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Autore: MadAka    06/11/2012    1 recensioni
Non è semplice essere l’ennesima band emergente del proprio territorio.
Anche se si vive nell’ era di internet le cose sono sempre più complicate e per gli Engage non c’è nessuna differenza. Bisogna solo continuare a crederci.
"Per un chitarrista la propria chitarra era come una figlia, o un’innamorata, e lui non faceva eccezione. Gli era mancato suonare, gli era mancato tantissimo"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come da accordi quella sera Andrea passò a recuperare Rebecca alle 22.00, più o meno.
Lei salì in macchina e salutò l’amico e la sua ragazza.
Si sentiva sempre un peso ad uscire con una coppia, ma parve che ai due ragazzi la cosa non desse fastidio. Si diressero verso il locale chiacchierando di tante cose diverse mentre, come sottofondo, Andrea aveva messo Appetite for Destruction.
Dopo circa  dieci minuti avevano raggiunto il locale e trovato un parcheggio.
La Tana del Lupo, semplicemente conosciuto come La Tana, era uno di quei locali notturni alternativi in cui gli amanti della musica Rock potevano andare per passare una notte a ballare qualcosa che non fosse House. La programmazione in quel posto era sempre la stessa: si iniziava alle 23.00 con un concerto live fino circa all’una e dopo, su tre piste differenti, i dj iniziavano a passare musica per far ballare la gente.
La pista più grande trasmetteva i classici più conosciuti e commerciali, come Green Day, The Offspring, Limp Bizkit, System Of A Down, Red Hot Chili Peppers ecc. Le altre due erano leggermente più piccole e passavano rispettivamente musica Ska,Funk e Hard Rock, Metal.
Il locale aveva un’enorme distesa all’aperto che gli consentiva di riportare la stessa programmazione invernale anche nel periodo estivo, in questo modo riusciva a non chiudere mai e ad avere clientela tutto l’anno.
Quella sera, dato il clima mite di settembre, il concerto ed il relativo dopo-serata erano all’aperto.
I tre arrivarono all’ingresso e pagarono dopodiché si guardarono un momento intorno per decidere cosa fare. Andarono a sedersi ad uno dei tavolini disposti intorno al bancone circolare, dietro al quale i baristi iniziavano a preparare i primi cocktails della serata e a servire le prime birre. 
Andrea si accese una sigaretta e ne offrì un’altra alla sua ragazza che ne imitò i gesti.
-Chi suona stasera?- chiese quest’ultima mentre faceva uscire un po’ di fumo dalla bocca a quelle parole.
Rebecca la guardò un momento prima di rispondere. Trovava che Irene e Andrea insieme fossero una coppia bellissima. Lei aveva dei capelli corvini lunghi e sottili e quei lineamenti leggermente orientali, per via di discendenze materne, che la rendevano incredibilmente affascinante.
-C’è il tributo a Bon Jovi se non ho letto male- disse infine alla ragazza.
Poi lei e Andrea si scambiarono un’occhiata. Le tribute band non erano viste molto bene dalle band emergenti. Non tanto per la scelta di “carriera” che le prime avevano fatto, ma più che altro per la concorrenza spietata che facevano ai gruppi che cercavano di farcela con la loro musica. Dovendo scegliere, infatti, i locali come la Tana, optavano sempre per le band tributo perché riuscivano ad ottenere una risposta da parte del pubblico, riempiendo il locale. Difficilmente un gruppo poco conosciuto, come potevano essere gli Engage, veniva chiamato per serate in luoghi come quello poiché per i gestori era un rischio.
Irene notò il loro sguardo e disse:
-Brutta bestia eh?-
Andrea le sorrise:
-Un giorno ci saremo noi su quel palco-
-Lo spero!- concluse Rebecca
Il ragazzo decise di cambiare argomento. Anche se quel pomeriggio avevano finalmente ripreso a fare qualcosa di concreto per la band la ricerca del nuovo batterista era ancora in alto mare e lui era sicuro che la cantante non avesse superato l’abbandono da parte di Daniel.
