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Autore: RawwrLu    11/11/2012    4 recensioni
-Si dice che la Verità trionfa sempre, ma questa è una bugia.-
Dal capitolo 30 "Sangue e Minacce":
Adam si allontanò di qualche passò non distogliendo gli occhi da Liam nemmeno per un secondo. Scosse la testa come se provasse in qualche modo pietà.
- Tu non sai in che guaio ti sei cacciato.- gli mormorò Adam, - Nessuno di voi lo sa,- aggiunse guardando il resto del gruppo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nei giorni successivi la situazione in casa migliorò così tanto che Cassie non lo credeva veramente possibile. Dopo quel fatidico sabato in cui era fuggita di casa e tornata poche ore dopo, tutti i ragazzi sembravano aver accettato definitivamente la sua presenza lì dentro. Jess e Liam la stritolarono preoccupati e dopo essersi subita una strigliata plateale dalla bionda che la rimproverava di averla fatta morire di paura e di non aver risposto a nemmeno una delle sue 32 chiamate, Jess scoppiò in lacrime. Liam invece non pianse né le fece la ramanzina, si limitò ad avvolgerla in un lungo ed interminabile abbraccio in cui il silenzio fu rotto solo dai colpi di tosse divertiti dei ragazzi. Zayn, Louis e Niall in compenso le chiesero ripetutamente scusa e si fecero perdonare nei modi più assurdi: Niall ad esempio, le cucinò una torta, che per quanto Cassie apprezzasse il gesto, venne bassa e dura come il torroncino di Natale, e questo non solamente perché aveva sbagliato le dosi ma perché prima di infornarla aveva già mangiato metà dell’impasto crudo; Zayn invece le prestò uno dei suoi giochi di auto preferiti della Play3 che trattava come se fosse oro puro, e Cassie anche se non amava le auto e anche se più volte aveva detto che non era necessario, apprezzò moltissimo capendo lo sforzo di farglielo solamente tenere in mano; Louis in compenso sfoggiò le sue più abili doti comiche e cercò in tutti i modi di farla ridere e divertire, il che comprendeva farsi un bagno in piscina in un Ottobre freddo tanto quanto un Dicembre americano, per poi tornare in casa gocciolante e infreddolito solo per avvinghiarsi a Cassie e bagnarla tutta. Ma quello che in verità la sorprese maggiormente, fu Harry, che passò da urla e sguardi di disgusto a battutine di divertimento e sorrisi generosi che le fecero capire ancora una volta che non aveva nulla da temere.
Il tempo passato prima di quel momento nella casa era stato spazzato via dai ricordi di Cassie che non credeva veramente di potersi mai sentire così bene ed apprezzata come in quei giorni. Le sembrava che tutto il tempo passato prima a litigare, rimanere delusi, arrabbiati e quant'altro non fosse nulla più che tempo perso e sottratto a conoscere persone meravigliose qual erano quei ragazzi. Jess oltretutto, era decisa più che mai a tornare insieme a Liam e a stare attenta che nessuno la vedesse andare ogni qual volta a casa dei ragazzi, dato che era ancora un po’ spaventata all'idea di uscire di casa con Liam nei paraggi, ma tutto sommato vedersi per qualche ora senza doversi sentire nervosa o agitata era tutt'altro che un amara consolazione. In compenso però, - sotto stretta costrizione di Cassie - aveva deciso di rendere le cose più difficili ad un probabile inseguitore, e prima di giungere direttamente da Liam, faceva un lungo e largo giro di Londra, immischiandosi nel fitto traffico e facendo perdere le proprie tracce a qualsiasi persona armata di un cellullare in mano.
Quel mercoledì mattina Cassie si alzò come di consueto per preparare la colazione: ora che tutto si era risolto e non si sentiva oppressa e malvoluta, cucinare le sembrava una cosa molto più facile e divertente di quanto non lo era mai stato. Le scale scricchiolarono e poco dopo i ragazzi furono in cucina seduti al tavolo. Le diedero tutti il buongiorno e la ringraziarono per la colazione, poi una volta che Cassie si fu seduta iniziarono a divorare tutto quello che vi era davanti a loro.
- Sbaglio o sei diventata più brava a cucinare negli ultimi tempi?- bofonchiò Niall con la bocca strapiena di omelette dolci e marmellata di ciliege.
