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Autore: Mr J    09/11/2012    0 recensioni
Uno di loro aveva un nome. Ma si è perso nelle ceneri di Gotham, fra la polvere. [...] Ma ha lasciato la sua firma. E il suo mantello è calato su Gotham con la fatalità e la solennità di un sipario. In fiamme.
Qualcosa di terribile ha sconvolto la realtà di Gotham. Le strade ora sono avvolte dal silenzio. Non è tornata come prima che lui arrivasse. Semplicemente è cambiato tutto. È come se l'incantesimo si fosse spezzato. Come se la speranza non fosse morta, ma si fosse suicidata.
Cos'è successo? Cosa succederà? Il sipario su Gotham si è chiuso definitivamente o è soltanto la fine del primo atto?
Dalle strade non giungono più voci. Da Arkham non arrivano più nè grida nè risate.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Chapter Three
RAIN

How I wish I could surrender my soul;
shed the clothes that become my skin,
see the liar that burns within my needing.
How I wish I'd chosen darkness from cold.
How I wish I had screamed out loud,
instead I've found no meaning.
I guess it's time I run far, far away, find comfort in pain.
Tears and rain.
[Tears and Rain, James Blunt]

È notte.
Le lacrime si mescolano alla pioggia.
Morti. Tutti. Uno dopo l'altro.
Rimane solo lui.
Si spegne la sigaretta sulla mano. Non prova dolore.
Non più.
Stanotte è morto qualcuno, a Gotham.
E non si trattava di Bruce.
Si stringe nella giacca ormai del tutto bagnata. Cammina lentamente, con la suola degli anfibi che slitta appena sulle pozzanghere che vanno via via formandosi.
Deve fare qualcosa. Proteggere il segreto.
Controllare se ci sono superstiti.
Deve decidere da che parte schierarsi.
O, meglio, l'ha già fatto.
Deve gioire, per la sua morte.
Essere felice.

Sorridi.
                             Avanti, sorridi.
                                                                          Sorridi.

Sente la sua voce stridula nella testa. Rimbomba fino a fargli sentire il sapore del sangue in bocca. Senza accorgersene ha iniziato a mordersi il labbro inferiore. Sangue, saliva e pioggia si mescolano, colando sul suo mento già umido per le lacrime.
La sua risata si insinua prepotente e minacciosa nei suoi ricordi, tingendoli di rosso. Rosso sangue.
Rosso come la maschera che porta e che ora stringe rabbiosamente in mano, artigliandola con le unghie, con la testa rovesciata all'indietro, tacita preghiera e bestemmia, rivolta al cielo di Gotham, ottenebrato dal suono assordante del silenzio che ha avvolto ogni cosa.
Su Gotham è calato un silenzio riverente, la pioggia ne ha suggellato la condanna, le nubi gli faranno da sudario. I grattacieli sono stati eletti come lapidi. Questa città era stata la sua culla. La sua cella. Le sue strade corrotte gli faranno da tomba.
Col piede calpesta la maschera che ha fatto cadere. È di nuovo nell'incubo. Di nuovo.
Qualsiasi cosa succeda, anche ora lui non può salvarlo.

Pensa a lui.

Adesso non rimane più nulla.
Si Gotham è ricaduto il peso della sua condanna. I suoi occhi chiusi sono la maledizione che ha ripreso a infierire sulle anime marce dei cittadini.
Stavolta non si salverà nessuno.
Dalle strade giungono voci.
Da Arkham non si levano nè grida nè risate.
O forse è la pioggia a cancellarle.
Ma non basterà a lavare via le nostre colpe. Anzi, impregnerà le nostre vesti con le nostre lacrime e le nostre carni con la sua disperazione, lasiandoci annegare nell'oblio che noi stessi abbiamo lentamente costruito. Finchè lui non ha tentato di salvarci.
Guarda in basso. La nebbia avvolge ogni cosa. Laggiù i basso. Fra i mrotali. Era lui a guardarci dall'alto. Ad avvolgerci nel suo mantello con la calda freddezza di chi ti è superiore ma vuole solo aiutarti e guidarti.

Deve vendicarlo. Deve ricordarlo. Forse deve prendere il suo posto. Deve uccidere chi l'ha ucciso.
Chi l'ha ucciso.
Abbraccia lentamente Gotham con lo sguardo, malinconico, nostalgico, ormai spento.
O forse no.

Forse è troppo tardi.

Sorridi.
Sorridi, Gotham. La strada per l'Inferno è ben illuminata.
Si sforza di ricordarlo. Ricordare i momenti passti con lui.
Recuperare il suo ricordo migliore.
Per qualche motivo non ci riesce.

Chiude gli occhi.
Solo.
Sorridi.
Sorridi, Jason.
E si lascia cadere
                                    nel vuoto.
Sipario.

  
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