Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TheSlayer    06/11/2012    1 recensioni
Rebecca è una ragazza viziata di Los Angeles. Ha vissuto per tutta la sua vita in un'enorme villa a Beverly Hills ed è abituata a fare tutto quello che vuole senza nessuna conseguenza.
Quando organizza l'ennesima festa, però, sua madre la scopre e ne ha abbastanza. Per punizione la spedisce a vivere a Londra da suo padre, dove dovrà passare un'estate completamente diversa dal solito e dove incontrerà due ragazzi che le faranno perdere la testa. In tre mesi Rebecca dovrà cambiare vita e prendere una decisione importante: chi sceglierà tra Zayn e Harry?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Another World'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Another World

Capitolo 5 – Reality comes crashing down

Lunedì. Ero sul divano a casa dei Malik e aspettavo che Safaa e Waliyha si svegliassero. Avevo passato il weekend a riprendermi dalla sbronza del venerdì sera e ad ignorare Harry. Lui aveva fatto la stessa cosa con me ed era stato fuori casa il più possibile. Due suoi amici, Louis e un tale Niall, lo avevano tenuto occupato giocando a calcio al parco e io ne avevo approfittato per sistemare i miei vestiti nell’armadio e rendere la mia nuova camera più accogliente. Avevo ancora la banconota da cinquanta sterline che mi aveva dato Tricia perché, grazie al mio piano, venerdì sera non avevo speso nulla.
“Rebecca!” Esclamò Safaa, scendendo le scale e correndomi incontro. Non pensavo di aver fatto così una buona impressione sulle bambine e invece sembrava che mi adorassero.
“Ciao, Safaa. Dormito bene?” Chiesi, alzando gli occhi dallo schermo del mio iPhone. Da quando avevo chiamato Rachel su Skype, non avevo più ricevuto una parola da lei. Avevo provato a mandarle qualche messaggio per chiederle spiegazioni sul suo commento su Facebook, ma avevo ricevuto solo silenzio.
“Sì, sto molto meglio di venerdì!” Esclamò la bambina in risposta.
“Facciamo colazione?” Chiese Waliyha.
“Sì, però a questo punto sapete che non sono in grado di fare i pancakes da sola.” Risposi e mi alzai dal divano.
“Fa niente, vogliamo il latte con i cereali!” Disse Safaa, seguendomi in cucina. Chestnut, il cane che adorava leccare le uova dal pavimento, era beatamente sdraiato nella sua cuccia e alzava ogni tanto un orecchio.
 
“Il mio divano è proprio comodo, eh?” Domandò Zayn rientrando a casa quel pomeriggio. Le bambine avevano pranzato e poi erano sparite in camera loro a giocare. Ero salita un paio di volte per controllare che tutto andasse bene e poi ero tornata a giocare con l’iPhone sul divano in soggiorno. Ero piuttosto sicura che ormai avesse assunto la forma del mio didietro.
“Molto.” Risposi e mi misi a sedere. Zayn mi rivolse un sorriso.
“E’ andato tutto bene oggi?” Mi chiese, sedendosi sul divano di fronte a quello su cui ero seduta io.
“Sì, le tue sorelle sono state brave e stanno molto meglio di venerdì.” Risposi, pensando che, invece, io non stavo benissimo.
“E tu come stai?”
“Ho una brutta faccia?” Scherzai e cercai di sorridere.
“Senza offesa, ma sì, un po’. Sei pallida. Hai mangiato?”
“No.” Risposi.
 
Prima di pranzo ero andata su Facebook per controllare il profilo di Rachel e avevo visto le ultime foto che aveva pubblicato: era insieme a Nick, il ragazzo con cui uscivo poco prima di partire per Londra, in tutti gli scatti. Poi avevo letto i commenti a quelle foto e un paio particolarmente dolorosi mi avevano fatto passare l’appetito.
“Rach, ma hai notizie di Rebecca?” Aveva chiesto Claire, una ragazza che aveva frequentato i corsi di Biologia e Chimica insieme a noi durante l’ultimo anno di scuola.
“Non me ne frega niente. E’ stata così idiota da farsi sbattere in riabilitazione dai suoi genitori, quindi per me è come se fosse morta. Se ci tieni tanto chiamala tu, ma non penso che in clinica le lascino usare il telefono.” Aveva risposto Rachel.
“No, per carità, non chiamatela. Non sono mai stato così bene! Adesso che se ne è finalmente andata ho il via libera con Rach!” Era il commento di Nick, con tanto di cuoricino dopo il nome della mia ex migliore amica.
 