- Ahm, non saprei. Cucino sempre uguale.- rispose lei sorridendo.
- Forse sei tu che mangi con più gusto.- propose Liam.
- Secondo me invece Niall sta facendo solo il lecca cul..-
- Harry!- lo interruppe Zayn.
- Che c'è?- fece il riccio, - E' la verità!-
Tutti scoppiarono in sonore risate.
Finirono di fare colazione tra una chiacchiera e l'altra e si prepararono per andare a scuola.
Ancora prima di varcare i cancelli della scuola, la folla di studenti che come loro erano intenti ad entrare chiacchierava animatamente, con gli sguardi gioiosi e i sorrisi larghi. Una volta entrati videro il corridoio della MFA tappezzato di volantini neri sparsi ovunque. Alcuni dei compagni di classe di Cassie erano indaffarati a prendere uno e a leggerlo attentamente, mentre altri facevano svolazzare il foglio sul naso di qualche loro amico. Ce n'era uno attaccato persino all'armadietto di Cassie. Liam che era accanto a lei, ne aveva preso uno da terra e lo stava leggendo, così Cassie prese quello del suo armadietto e fece lo stesso.
" Siete pronti al terrore?  Sabato 31 ottobre, alla casa dei Montrel sul lago, si festeggerà un Halloween come non l'avete mai visto! Tutti gli studenti della MFA sono 'sanguinatamente' invitati!"
Si era totalmente dimenticata che Halloween era alle porte, infondo per lei era un giorno come un altro. Non era abituata a festeggiare niente che non fosse il Natale o il Capodanno nel suo paese natio, e ancor meno era abituata ad andare alle feste: nessuno invitava la ‘povera contadina’ e se lo avessero fatto lei non sarebbe comunque potuta andare, quindi tanto vale dimenticarsi le feste. Gettò il foglio a terra senza troppe preoccupazioni, poi aprì l’armadietto e prese i libri per la lezione di pianoforte.
- Devo andarci assolutamente.- sentì dire Harry alle sue spalle.
Si voltò e vide tutto il gruppo con ciascun foglio in mano.
- Chissà perché ci vuoi andare..- disse Louis sarcastico.
Harry rise di tutta risposta.
- Vedrete, me ne troverò una da sballo!- esclamò, poi si voltò a guardare il resto del corridoio e a spogliare letteralmente con gli occhi qualunque bella ragazza che gli passava accanto. – Oh magari anche due o tre.- borbottò.
Risero tutti.
- Sei sempre il solito.- esasperò Zayn divertito.
- Bhè almeno qualcuno di noi deve mantenere il nome della band.- fece Harry fiero.
- La band si chiama ‘One Direction’ non ‘Gli Sciupafemmine’.- corresse Niall.
- Parla per te Horan.- rispose il riccio con finta spavalderia.
Cassie rise insieme agli altri divertita, anche se per una frazione di secondo rimase delusa. Non sapeva bene perché, ma le dispiaceva in un certo senso che Harry fosse così donnaiolo, forse perché la sua idea di ‘sciupafemmine’ era nettamente diversa dall’Harry dolce e premuroso che aveva conosciuto in quel parco. Le cose non potevano coincidere. In ognuno dei casi, non ci badò più di tanto.
- Quindi voi ci andrete?- chiese noncurante.
- Perché tu no?- domandò Liam accigliato scrutandola.
- Non amo le feste.- rispose sincera.
I ragazzi la fissarono basiti.
- Bhè si vede che non sei mai venuta ad una festa con il sottoscritto.- disse Louis alzando gli indici e indicandosi il viso sorridente.
- Probabile.- rise di risposta.
Liam fece per parlare, ma miracolosamente la campanella di inizio lezione suonò, e senza aspettare nessuna predica dall’amico, Cassie salutò tutti e poi si incamminò verso la sua aula.
 
Qualcuno bussò alla porta. Cassie che era in cucina a pulire attese qualche secondo sperando che andasse qualcun altro ad aprire ma quando nessuno si mosse dalle loro camere, si asciugò le mani nello straccio e andò lei. Alla porta c’era Jess, infreddolita e imbacuccata. La fece entrare e la salutò baciandole la guancia ghiacciata.
- Come stai?- le chiese la mora.
- Bene anche se muoio dal freddo! Si congela fuori.- rispose sfregandosi le mani. – Tu?-  domandò e si tolse il cappotto, la sciarpa e il cappello e li appese all’appendi abiti.
