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Autore: LittlePanckake    07/11/2012    2 recensioni
Alle volte anche le piccole cose, possono celare qualcosa di realmente speciale, sapete?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni a seguire, non facevo altro che andare al parco, con la speranza di trovarlo, ed era sempre li, sorridente su quella panchina, ad aspettarmi. Stava prendendo una piega importante questo incontro giornaliero, eravamo sempre più uniti, e mi piaceva aver trovato un altro amico, oltre al mio adorato cane, con cui potevo sfogarmi. Le giornate erano sempre le stesse, i nostri cani che si rincorrevano e si azzuffavano per il parco, e noi li, a parlare di tante cose e di tutto quello che ci passava per la testa.
Passarono un bel po’ di settimane, fino a quando un giorno, Louis arrivò tutto contento dopo di me al parco. Non riuscivo a capire cosa gli prendesse fin quando, fece un respiro profondo, mi prese le mani e prese a parlare.
“Ho parlato di te a mia madre e alle mie sorelle, le ho detto di quanto fossi fantastica, generosa, di quanto fossi felice di aver finalmente trovato la mia migliore amica!”
Nessuno Mai, e dico MAI, mi aveva chiamata migliore amica, in quel momento mi sentivo come se qualcuno mi avesse detto che mi amava da morire e non poteva stare senza di me. Per tutto il resto del mondo, sentirsi chiamare migliore amico da una persona era normale, per me, in quel momento, era la cosa più bella che potesse mai capitarmi. Non lo feci finire di parlare che gli saltai al collo stringendolo forte, mentre lui, avendo capito, sorrideva contento e felice. Quel giorno qualcuno mi aveva reso felice, e quel qualcuno era ormai diventato il mio migliore amico.
Mi invitò a cena a casa sua, perché sua madre e le sue sorelle volevano conoscermi, e diamine, sarei rimasta in quella casa per anni. Sua madre Johann e le 4 sorelle di Louis erano davvero fantastiche, una famiglia più unita di quella non l’avevo mai vista. Mi fecero passare una bellissima serata tra risate e divertimento e poi prima che me ne andassi, mi strinsero in un forte abbraccio, nel quale sentii il vero calore di una madre, e che mi fece subito ripensare a mia nonna.
Louis si prese la briga di riaccompagnarmi a casa, nella sua Minicooper, identica alla mia. Rimanemmo per un bel po’ in silenzio, con me guardavo la strada con un sorriso imbecille, e lui che guidava con altrettanto sorriso.
“Grazie…”
“Uh? Di cosa?”
“Di questa meravigliosa serata Louis…”
“Non era niente di che…”
“Niente di che? Ho sentito il calore di una vera famiglia…quel calore che solo mia nonna sapeva darmi…”
“Già…non mi hai mai parlato molto di lei…”
“Be…ecco…”
Eravamo arrivati da un po’ fuori casa mia, ma rimanemmo in auto, e presi a raccontargli di mia nonna, come non avevo mai fatto con nessuno. Man mano, i miei occhi presero a riempirsi di lacrime. Non se lo fece ripetere due volte, e prima che scoppiassi mi strinse in un abbraccio.
“Ora capisco perché sei cosi, tua nonna era una DONNA FANTASTICA e tu, hai preso tutto il meglio da lei, Fefs credimi, lei è fiera di te, come io sono fiero di essere il tuo migliore amico, ti voglio bene”
E detto questo mi strinse baciandomi la fronte. Mi strinsi a lui più che potevo per poi essere accompagnata sotto l’uscio, e come sempre salutarlo dalla finestra.
 
