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Autore: harryslies    10/11/2012    5 recensioni
Arrivata davanti a scuola vide un ragazzo seduto sulla scalinata che si guardava intorno. Appena la vide si alzò in piedi e le corse incontro.
«Louis!», gridò Emily praticamente saltandogli addosso.
«Emily, quanto mi sei mancata», disse Louis stringendo a sé la ragazza.
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«Mi dispiace di averti lasciato in quel modo qualche giorno fa, senza dirti neanche una parola», disse Emily abbassando lo sguardo.
«Ti prego, non mi ricordare quel momento», disse Harry ancora visibilmente scosso. «Cosa pensiamo di fare?», fece il riccio mentre, con la mano destra, sollevò il mento di Emily.
«Non credo di essere in grado di sopportare, oltre ai problemi derivanti dalla scuola, anche le delusioni d’amore», fece Emily prima di enorme sospiro.
«Quindi è davvero finita?», chiese Harry, quando anche l’ultimo briciolo di speranza che gli era rimasto iniziava a svanire.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Continuava a guardare l’orologio, in due minuti aveva girato il polso sinistro più di una decina di volte. Lo sguardo distratto si posava sulle lancette che sembravano rimanere immobili nonostante l’illusione dello scorrere inesorabile del tempo. La mente era completamente da un’altra parte: troppi pensieri, troppe preoccupazioni, troppe domande da formulare nel modo corretto e troppe risposte imprevedibili. Il vero problema era trovare la frase giusta da dire nel momento sbagliato.
Harry era seduto su una panchina davanti a casa di Emily, lo sguardo si spostava dall’orologio al cielo grigio di Holmes Chapel. Emily era a meno di dieci metri da lui, l’aveva accompagnata a casa dopo la scuola senza dilungarsi troppo in passeggiate, chiacchierate o smancerie varie. Qualche giorno prima, Harry aveva detto ad Emily che, quel pomeriggio, avrebbe avuto un colloquio di lavoro molto importante e che sarebbe rimasto fuori per quasi tre ore.
Il riccio poggiò i gomiti sulle ginocchia e nascose il volto tra le mani, non sapeva che fare. Non si sentiva ancora pronto per parlare con Emily e, se avesse tentato di nascondere le sue preoccupazioni in qualche modo, lei l’avrebbe sicuramente capito. Il suo futuro era già scritto ma voleva avere delle certezze prima di parlarne con la sua ragazza. Inoltre era da quasi tre settimane che Emily era all’oscuro di alcune uscite di Harry e, tutte le scuse che si era inventato, lo facevano stare male. Così come Emily poteva raccontare tutto ad Harry, anche lui poteva farlo con la ragazza. Emily aveva visto il riccio pensieroso da quasi una settimana nonostante le bellissime parole che le aveva rivolto qualche giorno prima.
Per la prima volta, Harry comprese che il tempo non si sarebbe mai fermato per nessuna ragione al mondo. Il riccio tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo telefono.
-Ti voglio bene-, scrisse velocemente prima di inviare il messaggio ad Emily.
Harry sapeva che quelle tre parole non avrebbero migliorato la sua situazione, nonostante ci stesse sperando da giorni.
Ad aggiungersi alle preoccupazioni del riccio, c’erano le immagini di Emily e Louis. Harry li aveva visti parecchie volte, nell’ultima settimana, insieme nei corridoi. Li aveva visti parlare in ogni loro momento libero, durante gli intervalli e durante i cambi d’ora. Li aveva visti abbracciati più spesso di quanto lui avrebbe voluto e, nonostante se ne vergognasse profondamente, li aveva seguiti entrambi dopo scuola. Sapeva che Louis ed Emily erano molto amici, ma Harry si era intristito vedendo la sua ragazza trascinare, dentro casa sua, Louis in un modo che non aveva mai fatto nemmeno con lui.
