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Autore: Grii    06/11/2012    2 recensioni
[Rose/Scorpius] N.B. La parola giapponese Hyōirei è "uno spettro che si impossessa del corpo di un vivente".
DAL CAP. 4:
Lily aveva passato una fantastica serata: aveva ballato e si era divertita con il suo cavaliere. Scorpius si era comportato in maniera esemplare, e la ragazzina era sicura di piacergli almeno un po'. L'abbracciò e le diede la buona notte; si sentì estasiata.
Dopo che Lily fu rientrata nella sala comune, Scorpius baciò Rose.

***
Bambini, ragazzini, adolescenti. Il passaggio è davvero breve e, se avete qualche dubbio, provate a chiedere ad Albus, Scorpius e Rose. Il giovane Potter già dal primo anno fa i conti con il suo carattere mite e un po' fifone, mentre gli altri due sono passati dalla rivalità più estrema all'amore più combattuto. Ora però il tempo dei giochi è finito e una nuova minaccia sovrasta su Hogwarts...
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Sorpresa | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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hp.15

Un lampo di luce rossa attraversò la stanza.

Bang!

Uno scoppio assordante riempì l'aria. Albus, ancora un po' scosso, bacchetta alla mano, pancia a terra, cercava di mettere a fuoco i soggetti del combattimento. Il primo era un ragazzo incappucciato e il secondo... una ragazza, ma certo Rose! Il segnale che i due avevano concordato aveva funzionato alla grande: era stato molto astuto da parte di Rose quel semplice fischietto capace di essere udito solo da chi ne possedeva uno gemello...

La giovane lanciava incantesimi a testa bassa, cercando di schivare quelli dell'avversario, ma purtroppo uno la colpì, facendola sobbalzare all'indietro, proprio sopra al cugino.

“Auch!” Albus si contorse a terra mentre Rose gli si metteva a fianco, puntellandosi sui gomiti: le loro figure erano coperte solo da un lettino d'infermeria.

“Scusa!” disse lei allarmata

“Hai visto chi è almeno?” farfugliò lui ancora dolorante.

“N-no...” scagliò una fattura per poi riaccuciarsi “Ma credo che se lo fermiamo ora avremo il nostro assalitore nel sacco”

Un lampo di luce passò accanto all'orecchio di Albus “S-sei da sola? Dov'è Scorp?”

Rose si morse la lingua “Non c'è. Storia lunga” tagliò corto.

Il ragazzo capì che qualcosa non andava “Cos'è successo fra voi du-...”

Un incantesimo fece saltare in aria il lettino accanto al loro; Rose rispose prontamente “Ti pare il momento di parlarne?!”

Albus rotolò di fianco e lanciò a sua volta uno schiantesimo “Sai, forse hai ragione. Ora muoviamoci solo a capire chi è questo deficiente”

Il duello stava alzando un grande polverone, tanto che persino i due cugini facevano fatica a vedersi anche da affiancati. Qualcuno busso brutalmente alla porta d'ingresso dell'infermeria, ma sembrava chiusa per magia “Colpa mia” sussurrò Rose “Ero intenzionata ad intrappolarlo, ma forse non è stata una buona idea...”

Un potente incantesimo colpì la porta che rimase intatta e chiusa solidamente. Albus strabuzzò gli occhi verso la ragazza “I tuoi libri di magia avanzata ci hanno condannati a morire qui dentro”.

Improvvisamente il lettino che faceva da scudo ai due saltò in aria, rischiando di cadere addosso al Serpeverde. Albus con tutta la forza che aveva nelle braccia e nella gamba buona si lanciò di lato, ma l'enorme oggetto gli cadde inevitabilmente sulla gamba marcia, facendolo ululare amaramente.

Rose tirò un urlo, poi tutto si fermò.

Albus, con la testa che pulsava dal dolore, si guardò intorno sconsolato: la polvere scaturita dal combattimento si stava posando a terra e si riusciva a vedere a un palmo dal proprio naso. Rose teneva le mani alla bocca, terrorizzata e tremante. Poi i due cugini si voltarono insieme verso la forza sconosciuta.

