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Autore: Friedrike    07/11/2012    4 recensioni
Ludwig Beilschmidt e Felicia Vargas (rispettivamente Germania e Fem!Italia del Nord), in un contesto AU, quello della Seconda Guerra Mondiale. Non più Nazioni, bensì un uomo ed una donna che s'innamorano l'uno dell'altra. Si conoscono ad un ballo in Italia ed è subito amore. Ma la guerra li separa e quando il soldato della Wehramcht ritornerà dal fronte niente sarà più come prima.
Genere: Angst, Fluff, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dovunque sarai, ti amerò per sempre.'
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Due mesi all’inferno.
Due fottutissimi mesi nella merda più totale.
Due mesi nell’incertezza assoluta, non sapendo se sarebbe tornato o meno.
Già lo sente, lo sbuffo del treno che lo richiama all’ordine e si volta verso di esso, trattenendo a stento un piccolo sospiro.
Poi torna a guardarla, bella come sempre, lei, il corpo coperto da un bel cappottino azzurro, così come il cappellino che a sua volta è ornato da un fiocchetto nero. Accenna un sorriso nella sua direzione e le bacia le labbra, dolcemente, quello è un bacio casto. Le mani sono appoggiate alla parete di quel vicolo stretto e buio, vicino la sua testa, lontani dal resto del mondo che sta combattendo.
-Stai attento..- le sussurra lei, preoccupata, guardandolo negli occhi. Trattiene a forza le lacrime, ma ha gli occhi lucidi e non si trattiene dal buttargli le braccia al collo ed abbracciarlo, il viso contro il suo petto.
-Tornerò da te, amore mio- le dice stringendola a sé ed accarezzandole i capelli castani. –Tornerò - le ripete.
-E quando tornerai, danzeremo insieme ancora e ancora- mormora la ragazza con un sorriso, sistemando il colletto della divisa della Wehrmacht al biondo. Poi gli accarezza i capelli dolcemente, stando ben attenta a non mettere fuori posto il suo cappello.
-Sì, te lo prometto. .-
-Se solo potessi, andrei a dirgliene quattro ai tuoi superiori.. ti mandano sempre lontano da Berlino! Dovresti fare qualcosa!- mormora arrabbiata.
-Lascia che di questo si occupino gli uomini e rimani al tuo posto- le dice, serio.
Ludwig non si rende nemmeno conto di farle questo, di provare in qualche modo a 'sottometterla', non lo fa per cattiveria, ma solo perché questo è quello che gli è stato insegnato.1
Anche all’interno della sua famiglia, la madre non ha voce in capitolo riguardo le decisioni, che prende infatti il padre del ragazzo. Suo fratello, più grande di qualche anno, soldato della Luftwavffe, l’aereonautica tedesca, tuttavia non tratta male la madre, non come fa il padre almeno. E dato che è stato proprio quest’ultimo a crescerlo, il biondo non può fare altro che seguire il suo esempio.
E’ anche vero, però, che ogni tanto le manca di rispetto. Lei non può capire di politica, ma solo perché non frequenta gli ambienti del genere, eccetto alcuni balli a cui presenzia.
Felicia sa che nella sua voce non c’è cattiveria, così come ne sono prive le sue intenzioni, ma ci rimane male quando lo fa, perché si sente umiliata.
Abbassa un attimo lo sguardo; non vuole litigare prima della sua partenza, ma questa storia prima o poi andrà chiarita.
-Non sono affari che mi riguardano, è vero. Solo.. mi preoccupo per te.. Scusami- gli dice baciandogli teneramente la guancia. Dopo appoggia le mani sul suo petto, non guardandolo.
-Quando torni?- chiede, ancora.
-Se tutto va bene, starò soltanto due mesi al fronte.-
“Soltanto”? Due mesi sono un’eternità, lui stesso ne è spaventato.
Ha paura di non tornare o, cosa che forse lo terrorizza maggiormente, ha paura di tornare con qualche arto in meno. Sa cosa succede sui campi di battaglia, anche se per poco, lui c’è già stato.
Non propriamente al fronte, in realtà. Circa un anno e mezzo fa, è stato di stanza in Italia, al nord.
Lì ha conosciuto la ragazza, mentre passeggiava con il fratello Romano. Lui l’ha subito tirata a sé, nascondendola dagli sguardi dei soldati, che non gli piacciono per nulla, con il suo solito fare scocciato.
E lei ha distolto a fatica lo sguardo dai militari, specialmente da uno in particolare, alto, bello, bellissimo, con gli occhi azzurri ed i capelli dorati alla luce di un sole che nel suo paese sembra essere tramontato da un paio d’anni.
Poi si sono incrociati in un’altra occasione: un ballo.
In realtà, il tedesco non voleva partecipare ma… beh, questo lo racconteremo più in là.
Adesso la guarda negli occhi, e si china un po’ su di lei per baciarle le labbra morbide e delicate.
