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Autore: Nami_88    08/11/2012    7 recensioni
Ragazzi ho inserito una fanart di nami e zoro bellissima creata dal mio fidanzato! Commentate!!!!!
Nami perché hai fatto una sciocchezza simile?
L’immagine di te che mi sorridi sapendo di morire..mi perseguita.
Mi uccidi.
Nami devi svegliarti.
Dopo due anni di separazione forzata ci siamo ritrovati e ora?
Mi vuoi davvero lasciare così?
Ragazzi è la mia prima fanfic che pubblico!
Siate clementi e commentate!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bip…bip….
Questo suono maledetto…
Non lo sopporto più.
Nami..
Ti prego svegliati.
Apri gli occhi piccola. Guardami ti prego.
Stringo i pugni forte, quasi arrivo a ferirmi.
Non sento più il dolore..non sento più nulla.
Il vuoto. La rabbia..i sensi di colpa.
Nami era li, in quel maledettissimo letto per causa sua.
La sua mocciosa rischiava di morire…per causa sua.
Perché era stato debole.
Perché aveva costretto quella testa calda a proteggerlo con il suo piccolo corpo.
Voleva essere morto.
Voleva esserci lui su quel letto in bilico tra la vita e la morte.
Lui..non lei.
Era successo tutto in un attimo.
I nemici troppo forti persino per lui che in questi due anni si era allenato come un forsennato.
I suoi compagni impegnati ognuno in un duello.
Lui era li, in una pozza di sangue.
Il nemico stava per sferrare l’attacco finale.
Chiuse un attimo gli occhi, era giunta la sua ora..non poteva morire così..
Poi vide un’ombra.
Era lei.
Quella mocciosa si era parata davanti a lui in un lampo.
Non ci aveva nemmeno pensato un secondo quella stupida.
Lo sguardo di lei sereno, sulla bocca quasi un sorriso mentre dieci lame le trafiggevano il petto.
L’aveva salvato..era questo che le importava.
Lui era li.
Aveva dovuto assistere alla visione peggiore che il suo occhio avrebbe mai in una vita potuto vedere.
La sua donna che lo proteggeva con la sua vita..cadergli tra le braccia.
Sembrava morta.
Respirava a malapena ma lui non si accorse di niente.
Era li immobile, teneva stretta la sua Nami al petto mentre urlava, immerso nel sangue della sua amata.
Un urlo disperato, di quelli mai uditi dalla ciurma, che si girò di scatto.
Fu un attimo, e tutti si pararono davanti alla coppia.
Lui era inerme.
Non aveva più vita anche se respirava, perché Nami rischiava la propria per quel respiro.
Urlava come se in qualche modo potesse risvegliarla.
I ragazzi sconfissero i nemici.
Nami aveva bisogno immediato di cure.
Doveva proteggerla.
Si riprese quando Chopper gli tolse dalle mani una Nami in fin di vita.
C’era anche quell’amico di Rufy, quella supernova, ci ha permesso di usare la sua sala operatoria.
Sono disperato.
Nami. Nami.
Continuo a chiamare il tuo nome.
Il dottore e Chopper dicono che sei forte..ma che le ferite hanno intaccato gli organi vitali..rischi di morire.
Non puoi farmi questo mocciosa.
Non puoi salvarmi la vita e poi andartene via da me.
Non ci siamo mai detti parole affettuose..io devo dirti qualcosa finalmente.
Non puoi andartene.
Combatti piccola.
Bip..bip…
Odio. Quel suono delle macchine a ricordarmi che il cuore di Nami batte.
Non dovrebbe essere quel suono odioso a ricordarmelo.
Sale la rabbia.
Me ne vado dalla stanza o rischio di spaccare ogni cosa.
Sono esausto.
Voglio uccidere di nuovo chi ha fatto questo alla mia Nami.
Esco dalla stanza.
Sono tutti li.
Tutti con il medesimo sguardo.
Prendo un secchio e lo lancio.
Sanji mi blocca.
Io lo scanso con violenza.
Non vi mettete sulla mia strada.
Esco, ho bisogno d’aria.
Nami perché hai fatto una sciocchezza simile?
L’immagine di te che mi sorridi sapendo di morire..mi perseguita.
Mi uccidi.
Nami devi svegliarti.
Dopo due anni di separazione forzata ci siamo ritrovati e ora?
Mi vuoi davvero lasciare così?
Nami..scusa..non ho saputo dirti cosa provavo…ho sempre cercato di cambiare discorso o di non pensare a ciò che era evidente a tutti.
Di nuovo la rabbia che sale.
Dio devo distruggere qualcosa.
Rientro che è meglio.
Li trovo tutti in piedi i miei compagni.
Tutti con lo sguardo triste.
C’è chi piange.
Che succede?