Il giovane si lasciò scappare una mezza risata carica di amarezza, mentre cercava di liberarsi del peso “Lo sapevo. Lo sapevo che eri tu”

L'altro ragazzo si tolse il cappuccio, bloccando agilmente una fattura speditagli a tradimento da Rose.

“Non ti conviene riprovarci rossa” la voce di Emile era calma, così come il suo sguardo: vuoto, tetro,  impassibile. Poi si rivolse ad Albus, con un sorriso beffardo “Non ti fermi davanti a niente, eh Potter? Speravo di mettere fine alla tua pietosa vita con quelli” indico con la testa il piede disintegrato del giovane.

“Come...”

“Quell'idiota di tuo fratello. Appena ho saputo che c'era una così bella opportunità di recarti del danno sai, ne ho approfittato”

Il ragazzo fece per rispondere ma Rose lo precedette.

“Chi... chi diavolo sei tu?”

“APRITE QUESTA PORTA! NON COSTRINGETEMI A FARLA SALTARE IN ARIA” la voce della McGranitt giunse dall'esterno. Con un pigro movimento della bacchetta, Emile rafforzò le difese già predisposte da Rose. Poi, sempre usando la bacchetta scrisse sulla porta poche righe.


Chi la morte non aveva mai temuto, alla fine c'è caduto.

Ora grazie a un compromesso, è riuscito a tornare quasi se stesso.

Tremi chi l'ha tradito: fra di voi potrebbe esserci un ospite sgradito.

Il Signore Oscuro è di nuovo qui.


“La prima scritta...” bisbigliò lei.

“Vedo che qualcuno ha un minimo di capacità deduttiva” sibilò. Tornò a voltarsi verso Albus.

“Una specie... una specie di reincarnazione” ansimò il giovane.

“Chiamala come ti pare, ma sono di nuovo qui. Pronto alla mia rivincita” le ultime parole uscirono come un dolce sussurro, qualcosa di eternamente atteso “Uccidere Potter sarebbe stato fantastico ma poi ho pensato... perché non prima suo figlio? Non sai quanto mi sono dovuto trattenere durante quella stupida festa...” il suo tono era diventato duro. Albus ipotizzò che si trattasse di quello stesso Natale.

“Perché” ebbe il coraggio di esordire “perché proprio Emile... lui non ha mai avuto niente a che fare...”

“Quel ragazzino non era di qui” Emile (o meglio Voldemort?) si stava avvicinando lentamente... “era un povero, schifoso orfano. Come me del resto. La magia lo affascinava; io lo affascinavo. Dal quel tuo sporco fratello aveva conosciuto tutta la mia storia. E ne era rimasto meravigliato”

Ad Albus mancavano le parole e anche per Rose era lo stesso.

“Poi l'ha trovata”

Si passò una mano sul collo, tirando fuori una catenella con un ciondolo molto familiare.

“La pietra...” la gola del giovane era secca.

“... della Resurrezione, si” un sorriso malignò si allargò sul volto cadaverico “Era così affascinato da me che desiderava solo vedermi, anche per una volta. Vedere il Signore Oscuro, colui che aveva terrificato generazioni e generazioni. Ma, sfortunatamente per lui, il mio spirito è superiore agli altri, e, nonostante la sua fissazione per me, i suoi sentimenti troppo gentili e deboli per respingermi. Prendere il possesso del suo corpo è stato uno scherzo”.

“Ma quando...” Albus stava ansimando.

“Nella foresta” biascicò Rose

“Vedo un'altra geniale deduzione qui!”

“La sera in cui siamo usciti per cercare Seb... ci siamo divisi... Emile deve aver trovato la pietra quasi per sbaglio... Harry l'aveva abbandonata nella foresta no?”

Tutti i pezzi sembravano tornare al loro posto. Sapevano dove Emile aveva trovato la pietra, chi aveva scritto sui muri, chi aveva cercato di ucciderli... non era mai stata colpa di Emile, almeno non fino in fondo.

L'altro, intanto si avvicinava lentamente. Albus capì che c'era bisogno di prendere tempo.

