La
mattinata a Diagon Alley passò in fretta.
La
nuova ragazza di Percy si chiamava Audrey e Hermione l’aveva
trovata molto
piacevole. Anche lei come Percy e il signor Weasley lavorava al
ministero della
magia, anche se aveva cominciato solo da un paio di mesi. Sembrava una
ragazza
dolce, seria e precisa, ma non le mancava il senso
dell’umorismo, cosa che
George apprezzò molto perché secondo lui a Perce
serviva qualcuno che lo
facesse ridere.
Poco
prima di pranzo arrivò anche la signora Weasley distribuendo
tramezzini a tutti
e annunciò che per la cena erano tutti invitati a casa
Weasley e non voleva
sentire ragioni.
Hermione
fu contenta di rivedere anche lei. La donna la abbracciò
allungo e le disse che
era mancata a tutti. Nel complesso la ragazza trovò che
stava meglio. Era un
po’ dimagrita, ma sembrava rinata rispetto a quel fantasma
che si aggirava per
casa subito dopo la morte di Fred.
Poco
dopo pranzo Percy annunciò che per loro era il momento di
tornare a lavoro.
Anche George disse che avevano ancora molto da fare in negozio
così Ginny e la
signora Weasley si preparano per tornare a casa e preparare la cena e
invitarono Hermione e Harry ad andare con loro.
Hermione
accettò di buon grado mentre Harry disse che aveva un
appuntamento con Kingsley
e li avrebbe raggiunti dopo.
La
riccia non aveva avuto occasioni di rimanere sola con Ron e i due
avevano
continuato a lanciarsi occhiate imbarazzate per tutta la mattinata.
Essere
stati interrotti in quel modo era stato veramente frustrante e per
quanto
volesse bene a Ginny era stata sul punto di strozzarla.
Arrivati
alla Tana Hermione si guardò intorno. Ormai quel posto
così come Hogwarts era
quasi come casa per lei. Ci aveva passato quasi tutte le estati e anche
molte
vacanze di natale.
“Ragazze
devo andare a fare un po’ di spesa” disse la
signora Weasley non appena misero
piede in casa. “Vi dispiace mettere un po’ in
ordine mentre io vado a comprare
l’occorrente per la cena?”
“Certo”
risposero in coro le ragazze.
“Grazie,
tornerò presto.” E così dicendo
scomparve dietro la porta.
Non
appena la signora Weasley fu uscita le due ragazze si lasciarono cadere
sul
divano e tirate fuori le bacchette iniziarono a riordinare salotto e
cucina.
“Allora
che mi racconti di nuovo?” chiese Hermione tra un incantesimo
e l’altro.
“Sempre
le solite cose” disse Ginny fingendo di essere scocciata.
“Aspetto che Harry
decida che è il momento buono per baciarmi, ma lui
è lento come al solito.”
“Ah
gli uomini” sospirò la riccia ridacchiando.
“E
a te come vanno le cose con mio fratello? Vi siete dichiarati amore
eterno nel
magazzino del negozio? Avete fatto sesso selvaggio contro gli
scaffali?”
Hermione
arrossì e abbassò lo sguardo ripensando a quella
mattina.“Niente di tutto
questo” rispose.
“Allora
cosa avete fatto per quasi mezz’ora nel magazzino? George ha
detto che siete
stati chiusi lì dentro per un sacco di tempo.”
“N-n-noi..”
balbettò la riccia.
“
Voi siete sempre i soliti. Vi dovete dare una svegliata”
scosse la testa nel
pronunciare quelle parole. “A parte questo come vanno le
cose? Come stanno i
tuoi genitori?”
“Benissimo
grazie. Certo ci è voluto più del previsto per
trovarli e eliminare
l’incantesimo. Per un po’ di tempo avevano le idee
confuse e i ricordi delle
loro diverse identità si intrecciavano, ma ora va tutto
bene. Sono tornati in
loro in tutto e per tutto.”
“Sono
contenta.”
“Allora
ragazze siete pronte a imparare qualcuna delle mie famose
ricette?” esclamò la
signora Weasley facendo il suo ingresso in cucina.
“Sarebbe
un onore” disse Hermione alzandosi e stiracchiandosi.
“Purtroppo però non sono
mai stata molto capace in cucina” aggiunse mentre si legava i
capelli in una
coda alta.
“Non
preoccuparti cara, con i miei consigli diventerai una cuoca provetto.
Come si
dice
Il miglior modo per arrivare al cuore di un uomo è prenderlo
per la gola e come avrai capito
Ron è molto goloso.”
