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Il paese dell’erba si
era velocemente svuotato con l’arrivo della pioggia.
Le lontane nuvole che
circondavano le montagne era giunte sopra i tetti delle case che ora venivano
percossi da acqua battente.
Il teatro era stato
messo al riparo dall’acqua, così come le sedie con vari teli che impedivano
ogni infiltrazione.
La squadra 3S, insieme
a Izuma, si erano chiusi in una casetta lì vicino, abitazione provvisoria
dell’uomo durante gli eventi del paese in quel periodo; il giorno dopo la fiera
sarebbe iniziata.
Era un’abitazione molto
semplice; al centro un tavolino posto davanti un tranquillo camino acceso. Le
sedie erano sufficienti per tutti ma Shino e Shikamaru preferirono restare
poggiati alle pareti.
Sakura e Izuma erano
seduti a ridosso del tavolo e vicino il focolare, entrambi in rigoroso
silenzio. Solo lo scoppiettio del fuoco interferiva con il frastuono della
pioggia sul soffitto.
- Allora signor
Momochi, vuole raccontarci la sua storia? - Si fece avanti Shikamaru, forse
spazientito per il silenzio. L’uomo però sembrava molto preoccupato per
qualcosa.
- Ho paura -. Ammise
tremante, quasi stesse per scoppiare a piangere di nuovo, ma Sakura cercò di
rincuorarlo.
- Non si preoccupi, non
permetteremo che le faccia del male.
- Non mi importa della
mia vita - ribatté, - ma di quella di mia figlia -.
- Sua figlia?
Izuma annuì appena, poi
continuò.
- Quel mostro… L’ha
rapita, e ha detto che l’avrebbe uccisa se non avrei fatto quel che dice.
- Che vigliacco! - Urlò
Sakura alzandosi di scatto e facendo cadere la sedia a terra. L’uomo le intimò
però di calmarsi e la ragazza si rimise a sedere.
- Voi capite che non
avevo scelta, e tutt’ora lei è nelle sue mani. Se scopre che Naruto è ancora
vivo la ucciderà -.
- Difficile che lo
venga a sapere -. Intervenne Shikamaru staccandosi dal muro -. - Se gli avete
detto di averlo fatto fuori e sua figlia è ancora viva, allora si è fidato
della vostra parola e non ha mandato nessuno a controllare -.
- Sono sicuro che non
abbia mandato nessuno. Si fida solo di se stesso -. Ma su questo punto
interferì Sakura.
- No, un momento, noi
quando siamo andati al comune abbiamo trovato un uomo con gli occhiali
chiaramente suo complice. Ha telefonato davanti a noi per avvertirlo della
nostra presenza -.
- Un uomo con gli
occhiali? Quello che sta al banco informazioni?
- Sì, esatto. Dalla sua
reazione sembra conoscerlo -. Chiese sospettosa Sakura, interessandosi come non
mai alla cosa.
- Certo che lo conosco,
lavora per il comune da quasi quindici anni! È impossibile che sia suo complice!
- Izuma sembrava particolarmente contrariato per quella insinuazione.
- Forse come con lei,
ha ricattato anche lui -. Ipotizzò Shino, ma Izuma scosse il capo.
- No, lui non ha
famiglia. Non capisco. Quello che mi dite mi sembra impossibile, ci ho parlato
così tanto con lui. È un amico.
- Non così amico come
credeva allora.
- Non so cosa pensare
-. Ammise tristemente Momochi.
Quella storia aveva
molte incoerenze che non trovavano armonia. C’erano dei quesiti senza risposta
e risposte senza le domande giuste.
- Come lo ha
conosciuto? - Se ne uscì improvvisamente Shikamaru come a voler sbloccare la
situazione. Comunque un po’ tutti volevano sapere come fosse andata.
Sakura si alzò, prese
un pezzo di legno e lo mise nel fuoco che scoppiettò più attivamente. Si rimise
a sedere.
