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Autore: Fenrir_23    06/11/2012    6 recensioni
Questa storia è il seguito di "Un'altra possibilità", la mia prima Long su Itachi e Sasuke.
“Ti mancano i tuoi compagni di team?” Chiese, a bruciapelo.
Sasuke lo guardò stranito, chiedendosi quale strano processo mentale l’avesse portato a pensare a loro, ma poi si affrettò a negare.
“No, assolutamente no.” Disse, seccamente.
"Itachi sollevò il suo capello di paglia per monitorare meglio la situazione, osservando per un attimo Sasuke che camminava apparentemente tranquillo al suo fianco. Si trovavano in una zona particolarmente pericolosa: il Paese del Suono. Stavano esplorando quel posto desolato in cerca del rifugio principale di Orochimaru."
La prima parte della fiction è piuttosto avventurosa, la seconda invece più dedicata all'introspezione dei personaggi.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Dopo la serie
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Itachi si lasciò cadere sul letto, provando sollievo all’idea di poter riposarsi, finalmente, ed ascoltando lo scroscio dell’acqua che proveniva dal bagno, dove Sasuke si stava facendo la doccia. Avevano appena messo piede in quell’appartamento che Naruto gli aveva assegnato provvisoriamente, per dar loro il tempo di organizzarsi ed eventualmente acquistare una nuova casa, questa volta al centro di Konoha perché gli Uchiha dovevano fare parte del villaggio stesso, senza essere reclusi in un ghetto com’era successo in anni ormai passati.
A Sasuke l’idea di tornare subito a vivere in mezzo a gente che aveva rischiato di odiare – se non ci fosse stato il fratello con lui era sicuro che avrebbe veramente rischiato di non riuscire a contenersi – non era ancora completamente andata giù; però ormai aveva già accettato il fatto che Konoha, nel bene e nel male, fosse la sua casa. Tuttavia la piccola fiamma di rancore che continuava a bruciare nel suo cuore era difficile da spegnere, e questo Itachi lo sapeva bene; perciò si era preso il compito di essere lui il contenitore dell’odio di Sasuke.
L’Uchiha maggiore sospirò, chiudendo gli occhi.
Ancora stava riflettendo sulla proposta di Naruto, che gli aveva chiesto di diventare consigliere e prendere il posto che un tempo era appartenuto a Danzo.
Si era ripromesso di non voler avere più niente a che fare con il modo ninja e gli incarichi importanti, aveva il terrore di dover ancora decidere per la vita di molti, eppure sentiva di non poter completamente staccarsi dalla società degli shinobi e vivere come un semplice cittadino; semplicemente perché non avrebbe saputo come farlo.
Era nato ninja, e sia la sua mente, sia il suo corpo – quest’ultimo ormai debilitato – erano da sempre stati allenati e fare quello. Anche se tutti l’avevano sempre chiamato genio, in verità non conosceva altro al di fuori del mondo ninja, non sapeva come vivere senza essere tale. E poi sentiva di avere ancora qualcosa da fare, di non poter fuggire dal passato semplicemente slegandosi da quello che era sempre stato.
Il ruolo di consigliere lo spaventava – prendere il posto di Danzo gli scatenava dentro un moto di emozioni così confuse da spaventarlo – ma nello stesso tempo, dentro di sé, sapeva che ricoprire quell’incarico sarebbe stato come riscattarsi. Perché proprio un Uchiha, lo stesso che a soli tredici anni aveva insolentemente creduto di poter risolvere tutte le cose da solo, sterminando la sua intera famiglia e portandone il fardello per l’intera vita, ora avrebbe preso il posto di colui che aveva sempre voluto lo sterminio dell’intero Clan.
