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Autore: Crumble    27/05/2007    4 recensioni
"...Erano in cinque, ed erano qualcos altro. Mi accovacciai e appoggiai il mento sulle ginocchia. Fa che non mi trovino, fa che non mi trovino, fa che non mi trovino…" Ok, sono emozionatissimissimissima! Questa è la prima storia che faccio leggere a qualcuno e mi vergogno un pò... Ma dopo un chilo di coraggio condito con dell'ottima fiducia, eccomi qua!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A New Twilight'
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CAPITOLO UNO: I CULLEN
Mi alzai subito e d’istinto cercai di fare un passo indietro, andando a sbattere con la schiena sul tronco dell’albero.
"L’ho trovata! È qui" disse la ragazza voltandosi un attimo.
Era piccola, esile e mi somigliava molto più di quello che mi aspettassi.
I suoi capelli corti erano neri come la pece, mentre i suoi occhi erano giallo oro. Bellissimi.
Mi sorrise mentre io mi spostai per tenermi pronta a correre se necessario.
"Ciao" disse gentilmente facendo un passo verso di me.
Sembrava gentile, ma avevo imparato a non fidarmi di nessuno.
Feci ancora un passo indietro, libera di distanziarmi senza più l’albero a bloccarmi.
Non riuscii a rispondere.
Ero rimasta tanto, troppo tempo da sola e ora non riuscivo a trovare la voce. Dietro di lei apparvero tre ragazzi e una ragazza.
Uno era muscoloso, con i capelli neri. Un altro era più basso e con i capelli biondi.
La ragazza era il genere che distrugge l’auto stima delle ragazzine. Bella. Capelli biondi e corpo perfetto. L’ultimo ragazzo era alto quanto gli altri, con i capelli di uno strano colore biondiccio, quasi rosso. I suoi occhi di un caldo color miele.
E bello. Bello da togliere il fiato.
Tutti erano belli a dire la verità. Mi sentii in soggezione davanti a tanta bellezza.
"Emm…come ti chiami?" a parlare fu di nuovo la ragazza con i capelli neri.
Avrei voluto rispondere, era tanto che non mi facevano una domanda normale. Eppure c’era qualcosa che mi bloccava. Ero come paralizzata. Erano in cinque, e io sola; se mi avessero attaccato avrei perso di sicuro, nonostante le mie abilità.
"Secondo voi sa parlare?" chiese il ragazzo più grosso.
"Certo che si Emmett. Ha solo paura" rispose il ragazzo biondo.
Aveva ragione. Avevo paura per loro. Avevo paura di poterli attaccare, da bestia deplorevole quale ero.
"Non vogliamo farti del male" cercò di rassicurarmi la ragazza con i capelli corti.
Cercò di avvicinarsi, ma ancora una volta feci un passo indietro. Mi maledii. Volevo veramente fidarmi di loro, ma non riuscivo a lasciarmi andare. La vista mi si appannò per via delle lacrime che ripresero a scendere copiose.
"Sta…sta…" quello che capii essere Emmett mi fissava incredulo.
Un’ondata di terrore m’invase. Avevano capito cosa ero?
"Si Emmett, l’abbiamo visto. Non guardarla così, la stai terrorizzando" disse ancora il ragazzo biondo.
"E perché sarebbe terrorizzata? Non mordiamo mica" disse la ragazza bionda.
"Di sicuro non ci mordiamo tra simili Rosalie" disse Emmett sogghignando.
"Sentite, dobbiamo stare qui tutta la giornata?" chiese il ragazzo con i capelli ramati.
"Pazienta Edward, non ci siamo neanche presentati" disse la ragazza dai capelli neri.
Edward. Era così che si chiamava. Che bel nome.
"Scusa la nostra maleducazione. Io sono Alice, lui è Jasper, Edward, Rosalie ed Emmett" disse indicando le persone dietro di se.
"Adesso ci dici come ti chiami?" chiese sorridendo.
"…i-io…" non sapevo bene che dire.
