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Autore: sakuraelisa    08/11/2012    1 recensioni
E' banale come la vita può cambiare da un momento all'altro, come tutte le nostre certezze cadano in un secondo, come un castello di carte volate via per una folata di vento, questo Kurt lo capirà presto.
Ora ha una vita perfetta, un marito e una carriera, ma poi un giorno il suo mondo crolla, con l'amore di Blaine forse tutto si risolverà? si deve solo aspettare.
Avvertimenti:
Character death alla fine della storia
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due

 
16 aprile 2012: First Day.


Le ore passavano e loro nemmeno si rendevano conto che le lancette di quel maledetto e fastidioso orologio posto sopra il loro comodino scorrevano veloci e inesorabili.
Blaine era appoggiato sul suo petto, ascoltando il suo cuore che batteva senza sosta con un suono regolare. Come un metronomo che teneva il ritmo con una precisione quasi maniacale.
Erano sdraiati in quel letto sfatto da troppo tempo, la notte stava trascorrendo e loro non si accorgevano nemmeno che il colore del cielo diventava sempre più scuro.
Kurt lo stringeva a se, cercava di tenerlo forte tra le sue braccia, era conscio che non avrebbe potuto farlo per sempre, gli restava così poco tempo e i giorni che doveva passare con suo marito erano diventati basilari per concludere la sua vita al meglio.
I loro vestiti non erano più presenti e lui riusciva ancora a sentire Blaine rabbrividire ad ogni suo tocco, accarezzargli le braccia e le mani era diventato quasi come una linfa vitale per sentire il suo respiro ancora presente. 
Lo sentì alzarsi e poggiare i gomiti intorno ai suoi fianchi per poterlo guardare meglio in quegli occhi blu che con il passare dei secondi si stavano spegnendo.

“Non riesco a credere che non potrò più perdermi nei tuoi occhi.” sibilò suo marito a bassissima voce.

Kurt dovette sforzarsi per sentire chiare e limpide le sue parole, voleva registrare ogni istante che gli restava con l’uomo della sua vita.
Sollevò delicatamente la mano poggiata sulla sua spalla e gli sfiorò la guancia cercando di non sprecare molte energie.
Gli passò le dita intorno al viso tracciando ogni contorno, per poi finire a toccargli le labbra, suo marito quasi per magia aprì la bocca e succhiò le sue dita cercando d’assaporarle al meglio.

“Sei davvero bellissimo.” disse con quel tono di voce che Blaine amava da morire.

Kurt lo sapeva bene, si conoscevano da tanti anni e sapeva come far tremare di desiderio suo marito.
Spostando anche l’altro braccio lo attirò a se facendo aderire meglio il corpo al suo, sentendo ogni loro muscolo combaciare perfettamente. Erano anime gemelle anche in questo, era come se i loro corpi fossero stati concepiti per incastrarsi come un puzzle di mille pezzi, ma che alla fine se unito perfettamente formava una figura splendida senza sfumature ne errori, semplicemente perfetta.
Blaine stava iniziando a baciare la sua spalla quando si accorse che il respiro di suo marito era diventato affaticato, si fermò un momento per accertarsi che stesse bene.

“Kurt … amore stai bene?” gli chiese

“… sì sì Blaine.” gli rispose, ma lui si accorse subito che stava tremando leggermente, se ne rese conto anche quando sentì un piccolo spasmo provenire dal suo braccio sinistro.

“È meglio se ci fermiamo.”

“No no tesoro io voglio continuare, ti prego, facciamo l’amore.”

“Amore mio io lo vorrei tanto, ma sei così debole…” gli rispose, guardandolo ancora in quelle iridi diventate opache.

“H-h-ho bisogno di te, Blaine.” Kurt riuscì a sospirare.

“Non voglio farti male.”

Blaine gli disse quelle parole cercando di pregarlo, di infondergli una semplice preghiera e fu in quel momento che le vide nascere e le vide precipitare sul suo viso.
Suo marito stava piangendo, lui sapeva bene che sarebbe stato difficile, che quei trenta giorni sarebbero stati la sua rovina, che lo avrebbe perso per sempre senza poter fare nulla, poteva solo farlo felice e cercare di rendere il tempo che gli era rimasto più soddisfacente possibile.
Portò una sua mano sotto le sue palpebre stanche e asciugò con il pollice le lacrime che gli stavano rigando il volto.
Kurt percepì distintamente ogni suo gesto, riusciva a sentire con quanto amore suo marito si stesse prendendo cura di lui anche in quelle carezze tanto semplici e banali.