Era quasi una vendetta, anche se a Itachi non piaceva pensarla in quel modo. Era un modo per ricostruire qualcosa di migliore.
“Forse questa è l’unica occasione che avrò in vita mia per cercare di riscattare la mia famiglia, almeno un po’.”Pensò L’Uchiha – sentendosi subito stupido per aver pensato all’idea di poter rimediare, anche se solo in minima parte, a quello che aveva fatto – prima che Sasuke aprisse la porta, entrando nella camera mentre, coperto dall’accappatoio, si strofinava i capelli per asciugarli.
“Tutto a posto, niisan?” Chiese lui, alzando un sopracciglio, scettico.
Itachi annuì lentamente, mettendosi a sedere.
“Stavo pensando.”
Sasuke non tardò a capire a cosa si riferisse il fratello.
Quando Naruto aveva proposto ad Itachi di diventare consigliere era rimasto completamente sconvolto, quasi dimenticandosi che a lui invece era stato chiesto di ricoprire un in carico altrettanto importante, anche a livello emotivo.
Sasuke avrebbe voluto vedere il fratello consigliere al posto di Danzo, perché pensava che fosse un bel modo per riscattare l’intero Clan Uchiha, però non aveva voluto esprimere la propria opinione per evitare di forzarlo; perché sapeva quanto Itachi temesse l’idea di avere ancora delle responsabilità.
D’altra parte era anche convinto che suo fratello fosse la persona giusta per quel ruolo; perché Itachi, a differenza di quello che era stato quel bastardo di Danzo – Sasuke non poté fare a meno di utilizzare quella parola per descriverlo – era la persona più adatta per diventare consigliere dell’Hokage. Era semplicemente giusto che fosse lui a prendere quel posto; nessun altro  ne aveva maggiormente diritto.
“Cosa pensi di fare … riguardo a quello che ti ha detto Naruto?” Gli domandò ad un certo punto.
Itachi non si lasciò sfuggire nessuna espressione compromettente, ma Sasuke intuì che lui era tremendamente combattuto tra l’idea di  accettare e quella di lasciar perdere tutto.
Tu cosa pensi di fare?” Chiese invece Itachi.
“Io accetterò; era il lavoro di papà … e sarà anche il mio.”
Per un attimo nella stanza calò un silenzio carico di malinconia, che nessuno dei due ebbe il coraggio di interrompere. Itachi provò un moto d’affetto verso Sasuke, immaginandoselo già mentre indossava la divisa che un tempo era appartenuta a Fugaku. Era tremendamente giusto che fosse lui a diventare il nuovo capo della polizia di Konoha, così giusto da farlo commuovere, intimamente.
“Papà ne sarebbe felice.” Disse, spontaneamente.
Sasuke andò a sedersi accanto a lui, e quasi senza rendersene conto Itachi si ritrovò a stringerlo lievemente a sé, passandogli una mano intorno alle spalle.
Lui non si spostò, pur facendo finta di lamentarsi con un leggero brontolio.
“Sasuke.” Lo chiamò Itachi.
“Pensi che dovrei accettare?”
Lui lo guardò negli occhi, senza sbilanciarsi ad esprimere la propria opinione prima che fosse Itachi a farlo.
“Te la senti?”
Il maggiore non rispose. Non lo sapeva, non riusciva a capire cos’avrebbe voluto fare. Era quasi … spaventato?
“In un certo senso mi piacerebbe …” Ammise.” Ma io … non voglio più che succeda una cosa simile a quello che è accaduto in passato.”
“Non succederà più.” Lo rassicurò Sasuke, di getto.” Ormai … l’hai capito che non sei solo, no?”
Itachi non rispose, ma non poté fare a meno di rafforzare la stretta intorno alle spalle di Sasuke.
 
