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Autore: Argentey    26/05/2007    4 recensioni
Lei: bella, alta, slanciata, e forte. Un carattere invidiablile, aperta con tutti ed estremamente genile. Provveniva dal quartiere basso della città, ''dall'inferno'' così amichevolmente chiamato il luogo più buio e sporco di una periferia di New York.
Lui: la sua bellezza era direttamente proporzionale alla sua sfacciatagine e ai suoi vizi; viziato e riverito, viveva nel quartire più ricco di New York. E, una cosa devo ammetterla: lui era dannatamente bello...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Correva, in un vicolo buio e lungo. Infinito. La strada sconnessa e le radici che uscivano dal terreno, quasi fossero le mani di demoni che la volevano prendere per le caviglie.
Un senso di terrore la pervase.
Non c’era la luce. Vedeva tutto offuscato e annebbiato. Forse era giunta la sua ora.
Sapeva che l’aria era fredda, ma non la sentiva. Sentiva solo urla disumane riecheggiarle in testa.
Il suo corpo in movimento s’imbatté in un corpo straziato, rivolto a terra su una pozza di sangue. Il corpo di una donna, coperto da un vestito verde.. verde scuro.
Lei urlò.
-MAMMA!-
Poi un rumore, come un cigolio sinistro, la costrinse a lasciare il corpo di sua madre così, per terra e a continuare la sua corsa.
Ed ecco, cadeva in un buco comparso in terra, nero e rosso, con mille facce che ridevano sguaiate. Poi lo vide.
Il diavolo. Voldemort con le corna e le gambe pelose, teneva in mano uno scettro che mandava bagliori e, con la sua pelle rossa glielo puntava contro…
- MUORI!- urlava il demone.

-Hermione, Hermione!!!- Qualcuno la chiamava, la richiamava alla vita. Lo sapeva. Lei non meritava la vita.
- HERMIONE SVEGLIATI!!- era una voce maschile. Avvertì la spiacevole sensazione del sonno interrotto e le sembrò di sentire il suo cervello fare clik e avvertirla che era in dormiveglia. Qualcuno la stava scrollando con forza.
- mmmffffh…- la ragazza aprì svogliatamente un occhio.
- Harry?- bisbigliò, sentendosi chiamare per nome. Solo Harry e Ginny lo facevano.
- Come stai?- Hermione mise a fuoco la figura: capelli biondi che ricadevano dispettosi sugli occhi del ragazzo e due occhi cristallini..
- Draco!- si alzò a sedere, pentendosene subito: il gesto le provocò una fitta formidabile alla testa.
- Come stai? -Ripetè il ragazzo sedendosi sul letto.
- E come dovrei stare? Benissimo!- ringhiò di pessimo umore. Aveva rifatto quel sogno. Quel maledetto incubo. solo che quella volta c’era Voldemort! Magnifico!
No, stava malissimo.
- ma se urlavi come una scimmia!- la ragazza lo scrutò con attenzione.
- cosa dicevo?-ma realmente lo sapeva già.
- Mamma, mamma..nooooo- le fece il verso il ragazzo riacquistando la sua faccia tosta. Lei abbassò lo sguardo un attimo, incontrano gli addominali del ragazzo e… oh, cazzo!! Ma era solo in asciugamano!
- Senti adone dei miei stivali, vatti a vestire.- ordinò secca lei. Lui sbuffò, ma ubbidì. Stranamante.
- Tzè.. muoviti anche tu. Ci trasferiamo a Los Angeles.- La ragazza perse un battito e uscì dal letto, ancora in abito da sera.
- E non mi dici nulla?- sibilò minacciando una sfuriata con i fiocchi.
- Io te l’ho detto, e non metterti ad urlare, che ho mal di testa. Vestiti decentemente piuttosto!!-