Qualche giorno dopo…
“Mamma ti prego, dovete conoscerlo! È una persona fantastica!”
“Certo, invitalo pure a cena”
I miei genitori erano tornati prima dal lavoro,  quel giorno, e mentre mio padre sbuffava mentre leggeva il giornale, io pregavo mia madre di poter invitare Louis a cena. Ci tenevo che lo conoscessero, e non ne sentissero solo parlare. Ma forse, era meglio se quell’idea, non mi fosse mai venuta.
Invitai Louis a casa per cena, e verso le sette e mezzo, il moro arrivò con un mazzo di rose per mia madre, e degli invitanti cioccolatini per mio padre, che appena lo vide lo guardò dalla testa ai piedi, sussurrando a mia madre un “ruffiano” e sorridendo per finta. Louis fu davvero molto carino con loro, mia madre ne rimase davvero ammaliata, sia per il gesto dei fiori, che per il fatto che si mise ad apparecchiare la tavola e a dare una mano in tutto e per tutto, mentre mio padre continuava a guardarlo con fare strano da sopra il suo odioso giornale.
Il momento di maggior pentimento, fu raggiunto quando ci sedemmo tutti a tavola. Io e Louis uno accanto all’altro con mia madre e mio padre di fronte. Mangiavamo con tranquillità, chiacchierando, quando mio padre che fino ad allora era rimasto in silenzio, prese a fare qualche domanda.
“Be…hai finito il liceo ragazzo?”
“Si…con un po’ di ritardo, ho perso un anno per via di una profes…”
“Sisi la colpa è sempre della prof…vero Federica?”
Guardai male mio padre, che pensava di essere stato spiritoso, e lui riassunse la sua aria autoritaria riprendendo con le domande.
“bene, cosa hai intenzione di fare ora?”
“Di seguire il mio sogno…”
“Oh, cosa vuoi fare? L’ingegnere…il dottore? L’avvocato?”
“No, tra tre giorni ho un audizione per X Factor, voglio fare il cantante”
Ci fu un attimo di silenzio, seguito dall’improvvisa risata, quasi isterica, di mio padre che faceva saettare il suo sguardo da me a Louis  che lo guardavamo con un sopracciglio inarcato.
“Non starai dicendo sul serio ragazzo?”
“Si…è il mio sogno di tutta una vita…mi sono diplomato e ora cercherò di riuscirci!”
“I tuoi genitori lo sanno?”
“I Miei genitori mi appoggiano!”
“Oddio…Holly nostra figlia ha portato ancora a casa un nulla facente…”
“Come scusi?”
“Papà basta…”
“Senti Lotis o come ti chiami! In questa casa di nulla facente ne abbiamo già una…non  ne abbiamo bisogno di un altro…”
“Papà smettila…”
“Non credo di essere un nulla facente solo perché voglio fare il cantante, ho un obbiettivo e per raggiungerlo devo lavorare!”
“Fare il cantante è una grossa e inutile cazzata ragazzo!”
“SMETTILA PAPA’!”
Louis si ripulì le labbra e si alzò dalla sedia sorridendo a mia madre.
“Signora, grazie mille per l’ottima cena. Sono stato bene…arrivederci!”
Detto questo prese la sua giacca e uscì di casa, mentre mio padre gli urlava che andarsene di casa in quel modo significava dargli ragione, che era un nulla facente e cose così. Mi alzai di scatto pronta a raggiungerlo.
“LOUIS ASPETTA!”
“Dove credi di andare signorina?”
“Dal mio migliore amico!”
“Esci da questa casa e giuro che non ti parlerò più per il resto della tua VITA!”
“Credimi! È LA MIGLIOR COSA  CHE POSSA CAPITARMI! DA OGGI PER ME NON ESISTI PIU’!”
Non mi preoccupai di averlo ferito, era quello che voleva, era quello che aveva sempre voluto. Corsi fuori alla velocità della luce, e cercai di immaginare la direzione che aveva preso, ma lo vidi poco lontano camminare con le mani in tasca, gli corsi incontro, e quando sentì che lo stavo chiamando si voltò di scatto. Come se glie lo avessi chiesto, mi ritrovai tra le sue braccia mentre continuavo a scusarmi.
“Non so come mi è venuto in mente di presentarti quell’idiota. Sono fuggita di casa…ha giurato di non parlarmi più…non sai come sono contenta di questo…ma ti prego…ti prego…non abbandonarmi…non farlo…so che ti ha trattato da schifo ma…”
“Shhh…va tutto bene…”
Ero così sconvolta, ma lui mi zittì poggiando la sua testa alla mia e stringendomi ancora più forte. Li in quel momento, avevo tutto quello di cui avevo veramente bisogno.
“Sono andato via, perché non volevo ferirti. Avevo paura che se sbottavo con tuo padre, e dicevo qualcosa di cattivo, avrei potuto spezzarti il cuore, ed è l’ultima cosa che voglio fare capisci?  Ora ti prego, anche vicino la mia giacca, ma asciugati queste lacrime, e fammi un sorriso…non voglio vedere i tuoi occhi tristi…ho bisogno dei tuoi sorrisi capisci? Ho bisogno che tu sia felice, per far si che sia felice anche io…”
Alzai lo sguardo per guardarlo, e quei suoi meravigliosi occhi color mare mi guardavano quasi in preda alle lacrime, mi asciugai i miei occhi umidi, e gli cinsi il collo con le braccia.
“Io credo nel tuo sogno…”
“Lo so…è proprio per questo che vorrei…che…che mi accompagnassi al provino!”
“Sul serio?”
“Si…”
“Oh Louis…”
Lo strinsi più forte e gli stampai un bacio sulla guancia.
“Questo è un si?”
“Puoi dirlo forte!”
Scoppiammo a ridere entrambi come due stupidi, poi Louis mi prese per mano e iniziò a correre.
“Dove stiamo andando?”
“Vieni…voglio porre rimedio a questa serata…”
“Ma…”
“Sta tranquilla è vicino!”

Ho ripreso a scrivere, dopo un lungo periodo di blocco.
Non sarà pieno di emozione come le altre per voi...ma a me piace da morire.
Ho tante idee per questa fan fiction,
ma quello che la rende speciale è il fatto che questa, in primis, piace a me.
Non ho ricevuto molte visite, ma non importa. 
So che chi deve leggerla lo farà, commentate pure, anche se non vi piace
la trovate oscena o bambinesca, recensite.
Spero che vi piaccia. 
Fefs

  
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