- Un giorno, ero nel
paese della pioggia, a casa mia. Una sera, mandai mia figlia Ryou in una
bottega del legno a prendere delle parti che avevo ordinato, sapete per le mie
marionette. Due ore dopo non era ancora tornata e cominciavo a preoccuparmi, e
all’improvviso si presenta quel tipo
alla porta di casa mia. Indossava un impermeabile scuro sopra un abito elegante
e potete ben immaginare che brutta impressione mi fece. E così, com’era
arrivato, mi dice che aveva preso mia figlia. Io gli dico che è pazzo e lui mi
mostra il foulard blu con cui era uscita. A quel punto non avevo scelta se non
ubbidire a quel che diceva. Tutto questo è accaduto circa tre settimane fa -.
Nessuno fiatò. La
storia era alquanto strana e mancava un particolare essenziale che tirò fuori
Shikamaru.
- Perchè ha scelto
proprio lei? Tra milioni di persone poi.
- Non ne ho idea.
- Ma una ragione deve
esserci - intervenne Sakura voltandosi verso Shika che era tornato sulla
parete. Il ragazzo converse le braccia pensieroso.
- Probabilmente
troveremo la risposta una volta interrogato il diretto interessato.
Tutti annuirono, tranne
Izuma che rimase ad osservare le fiamme del camino con preoccupazione.
- Voglio rivedere mia
figlia -. Disse solamente.
Sakura poteva solo
immaginare il dolore che Izuma stesse provando in quel momento. Lei non era
genitore e quindi non sapeva, né poteva trovare parole adeguate al suo
conforto.
- Ci dica, Nirate vuole
che lei faccia qualcos’altro? - Chiese Shino. L’uomo assunse un’espressione
dubbiosa, senza distogliere lo sguardo dal focolare.
- Mi ha solo detto di
fare il mio lavoro e godermi lo spettacolo che avverrà l’ultimo giorno della
fiera.
- Spettacolo? -
Chiesero scettici Sakura e Shikamaru all’unisono. Momochi scrollò le spalle.
- Ne so quanto voi, ma
ha detto che dopo quel giorno rivedrò mia figlia. Posso solo aspettare -.
Sospirò atterrito, e di nuovo calò il silenzio.
Naruto e Ino avevano
ormai esplorato gran parte di quello scantinato e tutto ciò che avevano trovato
fu polvere, cianfrusaglie e alcuni ratti che fecero saltare un paio di volte
Ino tra le braccia di Naruto. Inutile dire che l’imbarazzo della situazione
aveva calato il silenzio tra loro.
All’improvviso, Naruto
smise di camminare. Ino lo guardò stranita e gli chiese che succedeva.
- Guarda - disse
indicando davanti a sé.
Ino girò il viso e
aguzzando la vista poté scorgere una porta di metallo alla fine di un vicolo
cieco. Avanzarono finché non furono davanti a questa.
- Secondo te cosa c’è
dietro? -. Diede voce ai suoi pensieri Naruto. Ino esaminò la porta metallica.
- Non ne ho idea.
Apriamo?
- E come? C’è una
catena.
- Bé, dato che hai un
Rasengan già pronto, che ne dici di usarlo? - Gli fece ironicamente notare Ino
con un sorriso. Naruto scrollò le spalle e sorrise.
- E sia, sta indietro!
-. Avvertì, prima di mettersi in posizione.
-
Rasengan! -. Con uno slancio, Naruto colpì la porta che
assorbì la tecnica per poi esplodere verso l’interno, causando un gran
polverone che costrinse Ino a ripararsi il viso. Tossì un paio di volte.
- Accidenti, potevi
trattenerti! - Lo rimproverò. Naruto però non rispose, ma se ne stava immobile
davanti la porta ormai sfondata. D’improvviso corse dentro.
- Ino, svelta! -. Urlò
Il ragazzo sbrigativo, cosa che smosse la ragazza che raggiunse velocemente
Naruto. Una volta dentro, capì perché era così agitato.
Era una stanza tanto piccola
da sembrare una cella.
Dentro, una finestra
minuscola con delle sbarre e un penetrante odore di muffa e freddo. Le mura
erano umide e viscide, da i cui bordi fuoriuscivano scarafaggi di ogni
dimensione.
Ciò che però la
sconvolse fu qualcosa di assolutamente orribile; in condizioni pessime, vi era
una ragazza incatenata al muro.