Harry allentò il nodo della cravatta, si sentì soffocare ma non sapeva esattamente se fossero le sue preoccupazioni a fargli mancare il fiato o la cravatta, forse troppo stretta. Era sempre riuscito a tenere tutto sotto controllo, odiava che qualcosa potesse andare storto, ma nelle ultime settimane, oltre ad avere diversi impegni scolastici, aveva iniziato a soffrire di insonnia. Rimaneva ore ed ore sveglio la notte a pensare a come poter migliorare la sua situazione, a come poter parlare dei suoi problemi ad Emily senza creare troppi disastri e, soprattutto, rimaneva ore a chiedersi perché aveva deciso di non parlarne con nessuno dei suoi amici. Sapeva che di loro si sarebbe potuto fidare ciecamente, ma questa volta le cose erano diverse e loro l’avrebbero reso solo più stressato e ansioso con i loro consigli, che in altre situazioni si erano rivelati molto utili.
Harry si rimise la giaccia del suo completo, del quale andava molto fiero, scosse velocemente i capelli, li sistemò e iniziò a dirigersi verso casa chiedendosi perché dovesse sentirsi così triste, solo, spaventato ed insicuro proprio il giorno del suo compleanno.







«Louis, muoviti».
«Sto arrivando».
«Stai arrivando troppo lentamente, cazzo», disse Emily a gran voce.
«Stai calma, andrà tutto bene», disse il ragazzo dagli occhi azzurri, cercando di tranquillizzare l’amica.
«Non andrà tutto bene se non ci muoviamo», disse Emily.
«Perché ti agiti tanto?», chiese il ragazzo. «Emily, non ti fa bene».
«Tommo, taci e aiutami», disse Emily lanciando un sacchetto di palloncini in faccia a Louis che successivamente guardò la ragazza stupito. «Scusami, ma muoviti», disse infine Emily.
I due amici stavano organizzando una festa a sorpresa, con tanto di palloncini e cartelloni di buon compleanno. Il festeggiato era Harry, per questo Emily era così agitata.
Una settimana prima aveva telefonato a Gemma e aveva cercato di organizzare con lei una piccola festa. La sorella del riccio le aveva permesso di organizzare il tutto a casa loro e, col fatto che Harry sarebbe stato impegnato per qualche ora quel pomeriggio, Gemma aveva prestato ad Emily il mazzo di riserva delle chiavi di casa Styles. Emily si era portata dietro Louis con cui, da circa una settimana, stava organizzando il tutto.
Gli ultimi sette giorni li avevano trascorsi insieme, sia per organizzare la festa di Harry sia per “recuperare il tempo rubato dal riccio” ai due migliori amici. Era da un po’ di tempo che Emily e Louis non parlavano ed entrambi ne avevano parecchio bisogno.
Emily scoprì che Louis si era innamorato di una ragazza più piccola di lui e che pensava seriamente di chiederle di uscire. Emily adorava trascorrere interi pomeriggi insieme a Louis, sentirlo parlare e raccontare le sue storie divertenti la rendeva felice e le ricordava i vecchi tempi e i numerosi casini che avevano combinato insieme anni prima.
Emily adorava il modo in cui Louis la stringeva a sé quando, seduti sul divano, guardavano i film insieme il venerdì sera; Emily adorava il modo in cui Louis la faceva sentire al sicuro e adorava il suo modo di fare e le battutine stupide che le raccontava in continuazione; Emily adorava Louis, era l’amico migliore che una ragazza potesse mai desiderare e, per fortuna, era il suo migliore amico.
«Emily, questi dove vanno?», chiese il ragazzo.
«Mettili lì», disse Emily indicando una colonna accanto alle scale che portavano al secondo piano.
«Dove sono finiti Liam e Niall?», chiese il ragazzo.
«È la stessa cosa che mi sto chiedendo io», disse Emily prendendo fiato dopo aver gonfiato un palloncino. «Avevano detto che andavano a prendere le bibite, ma secondo me Niall si sta mangiando tutto il supermercato».
«E Zayn?».
«Zayn è con Amelia, sono usciti a pranzo insieme», rispose la ragazza.
«Che teneri, un’altra dolce coppietta», disse Louis in falsetto.
«Te l’ho mai detto che sei un idiota?», chiese ironica Emily.
«Certo certo. E tra te e Styles come vanno le cose?».
«Tomlinson, continua a gonfiare i palloncini altrimenti ti ficco la pompetta su per il culo», disse Emily.
