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Autore: GexeTheNemesi    25/05/2007    11 recensioni
La secondo fanfic su Naruto che scrivo, abbiate pietà nei commenti…
Cosa sarebbe successo se Naruto in fasce fosse finito fin da subito nella mani dell’Akatsuki? Per scoprirlo leggete quanto segue!
Genere: Generale, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ri-eccomi! Ragazzi, ma mettevi d’accordo!!! C’è gente che dice che ci sono poche naruhina, altri dicono che sono le narusaku a essere poche, ma dove siamo? Al parlamento???(Che ridere…:NDTutti) vabbè, allora deciderò io. HIHIHIHHIHIHHIHI(risata da Kyubi)(Brrrrrrrr:NDYondaime)

Cap 4 Nella tana del serpente



Naruto si svegliò alcune ore dopo, un posto umido e scarsamente illuminato. Era in una cella sotterranea, vedeva fuori dalla sbarre della sua prigione il ninja che lo aveva rapito.
“Ci si fa l’abitudine, dopo due o tre anni. Parla l’esperienza” disse con volto impenetrabile.
Naruto si alzò di scatto per spaccare la faccia al ninja, ma se ne pentì subito: una fortissima nausea lo avvolse e un terribile giramento di testa gli fece perdere l’equilibrio facendolo cadere con il sedere per terra.
“Veleno di aspide del Suna, sarebbe capace di stendere un elefante tanto è potente” gli spiegò
Il bambino si portò una mano alla tempia: sembrava che stesse per scoppiare. “Il mio sensei mi troverà!” Gridò Naruto.
Solo in quel momento si ricordò quello che era successo prima che svenisse: aveva chiesto ad Artemis chi aveva ucciso i suoi genitori e lui non gli aveva risposto, se non con quello sguardo tristissimo.
Nel sotterranei riecheggiò una risata terrificante, non poteva appartenere a un essere umano. Dietro al ninja dai capelli bianchi ne comparve un altro: aveva lunghi capelli neri che gli cadevano sulle spalle e il suo sguardo sembrava quello di un serpente più che quello di un uomo.
“Oh, ma quanto siamo fiduciosi nel nostro sensei” ghignò il nuovo arrivato.
Fece il sigillo del topo, e la porta della cella si aprì.
“Sai chi sono io?” Chiese
Naruto sorrise di scherno.
“L’idiota invertebrato che ha fatto la muta al cervello?” lo stuzzicò il biondo.
Kimimaro stava per attaccarlo, ma Orochimaru lo bloccò.
“A quanto pare la considerazione che aveva Artemis di me non è cambiata negli anni” rispose, non risentendo per niente della provocazione lanciatagli da Naruto.
“Ora torna a dormire” disse, colpendo violentemente il bambino allo stomaco.


“Aumentate il passo!” Gridò Artemis.
Era riuscito a tempo di record a recuperare tutti i membri dell’Akatsuki, anche se con Itachi fu costretto a usare un Genjutsu piuttosto violento, ma dopo quell’esperienze, era certo che non avrebbe più messo in discussione nessuno dei suoi ordini.
Stavano saltando tutti e otto da un albero all’altro da quasi mezza giornata, nessuno osava fiatare: si fidavano del leader e più di ogni altra cosa tutti quanti, Itachi compreso stranamente, volevano recuperare il loro compagno.
Artemis alzò un braccio per far segno al gruppo di fermarsi.
“Zetsu, Kakuzu” chiamò.
I due interessati apparvero immediatamente al suo fianco.
“Ho bisogno di un diversivo; usate la Henge no Jutsu per prendere il mio aspetto, mettete fra di voi cinque chilometri di distanza e poi usate le tecniche più appariscenti e dirompenti che conoscete”
“Tutte quante?” Chiese Zetsu con gli occhi che gli brillavano.
“Le più dirompenti?” Chiese Kakuzu sfregandosi le mani.
“Andate!” Ordinò, e i due sparirono.
Cinque minuti dopo cominciarono a sentire delle forti esplosioni, colonne di fumo multi colore si innalzarono verso il cielo, prendendo la forme di un qualche simbolo religioso.
“Seguitemi!”
Scese dall’albero e i membri rimanenti lo imitarono, davanti a loro si mostrava imponente una enorme statua raffigurante un serpente con le fauci spalancata.
“Faceva prima a metterci un insegna con scritto “Covo di Orochimaru: benvenuti, domenica e festivi tariffa doppia per i ninja stranieri”“
Leader non ci badò: era il modo di Kisame per esprimere la sua agitazione, lo sapeva bene.
Poi successe l’ultima cosa che Artemis si potesse aspettare: senza preavviso, il serpente si animò, colpendolo violentemente con un colpo di coda. Kisame e gli altri stavano per intervenire, ma leader li fermo.
“No! E’ mio!” disse con tono che non ammetteva repliche.
Dietro al serpente si poteva vedere l’entrata di un passaggio sotterraneo, il covo che Artemis e Orochimaru avevano usato in precedenza quando ancora non esisteva l’Akatsuki.
Il mostro comandato da Orochimaru si scagliò nuovamente contro di lui.
Sto arrivando, Naruto Pensò Leader, puntando il palmo della mano verso il mostro di pietra
Orochimaru ha commesso il suo ultimo errore
Artemis si lanciò contro il serpente, mentre nel suo palmo cominciò a roteare vorticosamente una sfera di chakra.
“Rasengan!” gridò, colpendo con tutte le sue forze il serpente di pietra.


