Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Funeral of Hearts    07/11/2012    7 recensioni
Spoiler. Fan fiction ambientata dopo la saga di Punk Hazard. Con l'andare avanti della storia, probabilmente cambierò anche il genere e il rating.
Le streghe esistono. La loro è una storia di tormenti e persecuzioni, vite vissute senza pace, sempre in fuga da chi si vuole impadronire del loro potere per sfruttarlo - oppure per schiacciarlo definitivamente. Su di loro grava una maledizione che le ha quasi portate all'estinzione. Quasi, perché ancora qualcuno resiste. E non smetterà finchè non avrà posto fine al maleficio. Perché soltanto in quel momento si potrà dedicare alla realizzazione del suo sogno, messo a lungo - troppo a lungo - da parte.
Ma da soli è difficile. Sarà l'incontro, fortuito, con una delle ciurme più ricercate dei mari, potenziate dall'alleanza di pirati altrettanto famosi, a squarciare con un fascio di speranza un cielo rimasto per troppo tempo oscuro.
Dal capitolo sei:
“Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
“Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO UNDICI

 

 

 

 

CITTADELLA: SENZA VIA D'USCITA.

 

 

 

Perdersi è l'unico modo per trovare un posto che sia introvabile altrimenti tutti saprebbero dove trovarlo.

Barbossa, Pirates of the Carribean: At the World's End, 2007

 

 