“E... e Willis?! Come facevi a possedere anche lui?!”

“Un semplice incantesimo Imperio. La sera in cui l'hanno catturato avevo programmato tutto alla perfezione: io e te soli soletti in ronda, quale occasione migliore? Ma quell'idiota di Willis ha una pessima mira e stava per colpire me. Stranamente l'incantesimo è tornato al mittente, doveva proprio essere un incapace...”

E invece era stato proprio quel particolare a far capire ai ragazzi che il portafortuna di Emile e la collana di Rose erano fatti dello stesso materiale.

Voldemort sfoderò un sorriso sinistro. Ormai era molto vicino.

“Che ne dici se la facciamo finita? Sai mi piacerebbe molto vederti bruciare vivo davanti ai miei occhi... la morte istantanea non ti farebbe giustizia...”

Alzò la bacchetta e pronunciò chiaramente il nome dell'incantesimo

Energheia!”

Un lampo di luce rossa, caldo come la lava, scaturì dalla bacchetta. Albus sapeva che non c'era niente da fare, per la prima volta si trovò veramente senza paura, senza timore. Ormai che vuoi fare?

Ma Rose si getto contro il cugino, cadendogli nuovamente addosso. L'incantesimo la colpì ma miracolosamente rimbalzò, tornando al mittente. Voldemort venne travolto con un'espressione di stupore in viso. La forza dell'incantesimo venne respinta dalla Pietra della Resurrezione e la sua potenza sfondò la porta d'ingresso. Subito miriadi di incantesimi colpirono la ''reincarnazione'' del Signore Oscuro che, all'interno di quel corpo debole da ragazzo, non resse e cadde a terra.

Albus, occhi chiusi, cuore che batteva, sentiva un'enorme peso sul petto e sullo stomaco. Per non parlare del dolore lancinante alla gamba. Però pensava che morire fra le fiamme facesse più male... poi sentì i sospiri di Rose sul suo collo e aprì gli occhi.

Lei gli sorrise.

Al collo aveva un fine filo d'argento: le pietre magiche che impreziosivano il gioiello erano tutte a pezzi, ma almeno avevano svolto il loro sporco lavoro.


*


Madama Chips aveva impiegato pochi minuti per riordinare tutto il casino della battaglia, e Albus era tornato alle sue cure, ormai quasi concluse. La giornata era stata particolarmente tiepida e anche la serata si preannunciava piuttosto tranquilla.

Eve scriveva un tema per incantesimi accanto al lettino; Albus la guardava di sottecchi, mentre sonnecchiava pigramente.

“Sai, è quasi una settimana che sei qui, e non ti ho mai visto fare nessuno sforzo per riabilitarti. Comincio quasi a credere che ti piaccia stare qui” la ragazza parlottava a mezza voce, mentre con la piuma disegnava cerchi a mezz'aria, cercando la concentrazione.

Albus mugugnò: forse era stato lì per una settimana, ma gli eventi di qualche giorno prima gliela avevano fatta pesare veramente tanto.

I ragazzi avevano raccontato tutta la storia, dai primi sospetti, alle certezze (tralasciando talvolta particolari inappropriati) per poi scendere nei dettagli raccontando della battaglia. Scorpius e Rose si erano lanciati sguardi indagatori per tutta la durata del racconto. Albus sentiva come se una parte della sua seconda infanzia si fosse spezzata. Sembrava tutto molto diverso, e non era sicuro che questa diversità gli piacesse.

Ogni tanto sarebbe voluto tornare al primo anno, con Scorpius e Rose che si lanciavano occhi di rospo nella dispensa di pozioni.

Ne aveva parlato con il migliore amico, ma non era stato molto esaustivo.

Con Rose poi, nemmeno a chiederlo.

Mentre tutti questi pensieri gli frullavano nella testa, Albus non si accorse dell'entrata trionfale di James, accompagnato dai soliti amici inseparabili.

Una cosa si notava: Willis ed Emile non mancavano all'appello.

Il primo era tornato qualche giorno prima, radioso come non mai; il secondo solo quel giorno, dopo delle giornate interminabili al Ministero.

