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Autore: Holly Rosebane    07/11/2012    10 recensioni
«C'è una "S" sotto i miei vestiti».
«Che starebbe per...? "S"figata?»
«No. "S"uper-tosta. Hai presente Uma Thurman in Kill Bill? Ecco. Quel tipo là».
-
Oppure: la pratica guida di Holly Sullivan su come risalire dal fondo detronizzando la reginetta del ballo, portare al successo la tua band e procurarti un fidanzato superstar. Il tutto in poche, semplici mosse e almeno un dito medio alzato.
[ex " 'Till The Last Song" | in revisione | old formation!One Direction | various!crossovers]
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13.
Body and Soul



 

« See, I been through a place 
Called hell on earth... 
But that part is over.»


Claude Kelly - The Worst Part is Over




Sullivan – Millward’s House, stanza di Holly.
Corpo e anima.
Holly’s PoV

 
 
 
 
Incredibile come un letto, delle lenzuola e la luce della luna che filtrava dalle finestre cambiassero i rapporti delle persone.
Per una notte, Harry ed io eravamo stati una cosa sola. Ubriachi di noi stessi, dell’odore della pelle e del calore dei corpi.
Vibrare. Come corde di un violino.
Pulsare. Come un cuore umano.
Due lingue della stessa fiamma.
Mai come quella notte, avevo sentito il fuoco.
Era come bruciare in un rogo, e rendere grazie in ogni momento per le vampe che avviluppavano il corpo. Non era semplicemente “sesso”. Non seppi nemmeno se fosse “amore”. Semplicemente, era.
E come poche ore fossero bastate a conoscersi tanto a fondo. Esigue domande, laconiche risposte, così chiare da imprimersi subito nella mente. La migliore notte della mia vita. Come non ne passavo da anni. Come l’avevo sempre desiderata.
Aprii gli occhi, ed era quasi l’alba. Avevo la testa sul petto di Harry, che si alzava e abbassava ritmicamente. Sentivo i battiti del suo cuore, regolari, calmati dal sonno profondo. Quel corpo, che ormai non aveva più segreti per me, riposava, dopo una nottata molto attiva.
Era bello, non troppo scultoreo, con le sue imperfezioni. Tuttavia, non l’avrei cambiato con nessun’altro. Il suo braccio cingeva le mie spalle, ne sentivo il peso e il calore.
Alzai piano la testa per guardarlo in volto. I riccioli ribelli, l’espressione serena, le labbra leggermente socchiuse. Chissà cosa stava sognando. Mi sentii protetta lì, in quel momento. Come se niente avesse potuto turbare quella calma, come se il mio posto fosse sempre stato quello.
Scostai gentilmente il suo braccio, facendo attenzione a non svegliarlo. Gli lanciai un’ultima occhiata. Impossibile credere agli eventi delle ultime quarantotto ore, eppure eccolo lì, che ronfava placidamente sul mio letto, che occupava illegalmente il mio spazio. Gli diedi un bacio sulla guancia, piano. Le sue sopracciglia ebbero un guizzo, e spostò inconsciamente la testa, di poco. Sorrisi.
 Scesi dal letto con calma, e m’infilai silenziosamente i vestiti sparsi sul pavimento. Presi la chitarra, badando a non fare casino, agguantai il foglio e la matita e uscii dalla stanza, chiudendo piano la porta. Mi diressi al garage, illuminata dalla fioca luce rosata dell’alba, che dava alla casa un aspetto tipico delle villette da film americano, in una di quelle riprese che fanno ai protagonisti quando rientrano a casa sbronzi da una nottata folle.
Tirai su la saracinesca, possibilmente facendo il meno casino possibile, e poi la richiusi di tre quarti. Oltre alla colossale Range Rover Sport, nel garage c’erano tutti quegli oggetti immancabili da patiti-del-meccanico come mio padre, cassette per gli attrezzi, aggeggi di cui ignoravo l’uso e il nome. Ammassati in un angolo, c’erano dei pezzi da museo, probabilmente di Harry, Anne e sua sorella.
Già, aveva una sorella più grande di lui, Gemma,che era in America per fare un potenziamento di lavoro. Vecchie bici, pattini e scatoloni impolverati mi restituivano lo sguardo con il loro fatiscente appeal. Mi sedetti dove c’era un po’ di spazio, davanti all’auto, e ripresi gli accordi della canzone, che avevo deciso di chiamare “Fall Into Me”, e che non era completata.
Prima, mi mancavano le parole. In quel momento, invece, sapevo esattamente ciò che avevo bisogno di dire.
 

