Peccati d'amore
Capitolo 13: “Il mattino dopo”
“Stai con me prima che tutto passi,
Stai con me prima che i miei occhi si chiudano,=
Solo tu puoi aprirli col tuo splendido sorriso,=
Che sollevi il buio del mio passato,
Se l’amore avesse un nome,
Sarebbe il tuo.”
“ll mattino dopo” – N=
omadi
Har=
ry aveva
fatto un tremenda fatica ad addormentarsi quella=
sera,
talmente era eccitato: lui e Hermione erano rimasti in sala comune fino a t=
arda
notte, sdraiati sul tappeto di fronte al camino, uno accanto all’altr=
a;
avevano parlato, scherzato e riso parecchio. Erano stati bene insieme ed
entrambi speravano che quella fosse solo la prima di tante altre sere come
quella appena trascorsa.
Her=
mione,
alla fine, si era addormentata accanto a lui, stanchissima e sfinita dopo u=
na
giornata intensa. Harry, invece, aveva resistito un po’ di più=
ed
era rimasto a guardarla: aveva un’aria serena e sembrava essere veram=
ente
felice.
Chi=
ssà
se era possibile accorgersi di amare veramente qualcuno passando sempliceme=
nte
tutta la notte a guardarlo dormire…
Per=
lui la
notte passò anche troppo velocemente: la presenza di Hermione accant=
o a
lui lo rilassava dolcemente. Il cuore batteva lentamente, ma con
intensità, il respiro era regolare e i suoi occhi, posati su di lei,
piano piano si chiusero…
La mattina dopo Hermione si svegliò tard=
i:
fortunatamente era sabato, il giorno di riposo in cui tutti gli studenti
preferivano alzarsi almeno dopo le nove. Così nessuno vide lei ed Ha=
rry
sdraiati per terra.
Già, lei ed Harry sdraiati per terra…
Hermione si accorse all’improvviso del braccio di Harry
appoggiato alla sua vita e arrossì, ricordandosi solo in quel moment=
o di
aver dormito accanto a lui per tutta la notte, accanto al ragazzo di cui si=
era
innamorata, lo stesso che la sera prima l’aveva baciata con tanta
passione.
Poco dopo anche Harry aprì gli occhi e la guardò: non=
le
disse nulla, si limitò a sorriderle. Per qualche minuto i due si
fissarono negli occhi, senza proferire parola, ricordando gli eventi della =
sera
precedente.
Harry le fece scorrere una mano sul braccio, arrivando poi ad
accarezzarle il viso.
“Allora…sei vera…”
Hermione rise: “Ma certo!”
“E..anche quello di ieri seraR=
30;era
vero?”
“Parli dei baci o della nostra lunga e divertente
chiacchierata?”
“Ehm…tutti e due…”
“Credo fosse tutto vero!”
“Allora…buongiorno, Hermione!” esclamò lui,
baciandole delicatamente le labbra.
“Buongiorno!”
“Cosa hai intenzione di fare oggi, signorina Granger?” =
chiese
lui sedendosi.
Hermione, sorridendo, si mise dietro di lui, lo abbracciò e
appoggiò la guancia sulla sua schiena forte:“Non
ne ho idea. Tu cosa vuoi fare?”
Era piacevole stare appoggiata a lui: riusciva a sentire il suo res=
piro
e i battiti del suo cuore. Hermione si strinse a lui, quasi inconsciamente,=
e
fece scorrere le sue mani sul suo torace fino a quando<=
/span>
lui non le coprì con le proprie.
“Sai, io resterei volentieri nascosto agli occhi di tutti per
tutto il giorno con te!”
“Credo che purtroppo sia impossibile! Se non erro abbiamo dei
compiti da fare!”
“Già!”
“Allora, dobbiamo andare a lavarci, cambiarci e fare
colazione!”
“Va bene!”
Perciò i due si ritrovarono circa un’oretta dopo in sa=
la
comune: avevano indossato vestiti gabbani e raggiunsero subito la sala gran=
de
per la colazione.