- Va tutto molto meglio ora.- rispose Cassie.
La bionda le regalò un sorriso di comprensione.
- Liam è di sopra in camera sua.- la avvisò.
- Grazie.- rispose lei e si incamminò verso le scale.
In quel momento un pensiero attraversò la testa della ragazza: aveva ormai capito che sabato gli altri sarebbero andati alla festa di Halloween, e dato che lei non ci voleva andare – oltre al fatto che non aveva nemmeno un vestito adeguato - si domandò se organizzare qualcosa solo con Jess fosse carino. Infondo lei non poteva uscire di casa con Liam, quindi non ci sarebbe andata nemmeno lei.
- Jess.- la chiamò.
La bionda si bloccò col piede al primo gradino della scala e si voltò.
- Si?-
- Sabato hai qualcosa da fare? È Halloween e pensavo che sarebbe stato carino passarlo insieme. Magari vedendoci un film horror per restare a tema.- le chiese speranzosa, non voleva rimanere a casa da sola.
- Si, certo. Penso che ai ragazzi piacerà l’idea.- rispose lei sorridente, e portò l’altra gamba sul gradino segno che aveva inteso che la conversazione era finita.
- Oh ma loro non ci saranno.- rispose Cassie sincera.
La bionda si interruppe più bruscamente di prima.
- Come non ci saranno?- domandò stupita.
- Vanno ad una festa di Halloween. A me non piacciono le feste e dato che tu non puoi uscire con Liam pensavo di festeggiare noi due.- spiegò lei un po’ titubante.
- Oh,- disse lei e aveva il tono di chi fosse indeciso se essere sorpreso o triste. – Va bene.. Cioè, ti farò sapere.- rispose vaga.
Cassie annuì un po’ titubante e vide l’amica salire le scale frettolosamente per poi sparire dalla sua vista.
 
Alla soglia delle otto, Jess non se n’era ancora andata e dato che le pentole bollivano sul fuoco si chiese se l’amica sarebbe rimasta a cena, così salì le scale e direzionandosi verso il lungo corridoio bussò alla prima porta a sinistra.
- Avanti.- fece Liam.
Cassie aprì la porta e vide i due sdraiati sul letto l’uno accanto a l’altro, stretti col portatile di Liam sulle gambe.
- Jess, ti fermi a cena?- domandò.
- Perché che ore sono?- chiese la bionda preoccupata.
- Quasi le otto.- rispose Cassie.
Jess sgranò gli occhi, poi si fiondò giù dal letto cercando i suoi stivali.
- No, no no!- imprecò, - Non mi sono resa conto dell’ora! Sono in ritardo! Se non torno a casa subito subirò la punizione più lunga della mia vita!- fece, chiudendosi la cerniera degli stivali in tutta fretta.
- Lo prendo come un no.- sussurrò Cassie più a se stessa che ai due amici.
Jess fece il girò del letto e si fermò ad un palmo di mano dal viso di Liam.
- Ci vediamo domani.- gli sussurrò dolcemente, lui annuì, poi gli diede un fugace bacio e si diresse verso la porta. Cassie si scansò per farla passare.
- Tra poco è pronto comunque.- disse rivolta a Liam.
- Grazie.- le rispose lui sorridente come non l’aveva mai visto, poi chiuse la porta lasciandolo solo e seguì la bionda giù dalle scale.
La trovò davanti alla porta bianca intenta a prendere le sue cose dall’appendi abiti.
- Cavoli, speriamo che i miei siano di buon umore stasera.- mugugnò spaventata.
- Fammi sapere come va a finire.-
- Ah! Io e te dobbiamo parlare poi!- fece Jess, tutta severa mentre si arrotolava velocemente la sciarpa al collo e si metteva il cappello.
- Di cosa?- domandò Cassie sulla difensiva.
- Liam credeva che stessi scherzando a scuola! E vuole che vieni anche tu alla festa!- dichiarò.
- Si ma non mi piacciono le feste!- rispose la mora corrucciata.
Jess la guardò di sottecchi decisamente poco convinta.
- E poi non ho un costume adatto per l’evento…- aggiunse Cassie in un sussurro.
Jess non cambiò sguardo.
- Non dovresti dirlo nemmeno per scherzo! Ci penso io al costume!- sentenziò abbottonandosi il cappotto marroncino.