“Blaine…”

“Sono qua, amore.” gli confermò sfiorandogli quel viso ormai asciutto con le dita appena tremolanti.

“Perché stai tremando?”

“Ho solo paura di farti male.”

“Non devi… io voglio solo che tu mi stringa, puoi farlo?” 

Blaine annuì e lo strinse maggiormente a sé, facendo si che i loro corpi fossero ancora più uniti. Era stato un attimo, i loro bacini stringendosi erano entrati in contatto e dalla sua gola era uscito un gemito che lui non aveva saputo controllare.
Kurt se ne accorse, si sporse verso di lui sforzandosi un poco e lo baciò sulle labbra, leccandogli il labbro inferiore.

“Ti voglio ora, Blaine.”

“Non lo so Kurt, non stai bene.”

Lui girò il viso dall’altra parte e depose il suo viso sul cuscino lasciandosi andare ad un pianto silenzioso.

“Kurt, ti prego…”

“Voglio solo fare l’amore con mio marito.”

“Anche io lo vorrei, ma guardati, sei così debole.”

Blaine si abbassò di più e scese dal suo corpo, si distese di fianco a lui fino a poggiare la testa sul suo cuscino e guardandolo negli occhi.

“Guardami.”

Kurt alzò il suo sguardo

“Toccami Blaine, voglio sentire le tue mani su di me.”

Suo maritò esitò leggermente ma alla fine si arrese e con una mano lievemente tesa sfiorò il suo braccio cercando di imprimere nella sua mente ogni sospirò che usciva dalla bocca dell’amore della sua vita.
Gli toccò tutto il fianco fino ad arrivare al suo stomaco e con un cenno da parte di Kurt poté proseguire e la sua mano arrivò sino al suo inguine, con una presa forse troppo decisa afferrò la sua intimità e con quel gesto sentì che si lasciò andare al suo tocco, e si sporse verso di lui. Blaine lo accolse con un braccio sul suo petto mentre con l’altra mano continuava a massaggiarlo.
La sua mano si stava muovendo con un tocco delicato ma forte, stava cercando di muoversi piano e di non pressare troppo sul quel muscolo che stava diventando sempre più vivo.
Più i secondi passavano e più i gemiti di suo marito diventavano alti e Blaine poteva sentire le sue basse urla dritte nell’orecchio sinistro.
Quando sentì che tutto stava diventando troppo caldo, fu tentato di lavare quella mano per permettere a suo marito di respirare, ma fu proprio lui che con lo sguardo gli disse di non smettere.
Blaine continuò e poco dopo sentì il suo orgasmo arrivare, non tolse subito la mano dal basso ventre del marito, anzi la lasciò ferma per permettergli di riprendere fiato.

“Grazie, Blaine.” Kurt ansimò, poggiando la testa sulla sua spalla e baciandogli il collo dolcemente.

Lui non disse nulla, avvicinò le sue labbra e lo baciò, come se in quel momento fosse la cosa giusta da fare.
Levò la mano, si spostò dal corpo tremante e accaldato di suo marito e si sporse verso il cassetto del comodino da dove prese un piccolo fazzoletto.
Passò i minuti successivi a ripulire il suo compagno e ad asciugare la sua fronte sudata, si rese conto che si doveva abituare a farlo, sapeva bene che con il passare dei giorni la sua malattia si sarebbe aggravata e tutto sarebbe diventato complicato.
Ma dopotutto come aveva giurato anni addietro su quell’altare: in salute e in malattia.
E Blaine manteneva sempre le sue promesse.
L’alba finalmente arrivò, erano distesi ancora nel loro letto matrimoniale coperti dal lenzuolo bianco che Kurt aveva acquistato lo scorso autunno per il loro anniversario.
Erano rimasti vicini tutta la notte appena trascorsa, il sole filtrava dalla finestra della loro camera e colpiva i loro visi illuminandoli leggermente, Blaine osservò come la luce creava una serie di colori che rendevano la schiena nuda di suo marito ancora più levigata e bianca del solito.
Avvicinò le sue dita lentamente e sfiorò le sue costole, Kurt che era sdraiato con la pancia in giù, respirò leggermente e lui vide come il suo corpo si sollevò ad ogni suo lieve battito. 
Iniziò ad accarezzarlo e si accorse subito quando suo marito si svegliò e voltò il viso verso di lui, i suoi occhi che quella mattina erano quasi più vivi rispetto al giorno precedente.
Blaine sorrise a quella nuova scoperta, era così spaventato dall’idea di non poter fare nulla per la malattia di Kurt.
Quest’ultimo sorrise alle sue carezze delicate e dolci e si beò delle attenzioni che il suo Blaine gli stava riservando.

