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Autore: GexeTheNemesi    24/05/2007    15 recensioni
La secondo fanfic su Naruto che scrivo, abbiate pietà nei commenti…
Cosa sarebbe successo se Naruto in fasce fosse finito fin da subito nella mani dell’Akatsuki? Per scoprirlo leggete quanto segue!
Genere: Generale, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Sto per mettermi a piangere ç.ç… quanti commenti, sono così felice!
Mi fa piacere che facciate anche critiche, così so dove migliorarmi. Tutti mi fate i complimenti per come scrivo, quindi vi rivelerò il mio piccolo segreto… a fine capitolo, però!
MUAAHAHAHAHHA!!!!


Cap 4 Ritorno a Konoha




Naruto osservò il nuovo arrivato piuttosto titubante; aveva attorno a se come una strana aura che dava ai suoi giovani caratteri un aria… demoniaca. Non trovò parole più adatte per descriverlo.
“Loro sono Kisame, Deidara e il più giovane di tutti noi, Naruto” li presentò Artemis.
Fece un annoiato cenno col capo per salutare, Kisame lo stava osservando incuriosito.
“Uchiha?” Chiese, come se avesse capito male.
“Esatto” rispose Itachi e improvvisamente i suoi occhi neri come la pece divennero rosso sangue e le sue iridi ora erano contornate da tre petali neri. Artemis ne aveva parlata a Naruto qualche tempo prima: lo sharingan.
Kisame ghignò con i suoi denti da squalo che sporgevano fuori dalle labbra.
“Allora era vera la voce che avevo sentito qualche tempo fa… Itachi Uchiha, colui che ha sterminato da solo uno dei clan più forti di Konoha”
“Le voci si spargono in fretta” commentò con scarso entusiasmo, spostando lo sguardo da Kisame al biondino di cinque anni che fino a un istante prima gli stava puntando la lama della katana alla gola.
“Kisame sarà tuo compagno nelle missioni che vi assegnerò” Spiegò leader.
Diede un occhiata di sfuggita ad Artemis e poi fece una smorfia, come se avesse detto la più grande stupidaggine del mondo.
“Io lavoro da solo” disse con tono che non ammetteva repliche.
“se non vi sta bene, io me ne vado”
Il bambino fece due passi in avanti verso Itachi.
“Oh certo, come se un ninja traditore come te che si è fatta nemica una forza militare come Konoha abbia molti posti dove andare a NASCONDERSI” Gli disse sottolineando con enfasi l’ultima parola.
“a quest’ora tutti i villaggi della terra del fuoco avranno un nome in più sulla lista dei ricercati, conosci sicuramente come ragionano quelle teste calde della foglia, faranno tutto ciò che è in loro potere per trovarti”
Fece altri due passi in avanti, ora era davanti al nuovo arrivato.
“e tra le poche cose di cui Konoha non è in grado di fare, una di queste è trovare il nostro covo, visto che non è nemmeno a conoscenza dell’Akatsuki. Sei con le mani legate Itachi Uchiha: o fai come ti diciamo o ti ritroverai a dover fuggire per resto della tua vita dalla Foglia, oltre che da noi”
Le parole del bambino sembrarono non sortire alcun effetto su Itachi, ma non era necessario un intelletto superiore per capire che Naruto aveva detto in modo chiaro come stavano le cose: o Itachi si sarebbe unito a loro o sarebbe stato in fuga per il resto dei suoi giorni.
“Ora hai capito in che situazione ti trovi” disse Kisame.
“che rispondi?”
Lanciò un occhiata omicida al bambino e poi sospirò arreso.
“Non mi pare di avere molta scelta” disse semplicemente.
“Bene, Kisame: spiegagli brevemente la configurazione del covo e poi portalo all’arsenale, Naruto: vieni con me”
Il bambino ringuainò la Katana e poi si mise a fianco al suo sensei.
“Non ti allontanare da me” così dicendo entrambi varcarono l’uscita del covo e si inoltrarono nella foresta circostante.
“quanti anni ha quel biondino?” Chiese Itachi al suo nuovo compagno.
“Cinque” rispose sorridendo.
Dovette ricorre a tutto il suo sangue freddo per non mostrare un faccia sorpresa.
“Parla come un adulto” disse Itachi.
“E combatte come un Jonin speciale” lo informò Kisame.
L’Uchiha sospirò.
“Perché non fatico a crederlo?” Si chiese.