Your eyes tell me something 
Afraid to misread, 
But if I'm wrong… 
What if you mislead me? 
Still, it's worth the thrill.

 
 
Sentivo che, dopo quella notte, le cose non sarebbero state più le stesse.
 Che avrei apprezzato di più certe cose, ma assolutamente non ne avrei tollerate altre. Che avrei avuto bisogno di lui più dell’aria.
 
 

Somehow everything in me is aching, 
Just to hear your gentle voice again…

 
 
Ripetei il ritornello. Quella era l’ultima strofa, prima della conclusione. Forse la più importante.
 
 

Things aren't simple anymore, 
Can't jump in until you know, 
But I think that I just might… 
Close my eyes and hold on tight.

 
 
Aspettare. Per ogni singolo respiro.
 
 

To every single breath… 


 
 
Finché non ci saremmo visti di nuovo, come quella notte. Finché non ci saremmo detti tutto. Aspettare. Per ogni singolo respiro.

 
 
 

To every single breath…

 
 
Refrain. Ultimo accordo. Lasciai vibrare, guardando oltre lo spiraglio della saracinesca. Ormai era sorto il sole. La mia canzone era terminata. 
 
 
 
 
Holmes Chapel Comprehensive School, parcheggio.
Ennesima sigaretta, prima dell’audizione.
Holly’s PoV

 
 