A giudicare dallo schianto e dai dolori che provavano, i pirati si resero conto di essere atterrati su un lastricato di pietra.
Chopper e Robin, grazie ai propri poteri del Frutto del Diavolo, ne erano usciti abbastanza incolumi. Franky aveva qualche ammaccatura, ma niente di più. Nami e Lilith erano state salvate rispettivamente da Sanji e Bepo. Il cuoco aveva riportato seri danni, il più grave una forte emorragia dal naso, dovuta non tanto alla botta ma al contatto ravvicinato col prosperoso seno della navigatrice. Usopp, Brook e Zoro erano stati invece scaraventati contro una parete, a gambe all'aria. Simile sorte era toccata anche a Penguin e Shachi, dato che Law, col suo potere, aveva tratto in salvo solo Jean Bart. L'unico totalmente illeso era Rufy, che sedeva per terra con le gambe incrociate ridendo come matto:
“L'ultima volta che abbiamo fatto un volo così, è stato su Skypiea, ve lo ricordate? Ahahahahah!!!”
“Non c'è niente da ridere, idiota di gomma! Potevi farci ammazzare!” gli furono subito addosso due infuriati Sanji e Usopp, piantandogli in testa il primo dei calci, il secondo dei pugni.
“Ma dove diavolo siamo finiti?” chiese Penguin appoggiandosi all'amico Shachi.
“Sembra che il capitano ci abbia portati all'interno della Cittadella.” rispose tranquillamente Robin, togliendosi della polvere dalla spalla.
“È quella cosa che stavi studiando oggi in biblioteca?” le domandò Chopper. L'archeologa annuì.
Gli occhi della renna si spalancarono e cominciò a tremare.
“Che ti prende?” gli chiese Zoro massaggiandosi la testa.
“Robin diceva che questo posto non ha entrate! Non ha vie d'uscita!”
“Cosa?!?”
“È esattamente come ha detto il docteur. È una fortezza inespugnabile.” aggiunse Lilith guardandosi intorno.
Un mistero di strategia militare affascinante, non è così?” le domandò Law sogghignando. Se la conosceva bene - e la conosceva bene – la strega aveva già messo in moto quel suo straordinario cervello per cercare una via di fuga. Per lei la Cittadella sarebbe stata una sfida davvero interessante.
“Già...” gli rispose assorta. Il chirurgo la guardò con la coda dell'occhio: Lilith aveva un sorrisetto beffardo. Ottimo. Questo significava che aveva accettato quella sfida silenziosa.
Nel frattempo Chopper aveva fermato come meglio poteva l'emorragia di Sanji e pregava Nami di vestirsi in maniera meno provocante, se non voleva uccidere il loro compagno. La cartografa, dal canto suo, non lo stava ascoltando; stava violentemente percuotendo il capitano, addossandogli la colpa della situazione in cui aveva cacciato tutti quanti. Robin continuava a osservare l'ambiente nel quale erano precipitati con curiosità, mentre gli Hearts stavano aiutando Bepo a rimettersi in piedi. Un urlo di Franky attirò l'attenzione di tutti i pirati.
“La Marina sa che siamo sull'isola! Potrebbe distruggere la nave per impedirci di fuggire!” Tutti si bloccarono. Persino Rufy divenne serio.
“Devo impedire che ciò accada! Sunny, sto arrivando!” esclamò piangendo il cyborg, correndo verso una direzione a caso.
“Non succederà, la nave è al sicuro.” sentenziò a braccia conserte Lilith.
“Eh?” Franky si fermò.
“Ho lanciato un incantesimo di protezione alla Sunny.” Mugiwara e Hearts si voltarono stupiti verso la strega.
“Me lo ha chiesto Law.”
“Una sorta di garanzia se la Marina ci avesse scoperto. Non posso rischiare che trovino anche il sottomarino. In questo modo, sia la nostra alleanza che la mia posizione nel Governo Mondiale sarebbero compromesse.” Lilith fece una smorfia di disgusto alle parole del chirurgo.
“Anche Nami era d'accordo, e per questo l'ho fatto. Avrei dovuto dirvelo prima, mi dispiace...” la bruna avrebbe voluto aggiungere altro, ma si sentì abbracciare dal cyborg, che stava piangendo a dirotto.
“Oh, sorella, sei così super! Come potrei mai ringraziarti?”
“Boss! In questo modo le riaprirai le ferite!” esclamò terrorizzato il piccolo dottore. Il cyborg mollò immediatamente la presa. La strega tossì leggermente. Chopper corse verso di lei per assicurarsi che stesse bene. Poi un dubbio gli attraversò la mente:
“Se hai lanciato un incantesimo, allora tu...”
“Va tutto bene, Law me le ha già tolte.” gli sorrise Lilith, sfiorandosi il fianco.
Usopp, nell'udire che la Sunny non avrebbe sofferto il minimo danno, aveva tirato un sospiro di sollievo, ma venne colto da un brivido lungo la schiena.
“Ora che ci penso... siamo in un luogo totalmente sconosciuto... senza vie d'uscita... e se adesso comparisse qualcuno per attaccarci!...”
“È spaventoso!” lo scheletro abbracciò il cecchino, tremando come una foglia anche lui.
“Se avessero voluto, ci avrebbero già fatti fuori.” dichiarò freddo Law. Un tono che fece rabbrividire anche Penguin e Shachi.
“Questo luogo è disabitato da centinaia di anni.” proseguì Robin sfiorando una parete.
“Oh, meglio così!” esclamò allora Usopp con rinnovato coraggio. “Possiamo dividerci e cercare un modo per andarcene da qui!”
“Potremmo lanciarci come abbiamo fatto poco fa.” propose Rufy alzando una mano.
“ASSOLUTAMENTE NO!” gli risposero rabbiosi i Mugiwara. Usopp, facendo finta di non sentire, si schiarì la voce.
“Io e Brook andremo da quella parte, mentre...”
“Non conviene muoversi adesso.” lo interruppe Lilith. “Si sta facendo buio; e oltre a calare la visibilità, scenderà notevolmente anche la temperatura. Inoltre non possiamo accendere luci o fuochi per vedere, perché in questo modo rischiamo di rendere visibile la nostra posizione da chi si trova in città.” toccò una parete, poi tornò a guardare i suoi interlocutori. “L'idea di dividersi è buona, ma è meglio rimandarla a domattina. Passeremo la notte in queste case.” e aprì una porta, che emise un profondo cigolio. I pirati la seguirono.
Law aveva un ghigno soddisfatto sulle labbra. Adesso ne era sicuro – sarebbero usciti presto da lì. Passò anche lui dalla porta.
Rimaneva fuori soltanto Rufy.
“Ehi, ragazzi, non si mangia? Io ho fame!”

