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Autore: Tilly_moonlight    10/11/2012    1 recensioni
Amy ha diciotto anni e un passato difficile alle spalle. Spinta dalla madre a passare un anno in un centro di riabilitazione per i suoi problemi con il cibo si troverà spesso a sentirsi sola e spaventata, ma con l'aiuto delle sue amiche pazzerelle affronterà i suoi problemi giorno per giorno. Se poi ad aiutarla ci sono cinque ragazzi speciali come lei che arrivano come regalo di Natale ma che non si scolleranno da lei facilmente...beh ci sarà da divertirsi!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ho freddo!- entra Kitty urlando nella stanza e aprendo l’armadio. La guardo stranita ma lei sembra non farci caso. – Ma che ti prende bionda? Hai addosso sedici maglie e tredici sciarpe!- la prendo in giro io chiudendo la mia rivista e posandola sul letto sfatto. – Dio Amy! Sai che giorno è oggi o il tuo cervello e completamente andato data la notevole quantità di muffa?- dice girandosi verso di me con in mano almeno venti maglioni di tutti i colori. – Ha-ha! Come sei spiritosa! Oggi è lunedì e ti vengono a trovare i tuoi fratelli. E quindi?- chiedo mentre l’aiuto a ripiegare i maglioni. – Quindi voglio rendermi presentabile e tutte le cose carine che ho sono troppo leggere per questo tempo di merda! Che palle dovrebbero abolire le stagioni fredde!- grida afferrando dalle mie mani un maglioncino orrendo color…vomito, sì, non ci sono altri colori per descriverlo! – Stai delirando…non vorrai mettere quello? Sembra che un opossum ti abbia appena vomitato addosso! Già che ci stai perché non ti metti quell’ orrido pantalone marrone?- dico trattenendo a stento le risate. – E dai! Uffa tu mi prendi sempre in giro, Amy! Vorrà dire che indosserò una delle tue fichissime felpe…tipo quella blu con la bandiera americana! Sì quella ti prego, ti prego, ti prego…- “Dio quando fa così sembra una poppante! Grrr!”.
Dopo mezz’ora di delirio la mia simpatica amica scende nel salotto per aspettare i suoi due fratelli gemelli di ventitré anni. Li ho sempre ritenuti antipatici perché fanno troppo gli intelligentoni e mi danno l’impressione di essere un po’ snob, quindi decido di rimanere in camera mia e ignorare le occhiatacce di Kitty, che invece avrebbe voluto che scendessi.
Prendo dal comodino l’ mp3 della mia compagna e infilo le cuffie nelle orecchie. Dopo cinque secondi sbuffo. Come immaginavo è pieno di canzoni dei One Direction. Mi butto sul letto perché sono stanca, stanotte non ho dormito molto. “Può darsi che queste lagne mi facciano prendere sonno” penso chiudendo gli occhi. Malgrado le mie intenzioni però mi ritrovo ad ascoltare le parole di Moments, canzone ascoltata tremila volte per colpa di Kitty e Bonnie, ma a cui non avevo mai prestato molta attenzione. Sento gli occhi che mi pungono, così li apro e cominciano a lacrimare. “Ma che cazzo mi prende?”. Mi asciugo in fretta quelle poche lacrime che mi hanno inumidito le guance e scoppio a ridere come una cretina. –Ma vaffanculo Kitty!- dico levandomi le cuffiette e spegnendo una volta per tutte quel maledetto mp3, decisa a non toccarlo più nemmeno per sbaglio. Ancora sconvolta per quello che mi è appena successo, busso alla porta dell’ unica persona sana dell’istituto: Sarah. Lei è qui per i miei stessi motivi e anche se non ci parliamo spesso, sappiamo di esserci l’una per l’altra. Mi apre poco dopo con una limetta in mano. Dimenticavo di dire, infatti, che è una maniaca delle unghie. Se le lima ogni due giorni e cambia colore di smalto tutti i giorni, eccetto quando ha la luna storta. –Ciao bambolina!- mi saluta con il nomignolo che mi ha affibbiato dopo avermi vista pettinare i capelli ad una bambola. In mia difesa posso dire che la bambola era della figlia di Caroline, la nostra cuoca. Viene qui ogni lunedì e gioco sempre con lei perché è semplicemente fantastica e nonostante abbia sette anni, sembra capire le persone più di molti adulti. Sarah mi fa accomodare su una sedia e senza nemmeno chiedermi il permesso comincia a levarmi il mio smalto nero, da lei messo appena un giorno fa. –Oggi sei andata a parlare con Schizzo?- mi chiede scartando una gigomma fucsia come le sue unghie e porgendomene una a me. – No, è ad una conferenza su non so cosa fatta da non so chi- dico facendo un palloncino con la gomma. – Ah, più chiara di così si muore!- dice facendo risuonare la sua risata cristallina in tutta la stanza. Mentre mi sta mettendo uno smalto blu chiaro, mi fa una domanda un po’ strana. – Stanotte hai dormito?- penso che lo ha capito dal mio aspetto che ho dormito poco, ma poco dopo, vedendomi perplessa, aggiunge: - Neanche io ho dormito e di solito quando non riesco a dormire neanche tu ci riesci, è strano ma è così-. Sinceramente non ci ho mai fatto caso e infatti mi limito a scrollare le spalle stupita. –Io volevo dormire, ma non puoi capire che mi è successo! Mi sono messa le cuffie alle orecchie ed è partita una canzone dei One Direction-
-Oh signore…Kitty?- mi chiede e io annuisco. – Ma la cosa più assurda è che credo di essermi emozionata nel sentirla. Kitty sta avendo brutte conseguenze su di me…devo parlarne a Schizzo!- scoppiamo a ridere tutt’e due. – Meno male che a Natale non potrò vederli- subito dopo aver pronunciato queste parole spalanca gli occhi e si porta una mano alla bocca, ma ormai la frase l’ho sentita. –In che senso, scusa?- chiedo leggermente allarmata. Lei sospira e mi sorride dolcemente. – Scusa. Non volevo dirtelo così, ma tra due settimane mi dimettono-. È incredibile come la sensazione con cui ti svegli certe mattine, quella che ti fa pensare che sarà una giornata di merda, a volte si trasformi in realtà. Adesso sì che mi viene da piangere e non perché sto ascoltando una stupida canzoncina smielata. Sento i miei occhi inumidirsi. Devo uscire dalla sua stanza perché non voglio piangere davanti a nessuno, tantomeno lei, che ho sempre visto come una sorella maggiore. – Bambolina…mi dispiace!- non la ascolto più. Apro la porta della sua stanza e corro nella mia, quando ormai le lacrime stanno rigando il mio viso. Mi sporco anche con lo smalto che non era ancora asciugato, ma non me ne importa niente. Senza pensarci più di un minuto, riprendo l’mp3 di Kitty e rimetto quelle canzoni perché so che, ahimè, mi saranno d’aiuto. Metto il volume al massimo e poi finalmente mi lascio andare in un pianto liberatorio. Sento di piangere non solo per Sarah, ma anche per i miei problemi: la mia adolescenza orrenda, la mia famiglia, il divorzio dei miei genitori e la mancanza terribile di mio fratello e del suo odore di casa. L’ultima volta che ho pianto è stato quando mia madre mi ha detto che avrei dovuto passare un anno qui e nemmeno allora mi sono sentita così svuotata.
Senza accorgermene scivolo nel più profondo dei sogni, con ancora la voce di quei cinque ragazzi così assurdi.
 