«È inutile che cerchi di cambiare discorso», fece Louis togliendo dalle mani della ragazza il palloncino che stava gonfiando.
«Louis, ridammelo. Harry arriverà tra poco», fece Emily.
«Se non sbaglio dovreste aver fatto un mese di recente».
«Chi sei, mia madre?».
«No, sono il tuo migliore amico e voglio sapere come vanno le cose tra te e quello scassa palle di Styles», disse Louis con tono severo.
«Perché dobbiamo parlare di queste cose?», fece Emily.
«Perché non voglio che ci siano altri casini tra di voi. E perché ho visto Harry un po’ triste in questi ultimi giorni», disse Louis obbligando Emily a sedersi sui gradini delle scale.
«Non è successo niente, va tutto…bene, credo», disse Emily con un po’ di indecisione.
«Sei sicura?».
«Certo. Ora preferisci aiutarmi a gonfiare i palloncini o preferisci parlare della mia vita sentimentale?», chiese Emily che voleva trascorrere un po’ di tempo col suo migliore amico senza parlare del suo ragazzo.
Appena Emily si alzò in piedi, Louis la afferrò per i fianchi, la sollevò da terra e cominciò a portarla in giro per tutta la casa come se fosse un sacco di patate. Appena Emily sentì di nuovo la terra sotto i piedi, iniziò a picchiare Louis con i palloncini che avevano gonfiato durante tutto il pomeriggio. Emily perse quasi l’udito dopo che il ragazzo le scoppiò tre palloncini ad un centimetro dalle sue orecchie.
Terminata la lotta, i due ragazzi dovettero rigonfiare almeno una decina di palloncini e dovettero risistemare il salotto. Per loro fortuna, in quel momento arrivarono Zayn, Amelia e Beth, incontrata per strada. La coppietta si era ricordata di passare a ritirare la torta di compleanno per Harry e Beth aveva comprato altri pacchetti di patatine sapendo che il suo ragazzo ne avrebbe lasciate ben poche agli altri invitati. Grazie all’aiuto di Beth ed Amelia, Emily riuscì a gonfiare tutti i palloncini che aveva comprato e che ora ricoprivano quasi completamente l’intero pavimento del salotto.
Erano ormai le cinque del pomeriggio e fuori iniziava a farsi buio. Emily si stava prendendo una pausa sul divano, dopo aver usato quasi tutto il suo fiato per gonfiare i palloncini. Appena sentì vibrare la tasca dei suoi pantaloni, tirò fuori il telefono. Fece un sorriso leggendo il mittente del messaggio, sorriso che diventò ancora più grande dopo aver letto il testo dell’sms.
«Oh, ti voglio bene. Oddio, ma che dolce», fece Louis, nuovamente in falsetto, prendendo in giro il messaggio del riccio.
«Louis, piantala. Lui almeno è dolce e non mi manda i messaggi stupidi che mi mandi tu», rispose la ragazza.
«Zayn, posso iniziare a mandarti dei messaggini dolci?», chiese Louis al moro facendo lo stupido.
«Ma certo tesoro», rispose il moro portando la conversazioni a livelli decisamente bassi.
«Io però non ti do il permesso», fece Amelia rimproverando il ragazzo dagli occhi azzurri e scatenando la risata dei presenti.
Poco dopo, il campanello di casa Styles suonò e tutti rimasero paralizzati pensando potesse essere già Harry. Fecero un sospiro di sollievo quando, aperta la porta, si trovarono davanti Liam e Niall con due buste piene di bibite. Emily li rimproverò per aver fatto tardi e successivamente li aiutò a mettere le bibite in frigo.
«Harry dovrebbe arrivare a momenti», fece Liam chiudendo il frigo pieno di bibite.
«Come?», fece Emily in preda al panico.
«L’abbiamo visto a due isolati da qui mentre eravamo in macchina», disse Niall con già alcune patatine in bocca.
«Quando pensavi di dirmelo? Quando sarebbe stato ad un passo dalla porta?», fece Emily rimproverando nuovamente il biondo.
Velocemente, la ragazza si avvicinò alla porta e, senza farsi vedere, sbirciò dalla finestra sperando di intravvedere il riccio da qualche parte. Appena lo vide dall’altra parte della strada, corse in cucina, spense tutte le luci e disse a tutti i ragazzi di prepararsi perché il festeggiato stava arrivando.
