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Autore: Meliss    07/11/2012    3 recensioni
Cher lasenzacuore Payne, mi chiamano così.
Io e Harry non eravamo innamorati, ne tantomeno fidanzati, eravamo solamente amici, o meglio scopa-amici.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter nineteen: With a so simply act, you broke down my wall!


Troppi pensieri, ero una bomba pronta ad esplodere, se qualcuno avesse toccato anche solamente uno dei mille argomenti che si mescolavano nella mia testa so che sarei scoppiata. Forse il mio era solo bisogno di parlare con qualcuno, qualcuno che mi conosca e che non sia pronto a puntare il dito e beh, so che quel qualcuno era Zayn. Allo stesso tempo non avevo la forza di andare da lui e scaraventarlo nel mio malato mondo, preferivo che questa settimana passasse nella più assoluta pace, alcool, amici e basta.

 Stavo litigando con una ciglia che se ne stava per conto suo, ignorando le altre tutte precisamente rivolte verso l’alto quando Beth rientrò in camera e inciampò sopra la mia valigia creando un rumoroso rimbombo, sempre la solita Elisabeth.

-Ben tornata Beth!

Gli urlai dal bagno.Quando uscii da quella minuscola stanza la trovai che frugava nel mio cassetto. Alzò la testa e mi sorrise per poi tornare a rovistare, quella scena mi metteva allegria, sembrava un cane che cerca l’osso che ha sotterrato. Mi finii di vestire e presi le scale per andare nella home, lasciando Beth sola nella nostra stanza. Quando arrivai era desolata, nemmeno una persona che leggesse o che solamente stesse alla reception a fare il suo lavoro, era già tardi e tutti erano in giro per locali. Zayn scese poco dopo con al seguito Harry che notai, appena mi vide, sorrise e si passò una mano tra quei meravigliosi ricci.

Non me lo sarei mai immaginata, una strada interamente dedicata ai locali, discoteche e pub aperti fino al mattino. Il sorriso era inevitabile davanti a tante luci e persone, la maggior parte dei ragazzi che incontravamo, cercando il locale giusto dove fermarci, erano giovani tra i sedici e i trent’anni, si incontrava gente di tutti i tipi, da persone in costume da bagno a persone vestite ben più strane. Entrai in un locale la cui insegna luminosa recava il nome ‘Chikita’ trascinata, ovviamente, da Harry che mi prese per mano e stringendomela mi portò fino al bancone, io mi ci ritrovai senza nemmeno sapere come esserci arrivata, ero rimasta immobile a fissare come perfettamente si legavano le nostre dita, la mia minuta mano leggermente abbronzata con la sua grande e bianca. Ordinò due cocktail raccomandando al barista di farli alcolici e suggellando la frase con un occhiolino. Me lo porse sorridendo, tirai giù tutto di un sorso, a quello che avrei fatto questa notte ci avrei pensato la mattina dopo. Direi che il barista aveva afferrato al volo lo strano gesto che si erano scambiati, bruciava come non mai. Non passò molto tempo prima che mi ritrovassi come una scema a fare la sobria del gruppo, maledetti i ragazzini che non reggono l'alcool, penso la prima volta della mia vita e non mi stava affatto bene, anch’io volevo divertirmi, ma come facevo con due coglioni ubriachi che parlavano delle ragazze come se fossero cibo in scatola attaccati alle spalle? Questa settimana non è iniziata affatto bene. Alle due decisi che mi ero stancata di fare la baby-sitter, era sfiancante stare dietro a due ragazzi ubriachi, mi chiesi se anch'io davo così tanti problemi quando non ero sobria, risi e pensai che ne davo ancor di più. Feci per uscire dal locale, ma Zayn si buttò su una siepe e dovetti correre a prenderlo, lo feci rialzare e stetti un poco a ridere come una matta, guardandolo intraprendere un dialogo sull'inquinamento con un fiore che aveva staccato dalla siepe. Dopo poco dovetti salvare Harry dall’ennesima rissa che stava per scoppiare perché lui ci provava con le ragazze altrui, mentre il ragazzo era lì. Presi la strada di casa spingendo ogni due passi i due avanti a me, mi distrassi un'attimo, seguendo con lo sguardo Harry che se l'era presa con una piastrella che secondo lui non stava al suo posto, quando mi rimisi a camminare, Zayn si chinò su di una panchina come se volesse vomitare.

-No Zayn, non puoi farmi questo!

Urlai correndo verso la panchina, ma era troppo tardi, il moro rigurgitò tutti i cocktail che aveva ingerito. Mi sedetti per terra con la testa tra le mani, mi tolsi i tacchi e respirai prima di rialzare lo sguardo per vedere se il riccio si era cacciato in altri guai. Lo trovai chino su di me, mi stava fissando, palesemente non lucido. Mi alzai spingendo via Harry e mi chinai su Zayn che se ne stava sdraiato, emettendo versi , sulla panchina.

-Tutto bene bello?

Gli chiesi sussurrando, sapevo bene come si stava in certe situazioni e sapevo benissimo che questa era la domanda più stupida che potessi fargli, ma gliela feci lo stesso. Lui chiuse gli occhi e si rialzò prendendo la passeggiata lungo mare che portava all’hotel. Raccolsi Harry da terra sorreggendolo per un polso e dirigendolo sulla strada giusta. Eravamo vicinissimi alla porta a vetri che mi avrebbe condotto in stanza e finalmente nel mio adorato letto, stavo osservando attentamente ogni passo, barcollante, di Zayn sperando che da un momento all’altro non cambiasse strada, quando Harry si buttò schiena al muro, accasciandosi a terra. Cercai in ogni modo di farlo alzare, ma dopo dieci minuti buoni, mi arresi inginocchiandomi. Mi massaggiai le tempie che pulsavano e deglutii cercando di lubrificare la gola che bruciava per i troppi urli dati al vento. Alzai lo sguardo incrociando il suo, arrossato, il verde non era squillante, ma annebbiato dall’alcool, come quando la mattina presto la nebbia è padrona di Londra, l’alcool era padrone di quegli occhi dove questa stupida ragazza era inciampata innamorandosi.