Così spostò la conversazione sul nuovo tatuaggio che aveva in programma, chiedendo loro di consigliarlo.
Non ascoltò nessuno dei suggerimenti. La conversazione era degenerata quando le due ragazze avevano iniziato a darsi corda a vicenda e a dire ad Andrea di tatuarsi dei pony rosa o, a scelta, un paio di fatine.
Mentre le due ancora ridevano immaginandosi il ragazzo con un unicorno sul braccio, lui si alzò esasperato e le guardò.
-Penso che andrò a prendermi da bere…cosa volete?-
-Prendimi un Long Island per favore- gli rispose la sua fidanzata, lui annuì poi guardò Rebecca
-Tu cosa vuoi?-
-Ah, una Caipiroska alla fragola, grazie-
Mentre il ragazzo chiedeva da bere al barista Irene chiese:
-Allora come l’hai presa?-
-Parli di Daniel?- l’altra annuì e Rebecca continuò dopo una leggera alzata di spalle:
-Non lo so. Non ho ancora capito com’è successo e sinceramente non me la sento di trarre delle conclusioni sul perché lo abbia fatto. Mi piacerebbe parlarne con lui, ma non ho il coraggio di cercarlo. Oltretutto i ragazzi non mi hanno detto nulla di preciso e quindi non so neanche come sono andate realmente le cose…-
Poi prese fra le mani una delle sue ciocche rosse e cominciò a tormentarsela:
-…e poi mi chiedo ancora perché abbia deciso di dare la notizia proprio quando io non c’ero. È stato per colpa mia che ha deciso di andarsene? E in quel caso, cosa ho fatto? Perché non me ne ha voluto parlare? Io…non so assolutamente cosa pensare, mi sento così confusa…ed è una situazione così strana…-
Irene era rimasta ad ascoltare annuendo di tanto in tanto, capiva la situazione, magari non alla perfezione, ma poteva immaginare come si sentisse la sua amica.
Espresse quei pensieri a parole poco prima di notare che Andrea stava tornando con i loro due cocktails in mano. Lui li appoggiò sul tavolo poi tornò indietro per prendere la sua birra dal bancone, infine si sedette con le ragazze.
-Di cosa parlavate?- chiese loro
Rebecca e Irene si guardarono.  L’ultima, consapevole che la situazione degli Engage non era esattamente un argomento di conversazione allegro, cercò di sviare il discorso affermando:
-Oh, niente di che…le stavo solo dicendo che l’altro giorno ho visto un video dei Foo Fighters su YouTube in cui Taylor è dannatamente figo!- la credibilità con cui aveva detto quella frase era disarmante.
L’altra ragazza fece cenno di si con la testa per confermare quelle parole e Andrea disse:
-Per favore non mettetevi a parlare dei Foo Fighters…in quel senso intendo…-
Entrambe gli sorrisero poi Irene alzò il suo cocktail per brindare:
-Allora, a Taylor Hawkins!- fece sorridente
Rebecca la imitò:
-A Taylor!- poi si voltarono a guardare il ragazzo, che, sospirando sollevò la sua birra e toccò i due bicchieri in aria:
-Come volete…- disse.
Si persero in chiacchiere per un’altra mezz’ora abbondante, finché, dal palco alle loro spalle, iniziarono a salire i membri della tribute band.
Quando cominciarono a suonare i tre decisero di alzarsi ed andare a seguire il concerto, considerando anche che per parlare erano costretti ad urlare, e non ne valeva la pena.
 
Verso l’una di notte il concerto terminò. I dj iniziarono a far partire la musica nelle loro tre piste, equamente separate, e la gente si allontanò per cominciare a ballare o per andare a prendere qualcosa da bere. Rebecca, Irene ed Andrea rimasero vicino alla pista più grande, che era proprio sotto il palco e distante dalle altre due, indecisi su cosa fare. Si guardarono per un po’ intorno finché in pista non misero Rollin’ dei Limp Bizkit. Irene adorava quella canzone, si voltò verso gli altri due e urlò:
-Andiamo a ballarla!-
Rebecca non era una grande amante del ballo, non da sobria almeno. Gli altri due la guardarono per farle capire che stavano aspettando solo lei, che disse:
-Voi andate, io vado a prendermi qualcosa da bere…-  la coppia fece cenno di aver capito e andarono in pista.