Pochi minuti dopo sentirono le chiavi di Harry inserirsi all’interno della serratura e tutti quanti fecero un respiro profondo, pronti per assalire il festeggiato. Appena Harry si chiuse la porta alle spalle e accese la luce dell’ingresso, ci fu un enorme boato che per poco ad Harry venne un infarto. Sul viso triste del riccio comparve immediatamente un enorme sorriso. Un secondo dopo le braccia di Emily avvolsero il collo di Harry e le sue labbra si posarono su quelle del ragazzo.
«Buon compleanno Harry».







«Diamine, Louis. Muoviti siamo in ritardo», disse Emily già fuori da casa sua aspettando, con le chiavi in mano, il ragazzo e trattenendosi dal chiuderlo all’interno.
«Eccomi eccomi».
«Dio, Louis. Devi lavorare sulla puntualità», disse Emily facendo girare velocemente le chiavi all’interno della serratura.
I due ragazzi iniziarono ad incamminarsi, Louis che cercava di tenere il passo di Emily mentre lei non sembrava intenzionata a rallentare. Era passato qualche giorno dal compleanno di Harry e, nonostante fosse più grande di un anno, non sembrava essere cambiato di una virgola. Ma forse Louis era peggio Harry. Quella sera il ragazzo dagli occhi azzurri aveva passato la notte da Emily, la ragazza non aveva mai riso così tanto in vita sua. Louis le aveva detto più volte che dovevano recuperare il tempo perso e sembrava, così come aveva detto Louis stesso, che Harry li stesse allontanando.
«Ancora con questa storia?».
«Avanti Emily, ammettilo. Iniziata la scuola quando tu ed Harry ancora vi odiavate, noi due passavamo molto più tempo insieme».
«Sei geloso?», fece la ragazza.
«Certo, non ti sembra ovvio? Abbiamo perso parecchi anni e volevo, in qualche modo, provare a recuperarli anche se ora sarà molto più difficile».
«Louis, noi due saremo sempre migliori amici. Harry non cambierà mai il rapporto che c’è tra di noi. Te lo prometto», disse Emily fermandosi e guardando il ragazzo negli occhi.
«Sei sicura?».
«Certo».
«Questo era quello che volevo sentirmi dire», fece Louis avvolgendo le spalle di Emily con un braccio e iniziando nuovamente a camminare.
Emily rimase un po’ perplessa, non pensava che Louis potesse preoccuparsi così tanto del loro rapporto di amicizia e non riusciva a credere che potesse aver paura che Harry distruggesse tutto. Ma, in fondo, anche Emily avrebbe desiderato recuperare tutto il tempo perso: fermare il tempo, tornare indietro e divertirsi eliminando qualsiasi preoccupazione.
«Comunque, non mi piace che tu trascorra quasi tutti i tuoi pomeriggi a casa di Harry».
«Perché? Cosa c’è di male?», chiese Emily sorridendo.
«Quel ragazzo non mi piace».
«Ma è il tuo migliore amico», disse Emily scoppiando a ridere. «Tu hai dei seri problemi», concluse Emily suonando il campanello di casa Styles.
Appena la porta si aprì, Louis salutò Anne e lasciò Emily da Harry incamminandosi verso casa sua pensieroso: il riccio gli aveva finalmente raccontato una delle grandi preoccupazioni che lo tormentavano e Louis stesso non sapeva come aiutare al meglio l’amico. Lui avrebbe mantenuto il segreto ma Harry doveva parlare con Emily al più presto prima di complicare le cose più del dovuto.
Emily si diresse in cucina dove trovò Gemma impegnata a sfornare dei meravigliosi muffin fatti qualche ora prima con la madre. L’odore di cioccolato e nocciole riempiva tutta la casa ed Emily aveva sempre perso la battaglia con quei dolci tanto che, rischiando di ustionarsi le dita, ne prese uno dalla teglia con il consenso delle cuoche. Appena addentato, sentì il cioccolato sciogliersi delicatamente in bocca e subito il croccante delle nocciole fargli da contrasto. Ad interrompere Emily dal suo momento di paradiso fu Anne ricordandole che Harry la stava aspettando al piano di sopra. Dopo essersi complimentata con le cuoche, la ragazza sparì su per le scale.