“Vuoi qualcosa prima di andare via? Posso prepararti un panino.” Si offrì Zayn, scuotendomi dai miei pensieri. Pochi giorni prima pensavo di essere al top, di avere tutto. A Beverly Hills ero popolare, andavo a tutte le feste e avevo tantissimi amici. O almeno così credevo. Per anni avevo creduto che Rachel fosse la mia migliore amica, la persona più importante della mia vita. Io e lei ne combinavamo di tutti i colori insieme, ci dicevamo sempre tutto e ci davamo consigli a vicenda. Come potevo non essermi mai accorta di quanto fosse falsa in realtà? In pochi giorni avevo dovuto cambiare casa, avevo perso la mia migliore amica ed ero stata rifiutata da un ragazzo. Ero sicura che non potesse andarmi peggio di così.
“No, grazie. Anzi, penso che sia ora di andare a casa, visto che sei qui.” Risposi e mi alzai dal divano.
“Aspetta!” Esclamò Zayn, alzandosi a sua volta. “Che ne dici di un thè caldo, almeno? Così aspettiamo che torni anche mia madre.” Aggiunse.
“Ok, vada per il thè. Grazie.” Acconsentii alla fine. In effetti faceva ancora abbastanza freddo e, come sempre, non ero preparata alla temperatura inglese. Dovevo andare assolutamente a comprare qualcosa di più caldo. Ecco come avrei speso i soldi che avevo guadagnato quel giorno, insieme a quelli del venerdì prima.
“Ma è sempre così il tempo, qui da voi?” Chiesi una volta seduta al tavolo, con una tazza di thè fumante davanti.
“No, non sempre. Dipende dall’anno. Comunque hanno previsto sole per il fine settimana e dovremmo arrivare a ventidue gradi.” Rispose.
“Speriamo, non ho visto altro che pioggia da quando sono qui.”
“Ti manca Los Angeles?” Mi chiese improvvisamente.
“No. A quanto pare non c’è più niente per me là.” Risposi e cominciai a sorseggiare il thè per prendere tempo. Notai che Zayn mi stava guardando incuriosito, ma non aggiunse altro alla sua domanda, così sentii il bisogno di elaborare. “Credevo di avere degli amici, di appartenere a qualcosa di preciso… era tutto falso.” Aggiunsi e cercai di sorridere. Non mi riuscì. Non mi ero mai sentita più fragile, più vulnerabile in tutta la mia vita. Mi sentivo come se non avessi più nulla. Se non avevo la mia popolarità, i miei amici e i ragazzi che facevano la fila per uscire con me, chi ero?
“Mi dispiace.” Disse Zayn. “Per quanto tempo starai in Inghilterra?”
“Tutta l’estate.” Risposi, pensando che in tre mesi sarei dovuta tornare a Los Angeles. Come avrei potuto affrontare tutti? Ma soprattutto, cosa mi aspettava? Di certo non sarei più potuta uscire con Rachel e gli altri.
“Quindi è la prima volta che vieni a Londra?”
“Sì.”
“Stavo pensando ad una cosa…” Cominciò a dire, arrossendo lievemente. “Visto che sei qui da poco credo che tu non abbia ancora visto nulla della città, giusto?” Mi chiese dopo qualche secondo.
“Solo Notting Hill e Piccadilly Circus di sfuggita. Ah, e l’aeroporto.”
“Che ne dici se il prossimo weekend ti accompagno a vedere qualcosa?” Mi suggerì, distogliendo lo sguardo dai miei occhi. In quel momento lo trovai assolutamente adorabile.
“Mi piacerebbe.” Risposi, sorpresa dall’invito. “Hai già un’idea su dove possiamo andare?”
“Visto che hanno previsto bel tempo vorrei portarti a South Bank.”
“Perdonami, sono completamente ignorante in materia. Sai che in America non siamo ferratissimi sulla geografia europea.” Scherzai.