A terra priva di
coscienza, i polsi erano stretti da due bloccanti arrugginiti incastonati al
muro. Era sporca e i vestiti in condizioni pietose, inoltre i piedi erano nudi
e aveva diversi geloni causati dal freddo prolungato.
Ino corse velocemente
ai piedi di quella ragazza e controllò il battito mentre Naruto le toglieva le
ganasce di ferro utilizzando un ago per far scattare le serrature.
- È viva! Presto
portiamola di sopra!
Naruto, con attenzione
e con l’aiuto di Ino si caricò la ragazza in spalla e si apprestarono a
portarla di sopra da dove erano passati. Una volta raggiunta la botola chiusa,
Ino pensò a distruggerla con un pugno.
Una volta usciti
raggiunsero il salotto, tolsero il telo che copriva il divano e vi adagiarono
la ragazza.
- È gelata. Presto,
portami tutte le coperte che riesci a trovare, vai!
Naruto annuì e sparì
dietro l’angolo.
Ino si morse il labbro
nell’osservare l’espressione agitata di quella ragazza; chissà quanto aveva
sofferto.
Le tolse i vestiti
umidi e sporchi e al loro posto la coprì con la tuta di Naruto, dopodiché, da
brava ninja medico, cominciò ad esaminarla.
Naruto tornò poco dopo
con un paio di coperte pesanti e Ino si occupò di sistemarle al meglio. Si
poteva vedere chiaramente quanto tremasse e le cure di Ino faticavano a fare
effetto in quanto era anche magra e disidratata. Probabilmente non mangiava e
beveva da diversi giorni.
- Allora? - chiese
impaziente Naruto, seduto sulla poltrona vicina e le mani giunte a mo di
preghiera.
Si sentiva male al solo
vederla. Non perché lo disgustasse, ma perché non si capacitava che un essere
un umano l’avesse davvero chiusa l’ha dentro al freddo e in condizioni tanto
pessime. Il solo pensiero gli procurava una rabbia indescrivibile, tanto che
Ino udì perfettamente le sue mani scricchiolare da quanto le aveva strette.
Posò la sua su quelle di Naruto, che alzò la testa confuso.
Ino lo osservò con
compassione, poi guardò quella sconosciuta e ancora Naruto.
- Sei preoccupato? -
Chiese con delicatezza, senza distogliere gli occhi dalle loro mani unite. In
un altro contesto avrebbe provato imbarazzo, ma ora non poteva che
rassicurarlo.
Naruto annuì appena e
tornò ad osservare la figura distesa coperta fino al collo. Ino si era anche
preoccupata di dargli una ripulita ed ora appariva migliore di quanto fosse
prima; era molto bella.
- Chi può averle fatto
questo? - Sussurrò con voce roca, quasi stesse contenendo qualcosa dentro di sé
che aveva voglia di uscire ed esplodere; l’ira.
- Solo un mostro ne sarebbe capace - disse seria.
Per circa venti minuti
nessuno fiatò, semplicemente restarono seduti in attesa che la ragazza si svegliasse.
Nel frattempo accesero il caminetto lì vicino e vi spostarono davanti il divano
in modo che la ragazza si scaldasse più velocemente.
Ino ogni tanto la
controllava, riferendo che cominciava a riprendere un po’ di colorito e calore.
Naruto sorrise dal sollievo e si inginocchiò davanti quella sconosciuta ai
piedi del divano.
Il fuoco illuminava
entrambi, lasciando però in penombra una parte del viso.
Naruto osservò che era
una bella ragazza; i lineamenti erano delicati e i capelli neri come la pece
dovevano arrivargli almeno a metà schiena. Non poté dire altro in quanto era
coperta dal collo ai piedi, e in quella cella non si era minimamente preoccupato
di come fosse ma piuttosto era subito corso a liberarla da quella prigionia
medievale.
Ino gli si avvicinò
alle spalle.
- Cosa pensi? - Chiese sottovoce
per evitare di disturbare il riposo della sua paziente. Naruto sembrò fare un
verso simile a quello di un sorriso.
- Nulla in particolare
-.
Ino mostrò un’espressione
preoccupata senza che però Naruto potesse vederla. Fece un altro paio di passi
e si inginocchiò davanti il fuoco , stringendosi le ginocchia nelle braccia.