La ragazza si diresse verso il bar circolare a cui era andato Andrea ad inizio serata e rimase sorpresa dalla calca che si era formata lì intorno.
Non avendo voglia di aspettare troppo in mezzo alla massa di persone, più e meno giovani, decise di andare in uno degli altri tre bar della distesa del locale. Percorso lo spiazzo da parte a parte decisa ad andare a prendere da bere vicino alla sala Hard Rock. Si fece largo fra la folla, superò i bagni, il cui ingresso era sul lato posteriore e più corto dell’edificio, e arrivò nel cortile opposto a quello in cui si trovava prima, che era più piccolo ma molto più tranquillo. Nonostante le sue aspettative la fila per quel bar era lunga quasi quanto le altre. Prese posto dietro a due ragazzi, visibilmente fan di musica Metal, e aspettò.
Poco dopo sentì qualcuno toccarle la spalla per chiamarla, ma non si voltò subito. Sperò che non fosse uno di quei tipi ubriachi che volevano abbordarla, perché quella sera non era in vena di scaricare garbatamente qualcuno e si voltò pensando “Fa che sia Andrea”.
Non era Andrea, ma l’ultima persona che si aspettava di incontrare in quel posto.
-Dan!- urlò
L’ex batterista le sorrise e rispose:
-Ciao Rossa-
Rimasero a guardarsi in silenzio per un po’. Lei indecisa su cosa dire, con varie emozioni che le si accavallavano dentro, lui dispiaciuto per come erano andate le cose.
Alla fine il ragazzo fece la prima mossa:
-Come stai?-
Lei sgranò gli occhi
-Come sto?! Vuoi scherzare?- poi cominciò a prenderlo a pugni mentre lui si proteggeva con il braccio sinistro: -Come credi che stia dopo quello che hai combinato?! Dannatissimo bastardo!!-
Dopo quel rapido sfogo si calmò e sospirò. Lui abbassò la guardia.
-Che è successo?- chiese lei alla fine.
Lui abbozzò un sorriso:
-Mi dispiace- disse semplicemente.
Si guardarono ancora. Nonostante la penombra che regnava in tutto lo spiazzo lei conosceva perfettamente il colore dei suoi occhi. Milioni di volte si era persa in quello sguardo colore del mare, quando ancora non si conoscevano bene e ancora non suonavano insieme, quando lei aveva per lui un’enorme cotta.
Daniel si grattò la testa scompigliandosi i lunghi ricci biondi, da vero amante dei Guns ‘n Roses, e disse:
-Senti, vorrei che ne parlassimo. Penso che sia giusto spiegarti bene le cose. Stavi…stavi prendendo da bere giusto? Cosa vuoi? Offro io…-
-Ok, allora prendimi un Baileys con del ghiaccio per favore…-
Lui annuì e si mise in fila.
Rimase ad aspettare da sola quasi cinque minuti, notevolmente infastidita da un tipo, poco distante da lei, che non aveva smesso un secondo di fissarla. Quando Daniel ritornò e le porse il suo drink notò soddisfatta che quel ragazzo, che non era affatto il suo tipo, aveva distolto lo sguardo come preoccupato dalle conseguenze di un possibile incontro con Dan.
Rebecca prese il bicchiere e mosse il contenuto facendo toccare fra di loro i cubetti di ghiaccio.
-Cerchiamo un posto tranquillo- le disse il ragazzo –Non mi va di urlare…-
Lei annuì e lo seguì. Si spostarono dalla pista e dal bar, andando verso l’uscita di sicurezza in cui si rintanavano le coppiette in cerca di privacy o alcuni per poter fumare.
Lui prese un goccio della sua bevanda color ambra: sicuramente Jack Daniels.