 -Ci so fare con le donne eh?

Sbottò singhiozzando e cercando di farmi un occhiolino che sembrava il risultato di un tic nervoso. Sbuffai alzando gli occhi al cielo, di discorsi senza senso ne avevo sentiti abbastanza, un’altra parola e l’avrei ucciso. Silenzio. Guardai le stelle che brillavano più forte che mai cercando di non farsi oscurare dalle troppe luci che anche a notte fonda padroneggiavano Ibiza. Era la classica notte da sbronza con gli amici, la classica notte da baci. Per un momento mi passò per la testa un pensiero, più che pensiero un’azione. ‘Beh, la sbronza c’è, ma il bacio?’ Scossi la testa, non l’avrei mai fatto, troppo timida e poco ubriaca. Come sempre, l'alcool era la mia scusa preferita, non amavo esternare i miei sentimenti e quello che facevo con un po' di alcool in circolo di sicuro era peggio. Riportai lo sguardo sul riccio, se ne stava ancora a fissarmi, con uno sguardo sognante, sicuramente causato dal troppo bere.

-Dai Styles, andiamo a letto, sono stanca.

Gli dissi facendo forza sui palmi, pronta ad alzarmi. In un millesimo di secondo Harry mi prese il viso tra le mani e mi baciò. E ancora. E ancora. Il buonsenso stava cercando con tutte le forze rimaste di andarsene, ma Cher non voleva. Le sue labbra così morbide, si muovevano sulle mie come se non fossero state fatte per altro, le mie mani cercavano di spingerlo via mentre bramose stringevano il colletto della sua camicia, il suo profumo, ancora una volta, mi entrò dentro, scatenando emozioni a cui non so dare nome. Si staccò.

-Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Styles? Io sono Harry piccola Cher.

E ancora una volta, come una stupida, ci ero cascata, mi ero fatta abbindolare da Harry che con la semplicità di un bambino alla prima cotta mi aveva preso e baciata, mi aveva reso sua anche solo per due minuti. Mi odiavo. Io volevo divertirmi, non alimentare i miei dubbi e le mie seghe mentali, ero stanca di soffrire. Ero rimasta immobile mentre il muro, che pensavo impenetrabile, che mi ero costruita in questi giorni, chiudendomi in me stessa, crollava sotto il peso di gesti troppi semplici da svelare.

Mi scaraventai sulla porta, ma non si aprii. Alzai un sopracciglio e riprovai, stavolta meno violentemente, ad aprirla, era chiusa a chiave. Bussai ripetutamente alternando il nome di Beth urlato, a battiti più violenti fin quando un ragazzino brufoloso con una divisa verde bottiglia e bordata d’oro non mi ammonì, okay, la gente dorme, ma voglio dormire anch’io. Appoggiai l’orecchio alla porta e distinsi bene la voce di Louis che ordinava a Elisabeth di non emettere fiato.

-Senti brutto stronzo, la camera è anche mia, puoi scoparti la tua ragazza, come dici tu, anche nel parcheggio, ma lasciami dormire!

Urlai, ma niente, nemmeno un imprecazione contro di me. Che la giornata di merda di Cher continui. Ero incazzata con il mondo, ma la persona che non sopportavo di vedere ero io. Corsi su per le scale con i tacchi in una mano e i capelli che svolazzavano dietro di me. Bussai mantenendo la calma alla porta di camera di Zayn, dove poco prima avevo riaccompagnato Harry, il riccio non riusciva a fare uno scalino senza cadere sedere a terra. Sembrava che nemmeno si ricordasse del gesto di poco prima, quel gesto che per me aveva significato la sconfitta mentre per lui un bel niente, ma come biasimarlo, era ubriaco, era stata un'azione spontanea, non volontaria, insomma, nemmeno io mi bacerei, non avrei mai il coraggio di buttarmi da un burrone di proposito. La porta si aprii appena la toccai creando un rumore agghiacciante che mi risalii la spina dorsale. Lanciai i tacchi verso l’armadio che mi stava davanti, sfiorando Zayn per un pelo e mi fiondai sul letto.

 

I'm here!

Ecco il capitolo, non lo trovo un gran che, ma spero che almeno in parte vi piaccia.

Non so cosa dire, spero che i miei lettori ci siano ancora dopo la mia lunghissima assenza, ma non temete, oppure sì (?), mi è tornata la voglia di scrivere, sono tornati i tempi in cui Cher, Harry e Zayn riempivano le mie giornate con i lori casini ahah!

L'unico inceppo, ovviamente, è la scuola, sì, si parla sempre di lei, ho tantissime interrogazioni e verifiche per settimana, quindi, anche se ci metterò del tempo per pubblicare i capitoli, spero che continuiate a seguirmi, spero potiate scusarmi dolcezze.

Recensite, mi mancano le vostre recensioni che mi spingevano a continuare la storia, fatevi sentire splendori :3

Clara, ti voglio bene, non dimenticarlo, ci sarò sempre per te, anche a km di distanza, mi andava di dirtelo pubblicamente okay? Okay. 

Al prossimo capitolo meravigliosi lettori.

Meliss alias Chiara.

  
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