Ginny, che stava mangiando una fetta biscottata con burro e marmell=
ata,
non appena li vide, sorrise.
Hermione si accorse di quel sorriso che non voleva terminare e le
chiese: “Dì un po’, Ginny, ti si sono paralizzati i musc=
oli
facciali?”
“Eh…no, no, che dici!?!̶=
1;
“Mi spieghi che ti prende?” esclamò Hermione,
cominciando a far colazione seduta accanto a Harry.
“A me niente. Piuttosto…tu dove hai dormito? Lavanda e
Calì erano preoccupate: il tuo letto è rimasto intatto.”
Hermione arrossì, mentre Harry si tratteneva dal ridere.
“Sei sparita nel nulla o cosa?”
“E-ero in…sala
comune…” rispose lei, arrossendo lievemente.
“A studiare?”
Sì, a studiare la nuova relazione con Harry.
“In un certo senso…”
“Ora che ci penso…anche Dean e Seamus hanno detto che H=
arry
non è rientrato in camera ieri sera. Scommetto che anche tu eri in s=
ala
comune a studiare!” esclamò Ginny, rivolgendosi a Harry.
Preso alla sprovvista, Harry la guardò turbato:
“Oh…ma non nel modo in cui pensi tu!”
Ginny rise: “Davvero?! E dire che
pensavo che stavate semplicemente studiando insieme per il compito di
domani!”
“Ginny!” la richiamò Hermione.
“No, sul serio, sono contenta per voi!”
“Co…come fai
a…sa-saper…” balbettò Hermione, a disagio.
“Come faccio a sapere che state insieme?- chiese lei, abbassa=
ndo
la voce- Ma vi siete visti? Avete certi sorrisi<=
span
class=3DGramE>!!”
Harry ed Hermione si rivolsero uno sguardo imbarazzato.
“Voi due siete molto carini insieme!
Ma…dovrete dirlo a Ron, quando tornerà a Hogwarts!” disse
Ginny, un po’ più seria.
“Oh…ma certo…dovremmo dirlo a Ron…quando
torna…” ripetè Hermione
nervosamente.
=
220;Se
torna!” commentò Harry.
Non=
era
particolarmente entusiasta all’idea di un possibile ritorno di Ron. F=
orse
in altre circostanze non vedeva l’ora di riabbracciarlo, ma la situaz=
ione
era ben diversa. Harry era convinto che Ron non avrebbe preso nel migliore =
dei
modi la sua relazione con Hermione. La sua ex ragazza con il suo migliore
amico…
=
220;So
cosa state provando e mi dispiace dovervi deludere, ma mio fratello
tornerà…non so quando, ma tornerà!” esclamò
Ginny.
=
220;Sì,
questo è chiaro. Deve pur finire gli studi!” disse Hermione.
Gi&=
agrave;,
prima o poi Ron sarebbe tornato e Harry doveva trovare il modo migliore per
comunicargli la “bella” notizia. Doveva affrontare
l’argomento con delicatezza. Probabilmente, parlandogli con calma e
spiegandogli chiaramente quali erano i suoi sentimenti e quelli di Hermione,
Ron avrebbe capito, non si sarebbe arrabbiato e la loro amicizia sarebbe st=
ata
salva.
S&i=
grave;,
Ron era un bravo ragazzo ed il suo migliore amico. Dunque tutto sarebbe and=
ato
bene…
******
Il marted=
ì
sera Harry aveva lezione di Occlumanzia con il professor Piton. Ma Hermione=
lo
stava intrattenendo piacevolmente nella Stanza delle Necessità, che
aveva fatto comparire per loro un accogliente salotto, con tanto di camino.=
=
220;Harry…devi
andare…” disse lei, cercando di allontanarlo.
Ma =
lui
riusciva sempre a vincere le sue difese e a tornare su di lei, per
riappropriarsi del suo collo e delle sue labbra.
=
220;Ancora
un minutino!”
=
220;L’hai
detto anche cinque minutini fa!”