«Harry, posso entrare?», chiese da dietro la porta e bussando leggermente.
Appena ricevette una risposta, Emily aprì la porta e, con suo enorme piacere, trovò la stanza del fidanzato più ordinata del solito. Probabilmente Anne aveva costretto il figlio disordinato a riordinare la sua camera e l’armadio.
«Che stai facendo?», chiese Emily vedendo il ragazzo quasi completamente dentro l’armadio.
«Sto mettendo a posto…Eccola», urlò Harry riemergendo dal vortice di vestiti.
Emily sorrise vedendo il ragazzo felice di aver ritrovato una delle sue maglie preferite. Le aveva fatto una testa enorme dicendo che forse aveva perso nello spogliatoio della scuola quella t-shirt ed Emily non avrebbe resistito un giorno di più a sentire Harry lamentarsi.
«Vuoi una mano?», chiese la ragazza.
«Davvero mi aiuteresti?», fece il riccio con tono disperato.
«Certo», rispose sorridendo Emily. «Ma non mangiare il mio muffin».
«Solo un morso, questi sono i miei preferiti», la implorò il riccio.
Emily fu costretta a cedere, come al solito, allo sguardo da cucciolo che Harry sfoderava ogni volta. Emily notò con piacere che l’armadio di Harry non era così disordinato come le era sembrato ad una prima occhiata, tutto ciò che doveva fare era mettere in ordine i capi puliti stirati qualche ora prima da Anne. Emily pensò che quella fosse un’altra cosa da aggiungere alla lista di ciò che gli uomini non sono in grado di fare senza l’aiuto di una donna.
«Cosa posso fare per ringraziarti?», fece Harry avvolgendo, con entrambe le braccia, i fianchi della ragazza e schioccandole un leggero bacio sulla guancia destra.
«Non mangiare il mio muffin», disse la ragazza posando le sue labbra su quelle del riccio. «E prestarmi questa felpa», concluse Emily con un sorriso enorme stampato sul viso.
«Va bene», fece Harry trovandosi, in un secondo, le labbra della ragazza sulle sue. «Quando ti ho chiesto di venire qui, non avevo intenzione di farti riorninare il mio armadio», disse Harry.
«Non preoccuparti», sorrise Emily tentando di incontrare le labbra del riccio, senza successo. Il ragazzo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare ed iniziò a rispondere al messaggio appena ricevuto allontanandosi da Emily.
La ragazza, non ricevendo il bacio desiderato, prese la terza pila di magliette e la ripose all’interno dell’armadio; successivamente sistemò alcune camicie che Harry aveva appeso in modo disordinato. Con la coda dell’occhio, Emily osservava il ragazzo seduto sul letto che continuava a rispondere ad ogni messaggio.
«Si può sapere a chi stai scrivendo?», chiese sorridendo Emily sfilandosi il golf e mettendosi la felpa chiesta in prestito ad Harry poco prima.
«Un amico», rispose distratto il ragazzo.
Emily annuì silenziosamente piegando il suo golf e riponendolo all’interno della sua borsa. Dopo aver sistemato tutti i vestiti del riccio, Emily chiuse entrambe le ante dell’armadio e vi si appoggiò con la schiena. La ragazza cominciò ad osservare le pareti tappezzate da centinaia di foto: ce n’erano alcune di Harry e Anne, alcune con Gemma, altre con Louis e gli altri ragazzi. Sorrise vedendo una foto di loro due insieme, la foto preferita di Emily. Ad incorniciare il tutto, c’erano alcuni riconoscimenti sportivi che Harry aveva sistemato su una mensola sopra la sua scrivania, piena di libri, fogli e penne ovunque, segno che qualche ora prima il riccio aveva fatto i compiti. Emily spostò lo sguardo dalla scrivania ad Harry, ancora attaccato al suo iPhone. La ragazza alzò gli occhi al cielo, infastidita.
«Harry», disse con tono sconsolato.