Naruto la osservò con
la coda nell’occhio, forse in attesa che parlasse. Vide che era triste e assorta.
- Una volta che sarà
tornata in forze la lasceremo nell’ospedale più vicino -.
- Cosa? - Disse scettico
Naruto, voltandosi completamente ma restando accovacciato. Ino sospirò.
- La nostra missione è
un’altra, ricordi? Se dovessimo portarcela dietro le causeremmo solo problemi,
oltre ad esserci d’intralcio.
Naruto aprì bocca ma la
richiuse subito dopo. Strinse i denti. Era vero, però gli bruciava non finire
quel che non aveva neppure cominciato ma avrebbe voluto; trovare il mostro e
fargliela pagare.
- D’accordo? Ti prego
di non obiettare. Sono stanca anch’io e non ho voglia di discutere -. Ammise
debolmente Ino, che in effetti sembrava piuttosto debole. Naruto le se
avvicinò.
- Probabilmente hai
consumato troppo chakra nel curarla. Un po’ di riposo è quello che ti ci vuole
-. E senza aspettare alcunché, la prese in braccio causando le improvvise e
virili isterie di Ino.
- M-ma che fai?! Mettimi
giù!
- Ehi ferma, non
agitarti così! Abbassa la voce! -. Dovette togliere la mano dalle gambe per
tapparle la bocca e prendere tutto il suo peso con l’altro braccio o avrebbe
finito con lo svegliare la ragazza. Possibile che Ino era così tanto ottusa
delle volte, pensò Naruto.
Ino sbarrò gli occhi. La confusione e l'imbarazzo stavano velocemente prendendo il sopravvento su di lei mentre il rossore non stava avendo pietà del suo viso. Continuava a gemere e
dimenarsi, movimenti che si facevano sempre meno insistenti man mano che
osservava Naruto così da vicino. Sperò che il cuore non le scoppiasse.
- Accidenti, ma che ti
prende?
Non aspettò risposta e
nemmeno gli interessava. Con i passi furtivi di un ninja raggiunse la camera da
letto che era al piano superiore. Rimise Ino a terra e tolse il telo di
copertura. Era un bel letto matrimoniale e la polvere non sembrava aver
raggiunto le coperte.
- Abbiamo entrambi
bisogno di riposo, coraggio -. Saltò sul letto e come la più naturale delle
cose, si sdraiò.
Ino si sentiva davvero
stanca e un letto era l’ideale, ma l'idea di dormire vicino a Naruto la agitava alquanto.
Per carità lui era un
compagno di squadra! Quando si è in missione bisogna condividere ogni cosa e
aiutarsi a vicenda. Bisogna in ogni momento essere pronti a rischiare la vita
senza però fare imprudenze, ma aveva la sensazione che tutto quello non c’entrasse
affatto con lo stare vicino a Naruto.
- Ino?
Si ridestò
improvvisamente dai suoi pensieri alquanto disorientata. Tutto ciò che poté
vedere era un letto, un lato vuoto per lei e Naruto che la osservava perplesso.
Avvampò.
- Ah! Sì hai ragione,
devo proprio riposare, sì!
Una risatina isterica l’accompagnò
mentre faceva il giro del letto e si distendeva dandogli le spalle, cosa che
preoccupò un pochino il ragazzo. Scrollò le spalle e lasciò correre.
- A volte non ti
capisco -. Ammise pensieroso
Ino non disse nulla e
Naruto preferì non continuare. Il nervosismo l'aveva resa instabile e preferì non dare voce ai suoi pensieri che rimasero tali.
Neanche
io capisco me stessa.
Angolo
autore:
Salve ^^
Eccoci di nuovo qui con un altro cap!
Mi scuso per il fatto che non avvengano molti eventi interessanti ma io prendo
le cose per le lunghe xD
Che ne dite? Sono sicuro che qualche
idea sulla sua identità l’avete già uu
E poi Ino, ma che gli sto facendo fare?
.-. Povera xD
Ringrazio: TheCristopher94, ENDOINA95,
Ernesto 507 e gademo per i bei commenti, grazie a tutti ^^
Un ringraziamento anche a tutte le
persone che hanno inserito la storia tra le preferite, ricordate e seguite!
A tutti, alla prossima!
Matt