 

Oltre la soglia vi era un cortile, con al centro una cisterna ottagonale per la raccolta dell'acqua. Intorno a questa vi erano stati piantati otto alberi di agrumi, incolti, ma non sembravano secchi. Lungo il perimetro ottagonale dello spiazzo si ergevano le case, tutte uguali, tutte unite le une alle altre, come se si volessero proteggere da una minaccia esterna. Lilith entrò in una delle abitazioni. Semplice e spartano, il piano terra ospitava la cucina e ciò che un tempo erano stati un tavolo e delle sedie. Degli scalini conducevano al piano superiore, dove vi erano le camere. Un minuscolo bagno si trovava nel sottoscala. Constatando che tutte le case avevano all'incirca il medesimo arredamento, furono scelte quelle meno logorate dagli anni, anche se, alla fine, era quasi come dormire sul pavimento.
L'unico vantaggio era che, rimanendo lì, si sarebbero protetti bene dal freddo che stava sopraggiungendo: le pareti erano molto spesse, e questo avrebbe garantito una temperatura costante per tutta la notte.
“Rufy, vieni dentro!” lo chiamò Usopp.
“Io ho fameeee!!!” un gocciolone comparve sulle teste dei Mugiwara.
“Potrebbe essere un problema.” disse Lilith comparendo sulla soglia della case dove si erano sistemate le ragazze.
“C'è qualche frutto sugli alberi, e nelle dispense ci sono solo cibi secchi. E per quanto si possano conservare a lungo...” finì la frase alzando le spalle.
“Non possiamo mangiare solo arance e limoni... Moriremo di fame... Lo sapevo... Non dovevamo scendere su quest'isola...” cominciò a mormorare Usopp impallidendo.
“Senza cibo ci ridurremo a pelle e ossa... anche se io, la pelle, non ce l'ho! Yohohohoh!”
“Uffa! Voglia la carneeee!!!”
“Calmatevi, tutti quanti.” ordinò Law. Calò il silenzio. “È inutile agitarsi adesso. Inizieremo le ricerche per una via di fuga domattina.” Si voltò verso Lilith, intenta a fissare gli alberi. Hai affinato le tue capacità, in questi tredici anni. Scommetto che prima che faccia buio, avrai già trovato il modo per uscire di qui. Guardò la strega rincasare, e rientrò anche lui.
“Sinceramente, Penguin, le battute dello scheletro non mi fanno poi così ridere.”
“Nemmeno a me, Shachi. Nemmeno a me.”

 

Di mattina presto, i pirati erano già alzati, piuttosto provati da una nottata passata scomodamente. Usopp e Chopper, che avevano avuto la sfortuna di trovarsi nella stessa camera con Rufy, dormivano in piedi: il capitano, anche nel sonno, non aveva fatto altro che nominare la carne.
Seduta sotto uno degli alberi a consumare una frugale colazione, Lilith espose la sua idea:
“Per adesso esploreremo la Cittadella. Non credo che ci siano pericoli, possiamo quindi decidere se viaggiare da soli o in piccoli gruppi. Ciò che vi chiedo è di riferire tutto quello che vedete – ogni minimo dettaglio, anche il più insignificante, può rivelarsi un'informazione utile. Questo posto è molto grande, ma ritengo che nell'arco della giornata riusciremo a coprirlo, se non tutto, almeno in buona parte. Direi che possiamo ritrovarci nuovamente qui prima che cali il sole, d'accordo?” i pirati annuirono.
“Bene. Allora possiamo cominciare.” la strega si alzò e si incamminò. “Bonne journée!”
Miss Lilith! Aspetti!” le gridò Bepo correndole dietro.
Anche l'archeologa si era avviata.
“Robin-chwan, non vorresti che il tuo mr Prince ti accompagnasse...”
“Non importa, grazie.”
Gli attimi in cui il cuoco rimase di sale furono pochi, perché pensò subito di rivolgere la stessa domanda alla navigatrice, che accettò volentieri l'aiuto – dopotutto, Lilith non aveva escluso a priori che non ci fossero pericoli.
Chopper cominciava già a sentire il caldo e Zoro, come era già successo a Alabasta, se lo trascinò dietro. Se si fosse perso, la renna lo avrebbe aiutato a ritrovare la strada, anche se non glielo avrebbe mai chiesto direttamente.
Ognuno, da solo o in compagnia prese la sua strada.

