Si
svegliò di colpo nel bel mezzo della notte. Girò
il capo verso la sveglia: le 3.25. Erano passate solo circa quattro ore
da
quando si era messo al letto. Si rimise comodo, avvertendo la presenza
del più
piccolo al suo fianco che ronfava beatamente.
Si
passò una mano tra i capelli, sospirando al
ricordo della serata appena passata. Zelo, oltre ad avergli chiesto del
viaggio, aveva accennato al fatto che avesse trovato un appartamento
nel luogo
misterioso dove sarebbero andati in vacanza, dato che il minore ancora
non
glielo aveva rivelato.
“Appartamento”
quella parola risuonava nella sua
testa, mille e mille volte. Significava trasferirsi, iniziare una nuova
vita.
Ma era pronto a tutto questo? E in fondo non gli aveva dato nessuna
risposta definitiva,
ma sapeva che avrebbe finito con l’accettare. Proprio non ci
riusciva, non
riusciva a dire di no a quel dolce visino sempre sorridente. Aveva
paura di
rovinare la sua felicità; ma così stava rovinando
la propria.
Diede
un’altra occhiata alla sveglia: le 3.40.
Scacciò via quei pensieri, rimandandoli
all’indomani e si addormentò in poco
tempo.
Girò
la testa verso Daehyun che si era appisolato
sul divano. Dormiva così beato che non osava toccarlo.
Guardò l’orologio a muro
che segnava le 3.30. Era davvero passato così tanto tempo?
Si ricordava di aver
iniziato a guardare la tv alle 22 circa e poi Daehyun l’aveva
raggiunto e
avevano iniziato a ridere e scherzare, trascurando il film. Ora
però si sentiva
davvero stanco ed era stufo di stare sul divano in quella posizione,
non ne
poteva più. Si alzò lentamente, spegnendo la
televisione per poi dirigersi in
camera sua. Si sdraiò sul letto, spegnendo la luce e
rimanendo a fissare il
soffitto buio su di se.
I
suoi pensieri lo portarono a quella mattina, quando
alla sua porta era apparso Bang. Era arrivato fin li per lui, per
accertarsi
che stesse bene. E lui, come uno stupido, gli aveva detto delle bugie
per
mandarlo via. In realtà aveva passato tutta la notte da solo
a piangere e bere.
Più bere che piangere. Voleva dimenticare tutto, ma sapeva
che l’alcool avrebbe
solo alleviato il dolore, ma non lo avrebbe cancellato del tutto.
In
tutti quegli anni che conosceva Bang, non aveva
mai avuto il coraggio di dirgli cosa provava per lui. Lo vedeva sempre
dietro a
Zelo, sempre sorridente e felice con lui
e aveva paura che non sarebbe stato in grado di dargli la stessa
felicità. Ma
scoprire che si erano addirittura messi insieme ed erano persino andati
al
letto.. Quello si che era stato doloroso.. Come se tutto il dolore
degli ultimi
anni si fosse triplicato in pochi minuti.
Gli
si strinse il cuore e alcune lacrime gli
rigarono le guance. Si rannicchiò su se stesso, chiudendo
gli occhi. Aveva
deciso: si sarebbe dichiarato, ma doveva aspettare il momento giusto.
Qualunque
fosse stato l’esito.
Suonò
la sveglia e Bang si affrettò a spegnerla.
Era davvero fastidiosa, la odiava a tal punto che una volta
l’aveva sbattuta
contro il muro, ma –sfortunatamente- non si era rotta. Si
crogiolò per qualche
minuto nel letto, osservando il più piccolo che ancora
dormiva girato di
schiena. Evitò di farsi tornare strani pensieri alla mente,
dato che gli
avevano sconvolto il sonno e non voleva rovinarsi l’umore di
prima mattina. Si
alzò controvoglia, andando a farsi una doccia veloce e poi a
mettersi la tuta
per il lavoro. Bevve al volo una tazza di caffè per
svegliarsi del tutto e
mangiò una piccola brioche. Tornò in camera per
svegliare il ragazzo, ma quello
non voleva proprio saperne.
“Beato
te che hai più di un mese di ferie..”
pensò
Bang sospirando.
Riprovò
a svegliarlo, invano. Così infine, scrisse
un bigliettino che lasciò sul comodino ed uscì in
fretta per dirigersi al
lavoro.
“Nuova
giornata di lavoro…” pensò seccato
Himchan.
Camminava pensieroso per la strada che lo portava al bar in cui
lavorava come
cameriere, sbuffando varie volte per la poca voglia di proseguire.
Senza
rendersene conto, finì per scontrarsi con
qualcuno, inchinandosi subito dopo per scusarsi. Fu sorpreso nello
scoprire che
era appena finito contro Bang Yongguk.
Rimase
in silenzio per qualche minuto,
osservandolo. Bang fece lo stesso e poco dopo spuntò un
piccolo sorriso sul suo
volto, interrompendo quell’insopportabile silenzio.
«Buongiorno
ChanChan.. Tutto bene?»
Himchan
annuì distrattamente, cercando poi di
dileguarsi, ma Bang lo afferrò per un braccio, attirandolo a
se e finendo a
pochi centimetri da lui, così vicino che poteva sentire il
suo respiro sul
viso.
«Dove
pensi di andare? Mi stai evitando?» sussurrò
il più grande guardandolo negli occhi.