Com’era tornare a cantare per la prima volta davanti a tutti, dopo tre anni di lungo silenzio? Terribilmente stressante.
Credevo che il giorno dell’audizione si sarebbe trascinato lentamente, avevo programmato un lungo periodo di training autogeno sulla mia capacità di esibirmi in pubblico. Invece, prendendosi letteralmente gioco dei miei pronostici, giusto ieri avevo guardato il calendario ed esclamato “che davvero?!”, rendendomi conto che ne avessimo già quindici. E in quel momento mi trovavo nel parcheggio, appoggiata alla macchina di Zayn, la chitarra ai piedi ben infilata nella custodia.
Più imbacuccata di com’ero, non potevo essere. La sciarpa era ben stretta, il bomber chiuso fino all’ultimo bottone, eppure mi sentivo gelare fin dentro le ossa. Non ero abituata agli inverni così freddi, essendo sempre vissuta nella soleggiata e ridente California, patria delle bionde e del surf. Tuttavia, quell’aria di ottobre mi aiutava a restare lucida.
Ero già alla seconda sigaretta nel giro di mezz’ora, i One Direction orbitavano tutti intorno a me, cercando di calmarmi come potevano, Kate leggeva il foglio con la canzone che avevo in mente di proporre. L’unica persona di cui avevo un serio bisogno, però, non c’era. Diedi un tiro nervoso alla sigaretta, e mi sporsi oltre Liam per vedere se stesse arrivando. Nessuno.
– Dove cazzo è finito Harry?! – Soffiai,al massimo dell’insofferenza. Zayn cercava di chiamarlo, ma per un qualche strano caso del destino, il suo cellulare non prendeva. Aveva sempre campo, in ogni luogo e momento. Fatalità che proprio quando servisse a me, dava forfait.
– Mi dispiace, principessa, oggi questo aggeggio non vuole collaborare. – Disse, rimettendoselo in tasca. Alzai gli occhi al gelo e gettai la sigaretta in terra, schiacciandola con la scarpa per spegnerla.
– Andrà tutto bene, Holly, calmati! – M’intimò Liam, notando il mio stato di crescente agitazione. Stavo per urlare e scappare a gambe levate, e lui mi diceva di calmarmi.
– E se faccio scena muta? Se mi si bloccano le dita? Se stono come un gatto in calore?! Come faccio a calmarmi, Liam! – Ormai stavo urlando, e il poveraccio non si meritava una scenata simile. Zayn mi abbracciò, e io lo lasciai fare, chiudendo gli occhi.
Non mi sentivo per niente bene, l’ansia mi stava divorando lo stomaco. Ma come m’era venuto in mente, la scorsa settimana, di staccare quel foglio e presentarmi alle audizioni? Chi aveva stretto le mie dita attorno alla penna e guidato la mia mano nel segnare il mio nome sull’elenco delle presenze? Quale spirito demoniaco me l’aveva sussurrato nell’orecchio?
– Holly, ascoltami. Ora rientriamo a scuola, andiamo in teatro e tu la smetterai di agitarti. Perché ti abbiamo sentita, sei forte, non hai nulla da temere. E poi, oltre a noi, chi vuoi che sappia cantare, qui dentro? – Disse il moretto, stringendomi gentilmente. Scoppiammo tutti a ridere.
– Sei il solito modesto, Zayn! Per tua informazione, la mia doccia va pazza per le canzoni che canto! – Protestò Kate, che però continuava a ridere insieme agli altri.
– Ma davvero? E com’è che non ne so niente? – Le chiese Liam. La vidi arrossire un pochino.
– Ognuno ha i suoi lati nascosti, Payne. E poi che ti frega, scusa?
– Non avresti dovuto dirmi così. – Kate sbarrò gli occhi, mormorando un “no, ti prego…” e lui sorrise, avvicinandosi a lei. Li vedemmo sparire nell’edificio correndo come dei matti, perché probabilmente Liam si sarebbe vendicato con il solletico. Niall e Louis sospirarono, sorridendo.
– Che teneri. Mi chiedo cosa stia aspettando Liam. – Commentò Louis, infilando le mani nelle tasche del giubbotto.
– Già. Starebbero così bene, insieme. Lui è proprio andato… – disse Niall. Scossi la testa.
– Kate è fidanzata.
Mi fissarono come se avessi detto che ero appena scesa da Marte. Mi strinsi nelle spalle, sentendo il peso addosso di quattro occhi azzurri e due color cioccolato.
– Che c’è? Non lo sapevate?
– No! – Risposero in coro tutti e tre. Sospirai. Iniziarono a commentare su chi fosse il ragazzo di Kate, su che aspetto avesse, su quanto seria fosse la loro relazione. Peggio di un gruppo di ragazze.
– Maschi…– dissi, e guardai l’ora sul cellulare. Il cuore accelerò i battiti, dimezzandomi i respiri. Lo stomaco mi si contorse in un lieve spasimo. Sciolsi l’abbraccio di Zayn, per poter prendere Noel e caricarmela sulle spalle. Era ora di andare in scena.

 
 

***

 
 