 
 
 
 
Naruto era appena uscito da un estenuante colloquio di diverse ore con i suoi due consiglieri, Ibiki e Kurenai, nel quale aveva discusso del ritorno dei due fratelli Uchiha a Konoha, di varie problematiche riguardanti il villaggio e della questione dei prigionieri liberati dai rifugi di Orochimaru, e di quelli che ancora aspettavano di esserlo. Alla fine aveva deciso di organizzare delle squadre di ninja da mandare nei vari rifugi, perché non poteva assolutamente ignorare così la questione, anche se non riguardava il suo villaggio, e di mandare degli aiuti anche alle persone già libere che si erano stabilite ad Oto.
Si sedette alla bancarella di Ichiraku con l’idea di mangiarsi un bel piatto di Ramen, magari anche due o tre, in base a quanto che gli avrebbe permesso il suo stomaco, e rimase piacevolmente stupido quando si rese conto che lì c’era anche Hinata. Sembrava proprio che lei l’avesse atteso lì apposta.
“Sapevo che saresti venuto a mangiare qui a quest’ora, Naruto – kun.” Mormorò la ragazza, mentre le guance le si imporporavano di rosso. Naruto le rispose con un sorriso spontaneo e luminoso, uno di quelli che a Hinata piacevano tanto, andandole a sedersi accanto.
“Una porzione di Ramen, per favore.” Chiese a gran voce. “E tu Hinata cosa prendi?”
“Ra- ramen anch’io.” Rispose la Hyuga.
“Allora due porzioni di Ramen!”
“Allora … com’è andata oggi la giornata, Naruto kun?” Chiese la ragazza, balbettando un po’ per la timidezza.
Lui sorrise, trovando buffo il comportamento di Hinata ma allo stesso tempo adorabile.
“Hinata, non devi essere così, anche se sono diventato Hokage già da un po’ rimango sempre lo stesso.”
Lei annuì timidamente, e Naruto non poté fare a meno di pensare a quanto fosse carina, così come faceva ormai da un po’ di tempo. Hinata era proprio bella, i suoi capelli neri erano lisci e lucenti, e sempre in ordine, e contrastavano con la pelle pallida, facendola quasi sembrare una bambola.
E poi ha davvero delle belle tet-“Si ritrovò a pensare prima di troncare quel pensiero poco decente che gli aveva attraversato la testa. In ogni caso Hinata non gli piaceva solo per l’aspetto fisico, che comunque aveva iniziato a notare da poco, ma l’aveva sempre apprezzata. All’inizio l’aveva scambiata per una tipetta insipida che non sa mai dire la sua, ma poi non gli ci era voluto molto per capire che dietro il carattere di Hinata si nascondeva una persona sincera, forte e determinata. Poi lei era stata una delle poche persone ad apprezzarlo fin dall’inizio, per quello che era, e le sarebbe per sempre stato infinitamente grato.
Le sorrise nuovamente, pensando che, prima o poi, si sarebbe deciso a chiederle un appuntamento.
 
 
 
