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Autore: OkinoLinYu    10/11/2012    2 recensioni
La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Questa fu forse l’unica cosa imparata su Midgard degna d’essere ricordata.

-«Cosa vuoi da me? Lo sai che non posso e soprattutto non voglio aiutarti!» la risposta fu secca e scocciata. Loki si morse l’interno di una guancia, conosceva bene l’egoismo della donna, ma sapeva anche come convincerla. -
Eccomi qui con una nuova FF, spero di avervi incuriosito almeno un pochetto ;)
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il Piano Prende Forma - pt. 2



«Bene. L’hai voluto tu.» disse a bassa voce. «Freya, a te l’onore.» accompagnò la frase con un elegante gesto della mano.
La dea annuì ed impugnò più saldamente lo scettro che reggeva magicamente il martello di Thor. Fece un ampio gesto puntandolo in direzione di Frigga, che si divincolava tra le possenti prese delle Valchirie.
Le due guerriere la costrinsero a stendersi al suolo, una le bloccava le braccia, l’altra le gambe. Il Mjolnir fluttuò silenzioso sopra di loro, Frigga lo fissò ansiosa, cominciava a sudare freddo.
«Dimmi padre, quanto è importante la vita di tua moglie?» disse Freya con voce glaciale. «Tanto da rinunciare al bene dell’umanità?»
Loki aveva il suo stesso ghigno malefico, fissava il padre con aria di sfida.
Il martello si bloccò, l’incantesimo iniziava a rompersi, la luce diminuiva a tratti.
«Una decisione, Padre.» Lo incalzò il dio.
Odino fissava sua moglie accigliato. Lei lo supplicava con lo sguardo.
L’incanto non si spezzò, il martello rimase lì.
«Vedo che sei ragionevole…» disse Freya con gli occhi chiusi.
Odino rassegnato abbassò lo sguardo.
«Ha previsto ogni tua mossa.» disse Loki avvicinandosi lentamente. «E ne sono stato messo al corrente.» Era dietro il padre. Allungò una mano verso Frigga che fu sollevata in aria. Le valchirie rimasero a bocca aperta. La donna si reggeva il collo, stava soffocando.
Freya aprì gli occhi e puntò lo scettro contro il padre degli dei. «Io contro di te, chi vincerà questa volta?» rise. «Sono cresciuta, e migliorata. Tu sei invecchiato.» era una risata folle, agghiacciante.
In una frazione di secondo Odino fece apparire il suo scettro e lo puntò contro Frigga che fu subito liberata dalla stretta di Loki. Il dio malvagio fu scaraventato alcuni metri più indietro da una possente e veloce bracciata del padre. Il peso del Mjolnir cadde duramente sul braccio teso dell’uomo, facendogli lasciare la presa sul suo scettro. Freya aveva previsto tutto e aveva preparato la sua contromossa.
Mentre il padre degli dei in ginocchio si massaggiava il braccio dolente, la dea gettò a terra la sua spada, avvicinandosi per raccogliere lo scettro del dio. Con entrambe le aste in mano sentì crescere un potere immenso dentro di lei. Le puntò contro il volto di Odino, che da coraggioso e valoroso combattente, non accennò ad abbassare lo sguardo di sfida.
«Dammi lo scettro!» Loki si era alzato e si stava dirigendo a grandi passi verso la donna. Lei lo ignorò, continuando a fissare gli occhi del padre.
«Dammi. Lo. Scettro.» scandì le parole al suo orecchio. Con un gesto di stizza gli consegnò il bastone, allontanandosi verso le due Valchirie.
Appena Loki ebbe in mano lo scettro, sentì crescere dentro di lui un nuovo potere. Il bastone s’illuminò di verde, accogliendo il nuovo padrone.
«Cosa ne facciamo di loro?» si avvicinò dopo aver comandato alle Valchirie di radunare le truppe. Non degnò il padre di uno sguardo. Loki era troppo concentrato ad ammirare lo strumento del suo nuovo potere.
«Allora?» riprese seccata.
«Rinchiudili. Ci serve vivo.»
Sbuffò. Non capiva questa decisione.
«Ho detto di rinchiuderli. Non farti venire strane idee.» Il dio anticipò i suoi pensieri, fulminandola con lo sguardo.
Si voltò irritata, percorse qualche passo in direzione dell’uscita. Frigga si muoveva strisciando verso il marito.