“Sono arrivati?” Chiese Orochimaru a Sakon, sicuro della risposta.
“Hanno appena sconfitto il guardiano di pietra, mio signore” rispose.
“Dì a Kimimaro e agl’altri di mettersi in posizione, dovete trattenerli il più possibile”
Sakon si congedò, lasciando solo Orochimaru.
“Allora, dove eravamo rimasti?” Chiese il sennin voltandosi.
Al centro di quella che sembrava un arena c’era Naruto disteso per terra, la sua fida katana al fianco, era stremato.
“Suvvia, vuoi farmi credere che è tutto qui quello che quell’incapace del tuo sensei ti ha insegnato?”
Queste parole bastarono per far rialzare Naruto di scatto che si scaglio di nuovo contro il ninja.
“Kage Bushin Shuriken!” il biondo lanciò sei shuriken che divennero trenta, moltiplicati dalla sua tecnica.
“Kiochiyose no Jutsu” disse con calma portando una mano sul pavimento, evocando un enorme serpente che lo protesse dall’attacco di Naruto.
Ormai le aveva provate tutte: i cinque squali di terra, la moltiplicazione, l’arte del fuoco e della terra. Niente sembrava scalfire il ninja leggendario che aveva davanti.
Lo voglio battere! Pensò
Devo inventarmi qualcosa, lo devo battere!
Improvvisamente sentì una sensazione che non aveva mai provato prima: gli sembrava di sprofondare nel pavimento… sì, stavo proprio sprofondando. Cos’era? Genjutsu?
No, qualcosa gli diceva che non si trattava di Genjutsu.
Si ritrovò in quelle che sembravano delle fogne, l’odore di acqua putrefatta e l’aria pesante, almeno, lo indussero a pensare questo; Ma poi sentì chiaramente un forte ruggito, provenire dal profondo di quelle fogne.
Incuriosito, percorse il labirinto di cunicoli seguendo il ruggito, fino a trovarsi davanti a un imponente cancello di sbarre; rinchiuso dietro di esso, c’erano due enormi occhi rosso sangue che lo stavano osservando famelici.
“Avvicinati, Naruto” disse una voce da dietro quel cancello.
Naruto obbedì senza esitare, ma appena fu abbastanza vicino al cancello degli artigli spuntati da dietro le sbarre per poco non lo tranciarono in due.
“Avrai una gran voglia di sbranarti, ma questo cancello mi blocca… che sigillo fastidioso”
Ma allora Pensò Naruto
Quella è la Kyubi. Il biondo deglutì a vuoto
“Non avrei mai pensato che ti saresti avvicinato a me, cosa sei venuto a fare qui!?”
Allora un idea venne in mente a Naruto: per quanto Orochimaru possa essere forte, non lo sarebbe potuto essere come la volpe.
Naruto imitò alla meglio il volto di Artemis quando stava minacciando qualcuno.
“Cretina di una volpe, visto che vivi nel mio corpo dammi un po’ del tuo chakra come affitto!” disse
All’inizio la volpe rimase sorpresa poi esplose in una risata che non aveva niente da invidiare con quella di Orochimaru.
“HAHAHHAHAH! Che coraggio! Tu che mi minacci ?! Ma in effetti, se muori tu, muoio anch’io”
Si sentì invadere da un enorme potere, diverso dal suo solito chakra: questo era rosso, e molto più potente di quello che usava normalmente.
Naruto si ritrovò di nuovo davanti al ninja leggendario circondato dal chakra rosso della volpa.
“Allora?” lo istigò Naruto.
“questa non te la aspettavi, vero?”
Il sorriso tronfio di Orochimaru gli fece credere di aver commesso un enorme errore di valutazione
“Tu credi?”
Senza che Naruto ebbe il tempo di accorgersene, il ninja leggendario lo colpi di nuovo.
“Sigillo Pentastico!”


