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Autore: frannn    06/11/2012    1 recensioni
Faceva parte della Gilda dei Fantasmi: per il resto del mondo lei non esisteva, legalmente parlando.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sweet child o’ mineGuns N’ Roses  .  
 
She’s got a smile that it seems to me reminds me of childhood memories where everything was as fresh as the bright blue sky.
 
Quella sera era solo una tra le tante, ma Felix sapeva che si sarebbe divertito con Lisa e i suoi amici un po’ strambi ma altrettanto simpatici, soprattutto nei confronti di uno che non aveva mai dato loro confidenza.
Lisa era stata entusiasta della sua telefonata. Era parecchio che non si faceva sentire e, quel pomeriggio, ripensandoci, gli era sembrato davvero un peccato.
Si erano organizzati alla svelta ed erano lì, in quel locale dove Felix non metteva piede da un bel pezzo. Riconobbe i ragazzini abituali che fingevano di essere più grandi per bere qualche birra che gli avrebbe dato subito alla testa, le bamboline negli abiti succinti e il barista dall’aria poco intelligente.
La sensazione di déjà-vu fu presto sostituita dalla consistenza dei ricordi, a loro volta rimpiazzati dalla realtà. La Gabby che aveva incontrato quella sera lontana e con cui aveva goffamente attaccato bottone, non esisteva più.
Si sedettero ad un tavolo dall’aria molto vissuta e ordinarono da bere, mentre la musica martellava nel locale, che cominciava a farsi denso di fumo, movimento, risate e alcool.
- Allora, signorino, ci dica un po’ cos’ha combinato di tanto importante da non essersi più fatto vivo in questo periodo!
Cinguettò Lisa, fingendosi civettuola e sbattendo velocemente le palpebre. Per un attimo, gli ricordò Nelly e scoppiò a ridere.
- Be’…diciamo che ho avuto da fare…
- Con quella ragazza?
- Nelly? Ma sei matta?
Qualcuno dei suoi compagni storse il naso.
- No, intendeva l’altra, quella misteriosa…
Spiegò una biondina dall’aria furba e curiosa. Felix si sentì sotto interrogatorio e capì in fretta che tutti erano interessati alla figura enigmatica di Gabby, che si era mossa per la cittadina senza dare grande sfoggio di sé o senza parlare degli affari suoi. Per ovvi motivi.
- Sì, esatto, non fare quella faccia da “sto cadendo dalle mie soffici nuvole”. Intendo lei, proprio lei!
In quel momento arrivò un brufoloso e giovanissimo cameriere che impiegò cinque minuti buoni per capire di chi fosse questo o quel drink e distribuirli al tavolo. Felix pensò di essersi salvato in calcio d’angolo da quel discorso spinoso, quando notò che Lisa le indicava qualcosa con gli occhi.
Si voltò e vide Gabby, strappo nella folla, insolita com’era sempre stata.
 
Now and then when I see her face, she takes me away to that special place and if I stared too long I’d probably break down and cry.
 
Il barista era indaffarato come al solito. Cosa avesse quel locale di speciale non lo sapeva nessuno, forse erano i fiumi di alcool senza barriere d’età, stava di fatto che era sempre pieno zeppo.
Gabby sorrise e si avvicinò al banco, tra una gomitata e uno spintone. Rimandò i capelli arruffati all’indietro e poggiò i gomiti sul bancone. Fece un cenno al barista che sembrava essere nel panico completo e dondolò la testa, sentendo gli orecchini smuoversi di qua e di là.
Si era vestita in modo carino, con i jeans stretti, il top, la giacca di pelle; si era truccata e concessa una piccola pausa per prendersi cura di se stessa ed integrarsi nella comunità di cui voleva far parte.
Stando sempre rintanata in casa o lavorando e basta non avrebbe mai conosciuto nessuno e nessuno si sarebbe fidato di lei.
Era stata una settimana proficua; con l’aiuto di Dan, che anche a distanza sembrava sempre vegliare su di lei, aveva messo in regola tutti i documenti e le scartoffie varie che la riguardavano e, da quel giorno, non era più un fantasma. Era il caso di festeggiare.
Stava giusto per allungarsi verso lo spillatore di birra, quando qualcuno la precedette.
- Chi fa da sé…
Felix riempì un boccale, diede un sorso e poi lo porse a Gabby.
- Abbiamo un paio di questioni in sospeso…
Borbottò. A Gabby sembrò che stesse arrossendo e sorrise d’istinto, perché capisse che non c’era rancore e che il desiderio di ritrovarsi era forte. Le si avvicinò di un passo, arrivando a poggiare una guancia alla sua. Rimase un attimo in silenzio, un silenzio potente anche in quel caos.
- Però abbiamo tempo per risolverle.
Le mormorò con decisione tra i capelli.
E Gabby seppe che sarebbe andato tutto bene.
 
Sweet child o’ mine.
Sweet love of mine.
   
 
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