=
220;Cinque
minuti fa non era così bello!” commentò Harry, abbastan=
za
accaldato.
Her=
mione
rise, ma tornò a essere un po’ più seria, per quanto le=
fosse possibile in quel momento: “Oh, Harry, se
ritardi…Piton è capace di metterti in punizione!”
A q=
uelle
parole Harry vide sovrapporsi all’incantevole immagine di Hermione ro=
ssa
in viso, quella decisamente orripilante di Piton, con tanto di capelli unti=
e
naso adunco. Perciò scattò subito in piedi, disgustato.
=
220;Ecco,
sarai contenta adesso…”
Her=
mione,
finalmente, tornò a sedersi e si sistemò il maglione e il
colletto della camicia, stringendosi il nodo della cravatta.
=
220;Cosa
ho fatto?”
=
220;Hai
causato una terribile visione di Piton proprio mentre=
span>
ti baciavo!” esclamò Harry, dandosi anche lui una sistemata.
Her=
mione
scoppiò a ridere, sotto lo sguardo ancora disgustato di Harry.
=
220;Non
c’è niente da ridere, signorina! Non è una bella
esperienza.”
=
220;Oh,
beh..ne
sono assolutamente convinta!” disse lei, alzandosi in piedi.
=
220;Allora
dovresti essere molto, ma molto dispiaciuta per me!”
Har=
ry le
mise le braccia intorno alla vita e Hermione gli sorris=
e,
cercando di sistemare con le mani i suoi capelli corvini.
=
220;Ok, scusami Harry! Potrai mai perdonarmi per aver com=
messo
un così terribile sbaglio?” chiese lei, con incredibile enfasi=
.
Har=
ry,
divertito, le rubò un altro bacio e poi rispose: “Adesso
sì!”
=
220;Grazie
per essere stato così comprensivo, Harry. Ma dovresti davvero andare
ora. Sei…quasi in ritardo!”
Har=
ry emise
un verso decisamente contrariato, mentre Hermione si scioglieva da quell’abbraccio.
=
220;Hai
così tanta fretta di liberarti di me?”
=
220;No!
Semplicemente non voglio che Piton ti tenga in punizione con lui, mentre io
sarò da sola, ad aspettarti in sala comune!”
=
220;D’accordo.
Allora ci vediamo più tardi!”
=
220;A
dopo. E mi raccomando, controlla le tue emozioni quando=
sei con Piton!”
=
220;Lo
farò!”
Har=
ry
uscì dalla Stanza delle Necessità: dai tempi dell’ES non
pensava che poteva tornargli così utile. Ora che lui e Hermione stav=
ano
insieme, avevano bisogno di un posto tranquillo per poter passare un poR=
17;
di tempo l’uno con l’altra, senza essere disturbati. Era perico=
loso
farsi vedere in giro, da tutta Hogwarts, magari in atteggiamenti troppo
affettuosi. Qualcuno avrebbe potuto riferirlo a Ron e questo non doveva
accadere: era una cosa che riguardava solo loro tre. Quindi la Stanza delle
Necessità era il loro rifugio. Non potevano continuare a passare tut=
ta
la notte in sala comune: i loro rispettivi compagni di stanza si sarebbero
presto insospettiti e avrebbero sicuramente fatto delle domande. A quel pun=
to
la scusa dello studio si sarebbe esaurita a breve.
Ma =
nel
frattempo era arrivato all’ufficio di Piton. Doveva ritornare alla
realtà. Così fece un profondo respiro e poi bussò alla
porta.
=
220;Avanti!”
Il =
ragazzo
aprì la porta ed entrò nel lugubre ufficio di Piton:
“Buonasera, signore!”
Pit=
on si
alzò dalla sedia, portandosi al centro dell’aula: “Spero=
che
tu sia abbastanza in forma, Potter! Silente è stato molto chiaro: de=
vi
imparare a chiudere la tua mente! E io non accetterò scuse di alcun
genere!”
