The Doctor and the Vampire
Ospedale
St. Bartholomew, Londra.
Nel pronto soccorso c’era un gran fermento. Quella notte
c’erano stati
un sacco di incidenti e perfino la Divisione Medica del Dottor Gregory
House
era impegnata ad aiutare, nonostante si trovassero a Londra per un
convegno
sulle malattie anti immuni.
“House!”
disse con voce isterica la dottoressa Lisa Cuddy, andandosi a
posizionare
davanti al collega. Era stravaccato su una
poltroncina della sala
d’attesa, intento a leggere una rivista, tra un bambino che
frignava tenendosi
il braccio rotto e un uomo che aveva l’aria un po’
brilla e una busta di
ghiaccio su un vistoso bernoccolo. “Ti vuoi muovere e fare
qualcosa di utile?”
“Mi
vuoi
dire a che scopo?” fece l’uomo con fare annoiato
senza guardare il superiore.
“Qui non c’è niente di vagamente
interessante per me… Solo stupide slogature e
botte da niente” fece indicando i due pazienti seduti accanto
a lui.
La
Cuddy
sbuffò esasperata incrociando le braccia al petto:
“Ok, ma come puoi startene
qui a non far niente mentre tutti danno una mano…”
House
sbuffò: “Già…
però io ti risolvo tutte le rogne peggiori, no? Per fare due
suture qua e là e spalmare la pomatina sulla bua ti bastano
i miei schiavetti!”
“House!”
fece esasperata la donna.
“Cuddy!”
le
fece il verso il Dottore
“Dottor
Gregory House, vedo che non è cambiato affatto!”
fece una voce melodiosa e
gentile.
Entrambi
si
girarono verso un uomo affascinante che era arrivato accanto a loro
senza che
nemmeno se ne accorgessero. Alto, biondo, dall’aria
giovanile, con la pelle
diafana e gli occhi color miele chiaro. Molti pazienti in attesa lo
osservavano
come incantati e il bambino accanto ad House smise subito di piangere,
osservando il medico con le guance ancora bagnate ed il moccio al naso.
House
grugnì, fingendo di concentrarsi nuovamente sulla sua
rivista: “Dottor Carlisle
Cullen!” fece scandendo bene il nome. “Chi non
muore si rivede… Ah, scusa, tu
non puoi, no?”
“Sai
bene
che posso, eccome!” fece tranquillamente Cullen ignorando il
sarcasmo
dell’uomo.
“Comunque
anche tu non hai perso la tua aura divina! Ti diverti ancora a brillare
al
sole?” disse House con un sorrisetto
ironico, posando la rivista e
alzandosi.
I
due si
osservarono come divertiti e poi Carlisle Cullen scoppiò a
ridere e porse la
mano ad House.
La
Cuddy
guardò i due, confusa e leggermente irritata dal
comportamento menefreghista di
House.
“Carlisle,
ti presento la primario del Princeton-Plainsboro Teaching
Hospital e mio
superiore, Lisa Cuddy!” fece House ricordandosi della
presenza della donna.
L’uomo
le
rivolse un sorriso cordiale e le strinse la mano:
“E’ un piacere, conoscerla!
Ho sentito molto parlare di lei…”
“House,”
fece la donna guardando il collega piacevolmente sorpresa.
“Hai parlato di me?”
“Beh,
ho
solo voluto rendere partecipe qualcuno di che razza di incapaci mi
lavorano
vicino…” disse lui
candidamente mandando un occhiata alla sua
squadra, indaffarata qua e là con i vari pazienti.
“e naturalmente ho
grandemente lodato il tuo fondoschiena!”
La
Cuddy lo
guardò con un espressione tra l’indignato e
l’esasperato che fece ridacchiare
Carlisle. Come aveva potuto pensare anche solo per un secondo che
House, in
fondo non fosse il gran bastardo misogeno di sempre?
“Anche
tu al
convegno, quindi. ” chiese House.
“Non
esattamente… Visita di piacere. Sono qui con la mia famiglia
per incontrare
amici.” spiegò il Dottor Cullen infilando
le mani nelle tasche dei
pantaloni eleganti. “Ma sono passato non appena ho sentito
degli incidenti!
House
corrugò la fronte: “E perché
mai?”
Carlisle
gli
rivolse un sorriso enigmatico e fece per rispondere, ma in quel momento
le
porte del pronto soccorso si aprirono di botto e dei paramedici
entrarono
trascinando una barella. La Cuddy si precipitò subito
seguita da 13 e da una
giovane dottoressa dall’aria un po’ spaesata e
stanca. Anche Carlisle si mosse
repentino, tanto da far mettere sull’attenti House che decise
di seguire le
mosse dei medici.
