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Autore: Ekija89    11/11/2012    2 recensioni
Ormai erano passati tre mesi dalla fine della guerra. Erano stati mesi difficili, mesi di dolore e pianto, ma anche di rinascita e ricostruzione.
Il mondo magico si trovava a dover affrontare ancora una volta la devastazione che seguiva la guerra, e tutti si sforzavano di tornare alle loro vite.
Ciao a tutti, sto scrivendo questa storia per colmare gli anni che vanno dalla fine della guerra a quel giorno di 19 anni dopo alla stazione di king's cross. Spero tanto che vi piaccia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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La mattinata a Diagon Alley passò in fretta.
La nuova ragazza di Percy si chiamava Audrey e Hermione l’aveva trovata molto piacevole. Anche lei come Percy e il signor Weasley lavorava al ministero della magia, anche se aveva cominciato solo da un paio di mesi. Sembrava una ragazza dolce, seria e precisa, ma non le mancava il senso dell’umorismo, cosa che George apprezzò molto perché secondo lui a Perce serviva qualcuno che lo facesse ridere.
Poco prima di pranzo arrivò anche la signora Weasley distribuendo tramezzini a tutti e annunciò che per la cena erano tutti invitati a casa Weasley e non voleva sentire ragioni.
Hermione fu contenta di rivedere anche lei. La donna la abbracciò allungo e le disse che era mancata a tutti. Nel complesso la ragazza trovò che stava meglio. Era un po’ dimagrita, ma sembrava rinata rispetto a quel fantasma che si aggirava per casa subito dopo la morte di Fred.
Poco dopo pranzo Percy annunciò che per loro era il momento di tornare a lavoro. Anche George disse che avevano ancora molto da fare in negozio così Ginny e la signora Weasley si preparano per tornare a casa e preparare la cena e invitarono Hermione e Harry ad andare con loro.
Hermione accettò di buon grado mentre Harry disse che aveva un appuntamento con Kingsley e li avrebbe raggiunti dopo.
La riccia non aveva avuto occasioni di rimanere sola con Ron e i due avevano continuato a lanciarsi occhiate imbarazzate per tutta la mattinata. Essere stati interrotti in quel modo era stato veramente frustrante e per quanto volesse bene a Ginny era stata sul punto di strozzarla.
Arrivati alla Tana Hermione si guardò intorno. Ormai quel posto così come Hogwarts era quasi come casa per lei. Ci aveva passato quasi tutte le estati e anche molte vacanze di natale.
“Ragazze devo andare a fare un po’ di spesa” disse la signora Weasley non appena misero piede in casa. “Vi dispiace mettere un po’ in ordine mentre io vado a comprare l’occorrente per la cena?”
“Certo” risposero in coro le ragazze.
“Grazie, tornerò presto.” E così dicendo scomparve dietro la porta.
Non appena la signora Weasley fu uscita le due ragazze si lasciarono cadere sul divano e tirate fuori le bacchette iniziarono a riordinare salotto e cucina.
“Allora che mi racconti di nuovo?” chiese Hermione tra un incantesimo e l’altro.
“Sempre le solite cose” disse Ginny fingendo di essere scocciata. “Aspetto che Harry decida che è il momento buono per baciarmi, ma lui è lento come al solito.”
“Ah gli uomini” sospirò la riccia ridacchiando.
“E a te come vanno le cose con mio fratello? Vi siete dichiarati amore eterno nel magazzino del negozio? Avete fatto sesso selvaggio contro gli scaffali?”
Hermione arrossì e abbassò lo sguardo ripensando a quella mattina.“Niente di tutto questo” rispose.
“Allora cosa avete fatto per quasi mezz’ora nel magazzino? George ha detto che siete stati chiusi lì dentro per un sacco di tempo.”
“N-n-noi..” balbettò la riccia.
“ Voi siete sempre i soliti. Vi dovete dare una svegliata” scosse la testa nel pronunciare quelle parole. “A parte questo come vanno le cose? Come stanno i tuoi genitori?”
“Benissimo grazie. Certo ci è voluto più del previsto per trovarli e eliminare l’incantesimo. Per un po’ di tempo avevano le idee confuse e i ricordi delle loro diverse identità si intrecciavano, ma ora va tutto bene. Sono tornati in loro in tutto e per tutto.”
“Sono contenta.”
“Allora ragazze siete pronte a imparare qualcuna delle mie famose ricette?” esclamò la signora Weasley facendo il suo ingresso in cucina.
“Sarebbe un onore” disse Hermione alzandosi e stiracchiandosi. “Purtroppo però non sono mai stata molto capace in cucina” aggiunse mentre si legava i capelli in una coda alta.
“Non preoccuparti cara, con i miei consigli diventerai una cuoca provetto. Come si dice
Il miglior modo per arrivare al cuore di un uomo è prenderlo per la gola e come avrai capito Ron è molto goloso.”
Quest’ultima frase fece arrossire Hermione come mai in vita sua. Intanto Ginny se la rideva di gusto scansando facilmente la riccia che cercava di colpirla per farla smettere.