Che=
bella
accoglienza! Decisamente un buon modo per iniziare il nuovo ciclo di lezion=
i di
Occlumanzia con Piton! Ma Harry aveva detto a Hermione che si sarebbe
controllato: che gli riuscisse quasi naturale rispondere m=
ale a
Piton ormai era risaputo.
=
220;Sì,
signore!”
=
220;Bene.
Mettiti lì e vediamo di cominciare!”
Har=
ry si
posizionò di fronte a lui, mentre Piton prendeva in mano la sua
bacchetta magica.
=
220;Hai
avuto un anno per sfogare tutta la tua rabbia, quindi puoi benissimo svuota=
re
la mente da tutti i pensieri inutili!”
Har=
ry
strinse i pugni: come osava definire i suoi pensieri inutili?!
Maledetto profes…
=
220;Sei
pronto?”
Har=
ry fece
un altro profondo respiro e annuì, concentrandosi su se stesso.
=
220;Legilimens=
!”
L=
8217;ufficio
cominciò lentamente a svanire e Harry rivide momenti della sua vita:=
la
punizione con la Umbridge=
span>…molto
dolorosa! Il Natale a Grimmauld Place, due anni
prima: era da solo, chiuso in una stanza con Fierobecc=
o…Hermione
che riusciva a farlo uscire da lì. E poi…oh
no…l’ufficio Misteri…Sirius e Bellat=
rix…lo
stava uccidendo. Perché non riusciva a chiudere la sua mente? Doveva
interrompere quella dolorosa visione a ogni costo.
Dal=
la
bacchetta di Harry uscì qualche innocua scintilla rossa.
=
220;Non voglio…”
esclamò Harry, barcollando un po’.
Fin=
ì
contro la scrivania di Piton e sentì male al fianco.
=
220;Cos’era
quello?- chiese Piton- Devi concentrarti, Potter! Non pensare a queste
stupidaggini!”
Bas=
ta! Era
decisamente troppo da sopportare.
=
220;Stupidaggini?
La morte di Sirius…una stupidaggine? Come osa parlare così di
Sirius?!”
=
220;E’
stato solo uno stolto e non smetterò mai di dirlo!”
=
220;Lei
non ha nessun diritto di pensare così! Lei non sa nulla…”=
;
=
220;Adesso
basta! Non tollero più questo tuo atteggiamento ostile!”
Ah,=
quindi
era Harry l’ostile! Ma da che pulpito veniva la predica…
All=
’improvviso
Piton gli puntò la bacchetta contro e corrugò la fronte: R=
20;
Bada bene, Potter, un’altra scenata simile e giuro che mollo tutto. H=
ai
un carattere insopportabile e io sono il meno adatto per questo lavoro.
“Allora o cerchiamo di trovare un compromesso o lasciamo perdere.”
Com=
promesso?
Allora…riconosceva di aver sbagliato anche lui! In fondo, Harry aveva
bisogno di quelle lezioni.
=
220;Ok!”
=
220;Molto
bene!- esclamò Piton, facendogli poi segno con la bacchetta di alzar=
si-
Stai su!”
Cos=
ì,
Harry tornò di fronte al professore e lo fissò negli occhi con
determinazione: era sicuro di riuscirci questa volta.
=
220;Riproviamo…legilimens=
!”
Har=
ry si
ritrovò nuovamente catapultato nel suo passato, che, in realtà=
;,
non era poi così ‘passato’! Infatti<=
/span>
rivide quella sera, dopo la riunione dei Caposcuola e dei Prefetti…lu=
i e
Hermione…parlavano e poi…ecco! Lui l’aveva baciata. Harry
ricordava perfettamente quel bacio e sapeva che ce ne sarebbero stati degli=
altri
se non avesse interrotto quella visione. Non era certo qualcosa a cui un professore avrebbe voluto assistere. Ed
inoltre…come quella volta con il bacio di Cho, non voleva far assiste=
re
proprio l’odioso professore al momento più bello della sua vit=
a.