-Ok, allora…esattamente cosa vuoi sapere?- le chiese poi
-Tutto! Perché lo hai fatto e soprattutto perché lo hai fatto quando io non c’ero!- era quell’ultima cosa che la faceva sentire peggio, e non sarebbe stata soddisfatta finché non ne avesse scoperto il motivo.
Lui ispirò, si guardò intorno e rispose:
-Non pensare che abbia deciso di dare la notizia quando tu non c’eri proprio perché eri assente. È che quel giorno ci siamo messi a parlare, dopo aver provato un po’, e ho deciso di essere sincero e di dire come stavano le cose…era da un po’ che pensavo di lasciare il gruppo…-
-E come mai?-
-Non me la sentivo più di continuare…voi siete bravissimi e un sacco in gamba, ma non è il mio genere capisci? Non è il tipo di musica che vorrei veramente suonare-
Lei rimase in silenzio ad ascoltarlo e quello continuò:
-Mi conosci. Io sono un amante dell’Hard Rock. Mi piacerebbe mettere su un gruppo mio e suonare questo tipo di musica. So che sarà difficile, ma almeno voglio provarci…-
-Ma quindi tu hai già un altro gruppo?-
Lui le sorrise:
-No-
-E allora perché non hai continuato a suonare con noi? Potevi dircelo, così magari noi iniziavamo a cercare un sostituto, ma senza fermarci. Capisci cosa intendo?-
-Rossa non avrebbe avuto senso. Da troppo tempo io non mi immedesimavo più nella vostra musica. Facevo solo il minimo indispensabile per darvi una mano, ma non introducevo più le stesse influenze che inserivo all’inizio. Se fossi rimasto sarebbe stato come prendervi in giro!-
Rebecca non riuscì a controbattere perché si accorse che Dan era stato incredibilmente sincero.
Si accorse anche che aveva ragione su tutto. Guardò il contenuto del suo bicchiere non sapendo cosa dire.
-Sei arrabbiata?- le chiese dopo un po’ lui.
Lei lo guardò e sospirò:
-No. Non sono arrabbiata. Diamine ci conosciamo da tanto di quel tempo noi due… è che tutta questa situazione è così strana e difficile da gestire che non so da dove cominciare…-
-E i ragazzi? Ce l’hanno con me?-
Lei sollevò le sopracciglia:
-Ma chi? Loro? Oh, per favore! Per voi uomini è tutto più semplice, basta una pacca sulla spalla e una sul culo e siete più amici di prima!-
-Non con Roy, sai come la pensa per le pacche sulle spalle, figuriamoci poi sul culo- fece il ragazzo.
Finalmente i due si misero a ridere facendo scomparire completamente l’aria tesa che regnava appena si erano incontrati quella sera.
-Comunque sia, mi dispiace, davvero. Ma ho preferito essere onesto e sincero con voi proprio perché siete i miei migliori amici-
Lei gli sorrise: -Lo apprezzo-
-Se doveste avere bisogno di aiuto, non esitate a chiederlo, per voi ci sono sempre-
-Ma secondo te…ce la facciamo a trovare un batterista?-
-Secondo me si. Te l’ho detto, siete in gamba. La gente ormai conosce gli Engage, sa chi sono.  Sono certo che non avrete problemi a trovare un rimpiazzo-
Sembrava convinto, ma notò l’espressione di Rebecca e disse:
-Hei, non ti preoccupare-
-Lo so, lo so… ma so anche che non sarà facile se vogliamo trovare il batterista giusto…-
-Questo è vero. Perché non vi meritate uno qualunque, ma vi serve qualcuno che porti influenze nuove e che lavori bene e con passione. In questo modo il vostro sound non potrà che migliorare e diventare ancora più unico e ricercato…ancora più vostro!-
Fece una piccola pausa dopodiché si limitò a dire:
-Dovete solo trovare il Dave Grohl della situazione…-
A quelle parole Rebecca alzò lo sguardo, strinse con la mano libera il suo ciondolo a forma di chitarra e capì che non sarebbe stato affatto facile.
  
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