 

Attraverso le lenti degli occhiali da sole, Robin guardava incantata i complessi di edifici della Cittadella. Le sembrava veramente di camminare nel passato. Nonostante la polvere e la trascuratezza, non vi era un rudere. Segno che quelle strutture dovevano perdurare, resistere al tempo. Era colpita dalla precisa geometria con cui erano realizzate. Le case, i cortili, le cisterne, la stessa disposizione degli alberi – unica forma di vita in quel luogo desolato – seguivano uno schema preciso basato sul numero otto. Ma su questo si sarebbe soffermata più tardi. Voleva prima dirigersi verso un punto preciso. In un libro della Biblioteca aveva letto che, poiché su Beroea non se ne trovavano, il Poignee Griffe fosse situato proprio all'interno della fortezza. E lei aveva l'impressione che si trovasse proprio al centro della Cittadella. Ed infatti non si era sbagliata.
Il grande cubo di pietra si ergeva al centro della grande piazza ottagonale, appoggiato su una piattaforma, anch'essa ottagonale. Appariva maestoso, illuminato dai raggi del sole. Robin salì gli otto gradini che la separavano dalla gigantesca pietra e cominciò a leggerne il contenuto.

 

“Porto il liquore a Binks, veleggiando sopra il mar, vento in poppa arriverò e glielo consegnerò...!”
“Non dovremmo risparmiare il fiato con questo caldo?”
“Hai ragione, Usopp-san... Yohohohohoh!”

 

“Zoro... di qua siamo già passati...”
“No. Anche se sembrano tutte uguali, questa è una strada diversa.”
“Non è vero. Quella è la stessa identica crepa del muro che ho visto poco fa.”
Un momento di silenzio.
“Ci siamo persi, non è vero?”

 

“Nami-swan, ho appena trovato questa grossa arancia, vuoi dividerla con me?”
“Non adesso, grazie.”
“Che cosa stai disegnando?” il suo tono questa volta divenne più serio, vedendo la rossa concentrata su un foglio di carta spiegazzato.
Era un'abitudine che Nami aveva adottato poco dopo il suo arrivo su Weatheria: portare sempre con sé un pezzetto di carta ed una matita, per prendere appunti o disegnare la bozza di una cartina. Il giorno prima, durante lo shopping con Lilith, aveva acquistato una cartina di Beroea, e nel punto in cui sorgeva la Cittadella aveva trovato il vuoto. Chiedendo al negoziante il perché, questi le aveva spiegato che non esistevano mappe di quel posto. In un primo momento si era indispettita, poi non ci aveva più pensato. Ma dopo lo schianto e l'arrabbiatura con Rufy, aveva cominciato a ragionare. Non esistevano cartine della Cittadella? Allora sarebbe stata lei la prima a disegnarne una! Il pensiero la riempiva di orgoglio, e aveva iniziato subito a disegnare, badando a malapena al corteggiamento sfrenato del cuoco.
“La prima mappa della Cittadella, Sanji-kun.” gli rispose sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

 

“Carne... carne... ma dov'è la carne?”

 