“Hey tu, malato” Willis abbracciò Albus “come va la guarigione?”

“Eve sta ipotizzando che potrei stregare qualcosa per ferirmi e rimanere ancora qui per un po'” la ragazza gli tirò un buffetto amichevole sul braccio. Tutti risero.

Poi Willis prese il braccio di Emile e lo porto accanto al lettino insieme a lui: aveva una faccia un po' logora, ma i suoi occhi erano tornati a brillare come hai vecchi tempi. Non erano più vuoti e tetri.

“Io ed Emile abbiamo parlato, e ci siamo resi conto di essere stati invischiati in un bel pasticcio”

Il moro annuì “Ho agito in modo sbagliato” parlava a bassa voce; forse si vergognava un po “so che non è tutta colpa mia, insomma la storia del controllo e tutto il resto ma... ecco, mi sento responsabile, infondo”

Albus sorriso “L'importante è che tutto sia tornato come prima, no?”

“Già. Spero solo che tu non te la sia troppo presa per tutto quello che ho fatto passare a te a gli altri” si portò una mano fra i capelli, nervoso.

“Al è uno che perdona in fretta, vero fratellino?” James gli scompigliò i capelli in modo energico, come di suo solito e per qualche minuto fu vera euforia. Poi la conversazione tornò su punti più seri.

“Cosa... cosa ne hanno fatto della pietra?” domandò Al.

“All'inizio” spiegò Emile “l'hanno portata ai miei interrogatori. Ora dovrebbe avercela la McGranitt in presidenza. Hogwarts è il luogo più sicuro al mondo, vero?”

“Speriamo solo che non cada in mano a qualche altro pazzo” scherzò Fred “giusto Emile?”

Madama Chips arrivò poco dopo per spedirli tutti (tranne Albus) nelle rispettive sale comuni.

Favorito dalla pigrizia che lo caratterizzava in quei giorni, il ragazzo non fece fatica ad addormentarsi. Era bello che fosse tutto finito.

Si, finito...


*


Una stanza.

Buio.

Quando sono già stato qui prima d'ora?

Ricordo una donna, dal volto e dal viso severo.

Ricordo tanti quadri, con tanti uomini diversi dentro ognuno.

Uno di questi ha la barba lunga e gli occhiali a mezzaluna.

Ma io non sono qui per i quadri.

C'è qualcos'altro che mi spinge qui... ma cosa?

Il mio sesto senso è attratto da una piccola scatolina impreziosita con pietre colorate.

C'è un incantesimo che mi impedisce di aprirlo.

Non so come, ma ci riesco.

È forse questo quello che sto cercando?


Albus si svegliò di soprassalto. Un immenso senso di vuoto lo assalì. Magari aveva veramente bisogno di qualche altri giorno di riposo...

Il cuore gli batteva forte, tanto da far fatica a sentire i suoi respiri ansimanti.

Stringeva forte le lenzuola.

Quella della mano destra sembrava stargli lentamente perforandogli la mano, come se avesse al suo interno qualcosa di tagliente.





***




Ehm... salve?

So che è qualcosa come un casino di tempo che non faccio più niente qui sul sito: mi scuso con tutte le autrici che recensivo (mi rimetterò in pari con le vostre storie al più presto) e con chi seguiva questa fan-fic... avevo bisogno di un periodo di pausa (stranamente ho bisogno di un periodo di pausa per quanto riguarda tutti i miei hobby, vanno così a rotazione...) ma ora sono pronta a ritornare in pista, magari non con una frequenza da dieci e lode, ma spero di non abbandonare tutto nuovamente.


Parlando della fic!

L'immagine di copertina: troppo pigra per inserirla (l'html mi da sempre problemi, e OT/ON la scuola me lo fa odiare. Ecco cosa vuol dire avere un professore di informatica che non fa un caz... OT/OFF)

Eravamo rimaste sul filo del rasoio... Albus era appena stato attaccato: in questo capitolo assistiamo alla battaglia e al suo epilogo...


Uhm... è la fine?



Mi fermo qua, alla prossima ;)





  
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