 
Sakura quella sera aveva deciso di andare a trovare Sasuke da sola dopo essere uscita dall’ospedale, perché aveva l’assoluto bisogno di vederlo e di parlargli ancora, a costo di sembrare una pedinatrice, ma solo nel momento in cui lui le aprì la porta si rese conto di non avere nulla da dirgli.
“Sakura, cosa fai qui a quest’ora?”
“Volevo … insomma …”
Lei arrossì, non riuscendo a sostenere lo sguardo dell’Uchiha e finendo per fissare un punto indefinito a terra.
“Volevo solo scambiare due parole con te, Sasuke kun.” Si fece coraggio, tornando a guardarlo negli occhi. ”Sei stato via per molto tempo …”
Lui non chiese altro, limitandosi ad invitarla ad entrare; in fondo non provava fastidio per la sua visita, anzi, se non fosse stato troppo orgoglioso per ammetterlo avrebbe persino dichiarato che gli faceva piacere.
“Buona sera, Itachi san.”
Salutò lei, nel notare il fratello di Sasuke seduto in modo elegante su una poltrona davanti ad un’ampia finestra dalla quale s’intravedeva la luna piena, intento a leggere un libro. Le faceva sempre uno strano effetto vederlo, soprattutto perché non poteva evitare di pensare a quanto Sasuke gli fosse legato, e a cosa rappresentasse per lui.
Lei era figlia unica e non poteva comprendere quel legame tra fratelli, ma era sicura che il loro fosse un rapporto speciale, che andava anche oltre al legame di sangue. Erano semplicemente legati a doppio filo, l’aveva capito nell’osservarli interagire nei pochi momenti in cui le era capitato di vederli insieme. Tuttavia, non aveva mai pensato di invidiare Itachi per quello, semplicemente perché sapeva che sarebbe stato stupido ed infantile.
Lei amava Sasuke come ragazza innamorata e l’avrebbe sempre amato, era inutile fare paragoni di qualsiasi genere.
“Sediamoci sul divano.”
Le propose l’Uchiha, un po’ imbarazzato dalla presenza del fratello maggiore. Itachi intuì subito che Sasuke avrebbe voluto vederlo alzarsi ed andare in un’altra stanza, però per il momento finse di non capire, prendendosi per una volta il diritto di comportarsi da curioso e molesto fratello. Tuttavia, capì dal silenzio che si era venuto a creare che se fosse rimasto Sakura e Sasuke non avrebbero parlato e, alla fine, preferì andarsene, recandosi in camera da letto insieme al suo libro.
Non poté evitare di lanciare un’ultima occhiata in direzione di Sasuke, sentendosi per un attimo un po’ come un genitore che vede crescere il figlio.
“Scusa se sono venuta a quest’ora.” Disse Sakura, dopo che Itachi si fu allontanato.
“Non fa nulla …” Rispose l’Uchiha, con tono noncurante. “Piuttosto mi sembri molto stanca e stressata, che hai fatto?”
Lei rispose con un mezzo sorriso, e Sasuke ebbe quasi l’impressione che fosse contenta di vedere che lui si stava interessando sulla sua salute.
“Non è niente, solo che il lavoro in ospedale è molto pesante.”
La ragazza si appoggiò spontaneamente contro la spalla di Sasuke, rendendosi conto di essere fin troppo indiscreta – con un tipo come lui, che si ostinava ad apparire allergico al contatto fisico, bisognava andarci cauti con quelle cose – ma non riuscì ad imporsi di staccarsi. Le era semplicemente mancato troppo.
Percepì Sasuke che s’irrigidiva un po’ a quel contatto, diventando impacciato e imbarazzato, ma come se avesse dimenticato l’imbarazzo andò subito al nocciolo della questione. Non ce la faceva più ad aspettare.
“Sasuke kun … ricordi ciò che ti ho detto quella notte?”
Lui rimase a bocca aperta per un attimo, non aspettandosi una domanda così diretta. Sapeva benissimo a cosa si riferiva Sakura, non aveva dimenticato quel “Ti amo” di lei di alcuni anni prima, però ne aveva quasi paura. Perché non sapeva come risponderle. Ormai aveva capito che per lui Sakura non rappresentava una semplice amica, gli faceva piacere essere amato così tanto da lei, che dopo Itachi – e insieme a Naruto che però lo faceva da amico e rivale – era stata la persona in grado di trasmettergli più affetto. Di sicuro era stata l’unica ragazza alla quale si era veramente affezionato in tutta la sua vita. Le voleva bene. Era uno dei suoi affetti più preziosi. Diverso da Itachi, Naruto o Kakashi.
“Sakura, cosa stai …” Senza avere il tempo di divincolarsi si ritrovò stretto fra le sue braccia, ma non pensò di scacciarla.
“Fammi restare un po’ così.” Lo pregò lei. Sasuke quasi fece per dirle che se voleva abbracciarlo poteva farlo senza alcun problema, ma un po’ d’imbarazzo e d’orgoglio lo spinsero a trattenersi.
Non ricambiò l’abbraccio, ma dopo un po’ si rilassò. Non riusciva ancora a comprendere la vera natura dei suoi sentimenti, ma lui aveva bisogno di essere amato – anche se quello non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso – e Sakura non avrebbe mai smesso di farlo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed eccomi con questo capitolo! Il ritorno da Lucca è stato disastroso xD
è stato un po’ difficile scriverlo perché non mi ero mai cimentata così tanto con le coppie etero, visto che alla fine non ne sono una fan … semplicemente trovo che NaruHina e SasuSaku siano delle coppie “giuste” nel senso che sono le uniche che a mio parere potrebbero realizzarsi. Comunque questo è un discorso fin troppo ampio.
Spero abbiate gradito, ci sentiamo questo sabato con il prossimo capitolo di “Voglio solo mio fratello” … spero di farcela >__<
 
 
 
   
 
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