Erano le nove e mezza e Hermione, Draco e Blaise erano in stazione, e stavano aspettando il treno per Los Angeles. Blaise aveva un codazzo di ragazzine adoranti dietro di lui. Indossava dei jeans strappati che lasciavano accidentalmente scoperto un lembo di boxer blu scuro. La maglia aderente e gli occhiali scuri gli davano un’aria da divo di Hollywood irresistibile. I capelli lasciati ribelli al vento e una valigia strapiena di capi firmati.
Inutile dire che anche Draco aveva un codazzo di fans, dopotutto, come si faceva a non notarlo?
Portava i capelli in un modo apparentemente casuale ma in verità ben studiato; la camicia bianca leggermente aperta a maniche corte e i pantaloni a vita bassa. Sulle spalle uno zainetto e nella mano destra la maniglia della sua valigia su ruote.
Hermione era casual. Pantaloncini hawaiani e magliettina. Stop. Lei non era abituata ad essere appariscente. Faceva caldo.
- Il treno per Los Angeles delle nove e 40 è in arrivo sul binario sette…- la voce metallica della donna fece avviare i nostri eroi fino al binario sette, popolato da donne e uomini al cellulare, che sembravano impegnati in affari importanti.
- Ci sediamo tutti vicini. – asserì il moro.
- Ma cosa ci andiamo a fare a Los Angeles?- bisbigliò la riccia.
- Te lo spiegherò una volta arrivati.- tagliò corto Draco.
Il treno annunciò il suo arrivo con un gran sferragliare sulle rotaie e un fischio sommesso di freni.
Il viaggio durò tre ore, tre ore di silenzio completo.

-wow…- la ragazza guardò la villa che li avrebbe ospitati da sopra gli occhiali con una faccia meravigliata. Era immensa.
- qui, potremmo prepararci per bene dolcezza…- sogghignò il biondo, lasciando ad un maggiordomo il compito di sistemare i loro bagagli.
- Facciamo un giro?- chiese la ragazza curiosa.
- Io, me ne vado a letto..- Blaise sparì nell’enorme portone di quercia della villa, lasciando Draco ed Hermione soli a fare il giro intorno all’edificio.
- Ok, così posso approfittarne…-
- Di cosa?- la ragazza preannunciava una guerra per quel approfittare
- Non in quel senso: farti qualche domanda…- si spiegò meglio lui.
- Ahh.. ok, spara- lo incitò.
- Chi era tua madre?- Lei lo guardò sbieco. Restò in silenzio alcuni secondi, combattuta in una lotta interiore. Non aveva mai detto nulla a nessuno.
- Era…- perché proprio a lui?
- Era.. una donna molto speciale…- borbottò incerta. Perché dire a lui, una cosa che neanche Ginny sapeva e che solo il suo inconscio ne era a conoscenza? Perché rivelare un’atroce verità a lui?
- Non ti sei spiegata… - la forzò un poco lui.
- No.. non so…- come scusa era abbastanza fragile, ma indusse il ragazzo a lasciar cadere l’argomento.
- Come si chiamava tuo padre?-
- Alan..Granger…- sussurrò.
- ….. … Così ti chiami Hermione…- non sapeva più cosa inventarsi per mettere a suo agio le ragazza.
- Si… -
- Ok, andiamo a cambiarci, che domani ci aspetta una lunga giornata. -
- Ok..-
Draco e Hermione, dopo una cena veloce in sala da pranzo si erano ritirati nelle rispettiva stanze.
Hermione era rimasta sorpresa dalla grandezza della sua stanza. Possedeva un letto rotondo, gigantesco, la stanza stessa era rotonda c’erano molte piante. Una porta scorrevole la portava ad una stanza rettangolare che era il bagno ed ospitava un piscina….
Hermione si mise a dormire su quel lettone rotondo. Draco aveva detto che domani avrebbero lavorato sodo. Meglio riposare…

toc toc…
-mmmffuh…- Hermione si svegliò da quel suono leggero. Stava perdendo i suoi famigerati riflessi. Era sempre stata scattante a tutti i rumori. Dette la colpa al sonno.
- Hermione, ci sei?- era la voce dell’affascinante moro della stanza accanto a destra.
- No, sono alle Bahamas…-
- Spiritosa, posso entrare?? -
- Si…-
- Urka… che forza la tua camera… - si buttò di peso sul letto della riccia rischiando di spiaccicarla.
- Sonno…- bofonchiò lei girandosi…
- Non è il tempo di dormire, ci aspetta una giornata faticosissima- enfatizzò con entusiasmo.
- Evviva…-
- Viva la voglia di vivere eh?..- Un cuscino in faccia lo intimò a chiudere il becco.

Oplà! Scusate, lo so che sn in ritardo... Argentey!

  
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