 

Due ore dopo la cena era ormai pronta. Le due ragazze stavano apparecchiando la tavola quando sentirono suonare alla porta. Ginny andò ad aprire e tornò in salotto raggiante seguita da Harry.
“Allora come è andato l’incontro con Kingsley?” chiese Hermione non appena il ragazzo si fu accomodato.
“In effetti molto bene.” Rispose il moro. “Mi ha chiesto di tornare Lunedì e di portare anche te e Ron. Dice che ha una proposta da farci.”
“Che genere di proposta?” intervenne Ginny.
“Non ne sono sicuro, penso che dovremmo aspettare Lunedì per scoprirlo.” Intanto si era sentito nuovamente bussare alla porta. Questa volta fu la signora Weasley ad andare ad aprire e dopo pochi secondo Bill e Fleur e fecero il loro ingresso in salotto.
“Salve a tutti” disse Bill accompagnando il saluto con un ampio gesto della mano.
“Bonsoir” si unì la moglie “coma estate?”
 Hermione salutò calorosamente entrambi i coniugi e cominciò a chiacchierare con loro. Non fecero in tempo a  sedersi che il rumore della porta li distrasse dalle loro chiacchiere.
Percy, Audrey e il signor Weasley entrarono unendosi al gruppo. Percy presentò la sua fidanzata a Bill e Fleur e iniziarono a scambiarsi i soliti convenevoli.
Ormai il salotto della tana era abbastanza affollato.
“Penso che possiamo cominciare a sederci a tavola.” Disse la signora Weasley arrivando dalla cucina. “George e Ron dovrebbero essere qui a momenti.”
In effetti pochi secondi dopo i due ragazzi fecero il loro ingresso.
Appena ebbe messo piede in casa Ron iniziò a setacciare la stanza con lo sguardo in cera di una chioma riccia. Non appena la trovò i suoi occhi si illuminarono e sulla bocca gli comparve un largo sorriso. “Salve a tutti!” salutò senza smettere di guardare la ragazza.
Anche Hermione lo guardava fisso e per un attimo fu come se ci fossero solo loro.
La voce della signora Weasley che li esortava a prendere posto spezzò quell’incantesimo.  Tutti si avviarono a tavola mentre Ginny e Hermione seguirono Molly in cucina per darle una mano.

 Quella sera la signora Weasley si era proprio superata. La cena comprendeva una antipasto, due primi piatti e un secondo con almeno una decina di contorni diversi. Dopo aver aiutato a portare il cibo in tavola Hermione si andò a sedere al suo posto, vicino a Ron. Dall’altro lato aveva vicina Ginny e subito di fianco a lei c’era Harry. Dal momento che i commensali erano in tanti lo spazio a tavola non era molto e la riccia si trovo a sfiorare il braccio di Ron con il suo. Trasalì a quel tocco e cercò di avvicinarsi a Ginny, ma lei la spinse nuovamente verso il fratello. Tentò più volte quella manovra ma la rossa, sempre vigile, la rimandava ogni volta al suo posto.
“Guarda che non mi da fastidio” disse all’improvviso Ron che si era accorto di quello che stava succedendo. “Ma se da fastidio a te posso sempre spostarmi più in la.”
“NO” rispose Hermione istintivamente facendo girare Percy e Audrey, seduti di fronte a lei, che erano impegnati in una discussione sulle nuove leggi sui comportamenti antirazziali che Kingsley stava facendo approvare. La riccia abbasso la testa sul suo piatto imbarazzata.
Per tutta risposta il rosso avvicinò il braccio al suo facendoli collimare per tutta la loro lunghezza. La ragazza alzò il capo e sorrise compiaciuta rimanendo a guardare le loro braccia prima di voltarsi per rispondere ad una domanda che il signor Weasley le aveva fatto sull’australia.