Recuperammo Kate  e Liam, in corridoio, a chiacchierare con le teste vicine.
Onestamente, anche io li vedevo bene.
Fra l’altro, la ragazza mi aveva raccontato che il suo fidanzato, ( trattavasi niente meno che di Nick Jonas) non era quasi mai con lei. Si vedevano una volta ogni mese, e magari nemmeno quella. Tuttavia, le aveva promesso di trascorrere Halloween insieme, e lei stava già lavorando da un po’ sui costumi, poiché era riuscita a convincerlo a venire alla festa della scuola.
Nonostante tutto, però, la vedevo spesso con Liam. Erano sulla stessa lunghezza d’onda, ormai dove c’era lui, trovavi anche lei, una bella amicizia. Sapevo che da parte di Payne c’era molto più del semplice sentimento fraterno, ma da parte di Kate non riuscivo a capirlo. Era parecchio brava a nascondere ciò che provasse. Al contrario di me. Arrivammo in teatro con tre minuti d’anticipo. Quattro banchi erano stati sistemati davanti al palco, e dei ragazzi chiacchieravano animatamente fra loro, gli echi delle loro voci rimbombavano nella grande sala. Kate mi diede di gomito.
– Eccoli, quelli sono i Twisted. Il biondo, Ross Lynch, è la chitarra elettrica e voce corale. Quello con i capelli castani stile Beatles e gli occhi azzurri è Brendan Meyer, il bassista. L’ultimo, il moretto con l’aria simpatica e le cuffie da deejay è Adam Irigoyen, batterista. – Sussurrò la ragazza, mentre prendevamo posto. Vedendoci arrivare in massa, con quattro quinti dei One Direction, si zittirono di colpo, osservandoci.
Riconobbero Kate, la migliore amica di Taylor, ma non me. Tuttavia, dedussero che quella che avrebbe dovuto sostenere il provino fosse la tipa con l’uniforme stretta e la frangetta. Cioè io.
Occupammo un’intera fila di sedie, aspettando che anche gli altri partecipanti all’audizione arrivassero. Louis si stravaccò sulla sua sedia, allungando i piedi su quella di fronte e allacciando le dita dietro la testa. Mi sedetti accanto a lui, e Zayn vicino a me.
Posai con cautela la chitarra a terra e iniziai a tormentarmi i bottoni della giacca. Dove. Era. Il. Mio. Ragazzo?!
Tenni lo sguardo fisso davanti a me, sul pavimento polveroso del palco, con il sipario aperto e le luci spente.
– Malik.
– Sullivan.
Presi un gran respiro, per cercare di calmarmi e modulare la voce.
– Sai che fine ha fatto Styles?
– Negativo.
– Dammi il tuo fottuto cellulare.
Mi tese l’iPhone, senza fare domande. Andai sui preferiti, e schiacciai lo schermo sulla dicitura “Harold”, con quanta più forza ce ne volesse realmente. Rimasi ancor più frustrata da quell’inutile segreteria telefonica, la quale mi avvertiva che “l’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile”. Ripassai il cellulare a Zayn senza proferire parola.
Perché non avevo provato col mio? Perché avevo finito il credito, e mio padre si era scordato di ricaricarmelo. E sì, perfino io mi ero dimenticata di ricordarglielo.
Harry sapeva quanto ci tenessi.
Sapeva quanta importanza avesse quel provino per me.
 Avevamo passato gli ultimi pomeriggi a cantare, suonare, fare esercizi per la voce.
Mi aveva promesso che ci sarebbe stato.
Era al corrente che avrei portato “Fall Into Me” come brano. Solo mezz’ora fa, era insieme a me, a baciarmi e a dirmi che sarebbe andato tutto bene. Perché non era anche in quel momento al mio fianco, a dirmi qualsiasi stronzata per calmarmi? Pur se fosse rimasto in silenzio sarebbe andata bene lo stesso, mi sarei accontentata della sua presenza.
E invece non c’era. E io mi stavo incazzando di brutto.
Battei nervosamente il piede a terra, cercando di distrarmi. Osservai i Twisted.
Il biondo sembrava simpatico, ed era anche parecchio carino. Indossava un giacchetto di pelle nero, benché fossimo ad ottobre, e dei semplici jeans con un paio di Chuck Taylor nere. T-shirt rossa con un disegno psichedelico e parecchi bracciali colorati al polso sinistro. Suonava la chitarra elettrica, ed era la voce corale.
Ebbi al primo colpo una buona impressione di lui, anche se intuivo che sotto, sotto, fosse un tipo tosto. Ross. Bel nome.
Spostai lo sguardo sul figlio dei Beatles, Brendan. Volto gentile, profondi occhi azzurri. Lui indossava un maglioncino azzurro e dei jeans, ma ai piedi aveva un paio di Adidas bianche. Era il bassista. Con quell’aria così tranquilla, faticavo ad immaginarmelo fare scintille sul palco.
L’ultimo, Adam. Aveva un cognome impronunciabile, di cui avevo capito solo le vocali, ma già mi stava simpatico. Non seppi spiegarmelo, ma sentivo che di lui ci si poteva fidare. Forse perché somigliava un po’ a mio cugino.