Il
moro rimase a ricambiare il suo sguardo, quasi
ipnotizzato per poi trasalire e scuotere la testa.
«N-no,
non ti sto evitando.. E’ solo che sono in
ritardo..»
Beh
non era poi così falso, ma avrebbe preferito
arrivare tardi al lavoro, pur di rimanere ancora un po’ nella
sua stretta.
Entrambi
non riuscivano a staccare lo sguardo
dall’altro, ma fu Himchan, infine, a distoglierlo per primo.
«Scusa,
devo proprio andare..»
«..chiamami
appena puoi, non farmi stare in
pensiero come ieri» disse Guk autoritario.
Himchan
annuì facendo un piccolo inchino e continuò
per la sua strada. Svoltò l’angolo, abbastanza
lontano dall’altro. Tirò un
sospiro di sollievo portandosi una mano al cuore che batteva fortissimo.
Possibile
che gli faceva quell’effetto? Era sempre
rimasto calmo e scherzoso, ma quella mattina proprio non ce
l’aveva fatta.
Quel
gesto improvviso di Bang lo fece un po’
illudere, pensava che potesse ricambiare.. Scosse la testa e
tornò serio,
riprendendo a camminare verso il bar, sentendo gli occhi farsi lucidi.
“No,
non ora per favore..”
Si
poggiò al bancone dell’ufficio, guardando fuori
dalla piccola finestra. Era la sua pausa pranzo e intendeva passarla
li,
mangiando il suo panino. Bang si sporse a prendere il suo zaino con il
pranzo,
sedendosi sulla poltrona posta nella parete destra
dell’ufficio. Diede
un’occhiata al cellulare: nessuna chiamata di Himchan. Che
ancora non avesse
finito il suo turno? Sospirò, mentre gli tornarono in mente
i profondi e
bellissimi occhi scuri del ragazzo, quando li aveva avuti a pochi
centimetri
dai suoi, qualche ora prima. Non sapeva bene perché lo aveva
attirato a se a
quel modo, ma ne aveva avuto semplicemente il bisogno. Si, il bisogno
di
sentirlo vicino a lui. I suoi pensieri vennero ben presto interrotti da
un
messaggio che fece suonare il cellulare.
Zelo.
“Buongiorno~ ho letto il tuo biglietto, buona
giornata al lavoro, ci vediamo stasera! Ti amo”
Bang
lo lesse mentalmente, per poi sospirare.
Sperava di poter rimanere un po’ da solo quella sera, ma i
suoi piani vennero
distrutti. Non che non volesse stare col più piccolo,
semplicemente aveva
bisogno di pensare, riflettere sul da farsi. Finì di
mangiare il suo panino ed
uscì dall’ufficio, notando che
un’automobile si era fermata in attesa di fare
benzina. Si affrettò a raggiungerla, la sua pausa era
terminata.
Era
in piedi davanti al tavolo di una ragazza
bionda, attendendo che scegliesse cosa ordinare, nonostante questa
continuasse
a guardarlo e a sorridergli, senza decidersi.
Sentì
una delle due porte d’entrata aprirsi e poco
dopo richiudersi e alzò lo sguardo per scorgere le due
figure che erano appena
entrate. Himchan notò subito i capelli biondi e azzurri
inconfondibili di Zelo,
seguito da un ragazzo con i capelli castani, mai visto prima. Aveva
un’aria
strana, quasi assente.
“Sembra
un tonto..” ridacchiò tra se Chan,
scribacchiando l’ordine che finalmente la ragazza gli aveva
dato. Si avvicinò
poi al tavolo dei due accennando un sorriso, un po’
controvoglia, ma era
l’unico cameriere che aveva il turno a quell’ora.
«Hey
Himchan hyung! Non sapevo lavorassi qui» lo
salutò Zelo sorridendo e facendogli segno di avvicinarsi.
«Ed
è proprio così invece»
sfoggiò uno dei suoi
falsi sorrisi, avvicinandosi di più al loro tavolo.
«Bene,
ti presento JongUp il mio collega e migliore
amico..»
“JongUp,
ecco come si chiama il tonto”
«..Uppie, questo è Himchan, il migliore amico del
mio Guk»
“..del
mio Guk” Chan sentì una fitta al cuore e
prima che potesse presentarsi, perse i sensi, svenendo sul pavimento.
Buio.
Stava
per entrare in casa, quando squillò il cellulare.
«Bang?
Sono Daehyun, il coinquilino di Himchan,
ricordi? Lui è in ospedale, vieni il prima
possibile»
Guk
attaccò sgranando gli occhi e ripose il
cellulare in tasca.
«Him..Himchan..»
sussurrò per poi scattare verso la
sua macchina per andare all’ospedale.
~
Annyeong!
Innanzitutto vorrei dire che ho
modificato la storia, ovvero, l’ho resa un po’
più ricca sin dal primo capitolo,
lasciando comunque invariata la trama. Quindi, per chi la segue da
sempre
(?) consiglio di
andare a dare
un’occhiata ai capitoli precedenti ^^
Ma
passiamo a noi.. In questo capitolo potreste
confondervi un po’ e vi chiedo scusa ><
Chissà cosa accadrà ad Himchan..
E Bang che subito corre da lui <3
Spero
di pubblicare il prima
possibile, nonostante ho millemila compiti ;3;
Stay tuned! ~