“Cosa
gli è
successo?” chiese subito 13 quando ebbero sistemato il
paziente in un lettino
esaminando una ferita sanguinante al lato destro del collo.
Il
Dottor
House osservo l’uomo dalla porta aperta. Doveva avere 30, 35
anni al massimo e
vestiva abiti sportivi da jogging. Aveva una ferita al collo, e
nonostante il
grosso quantitativo di sangue avrebbe giurato che quello fosse un
morso. Era
privo di sensi, decisamente pallido e sudaticcio. Doveva essere stato
attaccato
di sorpresa da qualche animale mentre correva dato che non aveva segni
di lotta
addosso e sospettava una brutta infezione.
“Non
lo
sappiamo!” rispose uno dei paramedici. “Stavamo
tornando da un falso allarme e
questo ci è sbucato di botto in mezzo alla strada. Per poco
non lo mettevamo
sotto… Era sotto shock… urlava ‘i
morti, i morti’… E’ svenuto durante il
trasporto.”
In
quel
momento il ferito cominciò ad avere delle forti convulsioni.
“Sembra
uno
shock anafilattico” disse la Cuddy cercando di infilare
l’ago della flebo di
fisiologica. “L’ossigeno presto!”
intimò verso 13 che si affrettò a recuperare
la mascherina.
La
ragazza
fece per mettergliela, ma l’uomo aprì di botto gli
occhi e con un a mossa
improvvisa e repentina fece per addentare la mano della ragazza.
Quello
che
accadde dopo fu talmente veloce che perfino gli occhi attenti e
abituati ad
osservare di House fecero fatica a seguire il tutto. Carlisle si era
precipitato al fianco di 13 e aveva afferrato la ragazza per la vita
scostandola appena in tempo facendola cadere a terra.
Immobilizzò allo stesso
tempo per le braccia l’uomo, che rantolava tenendo la bocca
spalancata
sforzandosi in tutti i modi di addentare Carlisle. In un attimo Cullen
gli
spezzò il collo senza che nessuno si rendesse conto di
niente. Un attimo prima
l’uomo si dimenava ringhiando e l’attimo dopo il
dottor Cullen teneva ferme le
braccia di un cadavere.
Per
qualche
minuto nella stanza regnò il silenzio. I paramedici
e le due dottoresse
guardavano l’uomo privo di vita con aria sconvolta mentre 13
non accennava ad
alzarsi da terra. Carlisle si scostò dal corpo con aria
preoccupata. A quella
vista House si irrigidì sul posto. Sapeva bene
della vera natura del
dottor Cullen. Poteva ingannare chiunque, ma non lui. Non ci era voluto
molto
per scoprire il suo segreto. Per lui gli indizi erano più
che palesi ed ovvi.
Ma Carlisle e la sua famiglia erano bravi a celare le caratteristiche
che li
avrebbero potuti tradire. Quindi se Cullen era preoccupato voleva dire
solo una
cosa… stava per succedere qualcosa di serio e pericoloso.
“E’…
morto!”
fece per prima la voce di uno dei paramedici.
Cuddy
si
avvicinò per prima al corpo e con senso pratico
sentì il polso e poi controllò
il cadavere: “Collo rotto!” constatò
incredula.
“Mi…
mi
stava mordendo!” fece 13 a terra con voce tremula.
Carlisle
le
fu a fianco e le porse una mano per aiutarla a rialzarsi.
“Mi
dispiace
di averla fatta cadere” fece con un sorriso molto
rassicurante che avrebbe
incantato chiunque. Infatti la ragazza sembrò dimentica
dell’accaduto per
alcuni minuti mentre Carlisle le osservava le mani.
“Fortunatamente non ci sono
ferite!” constatò come sollevato.
“Dottoressa Hooper?”
La
giovane
dottoressa del Bart’s sussultò sentendosi chiamata
in causa e rivolse tutta la
sua attenzione al dottore. “So che lei è la
patologa dell’ospedale. Le sarei
obbligata se facesse portare questo cadavere all’obitorio e
mi concedesse di
esaminarlo io stesso!”
La
dottoressa Hooper annuì: “Certo, non ci sono
problemi!”
Carlisle
le
rivolse un sorriso pieno di gratitudine e abbozzò un piccolo
inchino con il
capo, facendo arrossire la giovane patologa.
Poi
si
rivolse a House “Posso parlarti un secondo? In
privato!”