“Dove c’è il London Eye, la ruota panoramica. E dall’altra parte si possono vedere il Parlamento e il Big Ben.”
“Ci sto.” Risposi, entusiasta. Londra era comunque una delle città più belle del mondo. Avrei dovuto passarci tre mesi, tanto valeva approfittarne e visitarla decentemente. Inoltre Zayn era un bel ragazzo e sembrava anche estremamente dolce, il che non guastava. Forse avrei dovuto fare dei cambiamenti nella mia vita e dire basta agli stronzi.
“Rebecca? Sono a casa!” Esclamò Tricia, entrando e chiudendo la porta alle sue spalle. Safaa e Waliyha, che erano rimaste tutto il tempo in camera loro a giocare con le Barbie, scesero di corsa per salutarla.
“Ciao!” La salutai, uscendo dalla cucina seguita da Zayn. “Le bambine sono state bravissime oggi. Questa mattina hanno fatto qualche compito e hanno mangiato tutto.” Aggiunsi. Venerdì, dopo la prima giornata di lavoro, avevo scoperto che la donna si aspettava un resoconto su quello che avevano fatto le figlie.
“Ottimo, grazie mille.” Rispose estraendo il portafogli dalla borsa. Prese un’altra banconota da cinquanta sterline e me la porse.
“Grazie.” Dissi, sistemandola nella mia borsa. “Domani alla stessa ora?”
“Esatto.”
“Perfetto, allora a domani!” Esclamai e rivolsi un sorriso a Zayn.
“Hey, hai l’ombrello?” Mi chiese il ragazzo prima di uscire.
“No, questa mattina l’ho dimenticato a casa.”
“Lascia che ti accompagni alla fermata della metro. Poi da Notting Hill Gate casa tua è vicina, giusto?”
“Vicinissima.” Affermai annuendo. “Grazie.” Aggiunsi. Zayn prese un ombrello e uscimmo.
“Quindi per la nostra visita alla città… Sabato?” Mi chiese dopo qualche passo.
“Direi di sì. Per me va benissimo.”
“Ci troviamo davanti alla fermata di Notting Hill Gate alle quattro di pomeriggio?”
“Volentieri.”
“Perfetto, allora a domani. Rientrerò alla stessa ora di oggi.”
Ci trovammo davanti alla stazione della metro e, improvvisamente, scese l’imbarazzo tra di noi. Come avremmo dovuto salutarci? Abbracciandoci? Dandoci un amichevole bacio sulla guancia? Senza preavviso, Zayn mi porse la mano. La strinsi, non sapendo che altro fare.
“Allora ciao.” Farfugliò, impacciato.
“Ciao. E grazie per il passaggio sotto l’ombrello!” Risposi.
 
Durante il breve viaggio verso casa mi ritrovai a pensare a come fosse strano Zayn. Sembrava un ragazzo rock and roll, aveva anche dei tatuaggi sulle braccia, e il ciuffo biondo mi faceva pensare che fosse anche un po’ vanitoso. Invece era davvero timido e adorabile. Non come Harry, con quell’aria da furbo.
Cercai di pensare a qualcos’altro e cominciai a leggere tutte le fermate della linea Central della metro, ma quegli occhi verdi e le fossette che apparivano sul suo viso quando sorrideva continuavano a tormentare i miei pensieri. Perché non riuscivo a togliermelo dalla testa? Mi aveva rifiutata, punto. Era inutile pensarci ancora, perché non aveva senso. Avevo sbagliato a provare a baciarlo in primo luogo, ma ero ubriaca e non potevo tornare indietro e cancellare quello che avevo fatto. Se mio padre o sua madre avessero scoperto cos’avevamo fatto sarebbe stata la fine ed ero sicura che avrebbero dato tutta la colpa a me perché l’avevo sedotto. Loro pensavano che Harry fosse un bravo ragazzo, uno responsabile. Ero io quella scatenata che beveva troppo e si cacciava sempre nei guai.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TheSlayer