Lo
spettacolo è finito, professore!
=
220;Expelliarmus!”
esclamò Harry.
La
bacchetta di Piton volò via, dall’altra parte dell’aula,=
e
il contatto terminò. Il professore non riuscì a trattenere il=
suo
stupore.
=
220;Beh…era
ora! Dopo due anni sei finalmente riuscito a chiudere la mente!”
Har=
ry non
rispose, forse perché era anch’egli abbastanza sorpreso di se
stesso e di ciò che era riuscito a fare.
=
220;Chissà,
magari da adesso ti sarà più facile riuscirci di
nuovo. Ma, nel frattempo, credo che toglierò cinque punti a Grifondo=
ro
per ciò che ho appena visto!”
=
220;Scusi?!”
=
220;Hai
capito bene, Potter! E ringrazia che sono solo cinque. Se vi avessi colto di
persona, avrei tolto come minimo 10 punti a testa!”
=
220;Ma…”
=
220;Niente
ma! 5 punti in meno a Grifondoro. E ora torniamo al lavoro, sperando di non
rivedere più certe scene della tua vita da adolescente!”
Com=
e ci
riusciva? Come faceva Piton a rendersi sempre così odioso ed
estremamente irritante? Aveva un potere particolare o forse era una sua inn=
ata
e ben sviluppata capacità?
For=
tunatamente
quello era, per Harry, l’ultimo anno ad
Hogwarts. Ancora qualche mese e poi non avrebbe più rivisto il profe=
ssor
Piton. Già…addio lezioni di pozioni, di occlumanzia…addio
rimproveri ingiusti, sguardi minacciosi, punizioni inutili…e soprattu=
tto
addio professor Piton!!!
Fin=
almente,
dopo una stressante lezione di un’ora abbondante, Harry tornò =
in
sala comune. Era distrutto, ma felice perch&eacu=
te;
era riuscito a respingere l’attacco di Piton.
=
220;Ehi,
bentornato!” esclamò Hermione, vedendolo arrivare.
Lei=
era seduta
sul divano, gambe accavallate e un libro tra le mani, subito abbandonato da=
un
lato. Harry sprofondò accanto a lei, appoggiando la testa sulle sue
gambe.
=
220;Che
cos’hai, Harry?- chiese lei, passandogli una mano tra i capelli- E=
217;
andata male?”
=
220;Oh,
no…non direi!”
=
220;Allora,
perché non mi spieghi cosa è successo?”
Har=
ry le
raccontò tutto quello che era accaduto nell’ultima ora e lei, =
alla
fine, sorrise.
=
220;Beh…pensavo
peggio.”
=
220;Ma,
Hermione, ti rendi conto di quello che ha fatto Piton? È stato
totalmente ingiusto. Ci ha tolto 5 punti per una cosa di cui nessuno, a par=
te
noi, è testimone!” esclamò lui, mettendosi seduto.
=
220;Sì,
è ingiusto, ma cerca di vedere il lato
positivo. Sei riuscito a respingerlo e in questo modo lui non ha potuto
assistere più a quella scena!” disse lei, avvicinandosi a lui e
guardandolo dolcemente.
=
220;Ehi…Hermione,
non è che vorresti ripassare quella sera?” le chiese lui, a fi=
or
di labbra.
=
220;Perché
no?”
Har=
ry
sorrise, accarezzandole la guancia: “Ti ho mai detto che mi è
sempre piaciuta la tua passione per lo studio?”
Her=
mione
rise e lo sospinse indietro, facendolo sdraiare sul divano.
=
220;No,
ma…d’ora in poi ne terrò conto!” disse lei, prima =
di
baciarlo.
Che=
serata
movimentata! Lo stressante allenamento con Piton e le amorevoli attenzioni =
di
Hermione…Harry era davvero esausto e, a malincuore, fu costretto a
interrompere il loro amoreggiare.
