossa sorrise capendo che “i giocatori” non era esattamente quello che la sua amica intendeva, ma acconsentì e depositò il suo binocolino dorato per uscire dall’ufficio, seguita a ruota dalla misteriosa ragazza bruna.
 
Gli stivaletti color legno tonfarono sullo sterrato del campo, come era giusto che facessero essendo stivali pensati per camminare sul terreno più consono alla cavalcata, ovvero quello su cui si trovavano adesso.
La ragazza dai lunghi capelli rossi si avvicinò al mister della squadra che si stava allenando in quel momento e gli disse qualche cosa all’orecchio.
L’uomo attirò l’attenzione dei suoi giocatori che smisero immediatamente di correre e si diressero, chi frettoloso chi meno, ad attorniarlo.
– Ragazzi – esordì l’uomo vestito di blu – la nostra Nelly mi ha portato una buona notizia: è appena arrivata la persona che aspettavamo, il nostro “coordinatore” … – fece una leggera pausa osservando le reazioni dei ragazzi
– Ma non è esattamente come potreste aspettarvelo … – loro si zittirono guardandolo perplessi.
– E perché, Mister? – chiese con il suo solito entusiasmo il giovane capitano nonché portiere della Raimon.
– Beh, per caso te lo aspetti della tua età, vestita da cowgirl e soprattutto che sia una ragazza? – disse una voce sarcastica proveniente da chissà dove, e da dietro l’allenatore sbucò la sua proprietaria, una bellissima ragazza dall’espressione schernitrice.
Lui non rispose. Semplicemente, come tutti i suoi compagni, arrossì alla vista di una ragazza così bella. Avrebbe potuto fare la modella; persino i suoi abiti non molto “eleganti” le stavano d’incanto. L’unico che sembrava immune a questa sua bellezza era Axel, che la guardava serio.
– Fammi capire, il tanto atteso coordinatore … saresti tu?
– Non mi dire, caro il mio signor Blaze, ti spiace per caso? – rispose quella in tono retorico, lasciando tutti attoniti. Nessuno, ma proprio nessuno, aveva mai usato quel tono sornione con il ragazzo dagli occhi neri prima.
Lui la fissò un attimo, e Silvia poté leggere chiaramente sul suo volto la frase “No, per niente!”. Ma questo non fu esattamente quello che il cannoniere disse …
– Beh, certo mi aspettavo qualcuno di più esperto, non una ragazza che sembra non saperne nulla … – non l’avesse mai detto. La corvina sembrò volerlo uccidere sul colpo, anche se cercò di non darlo a vedere; fece spallucce e iniziò a fissarlo come a voler dare vita ad una sorta di guerra fredda che, come tutti temevano, sarebbe durata molto, molto tempo.
– Ma io so tutto, Axel Blaze! – esclamò, poi iniziò a recitare a memoria senza perdere il contatto con gli occhi di lui – Axel Blaze, fino ad un anno fa giocavi nel club di calcio della Kirkwood Junior High e stavate quasi per vincere il famoso Football Frontier, ma proprio il giorno prima della finale contro la Royal Academy il qui presente giocatore più importante della squadra ha abbondato il torneo per ehm … motivi che mi ha doluto venire a sapere – disse questo con un tono sinceramente dispiaciuto, che sparì però in un lampo continuando a parlare – e recentemente ti sei trasferito qui alla Raimon dove, durante una partita con la Royal Academy, quando questa stava per vincere 20-0, hai deciso di abbandonare i tuoi propositi per aiutare il tuo nuovo amico Mark e hai segnato il gol del 20-1. Poi, la mia amica Nelly ti ha convinto ad entrare in squadra, e adesso ti stai lamentando di avere la sottoscritta Bianca Plus come coordinatrice. Tutto corretto, caro il mio signor Blaze? – chiese ancora sarcastica facendogli un malizioso occhiolino.
Questa volta, seppur conservando il suo sguardo serio di sempre, il ragazzo arrossì leggermente e annuì, sconfitto. Ovviamente, tutti gli altri erano rimasti a bocca aperta, soprattutto nel vedere che Bianca si era divertita davvero un mondo a stuzzicare quello che di solito era il più rispettato di tutti nel gruppo.
L’allenatore decise di far fare loro una partita di allenamento per far vedere alla nuova coordinatrice come i giocatori sapevano muoversi in campo, anche se lei aveva continuato a ripetere che era inutile, perché aveva già abbastanza dati su di loro. Ma lui non volle sentire ragioni e diede la formazione delle due piccole squadre.
Data la mancanza di un secondo portiere, si decise di utilizzare una sola porta e un solo portiere, Mark.
 