Quest’ultima
frase fece arrossire Hermione come mai in vita sua. Intanto Ginny se la
rideva
di gusto scansando facilmente la riccia che cercava di colpirla per
farla
smettere.
Due
ore dopo la cena era ormai pronta. Le due ragazze stavano
apparecchiando la
tavola quando sentirono suonare alla porta. Ginny andò ad
aprire e tornò in
salotto raggiante seguita da Harry.
“Allora
come è andato l’incontro con Kingsley?”
chiese Hermione non appena il ragazzo
si fu accomodato.
“In
effetti molto bene.” Rispose il moro. “Mi ha
chiesto di tornare Lunedì e di
portare anche te e Ron. Dice che ha una proposta da farci.”
“Che
genere di proposta?” intervenne Ginny.
“Non
ne sono sicuro, penso che dovremmo aspettare Lunedì per
scoprirlo.” Intanto si
era sentito nuovamente bussare alla porta. Questa volta fu la signora
Weasley
ad andare ad aprire e dopo pochi secondo Bill e Fleur e fecero il loro
ingresso
in salotto.
“Salve
a tutti” disse Bill accompagnando il saluto con un ampio
gesto della mano.
“Bonsoir”
si unì la moglie “coma estate?”
Hermione
salutò calorosamente entrambi i
coniugi e cominciò a chiacchierare con loro. Non fecero in
tempo a sedersi che
il rumore della porta li
distrasse dalle loro chiacchiere.
Percy,
Audrey e il signor Weasley entrarono unendosi al gruppo. Percy
presentò la sua
fidanzata a Bill e Fleur e iniziarono a scambiarsi i soliti convenevoli.
Ormai
il salotto della tana era abbastanza affollato.
“Penso
che possiamo cominciare a sederci a tavola.” Disse la signora
Weasley arrivando
dalla cucina. “George e Ron dovrebbero essere qui a
momenti.”
In
effetti pochi secondi dopo i due ragazzi fecero il loro ingresso.
Appena
ebbe messo piede in casa Ron iniziò a setacciare la stanza
con lo sguardo in
cera di una chioma riccia. Non appena la trovò i suoi occhi
si illuminarono e
sulla bocca gli comparve un largo sorriso. “Salve a
tutti!” salutò senza
smettere di guardare la ragazza.
Anche
Hermione lo guardava fisso e per un attimo fu come se ci fossero solo
loro.
La
voce della signora Weasley che li esortava a prendere posto
spezzò
quell’incantesimo. Tutti
si avviarono a
tavola mentre Ginny e Hermione seguirono Molly in cucina per darle una
mano.
“Guarda
che non mi da fastidio” disse all’improvviso Ron
che si era accorto di quello
che stava succedendo. “Ma se da fastidio a te posso sempre
spostarmi più in
la.”
“NO”
rispose Hermione istintivamente facendo girare Percy e Audrey, seduti
di fronte
a lei, che erano impegnati in una discussione sulle nuove leggi sui
comportamenti antirazziali che Kingsley stava facendo approvare. La
riccia
abbasso la testa sul suo piatto imbarazzata.
Per
tutta risposta il rosso avvicinò il braccio al suo facendoli
collimare per
tutta la loro lunghezza. La ragazza alzò il capo e sorrise
compiaciuta
rimanendo a guardare le loro braccia prima di voltarsi per rispondere
ad una
domanda che il signor Weasley le aveva fatto sull’australia.
La
cena trascorse piacevolmente tra discussioni sui nuovi provvedimenti
che
Kingsley stava prendendo per migliorare le cose
e gli aneddoti di Harry sui giornalisti che cercavano di
coglierlo alla
sprovvista per strappargli un intervista. Ovviamente la più
insistente di tutti
era Rita Skeeter e nonostante Harry non le avesse detto nemmeno una
parola da
quell’ultima intervista per il Cavillo in giro si vociferava
che stava per
riuscire una nuova biografia dal titolo “Harry Potter - Scomode verità su Colui-che-non-può-essere-giudicato”
Dopo
aver mangiato i tre dolci che la signora Weasley aveva preparato gli
ospiti
iniziarono a congedarsi. Uno per uno lasciarono la casa finche non
rimasero
solo i residenti più Harry e Hermione.
I
ragazzi aiutarono a rimettere in ordine, poi si trasferirono sui divani
mentre
i signori Weasley andarono a dormire.