Dop=
o aver
dato la buonanotte a Hermione, Harry raggiunse il proprio dormitorio e si
distese sul letto. Gli venne quasi spontaneo voltarsi e guardare il letto v=
uoto
di Ron. Chissà cosa stava facendo in quel momento il suo migliore am=
ico.
Chissà se qualche volta pensava a Harry e a Hermione e li immaginava
insieme, anche più di quanto lo erano stati lui ed Hermione. Magari
qualche volta gli capitava, magari ci rideva sopra o si arrabbiava… In
fondo Ron a volte era imprevedibile. E Harry non poteva negare di avere pau=
ra
per il suo rapporto con Hermione, paura vera, profonda…come quella per
Voldemort e la profezia. La paura di perdere qualcosa di molto importante p=
er
lui, qualcosa che amava, come la sua vita, come Hermione…
******
“Po=
tter!
Concentrati!”
Cosa avev=
a detto
Piton alla prima lezione? Che gli sarebbe risultato più facile
d’ora in poi? Qual’era per Piton il=
vero
significato di facile?
Har=
ry era
per terra, le mani appoggiate al pavimento gelido, la fronte bagnata di sud=
ore
freddo: aveva di nuovo rivisto la morte di Sirius e non era riuscito a
respingere Piton.
=
220;Alzati!
Dobbiamo riprovare!”
Har=
ry si
alzò a fatica: doveva tentare di nuovo. C’era riuscito una vol=
ta,
poteva farcela ancora.
=
220;Sono
pronto!”
=
220;Legilimens=
!”
Har=
ry si
ritrovò, all’improvviso, in una specie di parco…sì=
;,
era il parco dove raramente la zia lo portava insieme al cugino Duddley. C’erano due bambini: uno era lui e la bambina aveva
un’aria familiare. I capelli castani, mossi e quegli occhi così
dolci, che lui conosceva bene. La bambina della promessa…la sua prome=
ssa
di matrimonio…l’aveva fatta alla sua attuale ragazza, l’a=
veva
fatta a Hermione Granger. Il contatto con Piton terminò, ma non era
stato a causa di Harry.
=
220;Non
sei concentrato!” sbottò Piton, infastidito.
Anc=
ora
turbato, Harry si portò una mano sulla fronte: “Mi
dispiace!”
=
220;Lo
spero bene! E adesso vattene via! È inutile continuare se non sei in
grado di prestare attenzione a quello che fai!”
=
220;D’accordo!-
disse Harry, aprendo la porta dell’ufficio- Buonasera, signore!”=
;
Pit=
on
sbuffò, voltandogli le spalle e Harry uscì. Non appena la por=
ta
si chiuse, Harry cominciò a correre più veloce che poteva.
Direzione: la biblioteca di Hogwarts, sicuramente Hermione era lì.
Ciò che aveva appena scoperto era più che incredibile. Era la
stessa scena di quel sogno che aveva fatto tempo prima<=
/span>.
Doveva assolutamente riferirlo a Hermione.
L=
8217;eccitazione
gli fece raggiungere in men che non si dica la biblioteca: entrò senza smettere di cor=
rere,
ricevendo una gelida occhiata da parte di Madame Pince che gli disse qualco=
sa
come “Stiamo per chiudere”.
Ma =
Harry
non si fermò e le rispose: “Solo un secondo!!”
Sol=
itamente
Hermione preferiva prendere posto tra gli ultimi banchi e, infatti, anche
quella sera Harry la trovò in fondo alla biblioteca: stava ritirando=
le
proprie cose nella borsa e, accanto a lei, sul tavolo era appoggiata una pi=
la
di libri dall’equilibrio molto precario.
=
220;Harry?!- esclamò lei, vedendolo sopraggiungere con
così tanta fretta- Come mai sei già fuori?”
Lui=
le
andò vicino e la baciò velocemente.
=
220;Non
ero molto concentrato!”
=
220;Come
mai?” domandò Hermione, preoccupata.
=
220;Beh,
sai…la morte di Sirius è una visione molto frequente…=
221;
Her=
mione
divenne triste e gli accarezzò una guancia: “E’
perfettamente comprensibile, Harry!”