Con quei capelli neri corti, le enormi cuffie appese al collo, la felpa aperta stile college e i pantaloni col cavallo basso, mi dava tanto l’aria di uno di quei ragazzi un po’ nerd con cui ridevi dalla mattina alla sera. Ma era anche un tipo serio, a modo suo. Lui sì che ce lo vedevo, a pestare le bacchette sulla batteria.
Mi chiesi cosa avesse spinto quella Hayley, la cantante, ad andarsene.
In poco tempo, tutti i candidati arrivarono. Li contai. Eravamo sei, escluso il gruppo di supporto che mi ero portata dietro. Tre ragazzi e tre ragazze, me compresa. I Twisted si voltarono verso la platea, e Ross prese parola. Cominciai ad avvertire l’ossigeno scarseggiare al cervello.
 – Ehm… salve a tutti. Siamo molto felici che abbiate scelto di partecipare a questo provino. Altrimenti, sarebbe stato un grosso problema, per noi… – risatina generale. A cui non partecipai.
– Dunque... forse non tutti ci conoscete. Io sono Ross Lynch, coro e chitarra. Lui è Brendan Meyer, il bassista – indicò il figlio dei Beatles, – e quest’altro disperato è Adam Irigoyen, il nostro batterista – indicò il sosia di mio cugino.
– Insieme, siamo i Twisted. – Pausa imbarazzata. Sguardi d’intesa fra i membri della band, sospiro di Ross.
– Hayley, la nostra cantante, ci ha abbandonato qualche tempo fa, lamentandosi di non avere tempo per portare avanti la band e lo studio nello stesso momento. Così… eccoci qui. Bene, non mi va di annoiarvi con le mie chiacchiere, quindi lasciamo subito spazio alla musica. – E con ciò, si sedette, sistemando un gruppo di fogli.
Carino. Molto conciso.
Chiamò il nome del primo candidato, una ragazza smilza con gli occhialoni da nerd e la maglietta dei Cure. Aveva scelto di esibirsi con “Thank U”, di Alanis Morisette, e quando attaccò la prima strofa, Louis ebbe un sussulto.
– Oh, Dio. – Mormorò, passandosi una mano sulla faccia. Zayn fece una smorfia,e potevo sentire i commenti di Liam, Niall e Kate.
Era così stonata da mettermi voglia di piangere. Fortunatamente, Ross la stroncò prima del ritornello, liquidandola con un “grazie, ti faremo sapere”. Ero prossima alla crisi di nervi.
– Ma dove cavolo è finito Harry? È arrivato a Narnia passando dallo sgabuzzino dei bidelli?! – Mi chiese Louis, mentre il secondo candidato, un ragazzo la cui faccia e voce non mi dicevano niente e mi facevano sbadigliare, si cimentava in “Oxford Comma”, dei Vampire Weekend.
– Non lo so, Louis. Stiamo provando a chiamarlo da un’ora, ma il signorino ha il cellulare staccato. – Sibilai, consapevole del fatto che stessi perdendo la pazienza.
– Arriverà. O almeno spero. – Mi disse Zayn, stringendomi la mano. Non risposi, mordendomi il labbro inferiore.
Dopo quelli che mi parvero due secondi, quattro dei sei candidati erano stati esaminati, e il penultimo si stava esibendo in una cover niente male di “I Just Wanna Live”, dei Good Charlotte. Di Harry neanche l’ombra.
– Holly Sullivan.
Com’era possibile? Il tizio prima di me aveva già finito? Nessun commento? Nessuna pausa caffè? Mi chiamavano così, senza dirmi nulla prima? Senza incoraggiamento? Non mi sentivo più le gambe.
Aprii la custodia di Noel, mi alzai in piedi, imbracciai la chitarra, sentii le mani dei ragazzi che mi stringevano il braccio, la spalla, solidali. La voce di Kate che diceva “ce la puoi fare”. 
Mi arrivava tutto in maniera ovattata,  come se non fossi realmente presente nel mio corpo, e non fossero i miei i piedi che percorrevano la distanza sedia-palco. Mi si mozzò il respiro, mentre salivo le scalette.
Pregai che Harry arrivasse.
Pregai che in ogni caso potesse sentirmi.
Raggiunsi il microfono. Le luci dei riflettori mi ferivano gli occhi, mi sentivo piccola e inutile. Presi un gran respiro.
– Io… io oggi non farò nessuna cover. – Mi schiarii la voce. Andiamo, pappamolla. Cos’è questo schifo? Se non ti convinci per prima, non ci riuscirai mai neanche con loro, mi dissi. Sospirai, e decisi che l’ansia poteva andare a farsi fottere. Anzi… doveva.
– Ho portato un pezzo mio, che ho scritto da poco. Parla di una persona importantissima per me, ma che in questo momento… non c’è. – Le parole mi morirono in gola. Sì. Harry non c’era. E quella era la mia occasione. Presi un gran respiro. Di nuovo. – In ogni caso, si chiama “Fall Into Me”.
Partii con il primo accordo. Poi con il secondo. Seguì il terzo. Sentivo le dita sgranchirsi e uscire dal torpore a mano a mano che suonavo, la musica scioglieva la morsa di ghiaccio che mi attanagliava il cuore.
Seppi che potevo farcela, che ci sarei riuscita.
Che valeva la pena lottare, nella vita.
Che i tempi in cui ero stata debole e passiva erano finiti.
Sperai che ovunque fosse Harry, riuscisse a sentire la mia voce, che parlava di lui.
Che urlava di lui.
Cominciai a cantare.




