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Autore: GuyFawkes    05/11/2012    0 recensioni
Armato di incrollabili ideali, Jack è un discreto pugile inserito nel giro dei combattimenti clandestini. Anche quando la sua moralità viene messa a dura prova dalle proposte del fratello Paul, egli preferisce seguire le convinzioni che l'hanno sempre accompagnato in un mondo fatto di squali senza pietà, piuttosto che piegarsi alla volontà di una persona meschina e bugiarda. Questo lo porterà a vedere la sua vita sgretolarsi fra le sue stesse mani.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jack si riscosse da questi pensieri e si guardò intorno come se Michelle potesse comparire da un momento all'altro. Quando si rese conto che non c'era nessuno in casa oltre a lui, tornò a sedersi e fece un bilancio approssimativo dei danni che, anche stavolta, aveva riportato dallo scontro con gli scagnozzi di Paul: la mano destra era completamente spappolata, ben due costole erano incrinate e aveva perso la sensibilità della spalla sinistra. Tutto sommato sarebbe potuto andargli peggio. Nonostante le sue condizioni non fossero delle migliori, Jack decise che avrebbe combattuto lo stesso. Si spostò dalla cucina al bagno e, presa una garza, si fasciò la mano che ancora sanguinava. Per la spalla e le costole non poteva fare granchè, se non sopportare silenziosamente il dolore poichè, se avesse voluto medicarsi, sarebbe dovuto andare in ospedale e questo era assolutamente fuori discussione. Tornò rapidamente in camera e dopo essersi vestito con i primi stracci che gli erano capitati fra le mani, uscì velocemente da casa.

Anche se ormai il sole era scomparso per andare a far visita agli abitanti del continente opposto rispetto a quello in cui si trovava lui, era ancora presto per l'incontro dato che non erano che le nove e mezza. Passeggiò distrattamente per le vie della città e, sovrappensiero, giunse nei pressi di una casa situata in una posizione piuttosto insolita per un'abitazione; inoltre, era così piccola che sarebbe stato molto difficile trovarla a meno che non se ne conoscesse l'esatta posizione. Jack si avvicinò alle finestre per poter affacciarsi e vedere cosa ci fosse all'interno, ma queste risultarono essere completamente sbarrate con spesse assi di legno. Tuttavia non c'era alcun dubbio: quella era stata, a suo tempo, la casa dove Jack aveva trascorso l'infanzia. Non era come se la ricordava lui con gli interni dipinti di un giallo pallido, le ceramiche di sua madre situate nell'ingresso e lo studio di suo padre in fondo al corridoio. La casa che in quel momento stava guardando era poco più di una catapecchia così dismessa che sarebbe potuta crollare da un momento all'altro. Jack percorse la via in lungo e in largo per tentare di entrare nella struttura e, proprio quando era sul punto di andarsene, un porta di dimensioni minuscole si aprì alla sua destra, lasciando uscire un odore di marcio misto a muffa. Senza esitare un istante Jack varcò la soglia ma una volta dentro l'odore divenne insopportabile tanto che dovette uscire più volte per riprendere aria. Quando il suo naso si fu abituato a quel tanfo, esplorò cautamente l'interno. Camminò a tentoni nell'oscurità fino a quando il suo piede non si scontrò con qualcosa che Jack pensò essere fatto d' alluminio, a giudicare dal suono che produsse. Il suo sguardo si spostò in basso e ciò che trovò non gli fece piacere: scoprì di essere finito tra una miriade di cibi in scatola, alcuni dei quali ancora confezionati. Ciò significava che la casa era abitata.
- Chì va là! - urlò una voce nel buio. Jack non rispose ma rimase fermo, in attesa di vedere chi avesse parlato. Dopo qualche minuto si accesero un paio di luci che illuminarono buona parte dell'ambiente circostante, rivelando la presenza di un uomo. Era sicuramente uno straccione, come si poteva vedere dai vestiti che indossava, ma nonostante ciò aveva un che di inquietante. Puzzava di alcool e probabilmente anche la sua sanità mentale era messa a dura prova dai discorsi che faceva, alternando ora una voce impaurita ora una voce tonante e adirata. Jack decise che non valeva la pena perdere altro tempo e fece per andarsene quando il barbone, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che farneticare da solo, scattò verso di lui e gli afferrò il braccio destro. Per un istante parve aver riacquistato la lucidità mentale. - Tu non mi conosci ma io conosco te. Non giudicarmi male per ciò che ho fatto in passato ma pensa solo che sono un uomo come gli altri e quindi vulnerabile e stolto. Addio J.J. - All'udire quelle parole Jack sentì un brivido freddo scendere lungo la schiena e quando tentò di interrogare il vecchio, questo aveva ripreso a farneticare: diceva di essere il re del mondo e che tutto intorno a lui era fatto d'oro. Prese anche un tubo di metallo e lo offrì a Jack dicendo che era l'antico scettro di un re babilonese. Jack uscì dal quel luogo tenebroso senza le risposte che andava cercando, ma tuttavia incuriosito dalla figura di quel vecchio pazzo.