Har=
ry,
invece, sorrise e la fissò intensamente: “Sì, ma…=
non
è questo il problema!”
Quell’affermazione e quella reazione lasciarono Hermione alquanto turbata.=
=
220;Allora…qual’è il problema?”
=
220;Oggi
ho visto una cosa diversa!”
Her=
mione gli sorrise: “Non mi dire che hai rivisto
l’altra sera…in sala comune…”
Har=
ry
ridacchiò, ma tornò subito serio, cercando di spiegare la sua
incredibile visione.
=
220;No,
era un episodio della mia infanzia, uno dei pochi momenti felici che ho
vissuto. Mi trovavo in un parco, in compagnia di una bambina che assomiglia=
va
molto a…te!”
Hermione indietreggiò, portandosi una mano sulla bocca: ecco,
alla fine anche lui l’aveva scoperto!
“Ricordi, Hermione…il nostro primissimo incontro…=
la
mia promessa?” le disse lui, sorridendole.
“Sì, certo…” rispose lei, sedendosi e
abbassando il capo.
Harry, pe=
rplesso,
le si inginocchiò di fronte, affinch&eacu=
te;
potesse ancora guardarla negli occhi, e gli parve di intravedere qualcosa n=
el
suo sguardo. Perché non sembrava sorpresa?
=
220;Hermione…tu
lo sapevi già?” le chiese, appoggiando le mani sopra quelle di Hermione.
Her=
mione
sospirò e annuì: “Lo sapevo già”
=
220;Come?
Da quanto?”
=
220;La
sera in cui io e Ron ci siamo…messi insieme, tu avevi una strana
espressione…molto familiare. E improvvisamente mi sono ricordata del
bambino della promessa. Non potevi essere tu, eppure era proprio
così!”
Har=
ry non
disse nulla, ma continuò a guardarla.
=
220;Mi dispiace
molto, Harry! Avrei voluto dirtelo, ma non sapevo come. Insomma, mi ero app=
ena
impegnata con Ron e…come potevo venire da te e dirti: ehi, Harry, lo =
sai
che sono io la bambina a cui hai promesso di
sposarla?…capisci, non sarebbe stato possibile…”
Her=
mione
parlava, gesticolava come ogni volta che era agitata. E, alla fine, Harry
sospirò e le afferrò le mani.
=
220;Ok, stai calma, Hermione. Hai ragione. Probabilmente
anch’io mi sarei comportato allo stesso modo.R=
21;
=
220;Quindi…non
sei arrabbiato con me?” chiese lei, ansiosa.
Har= ry le accarezzò una guancia: “Certo che no! Stai tranquilla!”<= o:p>
=
220;Oh…meno
male! Ora che lo sai anche tu, mi sento molto più leggera. Non sai c=
he
angoscia tenermi tutto dentro. Non potevo neanche confidarmi con Ron. Ti
immagini come avrebbe reagito alla notizia che il suo migliore amico aveva
promesso alla sua ragazza di sposarla?”
=
220;Già…un
vero colpo. Ma ora…cosa facciamo?”
=
220;Niente!
Non vorrai sposarti adesso…” disse lei, ridendo nervosamente.
=
220;No…per
il momento no…”
Her=
mione
arrossì, turbata: “P-per il
momento?”
=
220;Certo.
Per ora vediamo come procede questa storia e, magari, dopo la scuola potrem=
mo
anche pensarci, no?”
Sem=
pre
più sconvolta Hermione domandò: “Parli sul serio?”=
;
=
220;Mai
stato così serio. E per dimostrartelo prova a pensare ai miei genito=
ri:
hanno cominciato a uscire insieme al settimo anno, proprio come noi. E, dop=
o la
scuola, si sono sposati. Potremmo farlo anche noi!”
Hermione non sapeva cosa rispondere: cos’=
era
quella? Una proposta di…matrimonio? Beh…qualunque cosa fosse, era terribilmente intrigante!