Lilith aveva raggiunto le mura ed era salita su uno dei torrioni. Dalle feritoie si godeva di un'ottima vista dell'isola e del tratto di mare antistante. Un attacco nemico sarebbe stato facilmente individuabile. Aveva quindi camminato lungo un piccolo tratto delle mura. La Cittadella aveva tutte le caratteristiche delle antiche fortezze: un alto apparato murario con la scarpatura, accentuati dalla collina in pietra, e il profondo fossato. Tutto sembrava concepito per la difesa statica e il tiro piombante. Non c'era traccia di cannoni – ma per come era stata concepita quella fortezza, non ne avevano avuto bisogno.
Scesa, aveva controllato le strutture vicino alle mura. Completamente differenti da dove avevano passato la notte, queste avevano l'aspetto di dormitori, mense comuni e depositi di armi. Entrò in uno dei depositi. Le armi in ferro erano arrugginite, quando non proprio sbriciolate. Visitò quindi la mensa e i dormitori. Erano tutti in ordine e, se non fosse stato per la polvere, avrebbe potuto affermare che erano nuovi, pronti all'utilizzo. Inoltre, vicino alla mensa, vi era la solita cisterna ottagonale.
In tutto il tragitto, Lilith non aveva proferito parola, e Bepo l'aveva seguita in silenzio. Entrati in un dormitorio, la strega aveva visto una porta sulla parete di fondo, e l'aveva aperta senza esitare, rivelando così l'esistenza di un bagno. L'orso, imbarazzato, pensando che Lilith avesse bisogno di un po' di privacy, si era voltato, ma la bruna pochi attimi dopo aveva richiuso la porta mormorando qualcosa. Quindi si era rivolta a lui:
“Dobbiamo tornare verso le mura, all'imbocco della strada.” l'orso, obbediente, l'aveva seguita.

 

“Questo posto non è per niente super...”

 

“ 'Ogni minimo dettaglio, anche il più insignificante, può rivelarsi un'informazione utile'. Ma chi si crede di essere?” borbottò Shachi portandosi le mani dietro la nuca.
“Ci sta solo aiutando a trovare il modo per uscire di qui.” replicò serio Penguin guardandosi attorno, cercando di cogliere tutti i particolari dell'ambiente che li circondava.
“Che vuoi?” domandò poi dubbioso sentendosi lo sguardo di Shachi addosso.
“Ti piace la strega.”
“Sì... cioè no! Che stai insinuando?” Penguin diventò rosso come la papalina del suo cappello.
“Ti piace.”
“Io... insomma... è carina. Ha... ha delle belle gambe!” cercò di guardare altrove. “A te non piace?”
“Naaa... preferisco la rossa. Ha molte più tette!”

 

Dopo aver girovagato per un po', Law aveva trovato degli orti, ormai improduttivi, e delle botteghe. All'interno di una di queste si trovavano dei vasi con nomi di piante officinali, quelli che il tempo non aveva cancellato. Era capitato in una piccola farmacia. Quindi, oltre alla frutta – aveva visto alberi di agrumi praticamente dappertutto – e alla verdura che la gente riusciva a piantare in queste terre, la Cittadella disponeva anche di un orto botanico. Si sedette per terra con il vaso ancora tra le mani. Era stanco, il caldo gli aveva tolto le forze – non era, e non si sarebbe mai abituato a quei climi torridi. Il pensiero sembrò andare in modo naturale verso il ricordo dei rigidi inverni su Jäämaisema, e si spostò altrettanto naturalmente su Lilith. Ormai era fuori pericolo, ma la sera prima aveva lo stesso ordinato a Bepo di seguirla.
Erano passati tredici anni, ma quando l'aveva vista legata al rogo su Priah l'aveva riconosciuta immediatamente. Sentì avvolgersi da un profondo torpore, e avvertì le palpebre pesanti. Si riscosse, rimproverandosi silenziosamente di essersi quasi addormentato. Posò il vaso e tornò verso il punto di incontro, dai suoi uomini e dai suoi alleati.
Non poteva permettere al passato di prendere il sopravvento.
Almeno, non per il momento.

 

