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Autore: miss_brightside    06/11/2012    2 recensioni
Poco dopo sentii la porta aprirsi una nuova volta, mi volta e lo vidi. Il riccio che mi aveva rubato il cuore, e a cui io l'avevo spezzato si trovava in piedi alle mie spalle con un espressione sconvolta, quasi avesse visto un fantasma. Io ero quel fantasma, ma non uno piacevole, bensì uno di quegli spettri che non augureresti a nessuno d'incontrare poichè portano solo dolore e sofferenza nella tua vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero seduta in macchina, la testa appoggiata al finestrino, e lo sguardo perso ad osservare quella via tanto familiare. Alla giuda c'era l'avvocato di famiglia, Patrick Streben. Osservando il viale mi chiedevo come fossi finita in quella situazione. Patrick era dovuto venire fino a Londra per tirarmi fuori di galera: arrestata per possesso e consumo di droga. A 18 anni ero una drogata e alcolizzata.

“Che merda.” sussurrai senza rendermene conto.

Patrick mi fissò per un attimo, senza dire nulla, e subito fermò la macchina sul vialetto di una villa vittoriana. Eravamo arrivati.

“Bentornata a casa” disse l'uomo al mio fianco in tono severo, prima di scendere dall'auto.

Si quella era casa mia, o meglio lo era stata fino a tre mesi fa, quando decisi di andarmene. Scesi anche io dal veicolo ed osservai il prato. Era curato come sempre e mentre una folata calda di vento, tipico di settembre, mi scompigliava i capelli notai che erano stati piantati due nuovi alberi vicino all'ingresso. Dopo essermi persa per un istante in quel paesaggio entrai in casa. Era come l'avevo lasciata, nulla era cambiato, sembrava quasi che da giugno nessuno c'avesse più messo piede, anche se di sicuro Edgar, il maggiordomo, era venuto ogni giorno a pulire, con la speranza di vedermi tornare.

Patrick mi aspettava seduto in cucina con le mani incrociate appoggiate al tavolo. Non appena varcai la soglia iniziò a parlare.

“Sono passati tre mesi dalla morte dei tuoi genitori. So quanto hai sofferto, ma adesso basta, hai raggiunto il limite. Arrestata per possesso e CONSUMO di droghe, Nicole?! Ma che cazzo ti è preso?! Ti rendi conto di come ti sei ridotta?”.

Io lo guardavo, senza nessuna espressione in volto. Avevo mandato la mia vita a puttane, era vero.

“Ti ho lasciata fare per questi tre mesi, ma ora basta, è il giunto il momento che tu torni ad essere una ragazza normale. Domani inizia la scuola, e tu ci andrai, ti ho già iscritta. E per quanto riguarda le droghe vedi di smetterla, sei una ragazza intelligente, conosci i rischi. Anche perché se continuerai per questa strada ti dovrò portare in una clinica per disintossicarti, e non sarà piacevole!”.

Io non reagivo, avevo un atteggiamento del tutto passivo. Avrei fatto quello che mi diceva, ormai non vedevo più un senso alla mia vita. La classica fase di ribellione adolescenziale?! No per niente, semplicemente rassegnazione che la mia vita fosse uno schifo!

Patrick mi ricordò che se non avessi fatto ciò che mi diceva non avrei avuto la mia eredità, ora gestita da lui, e poi se ne andò. Ma che cazzo me ne fregava dell'eredità?! Avrei dato tutto per riavere qui i miei genitori, la mia vita di sempre, noiosa, ma felice. Mi distesi sul divano, ripensando al giorno in cui la mia vita era cambiata, per sempre.

I miei erano partiti per le Maldive per festeggiare i 20 anni di matrimonio, così avevo invitato il mio ragazzo, Harry, a casa. Stavamo insieme da più di un anno, ma ci conoscevamo da una vita, noi due e gli altri quattro. Erano i miei migliori amici, i miei punti di riferimento. Io e Harry eravamo distesi sul divano, mezzi nudi, con solo l'intimo addosso, quando sentimmo qualcuno entrare in casa. Ci guardammo spaesati, i miei infatti dovevano già essere in viaggio, e Edgar aveva la giornata libera. Prima ancora che potessimo dire qualcosa Patrick entrò in salone. Afferrai al volo una coperta con la quale mi coprii.

“Ehm, ciao Patrick, che ci fai qui?” chiesi io imbarazzata mentre Harry si infilava i pantaloni.

Lo sguardo dell'avvocato era distrutto, triste, perso nel vuoto.

“Devo parlarti Nicole” disse in tono serio.

“Cos'è successo?”

Patrick guardò Harry, come per dirgli di andarsene, ma intervenni subito dicendo che poteva rimanere.

“Ok..beh c'è stato un incidente con il jet”.

Il mio corpo a quelle parole si fece sempre più debole, le gambe iniziarono a tremare e a non reggermi più, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.

“Stanno bene?!” chiesi in un sussurro.

In quell'istante il silenzio invase la casa. L'uomo scosse la testa e disse con lo sguardo rivolto verso il pavimento “mi dispiace Nicole..”.

Quando sentii quelle parole la vista mi si annebbio,il cuore si fermò, le ginocchia cedettero e mi ritrovai a terra con le lacrime che mi rigavano il viso, senza che riuscissi a controllarle. Harry mi prese tra le sue braccia ed iniziò stringermi forte e ad accarezzarmi la testa. Non ho ricordi di cosa sia successo dopo, credo di aver pianto fino allo sfinimento, fino a prendere sonno tra le braccia del ragazzo. I giorni successivi furono pieni di visite e di persone che mi facevano le condoglianze. Io non mi rendevo conto di nulla, mi sembrava di essere un ameba, e forse lo ero sul serio. Harry e i ragazzi passavano tutto il giorno con me, cercando di farmi forza e di distrarmi. Io non ci riuscivo, non riuscivo a capacitarmi del fatto che i miei genitori non ci fossero più, del fatto che se ne fossero andati per sempre.

Dopo i funerali non riuscivo più a sopportare quella situazione, era diventato tutto troppo doloroso, decisi perciò di fare i bagagli ed andarmene, senza dire nulla a nessuno, senza nemmeno salutare.

 

Il suono del campanello mi risvegliò dai miei pensieri. Mi diressi verso la porta, convinta di trovarci Patrick. Aprii il portone, e rimasi sbalordita nel vedere chi aveva suonato. “Che ci fai tu qui?!” chiesi con voce fredda ma comunque flebile restando paralizzata sull'uscio della porta.

 

 

Ebbene si, ho scritto anche io una storia!

Spero vi piaccia, e anche se non è così non esitate a lasciarmi una recensione, accetto critiche e suggerimenti tanto quanto i complimenti!

Al prossimo capitolo

  
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