“Già, potremmo farlo anche noi, però…
“Prima vediamo come vanno le cose, hai ragione!” la anticipò Harry, alzandosi in piedi e aiutando lei a fare lo stesso.<= o:p>
“Però…- disse Hermione, alzandosi sulle punte dei
piedi per potergli parlare all’orecchio-…sarebbe bello se fosse
adesso!”
Harry, so=
rridendo
fra sé e sé, la abbracciò: “Sì, sarebbe
bello!”
Non=
era
certo quello il momento più adatto per un matrimonio: stavano insiem=
e da
una settimana a malapena, Ron non sapeva ancora della loro storia e…e=
poi
c’era Voldemort! Harry non poteva certo dimenticare questo
piccola grande problema. Era sempre la stessa storia da quasi due an=
ni:
lui o l’Oscuro Signore. Uno solo avrebbe continuato a vivere. Non pot=
eva
certo rischiare di far rimanere vedova Hermione dopo così poco
tempo…
******
Il =
giorno
dopo Harry si svegliò, provando una strana sensazione: si sentiva
leggero, senza alcuna preoccupazione, felice e provava una grande pace nel
cuore. Ed era forse questo il problema: con tutte le sue
preoccupazione, come poteva sentirsi in quel modo? Come poteva prova=
re
una sensazione così bella e, per lui, così inedita?
Ma =
le
sorprese non finirono lì. A quanto pare anche Hermione provava la st=
essa
cosa e tutti i compagni erano così stranamente allegri, cordiali e
gentili fra loro. Dennis Canon, per esempio, era andato a sbattere contro T=
iger
e Goyle ed era caduto. Harry e Hermione rimasero letteralmente sconvolti
assistendo a quella scena, una scena in cui Tiger aiutava Dennis a rialzars=
i e
Goyle gli chiedeva se si era fatto male.
Cosa
diavolo stava succedendo?
La =
risposta
arrivò con la Gazzetta del Profeta.
=
220;Oh…cielo!
Harry, guarda qui!” esclamò Hermione, porgendo il giornale al
ragazzo.
A c=
aratteri
cubitali, in prima pagina, c’era scritto: “Finalmente tutti
più buoni!”
Ans=
ioso,
Harry continuò a leggere:
“In tutto il mon=
do,
questa notte si è verificato un evento che definire storico sarebbe
quasi limitativo. Il male, l’odio, le guerre, la
violenza…appartengono ormai a un remoto passato. Dall’America
all’Estremo Oriente, dal Polo Nord all’Africa, gli uomini sono
davvero diventati tutti fratelli, membri di un’unica grande razza…quella umana. La voglia di potere, la bram=
osia
di ricchezza, l’egoismo sono tutti ricordi appartenenti a un inglorio=
so
passato. L’unico comandamento da rispettare è, finalmente,
“ama il prossimo tuo come te stesso”. È così che =
il
ricco dona al povero, l’affamato viene nut=
rito,
lo straccione vestito. Sono
improvvisamente caduti tutti gli ostacoli, le differenze razziali, i
pregiudizi…
Ma qual è la ca=
usa?
Che cosa ha provocato questa inaspettata ondata di umanità? Circolano
già diverse teorie a riguardo, ma la più accreditata è
che…”
Harry
guardò Hermione, incapace di continuare nella lettura. Perciò=
lei
gli strappò il giornale tra le mani e terminò la lettura
dell’articolo.
“Il vaso di Shine è stato chiuso!”
Beh, dopo un anno che non aggiornavo, vi chiedo davvero perdono, ma
è stato un anno difficile, per via dell’università.
L’importante è che non mi sono dimenticata delle mie storie. S=
pero
vi piaccia questo capitolo. Il prossimo sarà “Un riparo per
noi”. Magari non farò passare un altro anno, però. Scus=
ate
ancora. Ringrazio come sempre tutti quelli che pazientemente seguono questa
storia: arigatou gozaimasu=
(grazie mille in giapponese ^_^)
A presto
Kia85