“Fantastico!” Gridò Naruto correndo da tutte le parti.
“E’ la prima volta che esco dal covo! Artemis-sensei, andiamo in luogo particolare? “
“Sì, a Konoha” disse, nel suo tono di voce Naruto percepì una tonalità diversa dal solito, come se fosse preoccupato.
“Artemi-sensei” chiese avvicinandosi.
“va tutto bene?”
Lui in risposta sorrise e gli scompigliò i capelli già arruffati di loro.
“Vediamo di sbrigarci, sono due giorni di viaggio fino a Konoha”

Molto lontano di lì intanto…
Kimimaro si stava passando da un dito all’altro un kunai con aria annoiata; la cosa non risulterebbe strana, se non fosse per il fatto che si trovava sopra un enorme pila di cadaveri.
“Complimenti Kimimaro” Orochimaru apparve dalle tenebre.
“i Jonin speciali di tutti i clan non riescono a ferirti nemmeno quando ti attaccano in gruppo, ormai nel Taijutsu sei bravo quanto me”
Kimimaro scese subito dalla macabra colonna e si prostrò davanti al suo sensei.
“Voi mi onorate, Orochimaru-sama” disse
Quasi non sentì i canini di Orochimaru insinuarsi nel suo collo per rilasciare poi una potente tossina.
Kimimaro si osservò il torace: uno strano simbolo formato da tre simboli simili alla luna a falce era apparso sul suo petto.
“Ma questo… è il sigillo della terra! Con questo un giorno potrò diventare un recipiente per voi, non è vero?” Chiese colmo di gioia il giovane.
Orochimaru spostò il suo sguardo alla spalle del suo ninja migliore e anche Kimimaro lo imitò: alle sue spalle c’erano quattro ninja del suono, erano i guardiani delle quattro porte.
“Cosa scegliete?” Chiese loro Kimimaro.
“sottomettervi o morire?”
I quattro risero.
“Ma sentitela questa carogna” disse l’unica ragazza del gruppo, prima che tutti e quattro gli si scagliarono contro.
Dopo circa trenta secondi, il ciccione e il tipo con sei braccia era a terra e svenuto, la ragazza e l’altro rimasto ancora cosciente era ridotti male.
“Allora?” incitò Kimimaro
I due si scambiarono un occhiata d’intesa, poi si inginocchiarono. “Ci sottomettiamo” dissero in coro.
Orochimaru rise soddisfatto, poi si avvicinò a Kimimaro.
“Ho una missione da affidarti Kimimaro, è della massima importanza”
L’interessato si voltò.
“Mi dica, Orochimaru-sama”
“Se conosco bene un nemico di mia conoscenza sono certo che ora si stia dirigendo a Konoha con il suo pargoletto appreso; portami il bambino, vivo. Ma stai attento, l’uomo che lo accompagna è perfino più forte di me, per quanto tu sia potente non avresti speranze in uno scontro diretto contro di lui, ma se userai il bambino non oserà muovere un dito”
“Come lo riconoscerò?” Chiese Kimimaro.
Orochimaru esplose in una fragorosa risata.
“Fidati, lo riconoscerai da solo. Il suo livello di chakra è così alto che ne percepirai subito la presenza”
Fece un profondo inchino e poi sparì in uno sbuffo di fumo.
Per quanto la forza portante possa essere migliorata, non sarà mai in grado di resistere a Kimimaro. Pensò sicuro di sé il sennin.
Quanto si sbagliava…