  *   *   *  
Sono su una spiaggia deserta, quando sento qualcuno chiamarmi in lontananza. “Che cazzo vuoi, sto così bene qui!” . – Si come no! Muoviti che dobbiamo scendere in mensa. Hai già saltato la cena ieri, Caroline non ti farà saltare anche la colazione!-. Questa voce squillante mi fa scattare a sedere. “Cavolo era solo un sogno! Ma questa non può farsi i cazzi suoi ogni tanto?”. – Buongiorno dormigliona! Erano belle le mie canzoni?-. Guardo la mia coperta e come immaginavo sopra c’è ancora il suo mp3. – Mmh…facevano così schifo che mi hanno fatto addormentare!- mento, nascondendo la mia faccia con le mani, con la scusa si stropicciarmi gli occhi. Mi lascio andare ad un sonoro respiro e poi i ricordi tornano a galla, ma per fortuna Kitty non mi da nemmeno il tempo d pensare perché mi trascina fuori dal letto e mi fa praticamente vestire, sciacquare il viso e pettinare contemporaneamente. –Cos’è questa fretta?- le domando con lo spazzolino in bocca. –Oggi dopo la colazione faremo l’albero di Natale e inizieremo ad organizzare i giochi da fare, i tavoli e dei cartelloni per i ragazzi!- dice tutta elettrizzata saltellando e ridendo. – Non avevano detto che la droga era proibita qui dentro?- dico annoiata. – Che?- dice inarcando le sopracciglia e arricciando il naso. – Niente, lascia perdere!-.
 
Mentre scendiamo le scale Bonnie arriva alle nostre spalle e mi afferra un braccio, schioccandomi un bacio sulla guancia. Sarah non c’è ancora, o forse ha già mangiato. Fatto sta che oggi non mi va di vederla.
-Allora?- mi chiede Bonnie mentre siamo a tavola. – Allora che?-
- Hai davvero dormito ascoltando i cinque angeli?- “Dio, volete scriverlo sui giornali?”. –Sì e allora? Non è ‘sta gran cosa! Certo che non vi capisco proprio a voi!- mi lamento afferrando il succo di frutta e versandomelo nel bicchiere. – Scommetto che ti sono piaciute così tanto che ti hanno fatta commuovere!- esclama ridendo. Sbarro gli occhi e il succo mi va di traverso facendomi tossire. “Merda!. Le due pazze ridono ancora di più e si danno il cinque. – Io non piango- mento spudoratamente- e se lo avessi davvero fatto sarebbe stata una reazione di disperazione causata dai lamenti delle cagne in calore che vi ostinate a chiamare “incitazioni per i propri idoli”- dico fiera della mia diplomazia che di fatti lascia a bocca aperta le due ragazze che mi stanno di fronte. Sorrido sotto i baffi e continuo a fare colazione come se niente fosse. Una volta finita la colazione, mi vergogno solo a pensarlo, mi viene voglia di andare a riprendere quel dannatissimo mp3, ma per fortuna l’ho completamente scaricato la sera prima, quindi ho un buon motivo per mettere a tacere la mia mente malata.
-Si fa l’albero!- urlano le ragazze una volta arrivate in salone. – Ole!- è il mio commento sarcastico. Perché ho l’impressione che sarà un’altra giornata di merda? Mah…sarò diventata veggente!
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ZAO A TUTTE!!!
Ci ho messo un’ eternità ad aggiornare, ma ce l’ho fatta!!!!
Dunque…Amy si sta Directionizzando(?)???? Forse, chi può dirlo! Beh, in effetti io potrei dirvelo ma sono dettagli c: . Nel prossimo capitolo spiegherò un po’ meglio la storia di Amy e descriverò il momento in cui addobbano il centro AND nel quarto ci saranno le carote. Gli ortaggi o i ragazzi? Vedremo *risata malefica*. Se vi va lasciate un commentino J. Baci carotosi a chi passa di qui 8).
Xoxo Tilly.

  
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