«Scusami, Emily», disse il ragazzo alzandosi dal letto e riponendo il telefono in tasca. Poco dopo si avvicinò ad Emily e, con una mano, avvicinò il viso di lei al suo, schioccandole un leggero bacio sulle labbra morbide. «Grazie», disse dopo il bacio.
Emily posò un braccio sulle spalle del riccio e lo avvicinò a sé sorridendo. Le labbra di Harry si posarono nuovamente su quelle di Emily. Il bacio fu presto interrotto da Harry, che si scostò dalla ragazza e tirò nuovamente fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni. Appena aprì il messaggio per leggerlo, Emily sfilò il telefono dalle mani del ragazzo.
«Fammi vedere chi ti scrive», fece la ragazza sorridendo.
«No, Emily», disse Harry cercando di riprendersi il cellulare.
Il sorriso che si era impossessato del viso di Emily si spense appena la ragazza lesse il messaggio e il mittente di esso.
«Faccio andare via velocemente Emily e poi usciamo», lesse la ragazza mentre i suoi occhi iniziavano a riempirsi di lacrime. «Esci con Ashley?», domandò infine la ragazza.
«No, Emily. Non è come sembra», cercò di spiegarsi il ragazzo.
«Da quanto tempo uscite insieme? Da quanto va avanti questa storia?», fece Emily scorrendo i messaggi ricevuti dal ragazzo. «Andate avanti così da un mese?».
«Emily», disse sconsolato il riccio.
«Sapevo che c’era qualcosa che non andava», fece la ragazza prendendo la sua borsa e dirigendosi verso la porta mentre alcune lacrime cominciavano a scorrere sulle sue guance.
«Emily, dove vai?».
«Me ne vado, non ti sembra ovvio?», fece la ragazza.
«Aspetta».
«No, Harry. E non provare a seguirmi, non voglio portarti all’ospedale un’altra volta».
Appena Emily si chiuse la porta alle spalle, Harry lanciò sul letto il suo telefono e si appoggiò alla porta della sua camera. Aveva combinato un altro casino e lo sapeva benissimo: questa volta sarebbe stato più difficile dare spiegazioni ad Emily tralasciando alcuni particolari.












Eccomi qua, sono tornata (:
Non riuscirete a liberarmi tanto facilmente della mia ff muahahahah :D
Prima di tutto, vi chiedo UMILMENTE PERDONO per avervi fatto aspettare così tanto per questo capito. Spero solo che non vi siate stufate di aspettare e mi abbiate abbandonata D: Probabilmente, dopo tutto questo tempo, vi aspettavate un capitolo migliore D: mi dispiace, speravo con più tempo di sfornare qualcosa di meglio.
Alcune di voi mi hanno detto che avrebbero voluto vedere più momenti Lemily (?) e in questo capitolo mi sono impegnata per far comparire un po' di più Louis. Nei prossimi ci sarà ancora, ma non voglio dirvi nulla. Spero solo che la mia ff vi piaccia ancora, ho spesso paura che non vi attiri (?) più come prima (: spero solo di non deludere le vostre aspettative (:
Ancora una cosa (: Lo so, riesco sempre a far litigare Emily ed Harry ma la mia idea iniziale (se non si era capito) era quella di una storia complicata. Poi io sono sempre triste quindi forse sono portata più per scrivere cose deprimenti (: Io credo che le ff che sono sempre tutte rose e fiori dopo un po' possano sembrare quasi finte (forse anche la mia ff)
Va bene, mi sto facendo troppo problemi (:
Ditemi che ne pensate del capitolo, di Emily, di Harry, di Louis e, se avete sentito la premiere di Take Me Home, parlatemi dell'album :D
Spero di vedere anche qualche recensione, mi fa sempre piacere leggere ciò che scrivete e mi stimola a migliorarmi e a scrivere :D
Un bacio, Elisa
P.S. seguitemi su twitter se volete, sono @harryslies (:
RINGRAZIO IMMENSAMENTE TUTTI COLORO CHE SEGUONO LA MIA STORIA O L'HANNO INSERITA TRA LE PREFERITE/RICORDATE :')
P.P.S. forse il capitolo è un po' lungo?! ahahahahahah mi sono lasciata catturare dall'ispirazione :D
  
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