"S-sono Isabella" risposi infine con un filo di voce.
Mi sorrisero. Cercai di rilassarmi.
"Bene, perché non vieni con noi? Ti portiamo a casa, così possiamo conoscerci meglio" disse Alice.
Casa. Era passato tanto tempo dall’ultima volta che ne avevo avuta una.
Riluttante annuii.
"Bene, vieni" Alice fece due passi verso di me, all’improvviso, porgendomi la mano e io mi ritirai, inciampando in una radice e cadendo a terra.
"Mmmm" mugolai.
Non volevo essere toccata. Da nessuno.
L’ultima volta che era successo, avevo toccato un uomo bello come loro, ed ero stata invasa da una strana sensazione. Le cose intorno a me si muovevano, levitavano e ci misi poco a scoprire che ero io a farlo. Mi ci vollero due giorni per imparare a controllare quel potere ma alla fine ce la feci e giunsi alla conclusione che doveva essere stato il contatto con quell’uomo a farmi acquisire quella capacità. E poi c’era l’altro… Da allora mi ero seriamente impegnata a non farmi toccare da nessuno.
"Alice, non vuole essere toccata" disse Jasper.
"Ma-ma perché? Non voglio farle del male!" si giustificò lei.
Nei suoi occhi c’era intrisa preoccupazione, la sua espressione era pensierosa, come se fosse una questione di vitale importanza.
"Senti, se non ti tocchiamo, ci segui fino a casa?" chiese Rosalie.
Annuii. In ogni caso non avevo scelta. Loro erano in cinque e se non avessi accettato mi avrebbero preso con la forza.
Mi fecero strada fino ad una jeep enorme, parcheggiata alla fine di un sentiero.
Emmett mi aprì lo sportello dietro e io entrai, riluttante. Edward mise in moto e Jasper si sedette sul sedile del passeggero. Emmett mi era seduto vicino e cercavo di mantenere le distanze.
"Guarda che non ti mangio" sghignazzò.
Arrossii. "N-non è questo…" mormorai. Dovevano credere che avessi dei seri problemi di mente.
"Allora cos’è?" chiese Alice.
Dalla sua espressione capii che ci era rimasta un pò male per il mio precedente rifiuto.
Sospirai. "Niente…non è niente" risposi guardando fuori dal finestrino.
Non mi fidavo ancora abbastanza per dire loro la verità. E non volevo provare ancora quel dolore straziante.
"Da dove vieni?" chiese Alice.
La guardai, sorrideva. Era amichevole, lo erano tutti.
"Sono di Forks" risposi sinceramente.
Non volevo mentire con loro. Erano stati gli unici a trattarmi con gentilezza fino a quel momento.
"Non ti ho mai vista da queste parti" commentò Rosalie.
"Nemmeno io ho visto voi" dissi.
"Siamo qui solo da un paio d’anni" rivelò Emmett.
"Ah, ecco perché" abbassai lo sguardo sulle mie mani.
Due anni. Erano passati due anni da quando mi ero ritrovata un mostro.
"Dove vivi?" chiese Jasper.
Tornai ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino.
"Da nessuna parte" risposi.
"Non hai una casa?" chiese Edward.
"No" risposi "Ho viaggiato molto"
"Dove sei stata?" chiese Alice interessata.
"In Italia" risposi con un sussurro.
Non volevo ripensare più a quei mesi interminabili.
Edward spense la macchina.
"Eccoci qua" disse Rosalie aprendo lo sportello per farci scendere.
La loro casa era bellissima. Situata in una radura circondata da alberi, aveva un certo fascino.
"Vieni" disse Alice sorridendomi.
Li seguii. L’interno era ancora più bello. Una parete era interamente ricoperta da una vetrata, mentre su un lato c’era un pianoforte bellissimo.
"La vostra casa è bellissima" dissi.
"Grazie" rispose una voce che fino a quel momento non avevo sentito.