“Che si fa?” Chiese Sasori.
Il passaggio sotterraneo si divideva in sei cunicoli, che non c’erano quando Artemis usava quel covo.
“Non è ovvio? Ci dividiamo” rispose prendendo il passaggio davanti a lui, vedendo con la coda dell’occhio che gli altri prendevano ognuno una strada diversa.
Stava percorrendo il cunicolo da meno di un minuto quando i suoi sensi lo misero all’erta, e anche tutti gli altri membri dell’Akatsuki se ne accorsero.
Questo… è il chakra di Kyubi! Non va bene per niente!

Kisame si ritrovò in una grotta ricca di stalattiti e stalagmiti, al suo fianco una cascata sotterranea zampillava allegra.
Non era quella la sua destinazione.
“Hei, merluzzo! Sul menù di oggi c’è pesce arrosto, non lo sai?”
Con una vena pulsante sulla fronte, Kisame alzò lo sguardo: sul tetto c’era un ninja del suono davvero grasso, quasi completamente pelato se non per qualche ciuffetto arancione qua e là.
Hidan percorse la strada, ma finì per sbucare fuori dal covo.
“Ciao carino, hai perso la strada?” lo canzonò una ragazza dai lunghi capelli rossi con un flauto in mano
Sasori sbucò fuori dal covo in mezzo alla foresta, lontano da Kakuzu e Zetsu per suo fortuna
“Mostriciattolo, perché non giochiamo un po’?”
Un tipo con sei braccia dalla pelle scura si piazzo davanti al marionettista, ghignando come un ebete.
“Soffro di claustrofobia, maledizione! Dov’è l’uscita?!” Grido Deidara correndo come un pazzo per il corridoio di pietra, ma invece dell’uscita davanti a lui si piazzo un tipo dalla pelle bianche che gli spuntava quella che sembrava un altra testa da dietro la schiena.
“Non gridare, altrimenti mi fai arrabbiare”
Itachi arrivò nella stanza del arsenale, dove ad attenderlo c’era un ragazzo dai capelli bianche con gli occhi bordati di rosso.
Nel guardarlo, a Itachi sembrò di trovarsi davanti a uno specchio: la stessa espressione impassibile e fredda.
“Cominciamo?” disse semplicemente.
Artemis vide Orochimaru che gli dava le spalle.
“Dov’è Naruto?” Chiese
Il sennin si voltò lentamente, negli occhi la gioia selvaggia di chi a coronato un suo sogno.
“Sai perché ti rispettavo?” Chiese Orochimaru invece di rispondergli.
“perché non avevi punti deboli, ma dopo quel giorno a Konoha…” continuò, scuotendo la testa.
“sei diventato vulnerabile”
“Dov’è?” Chiese con gli occhi ridotti a due fessure.
Lui estrasse da dietro la schiena un lunga spada e si portò in posizione.
Artemis “A quanto pare”
Kisame “Sarà”
Hidan “qualcosa”
Sasori “di”
Deidara “molto”
Itachi “noioso”



Mmh… forse qui avrei potuto fare di meglio…
Avverto che domani sarò via tutto il giorno quindi, dato che di domenica, se permettete, ho da fare, il prossimo aggiornamento ci sarà lunedì.
Nel prossimo capitolo ci sarà il mitico TOBI!!!(Yeahhhhhhh!:NDTobiFanClub)
  
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