- Ma..- cercò di obbiettare.
- Niente ma! E ora aprimi la porta prima che i miei mi fucilano!-
Cassie aprì la porta un po’ seccata. Non le piaceva l’idea che fosse Jess a dovergli comprare il costume per Halloween. Lo trovava incredibilmente imbarazzante.
Jess la salutò con un cenno frettoloso della mano, poi si voltò e sparì nel buio della sera.
 
La luna era ormai alta nel cielo e il suo splendore penetrava dalla finestra della cucina illuminando molto più delle lampadine il viso candido di Cassie che stava mettendo i piatti sporchi in lavastoviglie e riordinava la cucina. Durante la cena Liam stranamente non gli chiese nulla riguardo al motivo per cui non voleva andare alla festa di Halloween, anzi, si limitò a sorriderle giocondo e un po’ malinconico come se la sua mente stesse consultando molteplici domande da proporle che però non presero mai forma. Cassie non sapeva cosa aspettarsi esattamente, ma preferì non indugiare.
Mentre puliva il piano levigato della cucina il suo cellullare vibrò. Si asciugò le mani; era da parte di Jess. Lesse.
"Salva."
C'era scritto solo questo, ma Cassie capì a cosa era riferito e tirò un respiro di sollievo all'idea che l’ amica fosse stata risparmiata dai suoi genitori.
Quando la cucina fu pulita ed in ordine si diresse in soggiorno dove Zayn, Niall e Liam stavano guardando un film particolarmente romantico.
- Le pagine della nostra vita?- domandò Cassie, sorpresa che a qualche maschio potesse piacere quel film, anche se lei l'aveva trovato estremamente bello tanto da piangere praticamente tutto il tempo.
- Si.- mugugnò Niall, e quando Cassie si avvicinò vide che aveva la bocca distorta, con gli angoli all'ingiù, la fronte imperlata di sudore nello sforzo di non scoppiare a piangere.
Liam invece, non aveva nessun pudore nel mostrarsi commosso, e passava più volte e velocemente il dorso delle mani sulle guance per scacciare le lacrime. L'unico che sembrava non subisse nessun effetto dal film era Zayn, che sembrava alquanto impassibile, e se fosse merito delle luci spente Cassie non lo seppe mai, ma poteva senz'altro dire che il moro batteva le ciglia troppo spesso e velocemente per uno che ne era indifferente. Sorrise dolcemente a quella scena, poi si voltò e indisturbata salì le scale verso la sua stanza.
Quando vi arrivò vide che la porta era semi aperta, la spinse silenziosamente con una mano. Harry era vicino alla sua scrivania e aveva fra le mani un ritratto di legno che osservava scrupolosamente.
- Ciao.- salutò la mora stupita di vederlo nella sua camera.
Il ragazzo sussultò sorpreso e ripose goffamente il ritratto dov’era come se fosse stato beccato a far qualcosa di terribilmente imbarazzante.
- Ciao.- sussurrò lui con un tono un po’ ambiguo.
Cassie gli si avvicinò e prese fra le mani il ritratto che aveva appena lasciato il ragazzo. La foto, un po’ scolorita e stropicciata, ritraeva Cassie da bambina, doveva avere all’incirca 6 anni, sua madre Susan con in braccio Amelia di appena un anno. Accanto alla madre vi era un uomo in camicia blu, ed era tutto quello che si riusciva a scorgere perché il viso dell’uomo era stato tagliato via per sempre da quel ricordo cartaceo.
- E’ tuo padre?- domandò Harry incuriosito ma titubante come se fosse attento a non invadere il suo spazio.
- Si.- rispose la ragazza, sincera, poi con una fitta al cuore rimise il ritratto lì dov’era.
- Sei stata tu a tagliare il suo volto dalla foto?- chiese il ragazzo posando per un secondo gli occhi nuovamente sul ritratto.
- No, è stata mia madre.- rispose e fece un sorriso amaro, ricordandosi il giorno in cui l’aveva vista sconvolta ed arrabbiata sul divano del soggiorno, mentre si asciugava le lacrime che colavano a fiotti e con una forbice in mano e uno scatolone sulle ginocchia tagliava qualsiasi foto ritraesse l’ex marito, come se facendolo potesse rimuoverlo anche dai suoi ricordi.