Iniziarono
a rivangare i vecchi tempi bevendo burro birra. Risero e scherzarono
finché Hermione
stanca per la giornata e il viaggio si addormentò sul divano
scivolando pian
piano sulla spalla di Ron. Il ragazzo si fermò a guardarla
ritrovandosi
bloccato in uno di quei momenti in cui esistevano solo loro.
“Credo
sia il momento di andare” disse Harry dopo essersi schiarito
la voce. Il rosso
si riscosse voltandosi a guardare l’amico che era
già in piedi.
“Che
faccio devo svegliarla?” chiese.
“No,
può dormire qui” rispose la rossa.
“Perché non la porti in camera mia mentre io
accompagno Harry fuori?” e senza aspettare una risposta
spinse Harry verso la
porta.
Ron
rimase per un attimo a fissare la bella addormentata, poi con tutta la
delicatezza di cui era capace la prese in braccio. Hermione si
agitò un attimo,
ma non si svegliò.
Continuando
a fare attenzione iniziò a salire le scale che portavano
alla stanza di Ginny.
La
porta era socchiusa e lui la spinse con un piede per aprirla. Si
avvicinò al
letto e adagiò la riccia nel mezzo, contento di essere
riuscito nell’impresa
senza averla svegliata.
Stava
per uscire dalla stanza quando senti pronunciare il suo nome.
Si
girò pensando di trovare la ragazza sveglia, ma lei era
ancora distesa e con
gli occhi ben chiusi. Si avvicinò nuovamente a lei. Dormiva
di sicuro. Lui però
aveva sentito chiaramente il suo nome, non stava mica
impazzendo..oppure si.
Poi lo sentì di nuovo e stavolta vide il movimento della
labbra che
l’accompagnava. Hermione aveva detto il suo nome nel sonno.
Lo aveva chiamato,
probabilmente lo stava sognando.
Il
suo cuore mancò un battito. Si inginocchiò
accanto al letto sperando che
dicesse qualche altra cosa, desideroso di scoprire qualcosa di
più. Passò
qualche minuto, ma lei non disse niente. Era lì immobile,
che dormiva beata,
bella come non mai dopo tre mesi di separazione.
Così
vicino al suo volto Ron non riuscì a resistere. Prese ad
accarezzarle i capelli
e subito dopo il volto. Percorse con le dita la forma del suo viso e si
soffermò sulle sue labbra. Quelle labbra che aveva
desiderato per tanto tempo.
Quelle labbra che aveva avuto solo una volta. Quelle labbra che stava
per avere
quella mattina, se solo Ginny non li avesse interrotti.
Senza
quasi accorgersene Ron si era avvicinato sempre di più al
volto della ragazza.
Era a pochi centimetri indeciso se era giusto rubarle quel bacio mentre
dormiva.
Aveva
ormai deciso che era giusto quando un rumore improvviso seguito da un
dolore
alla fronte lo fecero cadere all’indietro facendolo ritrovare
disteso sul
pavimento. Aveva appena avuto una testata.
“Ron..ma cosa? Che ci fai li?” chiese Hermione
massaggiandosi la fronte mentre nell’aria si sentivano le
note di una
canzone e una donna
che cantava When
you're gone..The pieces of my heart are missing
you ..When you're gone ..The face I came to know is missing too.
“Io,
veramente..” cominciò Ron senza saper bene cosa
dire, ulteriormente annebbiato dal dolore alla testa “che
cos’è questa musica?”
decise di chiedere.
“Oh..sono io”
disse la riccia estraendo un oggetto dalla tasca. Se lo
portò all’orecchio continuando
a guardare l’amico a terra.
“O si,
scusami.” Disse non si sa bene a chi. “Torno subito
a casa.” Poi posò lo strano
oggetto sul letto.
Il rosso la
guardava curioso.
“Era mia madre.
Devo tornare a casa.” Spiegò la riccia.
Ron era ancora
più confuso.
“E’ un
cellulare. E’ come un telefono, ma è
portatile” spiegò allora Hermione. “Me
lo
ha dato mia madre, visto che era preoccupata, ma non pensavo che
prendesse
qui.”
Il ragazzo non
aveva capito benissimo, ma decise di arrivare al punto.
“Quindi devi andare via?”
“Si, mi
dispiace” disse mettendosi in piedi.
Anche Ron si
alzò da terra. “Allora ti accompagno
giu.”
“Grazie.”
Usciti in
giardino si imbatterono in Harry e Ginny che ancora non si erano
salutati.
Avevano entrambi una espressione felice sul volto.
Hermione salutò
gli amici e superato il confine della casa si smaterializzò.