“Kurt, io non so cosa fare…” gli disse cercando di non apparire troppo preoccupato per quella loro nuova situazione

“Continua a farlo.”

“Cosa?”

“Voglio che tu mi tocchi sempre tesoro, non avere paura di farlo, ti prego ho bisogno che tu mi tratti come una persona normale.”

Blaine annuì, voleva che lui pensasse che ce l’avrebbero fatta, che forse con un poco di forza lo avrebbero superato, anche se la fine nei suoi pensieri sembrava tanto spaventosa.

“È il primo punto della lista, vero?” gli domandò

“Certo Blaine, stare così tutto il giorno, a parlare di tante cose …” esitò un momento prima di continuare

“Ma se solo lo vuoi tesoro, non voglio di certo obbligarti.”  gli disse alla fine abbassando il suo viso stanco sulla federa del cuscino

Suo marito si avvicinò fino ad abbracciarlo stretto cercando di non pesare troppo sul suo corpo, aveva ancora quell’insana paura di fargli male sapendo che Kurt gli aveva detto che non era vero.

“Sono tuo marito, Kurt, è mio compito e dovere prendermi cura di te e farti felice anche se oggi è così difficile.”

Lui scosse la testa e lo strinse a se passando le sue mani sulla sue spalle attirandolo maggiormente a se.

“Voglio solo che tu resti qua con me e tu mi fai felice Blaine, sempre”

Si strinsero un poco di più e restarono in quella posizione per quelli che potevano sembrare agli occhi degli altri ore intere ma che alla fine erano solo minuti che scorrevano lenti.
Erano ancora abbracciati quando Kurt iniziò a parlare, anche se quello poteva sembrare un termine esagerato, più che parlare lui stava sospirando a bassa voce.

“Ti ricordi il nostro primo anniversario?”

“Certo amore che me lo ricordo, eri bellissimo e lo sei ancora.” gli rispose baciandogli la fronte

“Ti ricordi che siamo andati in quella piccola locanda in quel paesino sperduto vicino a Calì?”

“Pensi che possa dimenticare il nostro primo viaggio come una coppia sposata?”

“No, non credo tesoro.”

“Amo quando lo fai,” gli respirò sul collo, posando le sue labbra delicatamente e facendole scorrere su tutto il percorso fino ad arrivare alla sua bocca
per coinvolgere suo marito in qualcosa di più passionale.

Kurt si rese conto che le cose stavano precipitando e che forse Blaine aveva deciso che potevano lasciarsi andare senza privarsi di ogni emozione che il loro rapporto era disposto a donare loro durante quel triste periodo.
Quel bacio che in pochi secondi si stava trasformando e che stava rendendo tutto più bollente, Rischiavano di cadere, e Blaine per quanto lo volesse fu costretto a fermarsi.

“Aspetta amore!”

“Hai ancora paura di farmi male?”

Lui negò e con due dita gli sollevò il mento per poterlo guardare negli occhi.

“Dobbiamo rispettare il primo punto”

Suo marito annuì e lo abbracciò stretto lasciandosi stringere dalle forti braccia del suo compagno.
Si sistemarono meglio e Kurt si accoccolò al suo fianco fino a poggiare la testa sul suo petto per ascoltare il suo cuore battere con costanza. Respirò a fondo cercando di espirare bene l’aria nei polmoni e riprese a raccontare.

“Le spiagge erano splendide.”

“Sì, e la sabbia ti solleticava le dita dei piedi.”

“E il sole mi bruciava la pelle.” lui replicò

“Beh, a questo ci pensavo io.” gli rispose sfiorandogli le spalle con le labbra

“Rendevi tutto così magico…”

“Sei tu, amore, che mi fai vivere tutto come se fosse sempre un sogno.”