- Perché l’ha fatto?- chiese in un sussurro appena percettibile, curioso e avido di saperne di più ma triste e imbarazzato per farlo con decisione.
Cassie sospirò lentamente, poi guardò il suo letto e vi si sedette, poco dopo Harry un po’ titubante fece lo stesso.
- Perché lui ci abbandono quando io ero solo una bambina. Non so il vero motivo, mia madre non me ne ha mai voluto parlare. So solo che se n’è andato una mattina e non è mai più tornato. Non ha versato neanche un dollaro a mia madre di alimenti. Non ricevo sue notizie da 13 anni. Né una lettera di auguri a Natale.. Né al mio compleanno…- si fermò respirando a pieni polmoni. Ora la mora guardava il pavimento di legno lucido della sua camera con un nodo in gola e una strana sensazione al centro del petto. – Così mia madre un giorno ha iniziato a tagliarlo via da tutte le foto.- concluse indicando nuovamente il ritratto.
Harry non rispose subito, rimase in silenzio per qualche secondo guardando Cassie in volto con molta attenzione, poi abbassò lo sguardo sul pavimento.
- Mi dispiace.- disse lui e Cassie guardandolo negli occhi le parve per un attimo che il ragazzo fosse combattuto da qualcosa.
- Oh, non preoccuparti, storia vecchia.- rispose, facendo un sorriso indifferente, mentre cacciava giù il nodo alla gola.
Harry si sfregò le mani sudate. Posò gli occhi sul viso di Cassie, poi li ricacciò di nuovo sul pavimento. Era strano. Sembrava agitato per qualcosa.
- Va tutto bene?- chiese la mora scrutandolo.
Lui fece un movimento del capo appena percettibile.
- Non ti merita.- borbottò quasi con un tono incomprensibile.
- Come?- chiese Cassie stupita.
- Quell’uomo..- disse e indicò il ritratto, - non merita ne te ne tua madre. Nessun vero padre abbandona la famiglia così.- rispose fermo, e sembrava persino arrabbiato come se la cosa lo toccasse nel profondo. - Fai bene ad odiarlo.- fece Harry severo guardandola attentamente.
- Ma io non lo odio. Almeno credo..- sussurrò Cassie.
- Invece dovresti. Vi ha abbandonate. Non merita nemmeno il tuo pensiero.-
- Lo so. A volte però, mi piacerebbe sapere perché l’ha fatto. Perché non mi ha mai scritto per tutto questo tempo..- sussurrò la mora e riprovò la stessa sensazione che provava quand’era piccola. Quando anno dopo anno si svegliava di soppiatto la notte di Natale e andava a vedere se fra i regali c’era una lettera indirizzata a lei. La delusione che provava in quel momento era incompensabile.
Harry le strinse un braccio attorno alle spalle come per consolarla. Cassie si voltò a guardarlo. Per una frazione di secondo i loro occhi si incrociarono. La mora vide l’amico sorriderle e per un attimo provò una sensazione di buon umore. All’improvviso Harry tolse il braccio dalla spalla della ragazza e ricacciò gli occhi sul pavimento, turbato. Sembrava sempre di più che qualcosa tormentasse il ragazzo. Qualcosa che non sembrava nemmeno Harry capire.
Il riccio si sfregò le mani sui pantaloni.
- Sicuro di stare bene?- gli chiese la mora un po’  preoccupata poggiandogli delicatamente una mano su una spalla.
A quel tocco Harry quasi saltò. La guardò nuovamente in volto.
- Si.- rispose in un modo un po’ troppo squillante.
Si alzò dal letto così velocemente che quasi spaventò Cassie. Si diresse verso la porta ma a mezzo metro da essa si fermò, si voltò e alzò l’indice.
Il viso contorto in quale pensiero profondo. Sembrava stesse per fare una domanda. Aprì la bocca ma subito dopo la richiuse silenziosamente. Abbassò la mano, si voltò nuovamente verso la porta della camera e uscì a passo svelto lasciando lì la mora che lo guardò svanire preoccupata.



Salve lettrici belle!
Come vi sembra questo capitolo? Spero vi piaccia.
Cosa credete abbia Harry? Perchè è così strano?
La situazione in casa è decisamente meglio così, non credete?
Grazie a tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate!
Siete meravigliose, tutte quante!
Aspetto qualche recensione :*
Un bacio.
  
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