Holly's Corner!!:

Oh, my my... beh, come prima cosa credo che vi meritiate tutti delle enormi scuse!!!!
Già, è da tipo quest'estate che non mi rifaccio viva, e molti di voi hanno anche sospettato che mi fosse accaduto qualcosa, preoccupandosi -giustamente!!-, dato che non mi vedevano aggiornare. Okay, non mi è successo nulla, state tranquilli!!!!!
Dopo di ciò, penso che adesso vi meritiate delle grandissime spiegazioni. Anzi no, delle semplici spiegazioni. Non sono più riuscita ad entrare sul mio account. Visto? Semplice. La password non mi veniva mai accettata, e dopo un po' ho smesso di provarci. Fino a stasera.
Miracolosamente sono riuscita ad entrare, e ho visto tutta l'enorme roba... intendo messaggi, recensioni, di tutto!!!! E sono rimasta sorpresa di come ancora "vi ricordiate" delle mie storie! Ne sono felicissima!!!!!
Non avete idea di come ci sia stata. Vi giuro, ho fissato lo schermo in maniera ebete per almeno cinque minuti. Poi sono rinsavita, e mi son data da fare.
Non vi garantisco di essere qui tutti i giorni (CI PROVERO'), ma cercherò di portare avanti le mie storie, e di concluderle (per la sfiga gioia di tutte le mie sostenitrici!!)! Quindi... niente.
E' tardissimo, e sto più o meno crollando, quindi scusatemi la celerità... avrò modo di rifarmi nei prossimi capitoli!!
Come sempre (DA QUANTO TEMPO!!!), ringrazio chiunque abbia avuto la pazienza di sopportarmi e sUpportarmi finora, a chi leggerà il capitolo e a chiunque sarà disposto a lasciarmi un suo parere (accetto anche gli insulti, me lo merito -.-), perché conoscere le vostre opinioni è e sempre sarà importante per me! Beh... allora alla prossima! Bacioni a tutti!
Holly is back again, bitches!!!! ;) 



Per chiunque volesse seguirmi su Twitter (dove sono un po' più "attiva", hahahahah!), mi troverete qui --> CurlyStarlight

   
 
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