 

La cena trascorse piacevolmente tra discussioni sui nuovi provvedimenti che Kingsley stava prendendo per migliorare le cose  e gli aneddoti di Harry sui giornalisti che cercavano di coglierlo alla sprovvista per strappargli un intervista. Ovviamente la più insistente di tutti era Rita Skeeter e nonostante Harry non le avesse detto nemmeno una parola da quell’ultima intervista per il Cavillo in giro si vociferava che stava per riuscire una nuova biografia dal titolo “Harry Potter - Scomode verità su Colui-che-non-può-essere-giudicato”
Dopo aver mangiato i tre dolci che la signora Weasley aveva preparato gli ospiti iniziarono a congedarsi. Uno per uno lasciarono la casa finche non rimasero solo i residenti più Harry e Hermione.
I ragazzi aiutarono a rimettere in ordine, poi si trasferirono sui divani mentre i signori Weasley andarono a dormire.
Iniziarono a rivangare i vecchi tempi bevendo burro birra. Risero e scherzarono finché Hermione stanca per la giornata e il viaggio si addormentò sul divano scivolando pian piano sulla spalla di Ron. Il ragazzo si fermò a guardarla ritrovandosi bloccato in uno di quei momenti in cui esistevano solo loro.
“Credo sia il momento di andare” disse Harry dopo essersi schiarito la voce. Il rosso si riscosse voltandosi a guardare l’amico che era già in piedi.
“Che faccio devo svegliarla?” chiese.
“No, può dormire qui” rispose la rossa. “Perché non la porti in camera mia mentre io accompagno Harry fuori?” e senza aspettare una risposta spinse Harry verso la porta.
Ron rimase per un attimo a fissare la bella addormentata, poi con tutta la delicatezza di cui era capace la prese in braccio. Hermione si agitò un attimo, ma non si svegliò.
Continuando a fare attenzione iniziò a salire le scale che portavano alla stanza di Ginny.
La porta era socchiusa e lui la spinse con un piede per aprirla. Si avvicinò al letto e adagiò la riccia nel mezzo, contento di essere riuscito nell’impresa senza averla svegliata.
Stava per uscire dalla stanza quando senti pronunciare il suo nome.
Si girò pensando di trovare la ragazza sveglia, ma lei era ancora distesa e con gli occhi ben chiusi. Si avvicinò nuovamente a lei. Dormiva di sicuro. Lui però aveva sentito chiaramente il suo nome, non stava mica impazzendo..oppure si. Poi lo sentì di nuovo e stavolta vide il movimento della labbra che l’accompagnava. Hermione aveva detto il suo nome nel sonno. Lo aveva chiamato, probabilmente lo stava sognando.
Il suo cuore mancò un battito. Si inginocchiò accanto al letto sperando che dicesse qualche altra cosa, desideroso di scoprire qualcosa di più. Passò qualche minuto, ma lei non disse niente. Era lì immobile, che dormiva beata, bella come non mai dopo tre mesi di separazione.
Così vicino al suo volto Ron non riuscì a resistere. Prese ad accarezzarle i capelli e subito dopo il volto. Percorse con le dita la forma del suo viso e si soffermò sulle sue labbra. Quelle labbra che aveva desiderato per tanto tempo. Quelle labbra che aveva avuto solo una volta. Quelle labbra che stava per avere quella mattina, se solo Ginny non li avesse interrotti.
Senza quasi accorgersene Ron si era avvicinato sempre di più al volto della ragazza. Era a pochi centimetri indeciso se era giusto rubarle quel bacio mentre dormiva.
Aveva ormai deciso che era giusto quando un rumore improvviso seguito da un dolore alla fronte lo fecero cadere all’indietro facendolo ritrovare disteso sul pavimento. Aveva appena avuto una testata.
“Ron..ma cosa? Che ci fai li?” chiese Hermione massaggiandosi la fronte mentre nell’aria si sentivano le note di una canzone  e una donna che cantava
When you're gone..The pieces of my heart are missing you ..When you're gone ..The face I came to know is missing too.
Io, veramente..” cominciò Ron senza saper bene cosa dire, ulteriormente annebbiato dal dolore alla testa “che cos’è questa musica?” decise di chiedere.
“Oh..sono io” disse la riccia estraendo un oggetto dalla tasca. Se lo portò all’orecchio continuando a guardare l’amico a terra.
“O si, scusami.” Disse non si sa bene a chi. “Torno subito a casa.” Poi posò lo strano oggetto sul letto.
Il rosso la guardava curioso.
“Era mia madre. Devo tornare a casa.” Spiegò la riccia.
Ron era ancora più confuso.
“E’ un cellulare. E’ come un telefono, ma è portatile” spiegò allora Hermione. “Me lo ha dato mia madre, visto che era preoccupata, ma non pensavo che prendesse qui.”
Il ragazzo non aveva capito benissimo, ma decise di arrivare al punto. “Quindi devi andare via?”
“Si, mi dispiace” disse mettendosi in piedi.
Anche Ron si alzò da terra. “Allora ti accompagno giu.”
“Grazie.”
Usciti in giardino si imbatterono in Harry e Ginny che ancora non si erano salutati. Avevano entrambi una espressione felice sul volto.
Hermione salutò gli amici e superato il confine della casa si smaterializzò.

   
 
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