Appena vide le Valchirie sopraggiungere fece cenno di avvicinarsi. Erano inseguite dal distruttore. Freya si preparò a proteggerle illuminando la sommità del suo scettro. Sentì una leggera pressione sulla spalla e voltandosi vide Loki, la scostò leggermente e si posizionò davanti al mostro. Le guerriere fuggirono raggiungendo la loro padrona.
«Ora mi obbedirai.» sentenziò il dio alzando lo scettro verso l’automa. Questi si placò immediatamente, mettendosi sull’attenti.
«Va’, prendi quei due e rinchiudili in prigione. Poi fai lo stesso con gli altri.» nello specifico si riferiva a Thor.
Il distruttore si mosse subito eseguendo gli ordini. Prese il padre degli dei e sua moglie tra le enormi mani e li sollevò, trasportandoli verso le prigioni.
Freya sorrise.
«Voi restate qui. Controllate che non ci siano rappresaglie, vi lascio il comando. Dite alle altre di preparasi alla battaglia.» ordinò alle due guerriere. «Ah, richiamate gli Altri.»
Detto questo si affiancò al suo complice che, uscito dal salone, osservava compiaciuto la battaglia che si trovava di fronte.
«La prossima mossa?» chiese seria.
«Heimdall.» rispose scrutando l’orizzonte.
La maga proruppe in una fragorosa risata. «Credi che non ci abbia già pensato?» disse scuotendo il capo.
«Oh no mia cara, so che l’hai tenuto impegnato…» fece una breve pausa umettandosi il labbro inferiore.
«Io voglio ucciderlo!» un bagliore malefico gli attraversò lo sguardo.
Freya inarcò un angolo della bocca, soddisfatta.
Il Bifrost era stato completamente riparato e ora i due lo stavano percorrendo velocemente grazie al carro magico della dea, trainato da due giganteschi gatti norvegesi. Sopraggiunti alla dimora del guardiano lo trovarono intento a dar battaglia con un manipolo di agguerrite Valchirie. Erano più grosse delle loro compagne, un gruppo scelto di potentissime guerriere. Tenevano fieramente testa all’omaccione che resisteva imperterrito ad ogni colpo.
All’arrivo della dea le donne si bloccarono, indietreggiando con le spade tese.
«Dovevo immaginarlo…» disse il dio appena vide Loki, il quale rispose con un sorriso beffardo.
«Salve mio caro.» disse Freya scendendo dal carro con lo scettro bene in vista.
«Tu…come osi. Non sei più degna di calpestare questo sacro suolo!» tuonò l’uomo adirato.
La dea sorrise scuotendo la testa.
«Heimdall…» iniziò Loki, sguainando lo scettro di Odino e puntandoglielo contro.
Il guardiano sbiancò a quella vista. «Voi…cosa avete fatto?»
Loki si avvicinava lentamente, il bastone illuminato era puntato dritto contro il petto dell’uomo.
«Addio.»
Il colpo partì veloce e intenso, illuminò tutta l’area circostante e l’invase con il suo fragore.
Heimdall fu subito sbalzato in aria e scaraventato all’interno del teletrasporto, spedito chissà dove.
Loki rise soddisfatto.
Subito scattò verso la postazione del guardiano e con lo scettro cambiò la destinazione.
«Che fai?» chiese perplessa la dea.
«La mia prossima mossa.» rispose concentrato.
«Ma Asgard è nostra, cos’altro ci serve?» si avvicinò a lui agitata.
«Piccola ingenua.» disse lui accarezzandole una guancia. Lei lo fisso stranita e spaventata.
«Il mio unico e vero obiettivo è vendicarmi di quell’insulso gruppetto di fenomeni da baraccone che si fanno chiamare Vendicatori!» esclamò tutto d’un fiato, rabbioso.
«E tu, cara la mia dea dell’amore e della magia, tu mi aiuterai, volente o nolente.»
Detto ciò le strappò di mano lo scettro e lo fuse con quello di Odino. Lei provo a ribellarsi ma oramai il dio era diventato troppo forte. Per tutta risposta lui le lanciò un incantesimo, soggiogandola completamente al suo volere.
«Vendicatori.» sussurrò a denti stretti prima di gettarsi con la donna nel teletrasporto, destinazione: New York, Terra.




Ecco la seconda parte del capitolo! Recensite se vi è paciuto! =) alla prossima, baci :*

   
 
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