Gli ultimi ad arrivare al punto di ritrovo furono Zoro e Chopper, guidati, più che dall'istinto del primo, dall'olfatto del secondo.
“Allora... avete trovato qualcosa di interessante?” chiese lo spadaccino facendo scendere Chopper. Nell'ultimo tratto lo aveva dovuto portare in spalla.
“In fatto di tecnologia, non c'è niente...” rispose avvilito Franky.
“Le case sono tutte uguali... hanno tutte le solite stanze... il solito arredamento... persino le solite scodelle dove mangiare!” esclamò Usopp, annoiato da quella monotonia.
“Lo stesso vale per noi. Possiamo solo dire che non sembrano abbandonate all'improvviso.” aggiunse Penguin.
“E voi? Avete trovato qualcosa?” domandò curioso Chopper.
“Direi proprio di sì...!” sorrise Robin.
“La Cittadella era autosufficiente. Una parte è occupata da quelli che erano orti. E il capitano pensa che avessero a disposizione anche un orto botanico.” rispose serio Jean Bart.
“Ho disegnato una mappa di questo posto.” Nami spiegò il pezzetto di carta. “Si tratta di una bozza, naturalmente... ma rende bene l'idea di come sia strutturato questo posto.” Tutti si avvicinarono.
La Cittadella era divisa in otto spicchi, separati dalle strade. Una strada un po' più grossa correva parallela all'interno delle mura, tra gli edifici, dividendo gli spicchi a metà.
“Adesso ci troviamo in quello che possiamo definire il 'quartiere residenziale'.” indicò il punto. “Vicino alle mura, invece, si trovano le strutture militari, divise dalle abitazioni da questa strada a ottagono.” con il dito, fece il percorso della strada grossa. “Su questo lato si trovavano i negozi e, come ha già detto Jean Bart, gli orti. Nella piazza centrale” guardò Robin, “c'è il Poignee Griffe.”
“Si può davvero pensare che fosse una cittadina autonoma e autosufficiente...” cominciò l'archeologa.
“...ma questo non spiega perché le mura non abbiano accessi! Voglio dire... la gente da qualche parte dovrà pur essere arrivata!” concluse concitato Shachi.
“Puoi datare la fondazione durante o dopo il Secolo Buio?” chiese Lilith alla mora.
“Posso affermare che la Cittadella è stata fondata durante il periodo del Secolo Buio.” asserì tranquilla e sicura.
Ma nessuno aveva prestato attenzione a quella risposta.
“Siamo condannati a rimanere qui per sempre!”
“Non voglio! Voglio andarmene da qui! Qui non c'è la carne!”
“Qui fa più caldo che nel sottomarino quando siamo in immersione...!”
“Moriremo tutti! Non voglio morire! Ah... ma io sono già morto! Yohohohohohoh!”
“Credo di aver contratto la voglio-fuggire-dalla-Cittadella-ite...”
Lilith sospirò.
“Non rimarremo qui. So come uscire da questo posto.”

 

 

 

 

* * * * *

 

 

 

 

NdA: scusate... sono sempre più in ritardo... ma questi capitoli stanno diventando sempre più complicati da scrivere... Inoltre, se non li inizio a mano, non mi viene l'ispirazione... sono all'antica... e dell'altro tempo mi è stato portato via da un'altra storiella che ho pubblicato a tema Halloween... Sono imperdonabile.
Bando alla ciance, spero almeno di avervi regalato un capitolo abbastanza lungo da aver soddisfatto la vostra attesa! E spero anche che i piccoli “teatrini” che ho aperto siano di vostro gradimento! (il mio preferito è quello tra i due Hearts!). Poi ho voluto studiare molto bene il luogo dove sono finiti (dove ho fatto finire – o dove Rufy ha fatto finire, dipende dai punti di vista) i nostri amati pirati, quindi altre descrizioni che spero rendano abbastanza bene l'idea...
Nella parte dell'esplorazione di Lilith ho inserito dei termini tecnici che spiego subito: la difesa statica penso si possa assimilare alla difesa da una posizione ferma, mentre il tiro piombante consiste nel far cadere sul nemico assediante (ormai prossimo alle mura) sia liquidi infiammabili o bollenti, sia materiali solidi. La scarpatura non è altro che il muro obliquo della fortificazione che riceve il materiale in caduta, facendolo rimbalzare in avanti, di fronte al nemico. Questa era la tipica struttura delle fortezze trecentesche. Mi sembra di averli messi tutti, ma nel dubbio chiedetemi!
Bene, vi ho annoiato abbastanza. Ringrazio come sempre chi mi segue (siete aumentati!) e chi lascia un commentino.

Ciao!

FoH

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Funeral of Hearts