Due giorni passano in fretta, ma Naruto era preoccupato. Conosceva il suo sensei abbastanza bene da capire che nonostante il suo volto fosse indifferente, dentro di se era molto preoccupato.
“Siamo arrivati” disse infine Artemis.
Davanti a loro si stagliavano le imponenti porte di Konoha: gente che andava, che veniva. Tutti, tuttavia, veniva minuziosamente ispezionati dai Jonin addetti all’entrata della città.
“Fai l’indifferente”
I due varcarono l’entrata di Konoha, ma né i passanti né i Jonin sembrarono notarli.
“Vorrei saperli usare anch’io i Genjutsu” commentò Naruto
“Te l’ ho già spiegato, non tutti sanno usare i Genjutsu, ora zitto e cammina”
Naruto osservò ancora più preoccupato il suo sensei, l’ultima volta che gli aveva risposto con quel tono era stato quando gli aveva chiesto un parere sulla sua tecnica dell’erotismo.
Girarono per le affollate via di Konoha per una decina di minuti, fino a giungere a un ampia zona pianeggiante, al centro di questo spazio verde c’era una roccia azzurra di forma particolare.
“Cinque anni fa, Konoha fu attacca da un enorme demone volpe, la Kyubi, che distrusse quasi tutta la città e se non fosse stato per lo Yondaime tutta la Foglia sarebbe stata rasa al suolo, ma morì a causa della tecnica che utilizzò per sconfiggere la volpe. Sai come la sconfissi? La sigillò all’interno del ventre di un bambino”
Osservò il suo allievo con sguardo serio.
“Quel bambino, Naruto, eri tu”
Il bambino sbarrò gli occhi, portandosi istintivamente le mani alla pancia, quasi temesse la volpe sbucasse fuori da un momento all’altro.
“Quella che vedi Naruto” disse Artemis indicando la roccia.
“è la lapide di tutti coloro che sono morti per proteggere questa città”
Naruto fece cenno di assenso semi-sconvolto.
Il suo sensei rimase in silenzio, come se si fosse perso nei ricordi.
“Sensei, non mi avete portato qui solo per dirmi questo, vero?”
Naruto vide sul viso del suo maestro l’espressione più triste che avesse mai visto.
“Sono passati cinque anni esatti da quando ti ho incontrato Naruto, e ritengo che tu sia abbastanza grande per sapere anche un’altra cosa”
Artemis cominciò ad avvicinarsi alla lapide e anche il suo allievo lo seguì.
“Su quella lapide…” cominciò fermandosi davanti alla roccia azzurra.
“sono incisi anche i nomi… dei tuoi genitori”
Il bambino accusò il colpo come una coltellata. Quante volte aveva fantasticato nei suoi sogni riguardo i suoi genitori? Quante volte ne aveva chiesto informazioni ad Artemis, e lui ripetutamente cambiava discorso?
“Erano… erano entrambi di Konoha allora?”
Lui fece cenno di assenso.
“Tua madre era un ninja medico, una delle migliori, tuo padre…” sospirò tristemente, stava per togliersi un peso dal cuore che lo affliggeva da quando aveva deciso di prendersi cura di Naruto.
“Come…” chiese
“come sono morti?”
Migliaia di aghi bollenti colpirono il cuore di Artemis: era giunto il momento.
“Sono… sono stati assassinati” rispose.
Non chiedermelo supplicò a bocca chiusa il leader dell’Akatsuki
Ti prego Naruto, non chiedermelo
“Da chi?”
Questa volta, Artemis fu certo che il suo cuore si sarebbe spaccato in due dal dolore. Era questa la punizione per tutto il male che aveva fatto? Troppo. Era troppo, non poteva sopportarlo.
Il sensei non rispose, ma rimase in silenzio.
Un dubbio atroce si fece strada nel cuore innocente del bambino.
“Sensei… chi è stato… chi è stato a ucciderli?” Chiese con le lacrime agli occhio.
Ancora rimase in silenzio.
“Naruto…” sussurrò Artemis.
L’ultima cosa che Naruto ricordò di quel giorno fu una grossa esplosione e un grande dolore alla testa, che gli fece perdere i sensi.
Ma prima di svenire fu certo di vedere un ragazzo dai capelli bianchi con uno strano disegno sul torace prenderlo tra le braccia.


Uh, ragazzi. Non so cosa ne pensiate voi, ma con questo capitolo penso di essermi superato! Anche se non ci sono scene comiche, però rimedierò presto!
Il mio segreto è questo: faccio lo scrittore!
Adesso però non figuratevi l’immagine di un matusa… faccio ancora le superiori!
Per il pairing vi lascerò col fiato sospeso ancora per qualche capitolo.
Alla prossima!!!
  
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