-Due mesi?! Non mi avevi detto che saresti rimasto via così tanto! Mi avevi det..- un altro lungo bacio, più passionale, la costringe a zittirsi, mentre le lacrime calde le rigano le guance e scendono con una specie di piroetta fino al collo.
Non riesce più a trattenersi, scoppia a piangere e si stringe a lui.
Ludwig sospira e la stringe, poi le asciuga le lacrime con le dita, annuendo impercettibilmente.
-Lo so, ma gli ordini sono ordini e possono cambiare da un momento all’altro. Non ho potere decisionale, purtroppo.- E non ci tiene troppo ad averlo, a dire la verità: sarebbero troppe responsabilità sulle sue giovani spalle, di uomo normale.
Sente il primo richiamo del treno, deve andare, c’è poco tempo. Ma prima ha una cosa da fare.
E’ abbastanza imbarazzato da questa cosa, però.. si sente quasi in dovere di farlo. Prende qualcosa dalla tasca della divisa. Proprio in quel momento, sente dei suoi camerati passare da lì.
Questi, ubriachi (difatti essi non partiranno col treno del biondo, ma con quello successivo, un paio di giorni dopo e torneranno con altrettanto ritardo), lo salutano agitando le braccia e ridendo ad alta voce. Sono così volgari, loro, così rozzi. Si approfittano delle ragazze, sfruttando il fascino della loro divisa.
Ludwig non è mai stato così. Lui non ha mai toccato una donna contro la volontà di quest’ultima, ne lo farebbe per poi pagarla.
No, lui è una ragazzo serio, pudico, educato e dolce. Non usa le donne. Ma pretende da loro rispetto, come, dopotutto, è giusto che sia. Nei limiti, ovviamente.
Quei militari alla fine del vicolo dicono qualcosa di molto volgare circa un rapporto sessuale che, a detta loro, dovrebbe svolgersi in breve tra Ludwig e Felicia. Eppure nessuno dei due ha l’intenzione di farlo, lì, soprattutto perché insieme non lo hanno ancora fatto –e per la ragazza sarebbe la prima volta.
Arrossiscono entrambi, il tedesco decide di ignorarli. Con quel piccolo cofanetto in mano, s’inginocchia con un certo imbarazzo, ci tiene a fare le cose per bene, perché quello è il loro momento.
L’italiana capisce al volo e porta entrambe le mani sul viso.
-Oh mio Dio!-
-Non te l’ho ancora chiesto!- dice il ragazzo arrossendo di più. –Fammi fare le cose con calma.. è abbastanza complicato..- le dice borbottando. Fa un respiro profondo socchiudendo per un paio di istanti gli occhi azzurri. –Amore mio, mi faresti il grande onore di diventare mia moglie? Quando tornerò dalla guerra, vorrei sposarti – le dice con un accenno di sorriso, timido ed impacciato.
Lei annuisce più volte: -Sì.. sì! Sì, sì, sì!- gli butta le braccia al collo facendolo alzare e lo stringe forte, mentre altre lacrime, stavolta di commozione, le rigano il volto.
Il biondo le mette quel bell’anello raffinato, che ha comprato con molta fatica perché non sapeva proprio che le potesse piacere, nella mano destra, perché in Germania si usa così, ma la ragazza non ci fa nemmeno caso. E’ così bella quando è felice.. lei gli prende il volto pallido, ritornato del suo colore originale, tra le mani e lo bacia dolcemente, per poi puntare gli occhi nocciola sui suoi color del mare.
-Vedi di tornare da me, soldato. O mi arrabbierò moltissimo.-
-Tornerò, e ti dichiarerò mia davanti ai nostri familiari ed amici. Ma tu aspettami, amore mio, perché dobbiamo fare ancora molte cose insieme - le bacia la fronte, poi si prepara ad andare.
La cosa che più al mondo terrorizza il ragazzo è che al suo ritorno, lei sarà con un altro.
Però adesso ha un anello al dito e.. e questo pericolo proprio non c’è, no, lei lo ama, lui lo sa.
Ha solo paura di perderla, è comprensibile. Ma sa che lo ama, sì.
Quando il treno si allontana la ragazza inizia a piangere senza riuscire a contenersi, toccando ripetutamente l’anello che ora ha al dito.



Note.

Salve.
Prima di tutto voglio precisare una cosa.
Non sono sicura che il nome di Fem!Italia sia Felicia, però è quello che mi piaceva di più tra quelli più comuni che ho trovato e non avendo certezze ho fatto di testa mia.
Io.. non ho mai scritto circa lei, di solito mi concentro più sulla usa parte 'maschile', diciamo pure così.
Spero vi sia piaciuto l'inizio di questa storia, quest'altra avventura GerIta, ma specialmente spero di non aver fatto errori di distrazioni, sapete, a volte mi faccio prendere da ciò che scrivo.
Grazie per aver letto! 

1. =  Negli anni '40, la donna non aveva troppi diritti e privilegi. Gli uomini tendevano piuttosto a servirsi di loro, sfruttandole. 
Quando una donna riusciva ad arrivare ad occupare una posizione importante, il più delle volte diventava più cattiva degli uomini.
  
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