La partita quindi iniziò, e tutti furono piuttosto stupiti nel vedere lo sguardo seccato della corvina dalla lunga chioma ondulata. Sembrava completamente assente, ma in realtà stava registrando ogni piccola mossa dei ragazzi e i movimenti del pallone nel suo database mentale formato dalla sua memoria fotografica e dalla sua alta conoscenza delle tecniche calcistiche e di tutti gli schemi possibili e immaginabili.
 
--Axel—
 
Che fastidio.
Quell’antipatica lo aveva zittito in meno di un minuto.
Era riuscita a spiazzarlo con un solo sguardo, e poi anche a farlo sentire in imbarazzo davanti a tutta la squadra.
Che ragazza odiosa!
Palla al piede, il ragazzo stava superando tutti i suoi improvvisati avversari senza fatica. Sentiva lo sguardo attento e critico di Bianca stargli addosso, e iniziò ad avvertire uno strano senso di disagio.
Perché? Perché quel disagio improvviso? Non era naturale, diamine, non lo era per niente! Ma più capiva che quella stupida lo stava fissando intensamente, più i suoi piedi sembravano voler spiccare il volo da un momento all’altro portandolo chissà dove.
 
Il Mister Illman aveva detto di mostrare le proprie capacità alla nuova coordinatrice, eh? Bene. Era quello che aveva intenzione di fare.
Si avvicinò pericolosamente alla porta e guardò Mark.
– Forza, tira! – lo sfidò quello capendo al volo i suoi pensieri.
Senza pensarci su due volte, Axel spiccò un salto e le sue gambe vennero avvolte dalle solite lingue di fuoco. Mentre piroettava in aria, vide la corvina alzarsi di scatto e poté cogliere con chiarezza il luccichio che era apparso nei suoi occhi.
– TORNADO DI FUOCO! – gridò dando un vigoroso calcio al pallone, che piombò dritto fra le mani di Mark.
– MANO DI LUCE! – urlò il portiere in risposta evocando la sua grande e luminosa mano grazie alla quale riuscì a deviare il potente tiro di Axel. Andò a recuperare il pallone, e poi mostrò un enorme sorriso dei suoi al suo amico – Grande Axel, questo è stato quasi più potente di tutti gli altri! – esultò estasiato.
Ma la sua voce arrivò come un grido lontano alle orecchie del ragazzo. In quel momento, lui era troppo impegnato ad osservare il viso splendente di Bianca. Sembrava quasi che qualcuno ci avesse versato sopra vasetti e vasetti di brillantini luminosi.
 
Era
… veramente
… bellissima.
 
--Bianca—
 
Non poté fare a meno di alzarsi in piedi quando il ragazzo sfoggiò la sua tecnica speciale.
Era davvero spettacolare vista da così vicino. Le era salita la pelle d’oca fin sulla testa, e non riusciva più a trovare un contegno.
Stava sorridendo come una stupida idiota.
Cos’era quella strana sensazione che stava prendendo possesso del suo stomaco, ormai in fermento?
Niente. Non era niente. Non doveva essere niente.
– Va bene, credo che possa bastare. – disse il signor Illman, e tutti i giocatori si fermarono di botto iniziando subito poi a correre verso la panchina per bere qualcosa e qualcuno anche per asciugarsi il sudore con un asciugamano. Uno di questi ultimi era Axel, che le sembrò stranamente nervoso.
Senza neanche accorgersene, Bianca afferrò un bottiglia da quelle che le due manager appena conosciute avevano depositato in un paio di cassette di legno ai piedi della trave di legno sulla quale erano sedute e gli si avvicinò.
– Tieni. – gli disse porgendogliela e cercando di ostentare un tono scostante; sotto il suo sguardo sorpreso, le ci volle una fatica immensa per non scoppiare in mille complimenti da ragazzina priva di ritegno su quanto fosse stato fantastico il suo Tornado di Fuoco.
– Non guardarmi con quell’aria ebete, devi reidratarti o potresti sentirti male! – fu l’unica cosa seria che la ragazza riuscì a pensare e a dire.
– Grazie … credo, almeno. – rispose lui afferrando la bottiglia, e per un miserabile e al contempo interminabile istante le loro mani si sfiorarono, provocando in Bianca un altro fermento nel suo stomaco, come un frullo di migliaia di ali.
 