Mi avvicino senza dire una parola.
Lo specchio che ci separa da Nami è affollato di persone che la amano.
Mi faccio spazio.
Devo vedere che succede. Il cuore mi si bloccò.
Il cuore di Nami si era fermato.
La stavano rianimando.
Forza piccola..resisti.
Sono paralizzato.
Mai prima d’ora mi era successo di restare bloccato per la paura.
Il timore di perderti è troppo forte.
Nami…
I medici si allontanano da lei.
È fuori pericolo.
Il cuore della mia piccola è forte..fortissimo.
Escono dalla sala.
Law cerca di tranquillizzarci.
Rufy è bloccato.
Non parla da giorni.
Nessuno lo fa.
Nessuno fa niente. Non si mangia. Non si dorme.
“rufy” cerca di parlare il medico suo amico
“è forte la tua navigatrice”
Ma lui non sente.
Guarda fisso davanti a se.
Fissa quel letto.
Anche per lui è devastante vederla così.
Per lui c’è anche una promessa di mezzo.
Non riesco più a restare in quella stanza.
Uccidetemi.
Voglio morire.
Prendo a pugni il muro fino a ridurlo in pezzi.
La mano sanguina.
Come quel giorno.
Ma non era mio il sangue.
Era il suo.
Nami..torna da me..
Torna a rimproverarmi..torna a farmi saltare i nervi come solo tu sai fare.
Mi hai voluto salvare la vita..a me..che sono solo un idiota squattrinato, come mi dici sempre tu..
Perché mi sorridevi Nami? Perché sei stata così egoista.. Pensavi forse che non avrei sofferto per la tua assenza?
Senza di te niente ha più senso.
Torna da me.
Una voce in corridoio.
Che succede?!
Una corsa nella mia direzione.
Oddio no.
Ti prego non dirmi che la mia piccola non ce l’ha fatta.
Il mio cuore non riuscirebbe a sopravvivere.
Ma le sue parole furono diverse.
“Nami si è svegliata…cerca di te..”
La frase più bella che le mie orecchie avessero mai udito.
La mia mocciosa stava bene.
Era fuori pericolo e chiedeva di me.
Nami.
Corro. Corro in direzione della stanza.
Sono già tutti dentro.
C’è chi piange dalla gioia. Chi ride di gusto.
Rufy le è vicino. Ha nelle sua la piccola mano di lei.
Lui la vede sorridere.
Non può smettere di piangere. è felice. La sua promessa non era stata spezzata.
Mi ha visto.
I suoi occhi grandi mi fissano sereni.
Di nuovo quel sorriso.
Nami.
Non mi avvicino.
Ho paura di toccarla.
Ho paura di farle male.
Mi sembra così fragile in quel letto.
Lei alza la mano verso la mia direzione.
Mi cerca.
Vuole che mi avvicini a lei.
Non posso resistere, mi faccio spazio tra i ragazzi.
Ora sono accanto a lei.
È bella.
È stupenda la mia piccola.
“mi hai fatto spaventare mocciosa”
Le tengo la mano ora.
Mi sono abbassato per avvicinarmi al suo viso.
Lei mi sorride
“sono contenta che stai bene” riesce a dirmi con un filo di voce.
È ancora debole.
“è solo grazie a te se sto bene” le sussurro stringendo la sua mano ancora più forte “ ma sei stata un’incosciente mocciosa..non farlo mai più”
La devo ammonire.
Deve sapere di avermi fatto spaventare.
Deve sapere di non dover più fare una cosa del genere.
Lei mi sorride soddisfatta.
“lo rifarei..”riesce solo a dirmi.
Mocciosa che non è altro.
Zuccona.
Sono così felice di rivederla.
Non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
Non riesco a staccarmi da lei.
I suoi occhi mi scrutano.
Guardano le mie bende.
Scema. Sto bene.
Mi abbasso ancora all’orecchio di lei “piccola..sto bene..ora pensa a guarire te.. mi manchi” riesco solo a dirle.
Vorrei poterle dire di più.
Ma so che lei mi capisce.
Lo fa sempre.
Lei allunga l’altra mano e mi accarezza il viso.
Un contatto magico. Delicato.
“nami..” riesco solo a dire
“ti amo..” fa lei prima di me.
Mi blocco.
Ancora una volta era stata lei la più forte tra i due.
Mi avvicino di più al suo viso.
Le poggio delicatamente le mie labbra sulle sue.
Un tocco leggero. Quasi a sfiorarle.
Lei arrossisce.
Mi guarda felice.
È sfinita. Ma felice.
I medici mi dicono di allontanarmi.
La mia mocciosa aveva bisogno di riposo.
“ti aspetto..”le dico solo.
Ed era la verità.
L’avrei aspettata anche tutta la vita.
 
 
 
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