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Autore: Zomi    10/11/2012    8 recensioni
Aveva appena mosso un passo al di fuori della porta, quando sentì un tonfo secco provenire dalla porta d’ingresso del sotto coperta Si affacciò sul corridoio davanti alla cucina, fissando Zoro incamminarsi su per la rampa di scale che collegava la zona notte alle altre stanze comuni del sotto coperta.
In braccio, teneramente addormentata tra i suoi muscolosi arti, il capo posato sulla spalla destra dello spadaccino e il busto addossato al suo torace, dormiva Nami.
Il biondo sgranò gli occhi, fissando i due avanzare sugli scalini, sentendo la rabbia ribollirgli nelle vene. Un fuoco fatuo s’impossessò del corpo del cuoco, che con un balzo si lanciò verso il Marimo, bloccandogli la strada sulla cima delle scale.
-CHE CAVOLO STAI FACENDO?!?-
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BUONANOTTE (?!?)

 

 
Bagnò le mattonelle della cucina con lo straccio, rendendole lucide come specchi.
Posò il manico accanto al muro, tirando una boccata di tabacco dalla sigaretta, liberando una densa nuvoletta grigia nell’aria notturna.
-Ah… sono a pezzi…- si massaggiò il collo Sanji, riponendo nello sgabuzzino scopa e straccio, con cui aveva riordinato la cucina dopo cena.
Erano ormeggiati al porto di una piccola isola tranquilla, e tutti si erano rilassati nel pomeriggio passeggiando nel piccolo sobborgo del paese, dove alcuni dei suoi Nakama avevano deciso di tornare dopo il pasto serale per una camminata al chiaro di luna, con la dolce brezza serale a rinfrescarli.
Lui aveva deciso di sfruttare l’assenza totale d’uragani a due gambe, alias Rufy, Franky e Zoro, sulla nave per sistemare la cucina, suo regno e impero. Certo, il pensiero che le sue adorate Dee erano in balia di quelli imbecilli dei suoi compagni, indifese da ogni brutto ceffo che avrebbe potuto importunarle, e di certo disperate per la sua assenza, lo aveva tormentato in quelle ore serali, ma si era detto che avrebbe saputo farsi perdonare dalle sue crostatine il giorno dopo, con una superba colazione.
Tirò un’altra boccata di fumo, allentandosi il nodo della cravatta alla gola, mentre usciva dalla cucina dirigendosi in sala comune, dove si sarebbe spaparanzato su un divano a riposare.
Aveva appena mosso un passo al di fuori della porta, quando sentì un tonfo secco provenire dalla porta d’ingresso del sotto coperta Si affacciò sul corridoio davanti alla cucina, fissando Zoro incamminarsi su per la rampa di scale che collegava la zona notte alle altre stanze comuni del sotto coperta.
In braccio, teneramente addormentata tra i suoi muscolosi arti, il capo posato sulla spalla destra dello spadaccino e il busto addossato al suo torace, dormiva Nami.
Il biondo sgranò gli occhi, fissando i due avanzare sugli scalini, sentendo la rabbia ribollirgli nelle vene. Un fuoco fatuo s’impossessò del corpo del cuoco, che con un balzo si lanciò verso il Marimo, bloccandogli la strada sulla cima delle scale.
-CHE CAVOLO STAI FACENDO?!?- ringhiò idrofobo, con gli occhi sbiancati e i denti affilati che sporgevano dalle sue labbra –PER QUALE MOTIVO IDIOTA LA MIA DOLCE SIRENA È TRA LE TUE BRACCIA?!?-
Zoro ringhiò alzando un labbro, incenerendo con lo sguardo il biondo casanova.
-Chiudi il becco, sopracciglio a rotolo di carta igienica… rischi di svegliarla…- lo ammonì secco.