“Un sogno che sta per finire,” gli disse Kurt in risposta

Blaine lo strinse di slancio, odiava il fatto che fosse tutto così dannatamente difficile, che non fosse in grado di risolvere tutto quello che stava capitando loro, quella malattia che gli stava portando via la persona che per lui contava quasi come l’aria che respirava.

“Non dire così, Kurt.”

“Ma Blaine, il medico è stato chiaro.”

“Magari ha sbagliato la diagnosi.”

“Tesoro, io vorrei che fosse così, ma cerchiamo di goderci questi giorni senza pensare alla fine, va bene?” gli propose sollevando il suo viso e sfiorandogli con le dita le guance rosate.

“Va bene amore mio, cercherò di fare del mio meglio.”

“Bene e adesso possiamo restare così!”

Kurt si lasciò stringere da suo marito, posò ancora la testa sul suo petto e soffiò dolcemente con le labbra un punto indefinito vicino al suo cuore facendolo rabbrividire, sentì ogni singolo ansimo uscire dalla sua bocca e fu felice di sapere che nonostante la sua salute era ancora in grado di farlo, di far eccitare il suo Blaine.

“Avrei tanto voluto visitare l’Europa.”

“Magari l’Italia?”

“Amo il caffè.”

“E la pizza” gli disse lui sorridendo, ed era da troppo che non sorrideva per una sciocchezza come quella.

“Quella piace a te!”

“Touchè!”

“Sai tesoro, non pensavo che tutto sarebbe cambiato.”

“Nulla è cambiato, Kurt.”

Lui si scostò da suo marito e si portò le mani sul viso, strizzandosi gli occhi diventati già umidi, non si accorse nemmeno che aveva iniziato a piangere silenziosamente, anche se quel silenzio non c’era mai stato.

“Io non volevo Blaine, io pensavo che ci sarei stato per sempre e in- invece tutto fi-finirà in meno di un mese e tu rimarrai solo…”

“Amore, ti prego, guardami”

Lui scosse il capo e si intestardì, continuò a piangere nonostante le suppliche di suo marito che lo pregavano di smettere e di guardarlo negli occhi per cercare di risolvere e di fermare il suo pianto.

“Kurt”

Blaine si avvicinò e lo prese tra le sue braccia, si stavano abbracciando da tutta la notte, ma era l’unico modo che aveva per calmarlo e cercare di tranquillizzarlo, anche se percepiva ancora il suo pianto e le sue lacrime bagnarli il petto.

“Amore, anche se tutto finirà, tu ci sarai sempre, anche se non potrò stringerti, non potrò baciarti, non potrò fare l’amore con te e non potrò parlarti, tu avrai sempre un posto nel mio cuore, una parte della mia anima sarà sempre tua, e quando vorrò averti vicino a me, basterà pensarti, chiudere gli occhi e come per magia tu apparirai davanti a me.”

“Davvero sarà così facile?” gli domandò alzando il suo viso e mostrandogli i suoi occhi blu resi brillanti da quelle gocce che gli stavano incorniciando il volto.

“Sì amore mio, io ti porterò sempre con me, tu sarai sempre al mio fianco, sarai il mio angelo.”

Kurt non disse nulla, non sapeva che dire. Non aveva mai pensato a come sarebbe stato morire per davvero. Quando gli avevano detto la sua diagnosi aveva pensato che era brutto sapere la data della sua morte, ma la parte peggiore era stato vedere la disperazione negli occhi di suo marito.
Con questo pensiero si abbandonò alle sue cure.
Avevano completato il primo punto della lista. Certo, non avevano parlato poi molto, ma avevano chiarito una parte principale della loro strana situazione e adesso avrebbero affrontato tutto con una maggiore positività, magari sarebbe finito tutto, ma nel loro mondo, nella loro anima, che fosse in terra o in paradiso ci sarebbero sempre stati loro due, Kurt e Blaine, due nomi ben distinti ma due corpi uniti e due animi incatenati per sempre.
Kurt chiuse gli occhi e finalmente si addormentò, Blaine lo baciò un’ultima volta sulla fronte prima di chiudere gli occhi e di stringersi maggiormente a suo marito cercando di registrare nella sua memoria quel loro primo giorno insieme.  


Note:

Eccomi qua con il nuovo aggiornamento, cercherò di pubblicare almeno una volta a settimana, visto che sto pubblicando anche un'altra storia, ringrazio la mia amica e beta Annie.
  
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