--KyawaiiChu Narratore esterno Punto di vista generale? Non so come chiamarlo uffa--
 
Erano rimasti così, in silenzio, l’uno davanti all’altra, lui che beveva e lei che cercava di guardare in un’altra direzione che non comportasse osservare il ragazzo che aveva di fronte.
Tentativo vano, perché la sua presenza era come quella di una valle davanti ad una montagna: era l’unica cosa che potesse vedere.
Alla fine, decise di reagire, ma lui fu più veloce.
– Niente da dire riguardo al mio allenamento, cara la mia signorina Plus? – le chiese facendole una perfetta imitazione. Farle il verso fu sicuramente per lui una sensazione appagabile, anche perché subito lei si sentì avvampare sotto il suo sguardo borioso.
– O-okay, devo ammetterlo, hai un talento davvero formidabile ... – disse. La sua tattica era questa: prima il complimento, poi l’insulto. Difatti, aggiunse – ma per il carattere ci sono ancora parecchie cose da migliorare!
– Cosa vorresti dire?– le chiese ancora prendendo una faccia quasi offesa.
– Che sei un irritante, ecco cosa!– rispose lei voltandosi e prendendo un’aria strafottente.
- Meglio irritante che perfettina! – ribatté lui eseguendo quasi esattamente gli stessi movimenti della corvina.
- Perfettina a chi!? – si rigirarono di scatto per guardarsi in faccia, e i loro sguardi si stavano rapidamente trasformando in stilettate taglienti e appuntite.
Chi avesse assistito alla discussione dall’esterno, avrebbe sicuramente giurato di aver visto partire dagli occhi azzurri di Bianca e da quelli neri di Axel due scariche elettrice che si incontravano a metà della distanza fra i due, ognuna cercando di sovrastare l’altra per arrivare ad incenerire il proprio avversario.
 
Tutti i presenti reagirono in modi differenti a questa prima battaglia della loro guerra fredda:
C’era chi sospirava, chi rideva nervosamente, chi faceva segno con le mani di stare calmi, qualcuno stava ancora osservando la bellezza di Bianca e qualcuno si era quasi messo a pregare perché quell’agghiacciante sfida a chi fissava peggio l’altro finisse al più presto.
Inutile dire che i due diretti interessati non si interessarono minimamente agli altri; era come se in quel momento per entrambi non esistessero altro che gli occhi dell’altro.
Fu questo pensiero che indusse una persona nella massa di ragazzi che stavano osservando i due “litiganti” a sorridere divertita.
 
--Axel--
 
Finalmente giunse l’ora di tornare a casa, e Axel si incamminò da solo lungo il viale che conduceva alla sua dimora. Nei suoi pensieri, gli occhi azzurri di Bianca regnavano indiscussi.  
– Axel! – si sentì chiamare e, girandosi, vide Mark, Silvia e il loro compagno dai capelli azzurri Nathan correre verso di lui.
– Ti spiace se facciamo un pezzo di strada con te? – chiese il castano non appena ebbero raggiunto il loro amico.
– No, figurati. – rispose lui sorridente.
Così, i quattro iniziarono a camminare insieme e a chiacchierare degli allenamenti e della squadra. Inevitabilmente, il discorso cadde sulla nuova coordinatrice.
– Forse è un po’ strana, però mi sembra brava. – sentenziò Mark alzando lo sguardo in modo riflessivo. Axel roteò gli occhi.
– A me sembra molto simpatica. – aggiunse Nathan con aria sorridente.
Simpatica? Quella?
– È una perfettina – borbottò senza accorgersene – e anche un po’ matta. – mentre diceva così, però, iniziò a sorridere al pensiero dello sguardo sognante che la corvina aveva assunto davanti al Tornado di Fuoco.
– Tu dici? Io invece ho avvertito un certo feeling … – commentò la ragazza dai capelli verdi restando sul vago, ma lasciando comunque intendere cosa intendeva. Nathan si mise a ridere e rispose divertito:
– Hai ragione, un feeling di tuoni e fulmini!
Axel sospirò. Ma come le era venuta un’idea del genere? Era più probabile che fosse Nathan ad avere ragione. Altro che feeling, era chiaro come il sole che non sarebbe mai riuscito ad andare d’accordo con quell’antipatica.
Non che gli dispiacesse.
Anzi, nei suoi pensieri si era già formulata l’idea che, perfettina o no, si sarebbe divertito un mondo a stuzzicarla in tutti i modi possibili e immaginabili, e si pose questo preciso e delicato compito di essere il più “irritante” possibile.
 
 
Angolino:3
Konnichiwa!
Vi è piaciuto il capitolo? Scommetto di no
Cooooomunque, mi ci sono messa d’impegno quindi spero che qualcuno abbia apprezzato.
Ho già detto quasi tutto all’inizio, quindi non mi dilungherò.
Vi saluto dicendo: se leggete questo capitolo, re-cen-si-te-lo vi prego!
Ovviamente accetto anche critiche!
Kiss :D
KyawaiiChu
  
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