-COME CHIUDI IL BECCO?!? NON T’AZZARDARE SAI!!! PERCHÈ CAVOLO LA MIA DEA È TRA LE TUE BRACCIA?!?!??! PRETENDO UNA RISPOSTA!!!!- si sgolò Sanji, brandendo un piede come minaccia.
Lo spadaccino smosse le spalle, stringendo al petto il corpo della navigatrice con maggior forza. Ringhiò ancora, socchiudendo l’occhio sano.
-Ti ho detto di smetterla di gridare…- sbottò sottovoce -… la mocciosa si è addormentata sulla riva della spiaggia, mentre stavamo parlando, e io l’ho raccolta per portarla a letto…-
Subito nella mente del cuoco, l’immagine della sua bella cartografa e del maledetto Marimo seduti assieme, sulla candida sabbia dell’isola, vicini vicini, a parlare sommessamente tra loro, soli soletti, sotto il chiaro di luna che illuminava come diamanti la pelle diafana della rossa, avvampò come fuoco, bruciandogli le sinapsi.
-TU E LEI, DA SOLI?!? E DOV’ERANO GLI ALTRI?!?-
-Ti avverto cuoco dei miei stivali: grida ancora e ti affetto…- minacciò il samurai, stringendo le gambe di Nami al torace -… e poi gli altri sono andati fino al paese… noi due abbiamo preferito starcene sulla spiaggia…-
-DA SOLI?!? E A FARE CHE?!? MARIMO DI MERDA, SE SOLI TI SEI AZZARADTO AD ALLUNGARE LE MANI, IO TI SCUOIO!!!-
Zoro grugnì sull’orlo della rabbia.
-Non oserei mai allungare le mani sulla mia mocciosa… e poi che abbiamo fatto non sono affari tuoi… - arrossì visibilmente.
-LA TUA MOCCIOSA?!? LURIDA ALGA MARINA, VOGLI DELLE RISPOSTE CHIARE!!! E COMUNQUE SAPPI CHE TI AMMAZZO!!! IO TI SPENNO, CON TE FACCIO IL BRODO DI VERZA DOMANI, IO TI…-
Un leggero mugugnare lo zittì.
Nami, stretta nelle braccia del verde, si stava rigirando nel sonno, disturbata dall’urlare isterico del cuoco. Con movimenti lenti e appesantiti dalla stanchezza, si stiracchiò ad occhi chiusi, portando le braccia attorno al collo di Zoro, a cui si aggrappò con forza, infossando il viso dolcemente addormentato contro la gola calda del ragazzo. Strusciò, gemendo appena, la fronte contro la pelle bronzea del giovane, nel mutismo più assoluto dei due pirati.
-Mmhhh… Zoro…- mugugnò, prima di allungarsi e baciare, sicura di se, le dolci labbra del verde.
Sanji divenne una statua di sale. La cicca gli cadde dalle labbra, scivolando sull'orlo dei suoi pantaloni scuri, mentre vedeva di fronte a se il Marmo baciare passionale, ed esperto per giunta, la sua Dea ramata, che ricambiava animata il gesto.
-… andiamo a letto, amore…- aggiunse la navigatrice, accoccolandosi contro il petto dello spadaccino, che ghignò soddisfatto verso il biondo e la sua aria da fine del mondo.
-Bhè… volevi delle risposte chiare, no? Eccotele: io e Nami stiamo insieme…- affermò sogghignando, mentre lo superava con una falcata, dirigendosi verso la cabina della rossa.
–E ora se permetti metto a letto la MIA mocciosa…- continuò, aprendo con un colpo di tacco la porta della cabina della cartografa.
Si voltò verso il cuoco, dando le spalle alla soglia e aprendola spingendola con la schiena, mentre ghignava vittorioso stringendosi al petto Nami, e baciandole le tempie dolcemente.
-Buonanotte, damerino…- sogghignò, maligno, prima di addentarsi nel buio della cabina, e scomparirvi all’interno con la rossa addormentata.
Il cuoco non rispose, restando ammutolito e paralizzato sulla rampa di scale.
-N-nami… Ma-marimo… ba-bacio… le-letto…- balbettava, immobile sulle scale.
Di certo , il povero cuoco, non avrebbe preso sonno facilmente quella notte…
 
   
 
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