- Ma dove cazzo è finito Jack!Se non fosse per l'incontro che deve disputare stasera gli avrei già spaccato l'osso del collo... - L'uomo che in quel momento stava parlando non sembrava essere adirato...diciamo piuttosto che era davvero incazzato nero! Sedeva al tavolo di una vecchia locanda e non la smetteva di imprecare e di sbraitare. Era molto muscoloso e, senza alcun dubbio, anche lui da giovane era stato un lottatore. Il particolare che lo faceva sembrare un vero e proprio avanzo di galera era una cicatrice che gli solcava il volto da parte a parte, passando sopra il naso e arrivando fin sotto l'occhio sinistro. Solo quando vide Jack entrare dalla porta completamente sudato e zoppicante esclamò: - Che diavolo ti è successo, Jack? -
- E' stato Paul. -
- Di nuovo! Ascolta Jack, non si può andare avanti così. Dobbiamo trovare una soluzione anche se... - l'uomo non fece in tempo a completare la frase che Jack replicò: - Robert lascia perdere...pensiamo all'incontro -  e così dicendo si avviò sul retro del locale, dopo aver salutato con una stretta di mano il proprietario che lo osservava visibilmente preoccupato per le sue condizioni fisiche. Percorsero un lungo corridoio prima di arrivare nella stanza sul retro. Quando entrò, Jack vide un enorme gabbia posta al centro della sala nella quale due dilettanti si battevano per intrattenere il pubblico prima del vero incontro tra lui e un lottatore chiamato Johnny Foster detto "Il Pazzo della terza strada". Non era difficile capire il perchè di quel soprannome. Nonostante il luogo non fosse grandissimo, c'erano più di cento persone intente a guardare l'incontro e altrettante si avventavano sulla gabbia lanciando tutto ciò che si trovavano ad avere fra le mani. Quando Jack attraversò il salone qualcuno sembrò riconoscerlo ma la maggior parte della gente non gli prestò molta attenzione. Raggiunse il suo spogliatoio e vi entrò, seguito a ruota da Robert.
- Senti Jack anche se so già che domani mi pentirò amaramente di avertelo chiesto dal momento che ci rimetto un sacco di soldi, voglio che tu stasera non combatta... - le parole pronunciate dal suo allenatore non produssero su Jack l'effetto sperato.
- O tornerò abbastanza integro da poter combattere ancora o morirò combattendo. In entrambi i casi non mi potrebbe andare meglio - e dicendo questo Jack esplose in una risata liberatoria. Radunò accuratamente le sue cose, le ripose su uno scaffale e prima di varcare la soglia della porta che lo avrebbe portato a pochi metri dalla gabbia di combattimento disse: - Ora basta stronzate Robert: è tempo di combattere! - ed uscì rapidamente, evitando di perdere altro tempo.

- A tutti voi,signori e signore che vi trovate qui questa sera al "Dead Men" di Los Angeles, auguro una piacevole serata e spero che vi divertiate a vedere scorrere il sangue di questi due autentici professionisti dei combattimenti clandestini: all'angolo destro troviamo Jhonny Foster soprannominato "The Mad of the Third Street", famoso per aver quasi mandato all'obitorio l'ex campione Danny Groove; mentre in quello sinistro troviamo lo sfidante che si fa chiamare Jack "The Demon" Jhonson altrettanto illustre per le sue numerose vittorie. Ma adesso è finito il tempo delle presentazioni:che il match abbia inizio! -

Jack, salendo sul ring, amava vedere il suo avversario atteggiarsi con il pubblico per far fronte alla paura che puntualmente attanaglia lo stomaco e rende difficile perfino respirare. Lui non provava più paura ormai da molto tempo: era praticamente una vita che si guadagnava il pane combattendo. Quella volta, però, Jhonny Foster non sembrava aver paura ma, anzi, era impaziente all'idea che lo scontro avesse inizio e questo disorientò alquanto Jack che non smetteva di fissare con insistenza il suo avversario. L'assordante rimbombo del gong diede il via al combattimento. Dopo un paio di affondi rapidi e precisi andati a segno, Jack incominciò a perdere la sensibilità degli arti superiori che non riuscivano più a sopportare l'eccessivo sforzo. Foster non perse tempo e colpì il suo sfidante con un montante un po' troppo debole per riuscire a preoccupare seriamente Jack . Quest'ultimo,nonostante non avesse ancora subito un numero troppo elevato di colpi,grondava sangue già dall'inizio del match ma sembrava non curarsene troppo.Lo scontro era molto concitato e ogni pugno andato a segno veniva accompagnato da urla e grida di esultanza.Il primo round si chiuse senza che nessuno dei due fosse ancora andato a baciare il pavimento di quell'angusto ring.
- Jack puoi farcela basta che chiudi definitivamente l'incontro al secondo round perchè non credo che tu riesca a resistere oltre in queste condizioni -
- Robert questo lo stendo facile.Non è duro come credevo.E' giovane e spavaldo ma non ha nessuna esperienza.Se fossi stato in forma adesso sarei già a casa davanti alla tv -
- Allora muovi le mani e non la lingua -
Il secondo round iniziò con una raffica di colpi da entrambe le parti ma era evidente a tutti che Foster stava mollando.Era visibilmente sfiancato poichè metteva più colpi a segno del suo sfidante ma con poca precisione mentre Jack non si scopriva troppo e colpiva molto più forte.Erano quasi giunti alla fine del round quando Jack fece un finta a destra e poi si spostò di colpo sulla sinistra sferrando un montate che colpì Foster in modo così violento da farlo stramazzare al suolo svenuto e privo di sensi.Jack aveva vinto l'incontro ma proprio il quel momento dal pubblico si udì un rombo di tuono e un paio di proiettili andarono a colpire Jack in piena schiena.Dal pubblico si sollevò una voce possente: - Ti avevo avvertito fratello -
- Paul, grandissimo figlio di una... - Jack non riuscì a terminare la frase poichè cadde a terra con un tonfo sordo.Tutto divenne buio.

  
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