House
annuì
e seguì il dottore fuori dalla stanza. Provò a
riflettere sull’accaduto, sulle
condizioni di quell’uomo… come poteva aver fatto
preoccupare una creatura
antica come Carlisle, tanto da portarlo a comportarsi in quel modo?
L’unica
cosa che gli venne in mente era la ferita… ferita infetta al
collo. La realtà
gli si palesò nella mente come una grossa scritta rossa al
neon di pericolo.
“Cosa
ha
morso quell’uomo?” chiese House quando furono in
una stanza vuota, lontani da
orecchie indiscrete.
“Sapevo
che
saresti arrivato da solo al punto” sospirò Cullen.
“E la tua collega ha
rischiato grosso!”
House
lo
guardò corrugando la fronte: “Che vuoi dire?
Quello è…”
“Non
è come
me!” disse Carlisle piano. “E’ qualcosa
di peggio!”
Disclaimer
I personaggi
citati in questo racconto non sono miei,
ma appartengono agli aventi diritto. Servendo di
loro non ottengo nessuna forma di lucro.
N.d.A.
Salve
a tutti!!!
Dopo
tre capitoli pubblicati ci tenevo prima di tutto a ringraziare quanti
hanno avuto il coraggio di leggere.
Poi
vorrei fare un po’ di precisazioni. Allora… prima
di tutto su Harry
Potter:
Questa
FanFiction è stata scritta mentre finivo di leggere
l’ultimo libro.
I fatti raccontati in questa storia si verificano all’inizio
dei Doni della
Morte. Harry è alla Tana ma non c’è
ancora stato il matrimonio di Bill e Fleur,
quindi il Ministero non è ancora nelle mani di Voldemort;
Sirius, Silente,
Malocchio sono morti; ci sono le stragi dei Mangiamorte; Harry, Ron ed
Hermione
sanno degli Horcrux e stanno progettando la missione per trovarli
tutti. Ma
tutto cambierà dal punto di vista della storia…
Su
Resident Evil devo precisare che ho potuto vedere solo i primi tre film
(che ho amato alla follia), ma non ho mai giocato al videogame. Non che
non
volessi, ma perché mia mamma era contraria a questi tipi di
giochi. Inoltre ho
potuto avere internet solo quando ho potuto pagarmelo…
cioè dopo la maturità.
Quindi non ho idea di come sia la storia nel videogioco e non so
nemmeno se il
film segui la vera trama o meno. Ma ho amato alla follia tutti i
personaggi
come Alice, Matt, Rain, Valentine, Carlos e gli altri…
Quindi ho deciso di
tener conto della trama del primo film ma di salvare alcuni dei poveri
agente
della S.T.A.R.S. e altri compariranno comunque da soli nel corso della
storia.
Inoltre la strage non accade
al
laboratorio a Raccoon City, ma a Londra.
Ho immaginato in questa storia che l’Umbrella
abbia laboratori segreti
sparsi in tutto il mondo. Credo sia anche vero ma non ne ho la certezza
assoluta, ho provato a fare ricerche ma non ho trovato conferme su
questo
punto. (Se i veri fan ne sanno qualcosa ditemi che sono curiosa XD).
Quindi uno
di questi famosi laboratori segreti ho immaginato si trovi in Nevada e
questo
punto sarà importante per il prossimo cap.
Su Dottor House ho dovuto
fare una
grande modifica alla ff originaria, perché non aveva per
niente senso dato che
avevo lasciato il nostro dottore e i suoi collaboratori al
Princeton-Plainsboro
Teaching Hospital mentre i fatti si tenevano a Londra… E non
me ne sono nemmeno
resa conto subito XD!!! Quindi ho ritenuto plausibile che il nostro
Dottore sia
andato con la sua squadra a Londra per un convegno. In ogni caso nel
telefilm
siamo più o meno verso la quarta stagione. Quindi con la
nuova squadra ma con
alcuni di quella vecchia. Del resto non ho altro da dire oltre che tra
House e
la Cuddy non c’è niente!!!
Di
Twilight devo dire che non sono una grande fan… Ho letto
tutti i libri
ma mi piace solo il primo, ho visto tutti i film, ma non me ne piace
nessuno. Ma
mi piace il personaggio di Carlisle e altri minori… quindi
ho deciso di tenerli
in questa fanfiction perché sennò che
supercrossover sarebbe??? XD Quindi
tenete presente la trama di Twilight Saga fine alla fine
dell’ultimo libro.
Ok…
per ora non vi dico altro… ma ho pensato che man mano
entreranno in
scena nuovi fandom metterò queste piccole (piccole???
Hem… haha…) precisazioni.
Quindi
grazie per aver letto,
Baci
dalla vostra Echelon90!!!!