Mi voltai verso il pianoforte per trovare altri due membri della famiglia. Un uomo e una donna. Lui era alto, con i capelli biondi e gli occhi color topazio. Lei era più bassa ma bella allo stesso modo. Sembravano giovani, sebbene più grandi dei membri che avevo già conosciuto. Si avvicinarono, sorridendo.
"Piacere, io sono Carlisle e questa è mia moglie Esme" disse porgendomi la mano.
La guardai per un attimo, incerta sul da farsi. No. Non potevo rischiare così. Portai le mani dietro la schiena e sorrisi, nella speranza di sembrare un minimo cortese.
"Io sono Isabella. Piacere di conoscervi" dissi per farmi perdonare.
Carlisle ritirò la mano ma sorrise.
"Perché non ci sediamo?" propose Esme.
Ci sedemmo sui divani al centro del salotto. Rosalie ed Emmett vicino a me, mentre gli altri sul divano di fronte.
"Allora, Isabella"
"Bella. Preferisco Bella." Interruppi un attimo Carlisle.
"Bella, da dove vieni?" chiese.
"Sono di Forks" ripetei per la seconda volta.
"E dove sei diretta?" chiese.
Rimasi spiazzata.
Diretta? Dove? Non avevo una meta. Non avevo un posto in cui andare, o dove tornare.
"I-io…non…da nessuna parte" risposi.
"Quindi rimarrai a Forks?" chiese conferma.
Annuii. "Rimarrò nella foresta. Come ho fatto fin’ora" chiarii.
"Allora devo chiederti di fare attenzione e di trattenere la tua sete. Non vogliamo che gli umani si insospettiscano." Disse ancora.
Gli umani? Parlava come se loro non lo fossero.
"M-ma voi cosa siete?" chiesi esitante.
Mi guardarono spiazzati. "Siamo come te ovviamente" rispose Emmett.
No, non poteva essere vero. Tra me e loro c’era una differenza abissale. Io ero un mostro e loro persone normali. Li guardai, scettica.
"Vuoi dire che non sai cosa sei?" chiese Jasper.
"Certo che lo so" mormorai "io sono un mostro"
"Tu, noi, siamo vampiri" mi corresse Carlisle.
Sbarrai gli occhi. "Io sarei…"
"Esatto" confermò Alice.
"Ma i vampiri non esistono" protestai.
"Tu esisti e sei un vampiro" mi fece notare Carlisle.
"Ma…" chiesi poi mi fermai.
"Si?" m’incoraggiò Esme con un dolce sorriso.
"Ma se siete come me…perché voi non…non siete dei mostri?" chiesi esitante. Non volevo offenderli.
Risero. "Siamo esattamente come te. Anche noi siamo attratti dal sangue umano, ma abbiamo deciso di ribellarci. Non ci piace togliere la vita alle persone. Per questo ci nutriamo di animali" spiegò Carlisle.
Rimasi in silenzio. Un silenzio reverenziale. Loro erano forti, più forti di me che avevo cercato di resistere senza trovare una soluzione migliore.
"Allora, parlaci un po’ di te. I tuoi genitori dove sono?" chiese Esme.
Decisi di potermi fidare di loro almeno un po’.
"Io sono la figlia dell’ispettore Swan" dissi.
"L’ispettore non parla mai di sua figlia" disse Rosalie.
"Già…pensa che sia morta " mormorai.
"Credo che sarebbe felice di saperti ancora viva" disse Edward.
"Oh, meglio così. Non sarei mai riuscita a trattenermi, lo avrei ucciso. Me ne sono andata via io" dissi.
"Ma adesso sei da sola e vivi nella foresta" mi fece notare Edward.
"Non ho trovato posto migliore per nascondermi" mormorai.
"Da cosa?" chiese Esme.
"Da chi" la corressi "i Volturi, mi stanno cercando."

Okay, questo era il primo capitolo…di sicuro non avrete capito una cippa ma meglio così! Almeno continuerete a leggere la mia folle storia…
Accetto qualsiasi commento, sia bello che brutto non importa! Voglio sapere quello che ne pensate, perciò: RECENSITE!!
  
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